Barberini Maestrelli Lina
Nome di battesimo: Angela. Nata a Bari il 28 maggio 1923, deceduta a Roma il 3 settembre 2014.
Moglie dell'allenatore Tommaso Maestrelli. E' la madre di Patrizia Maria e Tiziana e dei gemelli Massimo e Maurizio. Figlia di un vigile urbano di Bari, conobbe Tommaso negli anni della sua permanenza nel capoluogo pugliese.
Articolo di Vincenzo Cerracchio per "LazioPolis" all'annuncio della morte di Lina:
Si è fermato un altro cuore di Lazio. Quello della signora Lina, moglie e prima ancora compagna di vita di Tommaso Maestrelli. Aveva 91 anni e da tempo era malata, assopita, afflitta dalla sindrome che spesso colpisce le persone anziane. Della Signora Lina (Angela Barberini) ci sono solo immagini sbiadite dal tempo. Quelle, rarissime, con il suo Tommaso in momenti felici fuori dal campo. Una, bellissima, conservata negli archivi di LazioWiki, del Natale del '75, l'intera famiglia Maestrelli riunita prima che una tempesta senza fine, un destino senza pietà, si abbattesse sugli affetti più cari: due figlie, Patrizia Maria e Tiziana e poi due gemelli, Massimo e Maurizio, accanto al suo "Masino". Figlia di un vigile urbano di Bari, conosciuta da Maestrelli negli anni della sua permanenza nel capoluogo pugliese, ci piace ricordarla come fanno spesso i "suoi ragazzi", da Giancarlo Oddi a Felice Pulici, quelli che ai tempi dello scudetto si riunivano a volte a casa Maestrelli, con Chinaglia e Re Cecconi, per uno spaghetto veloce che la provetta cuoca portava in tavola anche all'ora tarda: è stata per tutti una mamma, donna forte, energica, capace di sopportare dolori interminabili, ferite inguaribili. Una consigliera silenziosa prima, depositaria di valori incommensurabili dopo la scomparsa tragica del capofamiglia. La Signora Lina è stata magnificamente portata in palcoscenico dalle attrici Aglaia Mora (nella prima edizione al Ghione) e Teresa Federico (nella seconda di novembre al Teatro Parioli) in "Tommaso Maestrelli, l'ultima partita". Molti l'hanno potuta conoscere grazie proprio a queste ottime interpretazioni.
Da "Il Corriere dello Sport" del 4 settembre 2014:
Un altro frammento del primo scudetto della Lazio che se ne va. Si è spenta ieri all'età di 91 anni, Angela Barberini (detta Lina), vedova di Tommaso Maestrelli, l'allenatore che, nel 1974, guidò Chinaglia e compagni alla conquista del tricolore. A darne notizia è la società biancoceleste con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook. "Tutta la S.S. Lazio - scrive il club nella didascalia di una foto della coppia - si unisce al cordoglio della sua famiglia. Le esequie della signora Lina si terranno domani, venerdì 5 settembre alle ore 11.00, nella chiesa del 'Preziosissimo Sanguè in via Flaminia". "Un sentimento di profonda commozione mi accompagna alla notizia della scomparsa di Angela Barberini, vedova di Tommaso Maestrelli", ha commentato il presidente della Lazio, Claudio Lotito. "Con la signora 'Lina', come la chiamavano tutti, se ne va un altro piccolo frammento della storia biancoceleste. Raggiungerà il 'Maestro', suo compagno di sempre e orgoglio memorabile della Lazio del '74. Mi unisco in un abbraccio al dolore dei suoi familiari".
Da Il Corriere dello Sport del 5 settembre 2014: Se n'è andata Lina, signora Maestrelli, la Lazio in lacrime.
