Domenica 14 agosto 2022 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Bologna 2-1
► Stagione
14 agosto 2022 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, I giornata - inizio ore 18.30
LAZIO: Maximiano, Lazzari (83' Hysaj), Patric, Romagnoli, Marusic, Milinkovic (83' Vecino), Cataldi (65' Luis Alberto), Basic (8' Provedel), Felipe Anderson (83' Cancellieri), Immobile, Zaccagni A disposizione: Adamonis, Gila, Radu, Kamenovic, Marcos Antonio, Bertini, Romero, Moro. Allenatore: Sarri.
BOLOGNA: Skorupski, Soumaoro, Medel, Lykogiannis (64' Kasius), De Silvestri, Dominguez (74' Barrow), Schouten, Soriano (64' Aebischer), Cambiaso (86' Vignato), Sansone (46' Bonifazi), Arnautovic. A disposizione: Bardi, Bagnolini, Angeli, Orsolini, Raimondo, Motolese, Amey, Urbanski, Mbaye. Allenatore: Mihajlović.
Arbitro: Sig. Massimi (Termoli - CB) - Assistenti Sigg. De Meo e Scarpa - Quarto uomo Sig. Pezzuto - V.A.R. Sig. Ghersini- A.V.A.R. Sig. Lo Cicero.
Marcatori: 37' Arnautovic (rig), 68' De Silvestri (aut), 79' Immobile.
Note: esordio in una competizione ufficiale con la maglia della Lazio per Maximiano, Romagnoli, Provedel, Vecino e Cancellieri. Espulsi al 6' Maximiano per comportamento non regolamentare, al 45'+4' Soumaro per doppia ammonizione. Ammonito al 23' Sansone, al 40' Soumaoro, al 53' Cambiaso e Aebischer tutti per gioco falloso, al 9' Arnautovic per comportamento non regolamentare, al 58' Sarri, al 71' Lazzari ed al 90' Immobile tutti per proteste. Effettuati due "cooling break": al 25’ p.t. e al 27’ s.t. Angoli 3-2. Recuperi: 5' p.t., 6' s.t.
Spettatori: 42.000 circa di cui 23.600 abbonati e 18.400 paganti. Incasso non comunicato.
► I calciatori convocati per la partita odierna
► Il Corriere dello Sport titola: "Intramontabile Ciro. Maximiano espulso subito, il Bologna gioca e segna. Arnautovic fa 1-0 su rigore ma poi cresce la Lazio. Rosso a Soumaoro, De Silvestri autogol, infine il 2-1. All’Olimpico gara vibrante dalle mille emozioni: nel finale, quando ormai il pari sembra inevitabile, spunta Immobile che regala i primi tre punti ai biancocelesti".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Un italiano, un serbo e uno spagnolo. Non è una barzelletta. Dentro ci sono il talento e la furbizia dei tre campioni della Lazio. Altro che schemi, conta la differenza tecnica. Loro hanno costruito il gol decisivo, beffando il Bologna dopo ottanta minuti di tensione e di sudore, nella fornace dell’Olimpico. Luis Alberto, separato in casa sino a pochi giorni fa, ci ha messo il piede, sorprendendo Arnautovic. Milinkovic, di prima e di piatto, ha servito un assist al bacio. Il solito e immenso Ciro si è avventato come un falco sul pallone e ha firmato il sorpasso, infilando Skorupski. Bonifazi lo teneva in posizione regolare. Perla numero 183 della collezione con la Lazio, stesso bottino in carriera in Serie A, a meno uno da Batistuta. Decisivo e puntuale. Tra tanti bomber stranieri e celebrati, Immobile è l’eccezione: segna più di tutti, è l’unico vero centravanti italiano e non esistono concorrenti in Nazionale, per cui il ct Mancini a settembre continuerà a chiamarlo. Basterebbe il suo nome per considerare la Lazio da Champions.
