Domenica 3 settembre 2006 - Roma, Stadio Olimpico - Lazio-Anderlecht 3-2
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3 settembre 2006 - Amichevole - Memorial Giuliano Fiorini
LAZIO: Ballotta, Belleri, Siviglia, Cribari, Zauri, Foggia (67' De Silvestri), Ledesma, Mudingayi, Manfredini, Quadri (71' S.Inzaghi), Makinwa (78' Bonetto). A disposizione: Berni, Diakite, Firmani, Baronio, Capogna. - Allenatore: D.Rossi.
ANDERLECHT: Van Steenberghe, Lamah, Deschecht, Vanderaeghe (46' Pareja), Kage, Legear (67' Odinja), Akin, Allagui (46' Lifondja), Lleiva, Mpenza, Mbokani (46' Tchite). A disposizione: Zitka, Biglia, Proto, Frulos, De Man. - Allenatore: Vercauterei.
Arbitro: Sig. Squillace (Catanzaro).
Marcatori: 15' Legear, 29' Ledesma, 35' Akin (rig), 39' Makinwa, 53' Belleri.
Note: assenti: Peruzzi ed Oddo non ancora in condizione per il ritardo d'inizio preparazione dopo il Mondiale, Behrami per infortunio. Ammoniti: Zauri per gioco falloso e Lamah per proteste. Calci d'angolo 4-2 a favore dell'Anderlecht. Recuperi: 1' p.t., 0' s.t. Presente la mamma di Giuliano Fiorini a cui è dedicata la gara.
Spettatori: 10.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Makinwa si prende una Lazio spettacolo. La squadra di Rossi vola anche senza Rocchi e Pandev. Contro l'Anderlecht tocca al nigeriano fare la differenza".
Continua la "rosea": Date il pallone alla Lazio che vi stupirà. Non datelo agli avversari che potrebbe essere un problema. Lazio-Anderlecht ha raccontato di una squadra, quella di Delio Rossi, a trazione anteriore. Palla a terra, sotto la regia di un illuminato Ledesma, i biancocelesti hanno messo spesso alle strette i belgi. I problemi per Delio Rossi sono in difesa. E non solo per l'errore colossale di Ballotta che ha regalato il secondo gol agli avversari. Senza Rocchi e Pandev in attacco - e dunque più per necessità che per altro -, Rossi ha provato il 4-2-3-1, almeno fino a quando è rimasto in campo il giovane Quadri. Un modulo che ha funzionato grazie soprattutto alla straordinaria vena di Cristian Ledesma. Il precampionato dell'argentino, coppa Italia compresa, non era stato fin qui esaltante. Ieri sera invece il destro di Ledesma ha deliziato un Olimpico quasi deserto (la contestazione a Lotito è sempre d'attualità) prima con una punizione per l'1-1, poi con un lancio di 40 metri che ha messo Makinwa davanti al portiere per il 2-2. L'Anderlercht, passato in vantaggio al 15' con una punizione di Legear, ha poi realizzato il secondo gol dopo un pasticcio Siviglia-Ballotta, col portiere che perdeva palla e atterrava Mbokani: rigore di Akin, Ballotta respingeva, ma lo stesso Akin ribatteva in gol.
Episodio a parte, Siviglia e Cribari sono andati più volte in difficoltà. Anche per colpa di un centrocampo a volte troppo portato ad offendere piuttosto che a fare filtro. Nel secondo tempo ci è voluto un grande Ballotta a negare due volte il 3-3: doppio intervento nel giro di un minuto sui tiri da fuori di Allagui e Mpenza. Dedicato alla memoria dell'ex laziale Giuliano Fiorini, se il trofeo va alla Lazio il merito è stato sicuramente di Belleri (bravo in un batti e ribatti sotto porta, seppure in fuorigioco). Gli appunti che ha preso il tecnico Delio Rossi sono già utili in chiave campionato: "Abbiamo sofferto un po', a centrocampo dobbiamo trovare delle contromisure. Stasera mancavano Rocchi e Pandev, ma la velocità può darcela Makinwa. Il Milan? Mi auguro di riuscire a metterlo in difficoltà, è più forte di noi. I meno 11? Dovremo avere una mentalità da provinciale, servirà un'impresa più grande dello scorso anno".
Il Corriere dello Sport titola: "Lazio, festa e gol. Ledesma, Makinwa e Belleri piegano l'Anderlecht (3-2): ai biancocelesti il "Fiorini". Rossi applaude Foggia: "Si è inserito facilmente nei nostri schemi"".
