Sabato 16 maggio 1998 - Bologna, stadio Renato Dall'Ara - Bologna-Lazio 2-1
16 maggio 1998 - 2.796 - Campionato di Serie A 1997/98 - XXXIV giornata
BOLOGNA: Sterchele, Paramatti, Paganin, Mangone, Nervo (70' Pavone), Magoni, Marocchi (60' Cristallini), Tarantino, Baggio, Andersson, Kolyvanov (60' Fontolan). A disposizione: Brunner, Dall'Igna, Shalimov, Martinez. Allenatore: Ulivieri
LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta, G.Lopez (72' Marcolin), Favalli, Rambaudi (72' Grandoni), Fuser, Venturin, Jugovic, Gottardi (87' Laurentini), R.Mancini. A disposizione Ballotta, Domizzi, Di Lello. Allenatore: Eriksson.
Arbitro: Sig. Serena (Bassano).
Marcatori: 41' R.Baggio (rig), 50' Fuser, 69' R.Baggio.
Note: ammoniti Cristallini, Magoni e Nesta per gioco falloso, Negro per proteste. Esordio in serie A per Mirko Laurentini classe 1978. Calci d'angolo: 4-4.
Spettatori: 32 mila circa, di cui 26.976 abbonati per una quota di Lire 820.732.757 e 4.265 paganti per un incasso di Lire 203.662.000.
Novanta minuti che confermano quello che già si sapeva: il Bologna conclude il campionato nel modo migliore e la Lazio nel peggiore. I rossoblù conquistano la pole position nella griglia di partenza per l'Intertoto, la squadra di Sven Goran Eriksson chiude al settimo posto stanca e nervosa (vedi l'inutile e rabbiosa gomitata di Mancini a Pavone). Il tutto poteva anche degenerare, se Baggio e Ulivieri non avessero placcato il rossoblù, pronto a farsi giustizia da solo. Robi, però, più che come paciere ha incantato per le sue giocate, i tocchi di fino e i gol che lo consacrano protagonista assoluto di questo Bologna. La somma totale del suo bottino fa 22, suo record personale per una stagione che potrebbe anche valere lo sbarco al Mondiale di Francia. Bologna festeggia la fine del campionato con gli occhi lucidi. E' anche il giorno degli addii: su tutti quello di Renzo Ulivieri.
Il tecnico ha chiuso dopo quattro anni la sua parentesi sulla panchina rossoblù; se ne va nello stesso modo in cui era arrivato: vincendo. Uno striscione di ringraziamento, un mare di applausi e qualche fischio per un personaggio che, per sua indole, non è mai riuscito ad accontentare tutti. Cambiamenti anche nella rosa dei calciatori. Torrisi, ad esempio, lascerà Bologna con destinazione Inghilterra. Prima del fischio d'inizio, in borghese, è salito a salutare il pubblico e la curva con la quale ha sempre avuto un particolare feeling. La partita si articola sull'asse Roma-Bologna. Le squadre capitoline si giocano il primato cittadino: Sampdoria e Bologna l'accesso privilegiato all'Intertoto. Verdetto: la Roma dopo cinque anni sopravanza in classifica i biancoazzurri. Il Bologna lascia ai blucerchiati l'incombenza di una sfida Uefa il 4 luglio.
Il vantaggio dei giallorossi galvanizza la squadra di Ulivieri che dopo alcune imprecise conclusioni e qualche brivido (palo di Negro e Rambaudi) passano. Favalli strattona Paramatti in percussione. Per Serena il fallo è grave e va punito. Baggio dal dischetto, come sempre freddo e preciso, spiazza Marchegiani. La Lazio inizia la ripresa con un altro passo e al 7' Fuser scaraventa in rete una palla che Sterchele non trattiene. Poi Baggio chiude il conto da par suo: finta e contronfinta, diagonale di destro che Marchegiani non trattiene, palla nel sacco tra palo e portiere. Tutti in piedi, l'ex codino fa l'inchino. Sipario.
