Mercoledì 27 marzo 1974 - Torino, stadio Comunale - Juventus-Lazio 3-0
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27 marzo 1974 - 1810. Coppa Italia 1973/74 - Girone finale B - V giornata
JUVENTUS: Zoff, Marchetti, Longobucco, Gentile, Morini F., Salvadore, Causio (78' Altafini), Viola, Musiello, Capello, Bettega. A disp. 12° Piloni, 13° Spinosi, 15° Balestro, 16° Maggiora. All. Vycpalek.
LAZIO: Moriggi, Inselvini, Petrelli, Polentes, Facco, Borgo, D'Amico, Re Cecconi, Franzoni, Nanni (82' Tripodi), Manservisi. A disp. 12° Pulici, 13° Labrocca, 14° Ceccarelli, 16° Chirra. All. Maestrelli.
Arbitro: sig. Lazzaroni di Milano.
Marcatori: 1' Bettega, 55' Bettega, 75' Causio.
Note: cielo nuvoloso, campo allentato per la pioggia. Angoli 11-7 per la Lazio.
Spettatori: 12.000 circa.
La Juventus travolge (3-0) i resti della Lazio, torna ad avere qualche speranza nella qualificazione alla finalissima di Coppa Italia, ma soprattutto ritrova il vero Bettega. Due gol portano la sua firma, due gol vecchia maniera: uno di rapina sotto porta, l'altro con un poderoso colpo di testa. Il primo gol, un capolavoro di tecnica e di freddezza, si registra dopo appena 35 secondi dal via. Nanni commette fallo su Bettega qualche metro fuori dell'area laziale. Capello batte la punizione con rapidità verso Longobucco, spostato a sinistra; Il terzino, dalla linea di fondo, centra basso e II pallone, leggermente deviato da un difensore, prosegue la sua corsa verso Bettega che controlla di destro e di sinistro batte sul tempo Moriggi in uscita. Il secondo punto al 10' della ripresa. Gentile apre sulla destra verso Viola che, in corsa, crossa nella direzione opposta: un invito a nozze per Bettega che si catapulta sul pallone e di testa lo schiaccia a rete battendo Meriggi che tocca ma non trattiene. Due reti nate da due cross, due gol tipici per Bettega.
Questa è la riprova che Roberto va messo in condizioni di segnare. In altre partite ciò è accaduto raramente, anche il giocatore, per la verità, ha sulla coscienza qualche palla-gol. E' una questione di fiducia. « Ho giocato un po' meglio di altre volte — dice Bettega — ma di diverso ci sono i gol. Aver segnato subito mi ha liberato psicologicamente da certi complessi ». Ieri Bettega si è messo in luce, come altre volte, per la sicurezza nel palleggio, per l'intelligenza di gioco e nell'impostazione delle azioni ma anche nelle conclusioni: ha tirato spesso da fuori area, con la voglia del gol, con determinazione. Sarà una coincidenza, ma con la Lazio lui segna quasi sempre. Lo marcava Petrelli che, ad onor del vero, gli ha concesso spesso l'iniziativa. Petrelli non aveva ancora smaltito la fatica della partita con il Cagliari e il terreno pesante non l'ha certo favorito. Resta comunque il fatto che Bettega è apparso in netto progresso e che domenica verrà confermato nel derby. Fabbri, in tribuna, ha preso nota.
La lunga premessa su Bettega, protagonista del successo juventino, era d'obbligo. La partita, svoltasi di fronte a poco più di seimila spettatori, è stata veloce, interessante e anche piacevole. Se la Lazio era priva di sette titolari, anche la Juventus, pensando al derby, aveva tenuto a riposo Cuccureddu, Furino, Spinosi, Anastasi e Altafini. Costretta subito a scoprirsi per cercare di rimontare il gol a freddo di Bettega, la Lazio non ha fatto barricate ed ha creato alcuni pericoli a Zoff con D'Amico e Nanni. D'Amico ha confermato di essere un'ala con i fiocchi e ha dato filo da torcere a Longobucco che era sotto esame per il derby insieme con Gentile per sostituire Morini, squalificato per un turno. Vycpalek non ha ancora scelto: Longobucco sarebbe la soluzione più logica ma Gentile, che ieri stato tra i migliori ed ha corso per novanta minuti, potrebbe benissimo adattarsi a giocare terzino su Graziani.
Lo stopper, su Pulici, sarà sicuramente Spinosi. L'iniziativa, ieri, è stata quasi costantemente della Juventus che però, per il vizio di tenere II pallone più del necessario, ha permesso alla Lazio di piazzarsi e chiudere i varchi e di ripartire con insidiosi contropiede. Azioni lineari dei bianconeri sono diventate complicate. La Lazio ha avuto una favorevole occasione con Borgo ma la giovane controfigura di Re Cecconi ha indugiato ed ha perso il pallone. Salvadore e Marchetti, tra i più attivi in retroguardia, hanno dovuto rimediare ad alcune incertezze dei centrocampisti ed in particolare di Viola che ha giocato bene in fase d'impostazione ma ha lasciato un po' a desiderare in fase difensiva, quando si è portato su Nanni per consentire a Capello (apparso in crescendo) una maggior libertà. Prima che Bettega mettesse al sicuro il risultato, la Juventus ha corso il pericolo di essere raggiunta.
In avanti solo Bettega e Causio hanno impensierito costantemente Moriggi. Musiello, strettamente controllato da Facco, si è battuto con impegno ma senza brillare: due volte Moriggi, con uscite alla kamikaze, gli ha negato il gol. Anche sul 2-0 la Lazio non si è arresa. Zoff ha deviato di pugno una punizione-bomba di Nanni e, sul rovesciamento di fronte Capello ha tirato addosso a Moriggi che gli ha chiuso bene l'angolo. La più grossa occasione per la Lazio si è registrata al 19' l'arbitro ha ignorato un fallo in area di Longobucco su Manservisi e ha concesso la regola del vantaggio; D'Amico ha sferrato un gran tiro che Salvadore, quasi sulla linea, ha respinto; la palla si è alzata a candela e Inselvini, di testa, l'ha messa a lato. Dopo un palo colpito da D'Amico su punizione, la Juventus si è fatta nuovamente pericolosa.
Al 27' Inselvini ha abbracciato Capello in area: anche stavolta Lazzaroni ha accordato la regola del vantaggio e Capello non ha sfruttato l'occasione. Il terzo gol è arrivato alla mezz'ora su punizione a due: Capello ha toccato a Causio che, di esterno destro, ha infilato il pallone sotto la traversa. Tiro assolutamente imparabile. Nel finale Altafini è entrato al posto di Causio e Tripodi ha sostituito Nanni. La qualificazione della Juventus è legata al risultato di Palermo-Lazio: se i siciliani, il 1° maggio, batteranno i laziali, renderanno inutile un'eventuale vittoria dei bianconeri a Cesena. La vittoria di ieri, per il momento, serve a caricare i campioni d'Italia in attesa del derby.
Fonte: La Stampa