Era la moglie del "Maestro", è volata in cielo anche lei, mercoledì ha raggiunto l'amato marito. E' morta Lina Maestrelli, i funerali si terranno a Roma, oggi alle 11, nella chiesa "Preziosissimo Sangue", in via Flaminia. La famiglia Maestrelli da sempre è la famiglia di tutti i laziali. Angela Barberini (detta Lina), aveva 91 anni, era malata. E' stata una donna incredibile, ha affrontato i dolori più forti: la perdita del grande Tommaso, l'allenatore della prima Lazio scudettata (1974) e la perdita dei figli Patrizia e Maurizio (colpiti dallo stesso terribile male che si portò via il papà). Lina Maestrelli ha lasciato soli Massimo e Tiziana, che stanno vivendo un altro momento difficile, hanno dovuto salutare i loro cari. Ecco il messaggio del presidente della Lazio, Claudio Lotito: "Un sentimento di profonda commozione mi accompagna alla notizia della scomparsa di Angela Barberini, vedova di Tommaso Maestrelli. Con la signora "Lina", come la chiamavano tutti, se ne va un altro piccolo frammento della storia biancoceleste. Raggiungerà il "Maestro", suo compagno di sempre e orgoglio memorabile della Lazio del '74...".
Un articolo, tratto sempre dal quotidiano sportivo romano, a firma di Franco Recanatesi:
Angela Barberini, per tutti Lina, era una bellissima ragazza di 16 anni, scura di occhi e di capelli, quando s'innamorò di Tommaso, più grande di un anno. Si conobbero fuori dello stadio della Vittoria, a Bari. Lui usciva da un allenamento, lei pattinava con le sue amiche sul piazzale. La scintilla si accese subito, dicendosi con gli sguardi ciò che non riuscivano a dirsi con le parole. Un giorno Tommaso si decise: "Andiamo a fare un giro in bici?". Non aveva finito quella frase che Lina era già in sella. Era l'estate del 1939. Quei colpi di pedale segnarono il primo atto di un amore infinito, il seme che avrebbe generato una straordinaria famiglia. Di questa famiglia, Tommaso è stato il faro, Lina il collante, il punto di riferimento. Silenziosa e paziente, ma bastava uno sguardo, con il marito e con i figli, per interpretarne pensieri, giudizi, stati d'animo. Rocciosa di fronte ad ogni tempesta. E sì che di tempeste ha dovuto sopportarne nel corso dei suoi 91 anni: la lunga malattia e la morte del marito, la perdita di due dei quattro figli. Con l'animo straziato ha continuato la sua battaglia per la vita, la propria e soprattutto quella degli altri suoi ragazzi. Perdendo via via le forze, ma non il coraggio né l'amore per la propria famiglia divisa fra il cielo e la terra. Per 25 anni, fino a quando il fisico l'ha sostenuta, ogni giorno è salita sull'autobus che la portava al cimitero di Prima Porta per deporre un fiore sulla lapide di Tommaso e poi anche di Patrizia e di Maurizio. La patente non l'ha mai presa, "non ho tempo" diceva.
Certo che non aveva tempo, impegnata com'era in mille faccende: la gestione della casa, un marito, "Masino", dalle lunghe assenze, i figli da crescere. Con un senso del dovere innato e un sereno spirito di sacrificio frutto di una rigorosa educazione. Seconda di otto figli di un brigadiere dei vigili urbani e di una sarta, all'età di 16 anni Lina aveva il permesso di uscire due volte alla settimana e solo per passeggiare con i suoi amici per le vie centrali di Bari. Una volta trasgredì e con Tommaso si infilarono in un cinema dove davano "Via col vento". All'uscita lei guardò con occhi scintillanti il suo "Masino" e gli disse: "Sei più bello di Clarke Gable".
