Domenica 17 gennaio 1999 - Parma, stadio Ennio Tardini - Parma-Lazio 1-3

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17 gennaio 1999 Campionato di Serie A 1998/99 - XVII giornata

PARMA: Buffon, Sartor (81' Orlandini), Thuram, Cannavaro, Fuser, D. Baggio, Boghossian, Benarrivo, Veron, Crespo, Chiesa (67' Balbo). A disp. Nista, Vanoli, Mussi, Cardone, Fiore. All. Malesani.

LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta, Mihajlovic, Pancaro, Stankovic, R.Mancini (89' Fernando Couto), Almeyda, Sergio Conceicao (87' Gottardi), Salas, Vieri. A disp. Ballotta, Baronio, Negro, Gottardi. All. Spinosi - DT Eriksson.

Arbitro: Bazzoli (Merano).

Marcatori: 51' Salas (rig), 54' Crespo, 68' R.Mancini, 91' Vieri.

Note: ammoniti Cannavaro, Nesta, Veron, D.Baggio. Calci d'angolo: 9-6. Recuperi: 2' più 4'.

Spettatori: 25.000.

Marcelo Salas trasforma il calcio di rigore
L'abbraccio all'attaccante cileno dopo la marcatura
Il calcio di tacco di Roberto Mancini su corner di Sinisa Mihajlovic...
... si insacca sotto la traversa per un'incredibile rete
Roberto Mancini festeggiato da Sinisa Mihajlovic e Christian Vieri
La rete del definitivo 1-3 di Christian Vieri
L'esultanza del bomber biancoceleste
Roberto Mancini festeggiato dopo la marcatura
Un titolo dal Messaggero

Se un normalissimo calcio d'angolo e un fortunoso rimpallo vengono trasformati da Mancini e Vieri rispettivamente in una finezza balistica e in una conclusione che spacca la porta, allora è vero che questo è il campionato in cui le qualità individuali hanno, almeno per il momento, il sopravvento sull'organizzazione collettiva. Infatti, il Parma ha definitivamente perso la partita quando ha abbandonato la manovra per confrontarsi con la Lazio nell'uno contro uno. E in quello la squadra di Eriksson se non è imbattibile è meglio attrezzata di chiunque, anche della stessa Fiorentina capolista. La rincorsa dei biancazzurri è stata finora assai più impressionante del gioco che riescono ad esprimere, ma certo la loro implacabilità sotto rete sta diventando un connotato genetico. Il primo tempo è stato bellissimo perché ha avuto tre fondamentali requisiti: è stato giocato da due squadre cortissime; è stato giocato a ritmo altissimo; è stato giocato alla massima velocità. Contrariamente a quel che si pensa, due schieramenti assai raccolti, con entrambe le difese tenute altissime e i portieri chiamati a intervenire di piede al limite (e fuori) dell'area, non hanno prodotto né ammucchiate, né ostruzionismo. Al contrario, tutto ciò ha determinato una notevole quantità di spazi nei quali sia il Parma sia la Lazio hanno potuto sviluppare la manovra e le opportune variazioni. Il ricorso più frequente ha riguardato la verticalizzazione nel tentativo di bucare le due difese in linea. Differenza numero 1: Malesani non stacca il centrale (ieri sera era Thuram che sostituiva lo squalificato Sensini), mentre Eriksson sì. Differenza numero 2: la Lazio predilige le aperture del fronte (spesso da destra a sinistra), mentre il Parma vorrebbe occupare le fasce. Differenza numero 3: il Parma cerca i meccanismi, la Lazio l'estro inventivo.