Svolta. Sarri l’ha vinta e portata a casa con la pazienza, la classe superiore di cui dispone in campo e in panchina, oltre a una buona organizzazione difensiva. La Lazio, in dieci per l’espulsione di Maximiano, non si è disunita e ha rischiato poco, restando in partita. Mihajlovic, vecchio cuore laziale a cui dispiace un po’ meno perdere all’Olimpico, ha pagato l’ingenuità di Soumaoro. Imperdonabile il rosso a un sospiro dall’intervallo. Il francese di origini maliane, perdonato nella prima mezz’ora da Massimi per alcuni interventi ai limiti, era già ammonito e ha steso Lazzari al quarto minuto di recupero del primo tempo. Una follia inspiegabile, capace di ristabilire la parità numerica e di riportare l’inerzia dalla parte della Lazio nella ripresa. I rossoblù erano riusciti a sbloccarla su rigore (fallo di Zaccagni su Sansone) realizzato da Arnautovic e avevano dato la sensazione, con l’uomo in più, di poterla controllare e cercare il raddoppio. Diagonale fuori misura di Sansone, sacrificato nell’intervallo per motivi tattici. Sinisa ha inserito Bonifazi, mantenendo l’architettura della difesa a tre, entrata in crisi alla distanza sotto la pressione di Felipe e soprattutto Lazzari, il migliore in campo e il più in forma della Lazio.
In salita. Sarri lo aveva spiegato. I carichi di lavoro estivi non sono ancora stati assorbiti. Si è aggiunto il raptus di Maximiano. Un esordio da incubo per l’erede di Reina e Strakosha. Invece di rinviare il pallone con i piedi, lo ha preso con le mani fuori area in tuffo e se lo è riportato dentro. Inevitabile l’intervento del Var a sanare la distrazione di Massimi e del guardalinee. Mau, in dieci dopo 7 minuti, ha tolto Basic e inserito Provedel, chiedendo a Felipe e Zaccagni di partire da una posizione più arretrata: 4-4-1. Un contropiede di Immobile e un colpo di testa di Romagnoli, poi solo Bologna, capace un po' alla volta di prendere campo e avvolgere l’area. Schouten impostava, bravo Arnautovic a muoversi da pivot, De Silvestri e Sansone si inserivano a destra, dove Marusic e Zaccagni erano in sofferenza.
Sorpasso. Nella ripresa, dieci contro dieci, la Lazio ha ripreso ad attaccare. Sarri quest’anno ha una panchina lunga. Ha inserito Luis Alberto in regia e ha cominciato a spingere con forza sulla fascia destra. Lazzari, imprendibile per Bonifazi e Cambiaso, ha costruito più di un’occasione e lo slalom da cui è nato l’autogol di De Silvestri. Mancavano altri venti minuti. Sinisa ha messo dentro Barrow, ma Ciro ha trovato il guizzo del sorpasso. Sono entrati anche Vecino, Hysaj e Cancellieri. Pura resistenza con i 40 mila dell’Olimpico per centrare il primo pesantissimo successo della stagione.
► Il Messaggero titola: "Cuore e Ciro, La prima Lazio è un'emozione. Primo tempo di sofferenza con un uomo in meno, va sotto 0-1, poi nella ripresa in 10 contro 10 si ritrova e rovescia il Bologna grazie a Lazzari e Immobile: 2-1".
Prosegue il quotidiano romano: Poi arriva Ciro, la lieta novella che non smette mai di annunciarsi, e tutto assume di colpo un senso, una sua rotondità. Per giunta, il gol della vittoria lo preparano gli scherani di sempre, quelli della fantasia al potere: Luis Alberto e Milinkovic, non dovevamo non vederci più? Dunque, la Lazio c’è, e in fondo il volo a planare nel prepartita dell’aquila Olimpia, maestosa e rapace nel raggiungere il suo piedistallo inaugurando il campionato, era stato in qualche modo un annuncio di felicità. La Lazio c’è, anche se ha dovuto indossare il saio con sotto il cilicio, per venire a capo del Bologna. È 2-1 nel tripudio di un Olimpico emozionato e tonante per via delle oltre 40mila presenze, visto che la vittoria la firma Immobile con un sinistro sporco dopo quasi 80 minuti di corpo a corpo, Skorupski la fa passare, lo stadio trattiene il respiro mentre la palla entra, poi è apoteosi, e la prima è andata. Si è inzaccherata la prima Lazio del Sarri II, è stata sarriana nello spirito ma non nella traduzione in pratica, almeno in un primo tempo di espiazione. Poi, si è come liberata dei suoi pesi, ed è stata lei.
Fango e resurrezione. Si è sporcata, si è messa in un angolo da sola e ha avuto le sue angosce, perché tutto si è guastato da subito per colpa dello sciagurato Maximiano, espulso all’alba della partita per un’uscita con le mani fuori dall’area (quando poteva respingere di piede), e pure per un improvvido intervento di Zaccagni, perché gli attaccanti nella propria area non sanno stare, che ha causato il rigore su cui il Bologna ha sperato di costruire la vittoria. Ma nella ripresa, ristabilita la parità numerica perché nel frattempo Soumaoro si era fatto espellere per due gialli al crepuscolo del tempo, e sospinta da un Lazzari devastante sulla destra, la Lazio si è ripresa il suo.