Si sposarono il 2 agosto del 1947, lei avvolta in un bellissimo abito bianco cucito dalla mamma Maria, con uno strascico di due metri nel quale le cinque sorelle-vallette inciamparono più volte. L'amore per Tommaso e poi per i suoi figli hanno colmato la sua vita. Godeva della loro felicità, tremava quando qualche pericolo incombeva su di loro. Forse perché scottata da due terribili episodi. Il primo quando Tommaso, soldato sul fronte montenegrino, fu fatto prigioniero e per sei mesi dato per disperso; il secondo quando, incinta della prima figlia, seppe dalla radio della sciagura di Superga: solo per la sbadataggine di un impiegato della Roma che non fece in tempo ad ottenere i documenti per l'espatrio, Tommaso non aveva partecipato con il Torino – che voleva acquistarlo – alla trasferta in Portogallo. Al suo ritorno dall'allenamento, Lina gli regalò fra le lacrime l'abbraccio più lungo e commosso della loro unione.
Da sposa di Maestrelli e mamma di quattro figli, Lina divenne negli anni 70 la sposa della Lazio e la seconda mamma per tanti giocatori della squadra. Qualcuno ha scritto addirittura che un angolino dello scudetto biancazzurro le appartiene di diritto. Di sicuro ha contribuito alla serenità e all'armonia che hanno accompagnato l'impresa laziale. Era lei a raccogliere e smontare le ansie di "Masino"; lei a placare le sfuriate di Giorgio Chinaglia che per mesi fu accolto in casa Maestrelli per sfuggire alle minacce dei romanisti; lei a preparare le cene per Oddi, Pulici, Re Cecconi, amici giornalisti, amici tifosi; lei a convincere Massimo e Maurizio e persino il loro babbo che la scuola era più importante del campo d'allenamento e della Lazio. I due anni della malattia di Tommaso, la perdita di due figli, gli acciacchi dell'età hanno finito per condurla alla resa, ieri l'altro, tenendo per mano Massimo e Tiziana. Senza un lamento, come per tutta la sua vita. Forse con una punta di felicità. Chissà quante volte ha immaginato il momento in cui avrebbe potuto riabbracciare "Masino", Patrizia, Maurizio. Pensando che senza di lei avrebbero preso freddo o mangiato la pasta scotta.
Dal Corriere della Sera del settembre 2014: Addio, signora Lina segreto di Maestrelli Tommaso|Maestrelli.
Per spiegare il carattere della signora Lina Maestrelli basta, forse, un episodio che lei stessa raccontò quando Tommaso, dopo la malattia, riprese ad allenare la Lazio: "Il momento peggiore di questi mesi è stato quando il dottor Paride Stefanini mi comunicò che non c'era più niente da fare, nessuna speranza mi disse, Tommaso era condannato". Lei si asciugò le lacrime, si controllò il viso in uno specchio piccino che teneva in borsa e andò dritta nella camera della clinica nella quale il marito era ricoverato: lo fissò, gli sorrise, e cercò un tono sincero per dirgli che "il dottore ha detto che ce la farai, che bisogna lottare ma che adesso ci sono buone speranze, ha detto che lui e gli altri medici dopo l'ultimo controllo sono ottimisti, buone notizie Tommaso, buone notizie". È bello pensare che Tommaso e Lina si siano ritrovati, ieri. La morte della moglie dell'allenatore del primo scudetto della Lazio è stata ricordata anche dalla società: "Tutta la S.S. Lazio si unisce al cordoglio della famiglia. Le esequie della signora Lina si terranno venerdì 5 settembre alle ore 11.00, nella chiesa del Preziosissimo Sangue in via Flaminia". Anche in quei gloriosi anni Settanta, Angela "Lina" Barberini appariva poco, schiva e riservata come pure era il marito, eppure sempre presente: in casa Maestrelli c'era sempre qualcuno che veniva a fare visita, e lei era sempre sorridente, sempre pronta a invitare a pranzo o a cena quelli che erano là per Tommaso, per la Lazio.