La Roma è finita tre punti avanti, ma questo non significa nulla. Eriksson e Mancini ci tengono a sottolineare che il primato cittadino è vacuo, vale giusto una consolazione per i tifosi della Roma. "Mi pare che il confronto fra le due stagioni sia del tutto improponibile", dice Mancini. In effetti non ha tutti i torti: la coppa Italia, la prima finale europea della storia biancoceleste, il primo posto in campionato più volte sfiorato, sino al crollo finale. "Ci sono cose più importanti del primato cittadino", ripete più volte Eriksson. La Lazio, insomma, pare quasi essersi imborghesita. Non essere i numeri uno nell'Urbe conta poco, se qualcosa si è vinto, fra l'altro inserendosi tra le migliori squadre del ranking mondiale. "Piuttosto - osserva Mancini - questa esperienza ci servirà per l'anno prossimo. Nel senso che eviteremo gli errori commessi ultimamente, cercando di concludere un campionato ancor più positivo. Possibilmente fra le prime due, per consentire ai biancocelesti di disputare la prima Champions League della propria storia".
"Meno male che il campionato è finito" - confida Eriksson - perché ultimamente davvero non riuscivamo più a fare risultato, trovando inattese difficoltà anche sotto rete. Qualcosa si è rotto dopo la sconfitta interna con la Juve". A quel punto, così poco avvezza ai grandi traguardi, la squadra ha preferito concentrarsi sulle due finali, con i risultati che sappiamo. Dalla Bulgaria giunge notizia dell'interessamento laziale per un giocatore dell'Est, ma Eriksson rifiuta categoricamente di parlare di mercato e di futuro. Come Mancini che, tuttavia, al nome di Batistuta buttato lì di proposito dai cronisti, risponde con Chiesa. Si capisce lontano un chilometro che gli piacerebbe da morire rifar coppia con l'attaccante genovese come due campionati fa. Ma il problema è un altro: sarà ancora la Lazio di Mancini, quella del '98/99? Salas certo non verrà a far panchina. Mancio, comunque, chiede scusa per una reazione nei confronti di Pavone, che l'aveva provocato con ripetuti falli, ma puntualizza: "Per noi c'erano due calci di rigore. Nel primo tempo, sullo 0-0, e poi a metà ripresa, proprio su di me. A prescindere dal 2-1 finale, avevamo giocato meglio del solito, rispetto alle ultime uscite".
Eriksson sulla stessa lunghezza d'onda: "Ho visto un buon primo tempo, persino dominato, e un discreto inizio di ripresa, prima che un nostro errore al limite dell'area permettesse a Baggio di decidere il match". Passa Ulivieri, Eriksson gli stringe la mano, si scambiano gli auguri. L'allenatore del Bologna ripartirà da Napoli, serie B, quello della Lazio con la coccarda tricolore appuntata al petto e con rinnovate ambizioni. "Sono convinto - conclude Mancini - che, dopo la bella avventura continentale conclusa male con l'Inter, dal prossimo settembre sapremo essere protagonisti in coppa delle Coppe e magari vincerla". Già, lui in quella manifestazione, con la Samp, è arrivato due volte in finale, vincendone una. La Lazio, insomma, può guardare al futuro con ottimismo. Ha delle certezze, al contrario del Bologna che, pur vittorioso ieri, deve immolare l'estate alla coppa Intertoto, vagheggiando la qualificazione Uefa, mentre Baggio sta ancora supplicando Maldini di portarlo in Francia.
La Gazzetta dello Sport titola: "Un Baggio più Baggio che mai. Batte il suo record di gol, è primo cannoniere italiano e porta Bologna in Europa. La squadra di Eriksson colpisce due pali con Negro e Rambaudi, ma affonda davanti al fantasista. Brutto gesto di Mancini che colpisce con una gomitata in viso Pavone".
Continua la "rosea": Renzo Ulivieri lascia un Bologna in Europa, a portarglielo in carrozza è Roberto Baggio con un'altra straordinaria doppietta che gli consente di battere sé stesso, cioè il proprio record di 21 reti stagionali stabilito con la Juve nel '92-'93. Oltreché essere il miglior cannoniere italiano di questo campionato dopo Bierhoff e Ronaldo, il giocatore in attività che ha segnato di più (151 gol) ed anche, scavalcando Harald Nielsen, il più forte realizzatore rossoblù degli ultimi quarant'anni. La Lazio, invece, fugge mestamente via quasi vergognandosi di aver raccolto appena 1 punto nelle ultime sette partite e superata in classifica dalla Roma. Proprio i gol della Roma e della Fiorentina vengono accompagnati da autentici boati (non come quelli di Baggio, naturalmente...) perché contribuiscono a consegnare al Bologna appunto l'Europa, attraverso quell'Intertoto che lo vedrà addirittura in prima fascia. E quindi con la possibilità di rinviare al 18 luglio il primo impegno e di non disturbare eccessivamente, come si temeva, il lavoro di preparazione di Carletto Mazzone che prenderà in consegna una squadra che Ulivieri ha saputo sapientemente plasmare e guidare portandola in quattro anni dalla serie C alle...porte della coppa Uefa. Ci sarà Baggio in quel Bologna? Dipenderà anche dalla lista dei convocati azzurri che Maldini annuncerà giovedì.