Contronatura. L’espulsione di Maximiano al 6’ (ma la topica è al 4’, poi il Var segnala e l’incerto Massimi notifica) cambia subito lo spartito dell’esordio, è uno sbrego sulla tela di Penelope che Sarri ha tessuto per tutta l’estate, costringe la Lazio a una partita che non conosce e che non ha nelle corde: adattata col 4-4-1, gioca nella metà campo sbagliata, la propria, mentre è strutturalmente concepita per fare l’opposto. Le tocca subire il possesso palla del Bologna (a fine primo tempo sarà il 63%: alle squadre di Sarri non capita mai di andare sotto così), che gira la pelota in modo ipnotico e sistematico per aprire la Lazio sui fianchi, e in modo altrettanto sistematico ricorre al fallo quando perde palla. I sarriani si infilano a fatica nel vestito di chi deve fare difesa e contropiede, forse perché il centrocampo a 4 non ha i tempi giusti nell’elastico e nell’aggressione, in qualche azione si appoggiano a Milinkovic suggeritore di cielo e di terra, e una spondina aerea intelligente di Sergej manda in porta Immobile: ma il sinistro di Ciro è troppo strozzato sul palo lontano, e una deviazione glielo manda in corner (13’). Poi tocca soffrire, ma Provedel si dimostra già pronto, e dopo 12’ dall’ingresso mura De Silvestri. Poi c’è la topica di Zaccagni, che su un rinvio di testa (rivedibile) di Romagnoli, non vede arrivare Sansone e lo aggancia in area: Arnautovic trasforma il rigore, si fa notte. Ma la Lazio ha dalla sua Lazzari, che sfonda sempre, e al 48’ forza il secondo giallo di Soumaoro, che lascia il Bologna in dieci, e veramente nei guai.
All'assalto. A parità numerica, la Lazio torna a sentire le Walkirie dentro di sé, anche se Felipe e Zaccagni rimangono in un limbo di imprecisione tecnica, e va all’assalto, il Bologna inchiavardato in un 5-3-1 di sola attesa. Il pari arriva su autogol di De Silvestri dopo ennesima scorreria di Lazzari e rimpallo su Skorupski, poi entra Luis Alberto (da regista) ed è lui a costruire al limite dell’area, caparbio, l’azione del 2-1, prima della rifinitura sapida di Sergej per Ciro. E la battaglia finisce in gloria, come doveva finire, con Sarri che ha attinto solo a due dei nuovi acquisti estivi su 8 nella formazione di partenza. Ma nel finale, avrà senz’altro preso appunti per il futuro: mica male Cancellieri, con quelle gambe lunghe e quella tecnica, proprio mica male.
► Il Tempo titola: "Lazio testa e cuore. Buona la prima per i biancocelesti che rimontano il Bologna all’Olimpico. Un autogol di De Silvestri e Immobile ribaltano il vantaggio di Arnautovic. Gara in salita per l’espulsione di Maximiano e il rigore ai rossoblù. Decisivo l’ingresso di Luis Alberto".
Prosegue il quotidiano romano: Testa e cuore. La Lazio rimonta il Bologna, vince 2-1 col gol numero 184 di Immobile (raggiunto Batistuta al decimo posto dei cannonieri della serie A) al tramonto di una partita folle e spettacolare, con un Olimpico decisivo e passionale. Subito rosso a Maximiano ingenuo e sfortunato, segna Arnautovic su rigore, per fortuna che Soumaoro si fa espellere al termine di un primo tempo da incubo. Ripresa con l’autorete di De Silvestri, tanto caos ma anche tanta grinta dei biancocelesti che sono riusciti a non farsi prendere dal nervosismo. La perla di Ciro regala i primi tre punti: meritati. Alla fine Sarri sceglie la continuità, due le assenze Casale squalificato e Pedro infortunato, due le novità subito in campo: Maximiano in porta e Romagnoli al centro della difesa, altri cinque rinforzi sono tutti in panchina inizialmente. Fiducia alla vecchia Lazio con Patric preferito a Gila oltre che a Basic e Cataldi dall’inizio con Marcos Antonio e Vecino seduti vicino al tecnico. Il tridente d’attacco del solito intoccabile 4-3-3 è formato da Anderson, Immobile e Zaccagni. Mihajlovic, applaudito da tutto l’Olimpico come al solito presenta il miglior Bologna possibile, con Arnautovic e Sansone.
