Domenica 21 settembre 1975 - Brescia, stadio Rigamonti - Brescia-Lazio 0-0
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Coppa Italia - 1° turno eliminatorio - Girone 4 - gara 4
LAZIO: Pulici, Ammoniaci, Petrelli, Wilson, Ghedin (30' Polentes), Martini, Giordano, Brignani, Ferrari G.C., D'Amico (18' A.Lopez), Badiani. A disp. Moriggi, Garlaschelli, Borgo. All. Corsini.
BRESCIA: Borghese, Catterina, Cagni, P.Sabatini (62' Biasotti), Colzato, Botti, E.Salvi, Jacolino, Ferrara, Fanti, Tedoldi (75' Altobelli). A disp. Belotti, Casati, Beccalossi. All. Angelillo.
Arbitro: Gonella (Parma).
Note: terreno in ottime condizioni. Ammoniti Borghese e Martini. Grave infortunio a D'Amico al 5', costretto poi a lasciare il campo in barella al 18'. Calci d'angolo 8-1 (4-1) a favore del Brescia.
Spettatori: 16.000 circa per un incasso di £. 37.107.500.
Chinaglia va nel New Jersey per il week-end in famiglia, ringraziando la sua lombaggine, mentre la Lazio stenta ad imporre il pari (ottenendo così la qualificazione) ad un Brescia arruffone e sprecone: 0-0. Spreca in verità anche la Lazio che perde quasi subito l'unico « cervello » rimastole. Quel D'Amico che causa una distorsione al ginocchio destro dovrà rinunciare anche alla convocazione dell'under 23. Ovviamente, senza D'Amico è saltato il centrocampo laziale che inutilmente Martini e Petrelli hanno cercato di rinvigorire con continue puntate in avanti. La Lazio, in compenso, ha trovato in Giordano, 19 anni, baricentro basso alla Capello, abile tocco di palla, un eccellente rifinitore fin sulla tre quarti di campo. Al momento di concludere, però, il ragazzo infila una serie paurosa di disavventure facendo fremere Corsini in panchina e sbagliando almeno tre palle-gol dopo aver dribblato tutti, portiere compreso. Mancandole anche Re Cecconi, con Garlaschelli tuttora in panchina, la Lazio, ovviamente, è da completare: oltretutto, è reduce da una settimana intensa per la partita con l'Avellino e quella giocata in Russia con l'Odessa. Ovvio che il Brescia, generoso ed impegnato, trovi spazi in cui infilarsi e portare tre o quattro pericoli alla porta di Pulici. Questi però, risponde sempre da campione specialmente al 14' della ripresa quando Ferrara rovescia un pallone improvvisamente all'incrocio dei pali. Pulici gli risponde con un volo stupendo mandando con una manata la sfera in angolo.
La Lazio ha giocato a sprazzi sostenuta come sempre da Martini e vivacchiando di improvvisazioni: ai tifosi bresciani non è piaciuta, tanto che l'hanno fischiata ripetutamente aspettandone alla fine la partenza per salutarla con urla ed epiteti vari. D'altronde, alla Lazio bastava un pareggio per superare il turno, quindi ha cercato di giocare con prudenza pur rischiando oltre il dovuto: buon per lei che il citato Pulici abbia ripetuto le prodezze di Odessa parando tutto mentre gli altri, a parte Martini, saltuariamente Petrelli, Giordano e ogni tanto Wilson, hanno deluso. Giordano, si è detto, è un elemento interessante ma è ancora ingenuo e va rifinito. Deludente Ferrari, centravanti di scarso peso e poco opportunista, mentre Lopez — che ha sostituito D'Amico — lo ha fatto quasi sempre rimpiangere non possedendo quelle caratteristiche tecniche che stavano per indurre il Torino ad acquistarlo e che l'hanno fatto dirottare poi da Pescara a Roma.
Su un traversone di Petrelli è entrato al volo rimediando una magra paurosa pur avendo tutto il tempo per controllare il pallone. Insomma, una Lazio che non va presa alla lettera: troppe le assenze perché si possa esprimere un giudizio nei suoi confronti. Sarebbe ingeneroso, ammesso che Chinaglia e Re Cecconi e un D'Amico in buone condizioni fisiche, siano in grado di tenere in sesto una baracca che appare traballante. La gara, diretta in souplesse da Gonella, ha offerto scarse emozioni ai ventimila tifosi presenti: soltanto alla mezz'ora Ferrara è riuscito ad andare in gol ma Gonella giustamente su segnalazione del guardalinee ha annullato la rete per fuorigioco. Al 39' e al 41' Tedoldi ha chiamato in causa Pulici che gli ha respinto dapprima una conclusione a fil di palo bloccando successivamente un pallone sulla linea di porta. Al 43' una grossa occasione per la Lazio: su lancio di Giordano, Martini trova la difesa bresciana ferma ritenendo il laziale in fuorigioco, l'ala avanza ma conclude a lato. Borghese protesta e rimedia una ammonizione. Quasi a tempo scaduto Salvi, il piccolo e trotterellante attaccante, vecchio pallino di Giagnoni, avanza sul fondocampo quindi conclude sul palo esterno. Nella ripresa la citata prodezza di Pulici sulla rovesciata, spalle rivolte alla porta, di Ferrara, quindi al 20' Giordano ha tirato sul portiere. Tre minuti dopo lo stesso giocatore ha dribblato tutti compreso Borghese, poi ha tirato incredibilmente fuori.
Fonte: La Stampa