Cinque giorni di terribile attesa questi per Roby (Comunardo Niccolai l'ha visionato pure ieri), giorni da consumare comunque nella consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per tentare di riconquistare almeno un... angolino di nazionale. Con l'aiuto di Ulivieri che l'ha rimesso in forza, con l'amore di una città intera che gli ha fatto tornare il sorriso e che ora non vorrebbe perderlo. C'è stata anche la partita, d'accordo. Una partita avviata in maniera abbastanza blanda (primi 10' addirittura senza un fallo) ma che propone vibranti sussulti dalla mezz'ora in avanti. E ad accenderla è proprio la Lazio che al 30' si vede forse negare un rigore per fallo di Mangone su Mancini e che poco dopo, nel giro di 1', colpisce clamorosamente due pali con Negro e Rambaudi. Ha solo Mancini in attacco la squadra di Eriksson ma da dietro si affaccia sovente qualcuno a dargli una mano, avvalendosi del dominio del centrocampo targato Fuser e Jugovic. Fra i rossoblu c'è Kolyvanov in grande spolvero, si dà da fare Andersson (sui palloni per Nesta è una faticaccia) mentre Baggio è efficacemente tappato da Favalli e solo a tratti Marocchi ha qualche impennata delle sue. Un salvataggio sulla linea di Venturin (su zuccata dello svedese) avverte che il Bologna si sta risvegliando; e al 40' ecco Baggio allungare in profondità per Paramatti che viene steso da Favalli (che sembra però arrivare anche sulla palla). Per Roby dal dischetto è l'undicesima realizzazione su undici, mica scherzi!
La Lazio comunque non ci sta ed a trascinarla è Fuser che al 5' della ripresa pareggia con un'eccellente bordata riprendendo una respinta di Sterchele su tiro di Jugovic. Per un po' i biancazzurri danno l'impressione di essere maggiormente tonici ma ecco al 25' il gran gol di Baggio. Propiziato anche da un fallo di Fontolan, Roberto conquista palla sull'angolo sinistro dell'area, vi entra e dopo aver dribblato con scarto secco un avversario staffila in rete fra primo palo e portiere. Un'autentica prodezza che accentua sugli spalti il grido "resta con noi, resta con noi". Ci sarebbe un altro fallo da rigore (forse più di tutti) di Nesta su Fontolan e ci sarebbe, anzi c'è, anche una brutta gomitata di Mancini al volto di Pavone che, infuriatissimo, viene trattenuto a forza da Baggio, mentre cerca di vendicarsi. Ma ormai il campo è una bolgia. Una bolgia di festa.
Da La Repubblica:
La Lazio non regge a Baggio. Renzo Ulivieri lascia il Bologna in Europa, "anche se da vedere col binocolo". Rifilando alla Lazio la quinta sconfitta consecutiva, la squadra rossoblù ha conquistato l'ottavo posto e la partecipazione all'Intertoto. E' stata una partita strana, cominciata in festa e finita in inutili isterismi sia fuori (botte nella curva bolognese tra baggisti e ulivieristi) che in campo, dove Mancini ha steso con una gomitata Pavone (senza essere espulso) e ha sfiorato la rissa con lo stesso dopo il 90'. Una partita cominciata ad alti e piacevoli ritmi e conclusa tra crampi e giocate balneari. Ha deciso una doppietta di Baggio, dopo due legni colpiti dai laziali nel giro di un minuto da Negro (incrocio esterno) e Rambaudi (palo basso con deviazione di Sterchele). Serena ha concesso al 41' un rigore al Bologna per un'entrata di Favalli su Paramatti che i biancazzurri hanno contestato a lungo: trasformazione di Baggio al suo undicesimo centro su 11.
