Mercoledì 28 ottobre 2009 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Cagliari 0-1
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28 ottobre 2009 - 3.349 - Campionato di Serie A 2009/10 - X giornata - inizio ore 20.45
LAZIO: Muslera, Lichtsteiner, Radu, Siviglia, Kolarov, Perpetuini (46' Mauri), Brocchi, Matuzalem, Foggia (55' Cruz), Rocchi (80' S.Inzaghi), Zarate. A disposizione: Bizzarri, Eliseu, Cribari, Diakite. Allenatore: Ballardini.
CAGLIARI: Marchetti, Canini, Astori, Lopez, Agostini, Biondini, Conti, Lazzari, Cossu (62' Dessena), Jeda (74' Nenè), Matri (91' Barone). A disposizione: Lupatelli, Parola, Brkljaca, Larrivey. Allenatore: Allegri.
Arbitro: Sig. Brighi (Cesena) - Guardalinee Sigg. Liberti e Viazzi - Quarto uomo Sig. Candussio.
Marcatori: 50' Matri.
Note: serata umida, terreno in buone condizioni. Ammoniti: Perpetuini, Mauri, Matuzalem, Marchetti, Agostini, Biondini, Conti, Cruz. Calci d'angolo: 9 - 1. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 27.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Muslera, ma che fai? Il Cagliari inguaia la Lazio. I sardi vincono 1-0 all'Olimpico grazie a Matri, che sfrutta una papera del portiere biancoceleste per segnare il gol partita. Romani generosi ma mai brillanti".
Continua la "rosea": Come sono lontani i fasti di Pechino. Una Lazio poco brillante, nervosa e contratta viene battuta 1-0 dal Cagliari all'Olimpico e aggrava la crisi che alla vigilia della partita ha portato 200 tifosi a contestare la squadra a Formello. Mossa che in realtà ha finito col far aumentare la tensione: la Lazio, già limitata di suo, gioca come se fosse imbrigliata dalle sue stesse paure. Bene invece il Cagliari di Allegri, che si conferma squadra molto adatta alle gare in trasferta. Buona organizzazione tattica, compattezza e uomini veloci per provare il contropiede. Anche se, senza il gentile omaggio di Muslera, magari avrebbe portato via solo un punto. Già, Muslera, il portierino che sembrava maturato ma che con l'errore sul gol decisivo di Matri è ripiombato nelle sue insicurezze. Altra brutta gatta da pelare per Ballardini, alle prese con un momento che definire complicato è un eufemismo. Le tre partite previste in una settimana condizionano solo in parte le scelte di Ballardini, che dietro al tandem Zarate-Rocchi inizialmente ripropone lo scontento Foggia e a centrocampo lancia il baby Perpetuini, tenuto in grande considerazione dall'ex tecnico del Palermo. Allegri cambia ancora meno, l'unico vero titolare in panchina è Dessena, che lascia spazio a Biondini, a segno domenica scorsa col Genoa.
La partenza promette bene. Matri si coordina bene per la girata, che però è centrale. Sull'altro fronte Kolarov entra in area e impegna col sinistro Marchetti. Ma i fuochi d'artificio, se vogliamo chiamarli così, finiscono qui. Il resto del primo tempo offre pochissimo. Il Cagliari si difende bene e non trema mai. Zarate invoca il rigore per una leggera trattenuta di Agostini, ma lo 0-0 al riposo rispecchia quanto (non) visto in campo. Si riparte con Mauri per Perpetuini, ma è un episodio ad accendere la gara. Al 5' una punizione di Conti, forte ma centrale, fa combinare la frittata a Muslera, che si fa sfuggire la palla in maniera incredibile consegnando a Matri un facile 1-0. Va proprio tutto male alla Lazio. La reazione dei biancocelesti è comunque velleitaria. Non basta la terza punta (Cruz) e nemmeno un paio di spunti indivuali di Zarate, sempre bello da vedere ma alla resa dei conti poco incisivo. Così sono i sinistri da lontano di Kolarov le più grosse preoccupazioni per l'attento Marchetti, che blinda la vittoria dei sardi, legittimata dal palo di Lazzari nel finale. Proprio come nello scorso campionato, concluso con una salvezza comoda. E la sensazione è che anche quest'anno possa essere così.
