Domenica 20 maggio 2001 - Firenze, stadio Artemio Franchi - Lazio-Udinese 3-1
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20 maggio 2001 - 2951 - Campionato di Serie A 2000/01 - XXXI giornata
LAZIO: Peruzzi, Negro, Nesta, Mihajlovic, Pancaro, Poborsky (68' Castroman), D.Baggio, Simeone, Nedved (79' Stankovic), Crespo, C.Lopez (51' Salas). A disposizione: Marchegiani, Pesaresi, Colonnese, Ravanelli. Allenatore: Zoff.
UDINESE: Turci, Gargo, Sottil, Zamboni (46' Diaz), Alberto, Pinzi (79' Sosa), Giannichedda, Bertotto, Fiore, Jorgensen, Margiotta. A disposizione: De Sanctis, Micolucci, Walem, Iaquinta. Allenatore: Spalletti.
Arbitro: Sig. Castellani (Verona).
Marcatori: 2' Crespo, 15' Crespo, 72' Fiore (rig), 83' Castroman.
Note: ammoniti Gargo e Nedved. Recuperi: 0' p.t., 3' s.t. Gara disputata sul campo neutro di Firenze a causa della squalifica per una giornata dello Stadio Olimpico di Roma.
Spettatori: 20.000 circa.
Ci sono numeri che dovrebbero dire tutto. Dino Zoff ha portato alla Lazio 44 punti in 18 partite, quasi due e mezzo a gara. Luciano Spalletti ne ha dati all'Udinese 6 in 9 gare, ben lontano da quel punto di media a partita che garantisce una serena retrocessione in serie B. E ci sono episodi che dovrebbero valere come una sentenza della Cassazione. Un gol dopo tre minuti e il raddoppio dopo 15 (doppio Crespo su doppio assist di Poborsky), quando a segnarli è una squadra motivatissima contro un'altra che sembra in campo per scommessa, di solito vogliono dire che quella partita è strafinita. E invece, dopo un tempo da Lazio e un tempo da paura, sembra quasi impossibile, ma è legittimo che l'Udinese recrimini per un gol annullato a Margiotta al 33' della ripresa per uno dei tanti contrasti in area tra difensore e attaccante. Sarebbe stato il clamoroso 2-2 e Spalletti ha masticato amaro: "Avrei voluto vedere quell'episodio a parti invertite". Così come sembra far parte di un'altra partita, un altro campionato e un altro pianeta che ci sia voluta un'azione quasi rugbistica nella sua ostinazione dell'uomo che ormai vive in simbiosi con la curva - Diego Pablo Simeone, con perfetto assist a Castroman - per scacciare l'incubo di un finale pieno di insidie e di acido lattico nelle gambe. Si è visto tutto e il contrario di tutto sul campo neutro di Firenze, dove i tifosi della Lazio sono arrivati in 20.000 e - tranne un accenno di buuh a Gargo (contrastati da altri fischi) - si sono comportati molto meglio che all'Olimpico.
Nell'ordine: 1) un arbitro incerto come Castellani di Negrar (al calcio ha già dato Damiano Tommasi, non si può pretendere tutto): ha concesso un rigore fiscale all'Udinese, ma ha annullato il gol di Margiotta, scontentando tutti in una gara che sembrava un'amichevole; 2) il solito Crespo che colpisce, ricolpisce e poi viene dimenticato dai compagni: è arrivato a 23 reti, suo record personale in Italia, a un solo gol da Shevchenko in classifica cannonieri; 3) un letargo biancoceleste di 35 minuti che ha portato l'Udinese a ridurre le distanze, colpire un ciclonico palo con Diaz, segnare inutilmente con Margiotta, fare impazzire Pancaro con le discese continue di Alberto che pareva tarantolato; 4) vedere un errore di Zoff che mai ci si aspetterebbe da un allenatore della sua esperienza: lasciare in campo Nedved, con una caviglia malconcia e i nervi a fior di pelle per un paio di entrate udinesi palla-o-gamba, fino al cartellino giallo che costerà al ceko la squalifica contro l'Inter; 5) cercare di capire se in questo momento sia più impresentabile Claudio Lopez del dopo-infortunio, diventato l'ombra dell'attaccante letale che giocava nel Valencia, o un Marcelo Salas decisamente in carne e comunque assai meno colpevole del compagno argentino perché era al rientro dopo la lunghissima assenza per l'operazione al ginocchio.
Di tutto, di più. Quasi come nella corsa dei dragster di "American Graffiti", con quei bolidi sferraglianti che rischiavano di esplodere al primo sassolino sulla strada ma che speravano tenacemente di arrivare al traguardo e poi chissà. Prossima sfida sul campo neutro di Bari, contro un'Inter che sembra messa ancora peggio dell'Udinese. Obiettivo unico: vincere e poi sperare nel Milan, impegnato all'Olimpico contro la Roma. Nel ballottaggio-scudetto contano anche le alleanze. Soltanto Capello è sicuro di potercela fare con i suoi voti.
Fonte: Corriere della Sera