Avvio da libro degli orrori per il povero Maximiano: il giovane portiere esce e sullo slancio blocca il pallone fuori dall’area di rigore. L’arbitro Massimi aspetta il Var Ghersini che segnala l’irregolarità e costringe Sarri a inserire Provedel per Basic. Lazio in dieci con il 4-4-1, non bastasse Immobile fallisce il possibile vantaggio incrociando troppo il sinistro. È un pomeriggio complicato, il portiere laziale si fa apprezzare su De Silvestri, poi non può nulla sul rigore a favore degli ospiti concesso per un fallo di Zaccagni su Sansone. Arnautovic realizza con tanto di esultanza scomposta sotto la Nord. Lazio sotto, stadio elettrico per i continui falli di Soumaoro che si prende il rosso solo dopo sette irregolarità sul finire di un primo tempo folle anche per colpa di un arbitro modesto. Ci sarebbe un rigorino su Lazzari ma il direttore di gara giudica veniale il fallo di Cambiaso. Tant’è, si riparte in parità numerica e la Lazio va subito all’assalto. Spinge e agguanta il pari con una discesa di Lazzari che causa l’autogol di De Silvestri (lo stesso difensore biancoceleste aveva portato l’espulsione di Soumaoro). Poco prima era entrato Luis Alberto che ha riacceso la luce e, non a caso, portato anche il vantaggio. Punta l’avversario, è fortunato sul rimpallo, il pallone finisce a Immobile che fa secco grazie all’assist al bacio di Sergej: 2-1 a dieci minuti dalla fine. Mihajlovic si gioca le carte Barrow e Vignato, Sarri risponde con Vecino, Hysaj e soprattutto Cancellieri. Bravo questo ragazzo, tiene palla e conquista due punizioni preziose. Finisce con l’Olimpico in festa. Sabato prossimo, sempre alle 18.30, secondo impegno di campionato contro il Torino di ]uric reduce dal blitz di Monza. Sarà dura ma la Lazio ha cominciato bene.
► La Gazzetta dello Sport titola: "Nel segno di Immobile. Rimonta Lazio, Bologna si illude e poi fa mea culpa. Il bomber firma la vittoria dopo l’autogol di De Silvestri. Rossoblù in vantaggio su rigore con Arnautovic".
Continua la "rosea": Passione e curiosità spingono i tifosi verso il calcio. La passione resta intatta nel tempo, mai breve. La curiosità attrae all’inizio delle nuove annate, poi sfocia in entusiasmo o delusione, a seconda dei risultati. I nuovi attirano, vanno scoperti. E per alcuni di loro qui il debutto è da brivido, ma in senso negativo. Degli errori e orrori dei vari Maximiano e Cambiaso, si racconterà dopo. Perché nel giorno delle scoperte, ai 40 mila laziali resta una certezza: Ciro Immobile. Quando il capocannoniere dello scorso campionato gira una partita nata malissimo, la Lazio si trova di nuovo nel passato. Immobile è il leader di questo gruppo, per la sua caterva di gol (183 in A e la stessa cifra in assoluto con la Lazio), per la sua continuità e perché non è coinvolto nei chiacchiericci di mercato. Sembra l’affidabile vicino di casa che vi aiuta da tempo e sapete che non traslocherà.