In precedenza l'arbitro aveva sorvolato su una spinta di Mangone su Mancini, nell'altra area. Il pareggio laziale è giunto al 5' della ripresa con un bel tiro di Fuser che, al limite, ha ripreso una parata di Sterchele su Jugovic. Dopo una parata di Marchegiani su Andersson e un clamoroso errore di Gottardi davanti al portiere, Baggio ha ricevuto palla da Fontolan, ha dribblato Nesta e ha piegato le mani di Marchegiani con un destro sul primo palo: 2-1 al 24'. Nel finale Serena ha negato altri due rigori a Fontolan e Mancini. I migliori in campo - Baggio a parte per i gol - sono stati Magoni, Jugovic, Fuser, Kolyvanov, Nesta e Tarantino. Alla fine Ulivieri e la squadra hanno fatto un giro di campo per salutare, mentre Eriksson si diceva "deluso" per il tracollo finale della sua squadra. Gazzoni invece ha salutato con inspiegabile freddezza il suo tecnico, che andrà a Napoli e sarà sostituito da Mazzone: non parteciperà nemmeno alla festa che il Comune ha programmato per Ulivieri martedì, "perché non è giusto creare falsi eroi".
Tratte dal quotidiano romano, alcune dichiarazioni post-gara:
Per fortuna della Lazio il campionato si chiude qui, sennò sai che sofferenze. Sul volto dei giocatori e di Eriksson, nel dopo partita del Dall'Ara, c'era sì tutta l'amarezza per la quinta sconfitta consecutiva, ma anche il sollievo di poter tamponare definitivamente la dolorosa ferita rimediata due mesi fa nel match contro la Juve, ferita che ha continuato a sanguinare ininterrottamente fino a ieri pomeriggio. 24 anni fa la Lazio festeggiava proprio a Bologna il suo primo scudetto, stavolta la musica è diversa. Eriksson però si presenta in sala stampa, cordiale e disponibile come sempre, pronto a difendere la squadra e il suo operato. "Sono deluso sicuramente per le ultime partite, ma oggi abbiamo giocato bene, molto meglio di altre volte, non meritavamo di perdere. Certo, in fase conclusiva abbiamo avuto qualche problema. Meno male il campionato è finito qui. Difficile negare che in queste ultime settimane abbiamo avuto un crollo mentale, un vero e proprio stop. Adesso, come tutte le volte in cui le cose non girano, bisogna rivedere tutto. Nel complesso però il bilancio di questa stagione è positivo: la vittoria in Coppa Italia e la finale europea in Coppa Uefa sono lì a testimoniarlo".
Quattro vittorie nelle sfide stracittadine non sono bastate ad avere la supremazia in classifica nei confronti dei giallorossi. "Purtroppo è così, mi dispiace molto se dopo sei anni siamo dietro alla Roma. Se però devo dare un voto finale ai miei ragazzi, ebbene sarà un voto alto". Anche al Mancini visto oggi (con la gomitata rifilata a Pavone)? "Roberto era nervoso, è vero, l'arbitro gli ha negato due rigori, la stessa cosa era successo con la Fiorentina. Vuol dire che questi rigori ce li daranno il prossimo anno". Mancini preferisce non dilungarsi sui falli in area non visti dall'arbitro, ma piuttosto su un paio di entrate da dietro di Pavone, ripagato poi con un colpo al volto. "Mi dispiace, ho sbagliato a dargli quella gomitata ma certi interventi non deve farli". Giustificazione blanda per uno come lui, ma la registriamo. Poche battute anche sulla partita. "Abbiamo sbagliato a mollare così presto, nel primo tempo avevamo giocato all'altezza della situazione. Il calo psicologico delle ultime settimane è evidente, ma d'altronde questo era il primo anno che la Lazio si misurava contemporaneamente su tre fronti. Abbiamo raggiunto 2 finali e in campionato siamo rimasti imbattuti per 25 turni".
Estratto dalla Gazzetta dello Sport:
... Dall'altra parte, Sven Eriksson sbuffa. "Finalmente è finito il campionato. Sono deluso per questo brutto epilogo - dice l'allenatore laziale -, mi spiace che dopo 6 anni la Roma abbia superato la Lazio in classifica. Non credo che siamo crollati fisicamente, c'è stato invece un calo psicologico generale". Roberto Mancini chiede scusa per la gomitata a Pavone: "Ho sbagliato ma lui aveva fatto due interventi da dietro. Ce le siamo dette a parole. Il sorpasso della Roma? Noi abbiamo fatto due finali e vinto 4 derby su 4. Il ko con la Juve ci ha frenati sul più bello".
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