Domenica 17 maggio 1964 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Inter 0-0

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17 maggio 1964 - Campionato di serie A 1963/64 - XXXII giornata XV del girone di ritorno

LAZIO: Cei, Carosi, Garbuglia, Governato, Pagni, Gasperi, Maraschi, Mari, Galli, Landoni, Mazzia. All. Lorenzo.

INTER: Bugatti, Burgnich, Facchetti, Tagnin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Petroni, Suarez, Corso. All. Helenio Herrera.

Arbitro: sig. De Marchi di Pordenone.

Note: cielo sereno, temperatura calda, campo in buone condizioni. Ammoniti: Picchi, Suarez, Galli. Calci d'angolo: 10-3 (7-1) a favore dell'Internazionale.

Spettatori: 75.000 circa per un incasso di £. 54.000.000.

Dopo la sosta per l'impegno della Nazionale (azzurri vittoriosi a Lucerna per 3-1 sulla Svizzera) torna il massimo campionato con la Lazio che ospita l'Internazionale di Helenio Herrera. Milanesi impegnati nello sprint scudetto con il Bologna di Bernardini e con la mente rivolta alla finale di Vienna di Coppa dei Campioni contro il Real Madrid. Neroazzurri privi del centravanti titolare Milani e in ritiro a Castelfusano. La Lazio, ormai tranquilla a tre turni dal termine, deve rinunciare ancora a Morrone cui la CAF non ha condonato la seconda giornata di squalifica. Biancocelesti che si preparano a Fregene e che possono contare su uno Stadio Olimpico che li attende pieno come nelle grandi occasioni. La Società Sportiva Lazio ha fatto preparare per l'occasione centinaia di raganelle da distribuire gratuitamente ai suoi tifosi, mettendo al tempo stesso in palio sei palloni dipinti di biancoceleste per altrettanti fortunati possessori del biglietto. La squadra di Lorenzo (in tribuna per la nota squalifica) non delude le attese ed è protagonista di un'ottima prova. Si rivede la Lazio d'inizio stagione: brillante, veloce, scattante, dinamica che ha ridimensionato una squadra purtuttavia fortissima. Lorenzo indovina tutto e alla fine è mancato solo il goal in una partita che è risultata tra le più belle dell'anno. In effetti il successo l'avrebbe meritato la squadra romana sebbene vi sia da ricordare che l'Inter è costretta a dosare le forze per i suoi impegni di prestigio. Il mister laziale ha capito che era necessario impedire ai nerazzurri il fitto fraseggio a metà campo e ciò ha di molto limitato i lanci in profondità e le infiltrazioni repentine dei vari Jair, Mazzola e Corso. Dopo venti minuti il Mago si è accorto di giocare con quattro punte: Jair, preso da Garbuglia, Petroni controllato da Carosi, Mazzola e Corso su cui montano la guardia Pagni e Governato e decide di retrocedere Corso dando però ordine al terzino Facchetti, lasciato libero da Lorenzo, di tentare le sue micidiali incursioni. Però in tal modo la presenza assidua del terzino nella zona sinistra della retroguardia laziale ha impedito a Mazzola di sfruttare quel quadrante da cui sempre reca pericolo alle avversarie. Alla Lazio è mancata invece la spinta offensiva. Tutta concentrata a impedire il gioco all'Inter, ha lasciato al solitario Maraschi il compito di offendere. Il giocatore biancoceleste, encomiabile, ha giostrato da ala e da centrattacco, ha superato più di una volta il Nazionale Burgnich e non gli si può imputare nulla se non ha avuto la potenza e la precisione nel tiro. Gli unici che hanno accompagnato Maraschi sono stati Galli e a volte Mari, ma la loro preoccupazione era più di riprendere subito la posizione arretrata che tentare di colpire. Nel primo tempo in due sole occasioni l'Inter risulta pericolosa: al 27' un tiro di Corso esce di pochissimo e al 29', su centro di Guarneri, Facchetti tira una legnata spaventosa da pochi metri che s'infrange sul volto di Gasperi. La Lazio si è vista al 4' con un'incursione di Galli fermato in extremis da Guarneri e al 18' con Landoni che incomprensibilmente non tira pur avendo la porta spalancata davanti. Al 33' azione Jair-Facchetti e tiro di Mazzola che Cei devia in angolo. Al 39' l'azione più pericolosa la intesse la Lazio: l'infaticabile Mari lancia Galli che si trova solo davanti a Bugatti, ma Carletto invece di tirare al volo, si aggiusta il pallone, esita, e per anticipare Guarneri, scaglia un tiretto lento e impreciso. Al 43' Petroni tira da posizione defilata ma Cei di piede devia sul paletto basso. All'inizio della ripresa l'andamento non cambia ma pian piano la Lazio, fresca e determinata, prende il sopravvento. Al 60' Maraschi salta Burgnich ma stremato, invece di avanzare ancora, tira da lontano dando modo al vecchio Bugatti (che ha sostituito proporio all'ultimo l'infortunato Sarti) di esibirsi in una bella parata. Subito dopo uno scambio Landoni-Maraschi permette al primo di avere la possibilità di mirare l'angolo sinistro della porta milanese ma liscia rimanendo leggermente infortunato. Un duro intervento di Burgnich su Maraschi scatena il pubblico laziale che comincia a intonare il coro "Bologna-Bologna". Al 66' Maraschi tira forte e preciso, Bugatti para ma la palla gli sfugge; Burgnich salva su Governato. Al 67' Galli arriva scomposto su un cross di Pagni. Ancora Maraschi impegna il portiere degli ospiti con un tiraccio. L'Inter sembra soccombere ma al 72', su fallo di Galli su Suarez al limite dell'area, lo specialista Corso invece di tirare crossa un pallone, che sembra telecomandato, sulla testa di Petroni che colpisce a botta sicura; il pallone s'infrange su Gasperi che ha miracolosamente intuito il pericolo. A proposito di Gasperi c'è da registrare come ormai sia considerato il libero più forte d'Italia dopo Picchi e Janich. L'ultima occasione è però della Lazio. Su cross preciso di Mazzia irrompe Galli che sbaglia il tiro ma la sfera torna ancora a Mazzia che tira al volo ma alto di poco. Negli ultimi due minuti di gara l'Inter batte senza esito tre corner. Un applauso caldo, spontaneo, sentito e meritato è rivolto alla Lazio da un pubblico generoso e appassionato, degno di una brillantissima squadra.