"Quanti amici! C'era sempre qualcuno che arrivava senza preavviso e che poi finiva per sedersi a tavola con noi". Solo per fare qualche esempio: Giorgio Chinaglia visse con loro per mesi, Oddi e Pulici bussavano di continuo. E diceva un'altra cosa, la signora Lina: "È tutta la vita che divido Tommaso con gli altri ma a me non importa, a me va bene". Poi, certo, quando Maestrelli manifestò l'intenzione di tornare in panchina, dopo il ricovero, la malattia, dopo aver perso trenta chili in pochi mesi, proprio davanti ai suoi occhi, lei non era felice. Gli consigliava un incarico meno faticoso, meno stressante. Ma mai si è sognata di impedirgli qualcosa, ammesso che fosse possibile. Una vita intensa, a tratti difficile e dolorosa — oltre a Tommaso ha perso anche due figli — ma anche una vita bellissima. Sorprendente, a volte. Con Tommaso Maestrelli si erano conosciuti a Bari, lui centravanti diciassettenne e lei sedicenne completamente a digiuno di calcio: con il tempo, ebbe modo d'innamorarsi. Di Tommaso, del lavoro che faceva, e poi della città di Roma, e della Lazio, di quella squadra di pazzi e pistoleri che considerava l'allenatore come un padre. "Per tutta la vita ho diviso Tommaso con gli altri". È bello pensare che si siano ritrovati, ieri, e che lei abbia potuto raccontare di tutto quell'amore della gente laziale che — come dimostra anche la giornata del 12 maggio, quel "Di padre in figlio" che ha celebrato anche il '74 — non si è mai affievolito.
Da Il Corriere dello Sport del 6 settembre 2014:
Una folla commossa ha dato l'ultimo saluto ad Angela, per tutti Lina Maestrelli, moglie di Tommaso, l'allenatore del primo storico scudetto della Lazio. C'erano anche i ragazzi del 1974 ieri mattina nella chiesa del Preziosissimo Sangue in Via Flaminia alla Collina Fleming a dare l'addio a quella che, per loro, è stata come una madre. Non potevano mancare a un giorno così, tutti stretti attorno a una famiglia che ha già tanto sofferto, tutti ad abbracciare idealmente lei, la signora Lina. Una donna forte, che ha sopportato tutte le avversità che il destino le ha riservato. La prematura scomparsa del marito, quella dei due figli Patrizia e Maurizio per lo stesso terribile male che aveva colpito il papà. Lina lascia Tiziana e Massimo, che non stanno vivendo un momento facile. Belle e toccanti le parole del figlio che l'ha voluta ricordare così: "Grazie per come ci hai tirati su da sola. Mi chiedo come hai fatto a tirare su due scapestrati come me e Maurizio. Hai sacrificato una vita per noi e per tuo marito, grazie mamma". Emozionante anche l'intervento di Monia Materazzi, sorella di Marco, vedova di Maurizio Maestrelli: "Era una donna straordinaria, di una forza incredibile. Ha fatto da mamma e da papà a tutti quanti". E l'idea di come quella Lazio fosse un'unica grande famiglia l'ha data il portiere di quella grande squadra, Felice Pulici: "Lina è stata fondamentale per tutti noi. Casa sua era il nostro confessionale, lei doveva gestire questo rapporto per tutti quelli che andavano lì per sfogarsi, per raccontare le loro difficoltà. La loro famiglia ormai era allargata e comprendeva tutti noi". Oltre ai "ragazzi" del primo scudetto, dal già citato Pulici a Vincenzo D'Amico, da Mario Facco a Giancarlo Oddi erano presenti tante figure legate ai colori biancocelesti. Ex calciatori, dirigenti, giornalisti, personaggi dello spettacolo: Maurizio Manzini a rappresentare la società del presidente Lotito insieme con l'allenatore della Primavera Simone Inzaghi, Bruno Giordano, Luca Marchegiani, Roberto Baronio, Michelangelo Sulfaro, Sebastiano Siviglia, Fernando Orsi, Guido Paglia, il presidente della Polisportiva Lazio Antonio Buccioni, la segretaria storica Gabriella Grassi, il fotografo Geppetti, la moglie di Tonino di Vizio, figura importante dei Lazio Club, Suor Paola, l'autore dell'inno ufficiale biancoceleste Tony Malco. Tutti insieme, a salutare un altro simbolo di una Lazio che non c'è più. Un altro pezzo di storia che se ne va.
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