Pietro Cabras scrive: La Lazio dei nuovi va. Ledesma ispira e segna: con Makinwa e Belleri battuto l'Anderlecht. Ledesma dirige ed accende la Lazio che debutta e vince all'Olimpico sotto gli occhi di Fabio Liverani seduto in tribuna a vedere i suoi ex compagni della banda Rossi di fronte allo sparring d'eccezione dell'Anderlecht. La gente laziale venuta per conoscere ed apprezzare i nuovi acquisti è ripagata dalla crescita graduale e costante di Ledesma, dalle ficcanti iniziative di Foggia e dalla concretezza di Makinwa. Anche la difesa ha fatto sensibili passi avanti dopo la notte buia di Messina. E poi non bisogna dimenticare che mancavano giocatori quali: Peruzzi, Oddo, Mauri, Rocchi e Pandev preservati dall'allenatore in vista dell'imminente impegno di San Siro. I primi due gol, sia quello di Legear che quello di Ledesma nascono da altrettanti calci di punizione, mentre Akin approfitta di un malinteso tra Ballotta e Siviglia recuperando ed infilando in rete un pallone respinto in seguito ad un tiro di Mbokani; poi Ledesma innesca Makinwa con un lancio di 35 metri il quale scende e fulmina Van Steenberghe. Nella ripresa Ballotta salva la porta con due interventi uno al volo ed uno terra, mentre Belleri, in sospetto fuorigioco, devia in porta un tiro di Quadri e Van Steenberghe nega un gol ad Inzaghi al debutto stagionale.
Da La Repubblica:
Lui sa come si fa. Partire con una pesante penalizzazione, recuperare, centrare l'obiettivo ed entrare nella storia. Eugenio Fascetti, l'indimenticabile allenatore della Lazio del meno 9, quella del campionato '86-'87, indica la strada alla squadra di oggi, che dovrà cominciare da meno 11, anche se dall'arbitrato del Coni dovrebbe arrivare uno sconto. Usiamo il condizionale perché l'ultima mossa della società - chiedere danni per 75 milioni di euro alla Figc per l'esclusione dalla Coppa Uefa - ha irritato non poco i vertici federali e allora certe riduzioni della penalizzazione (si parlava di meno 6) saranno meno scontate del previsto. Ma insomma sarà un campionato ad handicap, come quella volta in serie B, quando i punti in palio erano due e rimontare era ancora più difficile. Sono passati vent'anni, ma la ricetta per farcela è la stessa: "Si deve creare un gruppo solido, un blocco unico di cemento, come quello che ha vinto il Mondiale", dice Fascetti, ieri all'Olimpico per ricordare Giuliano Fiorini, centravanti e leader carismatico di quel gruppo speciale. "Per capire, a distanza di così tanto tempo continuiamo a telefonarci, andiamo a cena, organizziamo rimpatriate. Era una buona squadra, quella Lazio: il portiere Terraneo, i difensori Podavini e Gregucci, i centrocampisti Pin e Acerbis. Purtroppo manca il capobanda, Fiorini, morto l'anno scorso". E ricordato ieri dall'Olimpico, appunto, in occasione dell'amichevole della Lazio contro l'Anderlecht. Lo scenario però non era grandioso: pochi tifosi allo stadio. Applausi comunque alle parole di Fascetti, Gregucci, Piscedda, Brunetti e Calisti, che hanno raccontato quella incredibile avventura. E a una poesia dedicata al bomber, letta da Gianni Elsner.
Commozione alle immagini del famoso gol di Fiorini contro il Vicenza. La squadra evitò la retrocessione in C grazie a quella rete, sotto la Nord impazzita, e agli spareggi di Napoli: "Ripenso spesso - dice Fascetti - a quelle emozioni. La sconfitta con il Taranto per un gol in fuorigioco. La migrazione di 25mila laziali a Napoli, il traffico bloccato sull'autostrada e la vittoria sul Campobasso per 1-0, gol di Poli. Indimenticabile. Pensare - continua - che a un certo punto, nonostante quel meno 9 che equivale a un meno 15 di oggi, sembrava che potessimo puntare alla promozione. Poi ci fu un crollo psicologico. Con lo spirito di allora, e con l'aiuto dei tifosi, anche quest'anno la Lazio può disputare un bel campionato. A partire dalla trasferta di Milano". Poi la madrina della serata, Tania Zamparo, ha presentato la Lazio 2006-2007. Nell'atmosfera che non sapeva di festa, applausi per vecchi e nuovi, da Foggia a Makinwa, da Ledesma a Mutarelli; ovazione per Peruzzi, campione del mondo alla settima stagione laziale. La curva Nord continua la contestazione a Lotito ma ha deciso di sostenere senza remore la squadra. I tifosi però chiedono un chiarimento a Oddo, in questi giorni con la nazionale di Donadoni, sull'episodio della maglietta rabbiosamente scagliata contro la panchina a Messina. Abbonamenti ancora a rilento: 6.700.