Con ciò non si vuole sostenere che la squadra di Eriksson non sia organizzata: lo è, invece, secondo un 4-4-2 che però non sempre risulta consono alle inclinazioni dei giocatori. Mancini, per esempio, non è un centrale di centrocampo. E' lodevole che si sforzi di diventarlo, ma a certi ritmi è dura per tutti, figurarsi per chi dovrebbe sfuggire alle aggressioni di Boghossian e Dino Baggio. La partita non si è mai impantanata e a tenerla viva, ben prima che si accendessero i fuochi di inizio ripresa, c'è stato un po' di tutto: un rigore negato al Parma (ma forse l'arbitro non vede il doppio colpo di mano di Negro e Nesta o opta per l'involontarietà); uno, più netto, non concesso alla Lazio per intervento di Thuram su Negro un attimo prima che Buffon frani addosso a Vieri. Poi la pericolosità di ogni azione, sia su un fronte che sull'altro. I gol sono arrivati nel secondo tempo, anche se è stato puramente incidentale. Per quanto prodotto fino all'1-1, era più legittimo il pareggio del Parma (fantastica combinazione Chiesa-Crespo) del vantaggio ospite (rigore di Salas a seguito di un intervento di Sartor su Pancaro). Dopo no. Perché si è visto subito che la Lazio voleva la vittoria, mentre gli uomini di Malesani avevano smarrito la strada: troppe giocate approssimative, troppi palloni portati, troppo evidente la frattura in mezzo al campo che ha determinato una quantità di dannosi lanci lunghi. La Lazio è tornata in vantaggio con un colpo di Mancini che è andato incontro ad un calcio d'angolo stendendo la gamba per cercare la deviazione aerea: ne è uscita una prodezza che resterà nel cuore degli estimatori e inonderà le cineteche. E' stata quella la svolta: della partita di Mancini (assai povera fino a quel momento) e della Lazio tutta che si è espressa con il contropiede di cui è ormai l'aggiornata riedizione. Il Parma l'ha aiutata a vincere con la seconda metà della ripresa, quando Veron è tornato ad essere un impenitente individualista e i palloni venivano trascinati centralmente. L'allungamento degli emiliani ha scoperto la difesa e il caso ha messo sui piedi di Vieri l'occasione per dare al successo le dimensioni di un trionfo.

Roberto Mancini, così si gioca solo in Paradiso ? Beh, speriamo proprio di no. E un gol così bello l'aveva già fatto ? Se devo essere sincero mi è venuto tutto naturale. Ne ho fatti, del genere, in allenamento, ancora non mi sono perfettamente reso conto di quanto sono riuscito a fare. Dovrò rivederlo. Ma questa Lazio è davvero scatenata, ricorda tanto quella dell'anno scorso...E' importante migliorare ancora, sul piano della mentalità. Certo promettiamo bene. La corsa, stavolta, è meno difficile, con la Fiorentina al posto della Juve. Speravamo in un suo passo falso, con il Cagliari, e invece hanno vinto. A mio avviso, però, restano nel giro anche il Milan, l'Inter e la Roma. Forse è la Juve ad essere un tantino tagliata fuori. La Lazio, comunque, è l'unica ad avere battuto tutte e due le prime. Sapevamo quanto fosse difficile questa partita, nella ripresa siamo usciti fuori bene, da grande squadra. E adesso il problema è evitare di rilassarsi, contro il Piacenza. Che ha fatto soffrire anche il Parma, dunque non sarà una passeggiata (concetto espresso anche da Almeyda e Mihajlovic, ndr). E un altro giocatore che le sta particolarmente caro, Attilio Lombardo, presto potrebbe raggiungerla a Roma. E' un bravo ragazzo, vorrei davvero che venisse. E quanto hanno influito i rientri di Nesta e Vieri ? Sono grandi campioni, di certo ci hanno agevolati. Quanto a Eriksson, è davvero raggiante. Adesso abbiamo fiducia in noi stessi - risponde il tecnico - stiamo giocando molto bene anche perché supportati da buona condizione. C'è grande voglia di vincere, non guardiamo nemmeno la classifica, cerchiamo soltanto di proseguire così. Mancini ha disputato una grande partita, anche grazie ad Almeyda. Mancini ha piedi migliori di tutti, ma Almeyda corre per quattro. E allora speriamo soltanto di continuare. Del resto, gli stessi esterni mi soddisfano appieno. E la dimostrazione si è avuta nella ripresa, contro il fortissimo centrocampo del Parma, capace di mettere in difficoltà chiunque. Non so se questo sia l'assetto definitivo, certo ora funziona bene.

Fonte: Corriere della Sera