I motivi. Il carattere incide in questa vittoria: quello della Lazio, che non si sfascia in un primo tempo in dieci; quello del Bologna che svanisce proprio quando dovrebbe finire un avversario in difficoltà. Perché nonostante l’inno della Lega prima del via, per alcuni giocatori sembra l’ultima amichevole estiva. La data è anche giusta, non tutto il resto. Così per un tempo c’è la leggerezza di un test in ritiro, ruvido e fisico, ma come se non che dovesse dare i tre punti. Scambi di portieri, prova di difesa nell’inferiorità, gestione mal riuscita della superiorità, scarso raziocinio nel governare le circostanze favorevoli. Eppure c’era fiducia, quella che si concede ai debuttanti. Tipo il portiere della Lazio, Maximiano. La prima volta che raccoglie la palla, un semplice piegamento, scattano gli applausi. Ma la seconda volta, il gelo scende: perché il portoghese poteva respingere di piede su Arnautovic, però preferisce il tuffo plastico. Ma oltre la linea dell’area: il Var lo scorge e avverte l’arbitro che lo espelle dopo sei minuti. Per Sarri è subito il momento dell’emergenza, delle sperimentazioni. C’era un dubbio su chi mettere tra Maximiano e Provedel? Eccoli tutti due, con l’ex spezzino che entra e salva i suoi. Ma anche Soumaoro aiuta la Lazio. Due ammonizioni nervose, evitabili: espulso prima dell’intervallo. Così il Bologna che segna soltanto su rigore con Arnautovic e ha difficoltà a costruire la partita, perché non aveva preparato questa strategia, offre tutta la ripresa in parità numerica agli avversari. Ma soffre questo riequilibrio in maniera tale che sembra in inferiorità, anche in 10 contro 10. La Lazio riprende il governo del match, lo riequilibra con un autogol (De Silvestri, un ex), poi sorpassa. Senza che sia un’ingiustizia.
Le mosse. Lazio e Bologna non hanno cambiato l’allenatore, e questo è già un punto di partenza rilevante. Significa non aver fallito la scelta più pesante del passato. Devono comunque elaborare idee e sistemi già conosciuti anche attraverso i nuovi giocatori. Cambiaso, seconda faccia nuova fra i titolari rossoblù dopo Lykogiannis, patisce troppo Lazzari, il migliore. Sinisa, sempre osannato dal pubblico, parte col 3-5-2, con Soriano ondeggiante tra le punte e il centrocampo. Schouten dà equilibrio e recuperi, ma il Bologna non riesce a sfondare di più quando è in vantaggio. Poi diventa 3-5-1 e 3-4-2, finendo anche con Vignato esterno sinistro. Ma nel secondo tempo non riesce a giocare. Il 4-3-3 di Sarri cambia subito in 4-4-1, con idee di 4-3-2 in avanzata. Luis Alberto entra a metà ripresa sullo 0-1 e aiuta nella percussione del gol. E la passione supera la curiosità.
► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Dica centoottantatré. Mal di risultato? Ci pensa Immobile, sempre e comunque il miglior rimedio possibile. Capocannoniere plurilaureato, master in leadership. Indossa la corona e porta la croce. Anima della Lazio, trascinatore assoluto. Sarebbe quasi riduttivo, se non fossero così tanti, contare i gol realizzati. Ma di fronte a certi numeri c’è solo da inchinarsi. "Questo pesava tantissimo, è per tutto il popolo laziale. Lo meritava", ha detto con la faccia stremata. La squadra è rimasta in dieci e lui ha corso per quattro. Sono 183 reti in biancoceleste, le stesse segnate in Serie A sommando quelle con le maglie di Genoa (5) e Torino (27). Con la Lazio ora sono 151 in 209 presenze di campionato. In un colpo unico s'è tolto una doppia soddisfazione: battere il Bologna e avvicinare Batistuta nella classifica all-time, ora è a 183 e l’argentino a 184. La scalata continua: la top ten è un passo, tremano i miti del passato, gli bastano 6 timbri per diventare il nono in solitaria mettendosi alle spalle il terzetto formato da Signori, Del Piero e Gilardino, tutti a 188.
Carisma. Chi può fermare un furore simile? Il Bologna, alla lunga, non c’è riuscito. Immobile ha preso parte a 7 gol (5 reti e 2 assist) nelle ultime 7 presenze di campionato contro i rossoblù. Si è confermato il loro incubo, possono consolarsi pensando di non essere gli unici. Compagnia allargata di vittime. Capitano e spirito guida, l’ultimo a mollare, il primo a suonare la carica nei momenti complicati. "La vittoria è giusta. Non per il gioco espresso, ma per le difficoltà che ci sono state. Abbiamo dimostrato carattere, quello che ci chiede il mister e che a volte ci è mancato per fare il salto di qualità", il commento a caldo a Sky. Il sinistro incrociato ha bucato Skorupski e fatto esplodere un Olimpico furente: "Il pubblico meritava una partita del genere, di cuore e carattere. Dobbiamo rimanere lucidi senza innervosirci. La scorsa stagione probabilmente ne avremmo subiti due, invece l’abbiamo tenuta in piedi e ribaltata", ha aggiunto a Dazn.