Il Messaggero riporta:
Quattro punti nelle ultime otto partite (appena uno sopra la zona retrocessione), nove in meno rispetto alla 10/a giornata dello scorso campionato e contestazione ormai feroce, contro tutti. Il Cagliari espugna l'Olimpico (dopo Juve e Parma) ed aggrava la crisi Lazio, accolta dai fischi della Nord già all'ingresso per il riscaldamento. Applausi scroscianti solo al ricordo di Vincenzo Paparelli, a 30 anni dalla morte. Una squadra timorosa, balbettante, scadente anche negli uomini migliori cede ad un Cagliari ordinato e prudente nel primo tempo. Poi, una volta andati in vantaggio all'inizio del secondo con il gol di Matri (favorito dalla paperona di Muslera), i sardi sanno conservare il successo senza andare mai in affanno. Alla fine un centinaio di ultrà si radunano fuori dallo stadio per gridare tutta la loro rabbia, con il solito contorno di "andate a lavorare" ed insulti assortiti per Lotito. La Lazio si affida soprattutto alle iniziative di Kolarov (pericolosi un paio di tiri da lontano) ed alle serpentine di Zarate. L'argentino però adotta un gioco dispendiosissimo, che lo fa arrivare sfiancato al tiro.
Sul finire del tempo reclama anche un rigore per un contatto con Agostini al limite dell'area. Ma l'arbitro Brighi non fischia nemmeno il fallo. Il Cagliari resta prudente, non affonda, ma l'impressione è che se ci credesse un po' di più potrebbe fare male. Cosa che avviene al 5' della ripresa. La punizione di Conti è forte ma centrale. Muslera invece si lascia sfuggire la palla tra le gambe e Matri lo anticipa. Cagliari in vantaggio e manovra della Lazio che al disordine aggiunge la frenesia. Zarate continua a dannarsi l'anima ed un minuto prima del gol cagliaritano impegna Marchetti. Muslera si riscatta almeno in parte con un paio di belle parate, Kolarov prova ancora da lontano, ma Marchetti ci arriva con la punta del guanto. I tifosi oscillano tra incredulità e rabbia, pensando che c'è un giocatore come Pandev inutilizzato. È però il Cagliari ad andare vicino al raddoppio, con Lazzari che coglie un palo al 45'. I quattro minuti di recupero servono solo a rovesciare altri insulti su tutti. E nessun settore dello stadio si risparmia.
"Valuteremo l'opzione ritiro con società e squadra, con molta probabilità ancora a Norcia, in Umbria. I miei giocatori non si sono mai tirati indietro o risparmiati, ma se si vuole lavorare con serenità può essere l'occasione giusta per farlo. Dipendesse da me non andrei mai in ritiro nemeno al sabato, ma ci sono dei momenti particolari in cui è una soluzione". È lo stesso tecnico della Lazio, Davide Ballardini, a far capire come la società biancoceleste stia seriamente pensando alla possibilità di andare in ritiro, e proprio in questi minuti è in corso allo stadio Olimpico una riunione tecnica per prendere una decisione definitiva. Un ko pesante che colloca la Lazio ad un punto dalla zona retrocessione, e che ha portati i tifosi ad una durissima contestazione, ancora in corso fuori dallo stadio.
"Le proteste dei tifosi ci stanno tutte - ha aggiunto Ballardini - Io devo pensare a far bene il mio lavoro, se qualcuno pensa che non lo faccio bene, allora è giusto contestare e io rispetto questa decisione. La classifica? gli schiaffi, possono essere salutari. Ora lottiamo e cerchiamo di uscire da questo momento difficile. Siamo già molto concentrati su domenica, sappiamo che è un campionato duro, ma c'è spirito giusto". Otto partite senza vittorie, eppure Ballardini si sente di fare i complimenti alla sua squadra, che a suo dire, in campo ha dato tutto.