Ambizione. La liberazione è arrivata al 79’: "Il gol serve per crescere, nel primo tempo ci siamo detti di stare calmi e continuare a giocare. Zero alibi, sono stati acquistati tanti giocatori, tutti forti e dentro il progetto. Li abbiamo fatti sentire subito a casa. Ci sono tutte le condizioni, basta solo fare lo step di cui parlavo prima". Si è donato alla causa fino all’ultima goccia di sudore, in estate s’è speso anche nelle vesti da "dirigente" contattando i calciatori in fase di trattativa: "Faccio il mio lavoro nello spogliatoio e in campo, poi è normale che uno voglia sempre giocatori forti nella propria squadra. Non voglio intromettermi in cose che non mi competono ancora, non so cosa farò quando smetterò...". Il secondo anno di Sarri è iniziato col piede giusto: "Il lavoro è stato assimilato più facilmente, c’è ancora più unione con il mister e lo staff".
Costanza. Famelico come d'abitudine, sono 7 anni di fila che finisce nel tabellino dei marcatori nella prima stagionale con la Lazio: 6 volte in campionato, 1 in Supercoppa Italiana nel 2017 perché era stato "costretto" ad affrontare la Juventus ad agosto (doppietta e trofeo in bacheca). Sbrana avversari e record: il 2-1 di ieri gli ha permesso di diventare il quarto giocatore capace di andare in gol all'esordio stagionale in Serie A per 5 campionati consecutivi (nell'era dei 3 punti a vittoria). Gli altri sono Muzzi, Shevchenko e Muriel. È un Immobile di lusso. Chi disprezza è solo perché non lo può comprare.
Le dichiarazioni del tecnico biancoceleste Maurizio Sarri e di Manuel Lazzari raccolte da Il Tempo al termine della partita:
Chissà se lo avrebbe immaginato così il ritorno in panchina in un nuovo campionato. Sarri e la Lazio hanno iniziato subito con il botto. Altalena di emozioni e stati d’animo già alla prima giornata. "Sembrava una partita stregata, episodi tutti contro, ma siamo rimasti dentro la gara e l’abbiamo rimessa a posto. Compreso il recupero abbiamo fatto 96 minuti in inferiorità numerica, a 33 gradi e alla prima di campionato non era semplice". Per come si era messa la partita, era difficile pensare che si potesse ribaltare. Ed è stato proprio il tecnico a spiegare come sia stato possibile: "Quando c’è predisposizione al sacrificio da parte di tutti puoi fare anche cose impensabili. Oggi abbiamo giocato con i quattro centrocampisti che erano completamente offensivi e non abbiamo concesso quasi niente, poi è entrato Luis e ho preferito che si alzasse Milinkovic e che lui tenesse la posizione davanti alla difesa". L’ingresso di Luis Alberto è stato sicuramente uno dei fattori che ha cambiato la gara: "L’ho visto bene, è entrato e doveva fare un lavoro non adatto alle sue caratteristiche. Era più importante in quel momento che si alzasse Milinkovic per sfruttare le sue qualità accanto a Immmobile".
Poi una battuta anche sull’arbitraggio di Massimi: "Ho protestato tutta la partita giustamente, non ricordo cosa gli ho detto al momento dell’ammonizione. La conduzione della partita non mi è piaciuta". Al termine del match anche Lazzari è intervenuto ai microfoni delle tv per dire la sua sulla sfida. "L’inizio è stato complicato - ha dichiarato il terzino - dopo 8 minuti subito in inferiorità numerica, non ci voleva. Ci siamo guardati e ci siamo detti di rimanere uniti e di non mollare. L’espulsione di Soumaoro a fine primo tempo ha cambiato l'inerzia. Siamo entrati in campo più vogliosi nel secondo tempo, sapevamo che potevamo farcela. Così è stato e siamo felicissimi". Da Inzaghi a Sarri, è cambiato il modo di interpretare il ruolo: "Il mister mi ha sempre dato tanta fiducia sin dal ritiro dell’anno scorso. Era un ruolo mai fatto in carriera. Ci è voluto qualche mese in più per ingranare ma sono felice perché mi piace tantissimo e spero di migliorare ancora. Opportunità per la Nazionale? Sicuramente, gioca a 4 e giocare così nella Lazio è sicuramente un punto in più". Intanto la squadra si ritroverà domani al centro sportivo di Formello per la ripresa degli allenamenti in vista della trasferta di Torino: 24 ore di riposo prima di riattaccare la spina.
Galleria di immagini sulle reti della gara | ||
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:
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