Giovedì 15 settembre 2022 - Herning, Arena Herning - Midtjylland-Lazio 5-1
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15 settembre 2022 – Herning, Arena Herning - Europa League – Fase a gironi Gruppo F, gara 2 - inizio ore 18.45
MIDTJYLLAND: Lossl, Thychosen, Sviatchenko, Dalsgaard, Paulinho, Olsson, Martinez (62' Charles), Evander, Isaksen (76' Chilufya), Kaba (87' Byskov), Dreyer (62' Sisto). A disposizione: Olafsson, Ugboh, Garternmann, J. Andersson, Kouakou, A. Hansen, Sorensen, Juninho. Allenatore: Capellas.
LAZIO: Provedel, Hysaj, Gila, Romagnoli, Radu (53' Marusic), Vecino (53' Milinkovic), Cataldi (69' Marcos Antonio), Luis Alberto, Felipe Anderson, Immobile (76' Romero), Pedro (52' Cancellieri). A disposizione: Maximiano, Magro, Casale, Patric, Basic, Bertini. Allenatore: Sarri.
Arbitro: Sig. Dabanović (Montenegro) - Assistenti Sigg. Djukić e Todorović - Quarto uomo Sig. Bošković - V.A.R. Sig. Kajtazovic (Slovenia) - A.V.A.R. Sig. Sagrković (Slovenia) – Delegato UEFA Sig. Petitmangin (Francia) - Osservatore arbitro Sig.?
Marcatori: 27' Paulinho, 30' Kaba, 51' Evander (rig), 57' Milinkovic, 67' Isaksen, 72' Sviatchenko.
Note: al 67' Evander ha fallito un calcio di rigore (parato), sulla respinta ha segnato Isaksen. Ammonito al 55' Paulinho ed al 70' Romagnoli entrambi per gioco falloso, al 61' Lossl per comportamento non regolamentare. Angoli 2-4. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 10.500 circa.
► I calciatori convocati per la partita odierna
► Il Corriere dello Sport titola: "Lazio, notte da incubo. Trascinati da Isaksen i lupi danesi servono la manita (con due rigori) a Sarri. Milinkovic appena entrato fa 1-3 ma non basta a riaprirla. Biancocelesti lenti e incapaci di lottare: rimandato ancora una volta l’appuntamento con la terza vittoria di fila e cancellata la partenza lanciata contro il Feyenoord. Ora è tutto da rifare".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Sbranati dai lupi, ulven in lingua danese, simbolo del Midtjylland. Notte da incubo. Una figuraccia. L’ululato dell’Arena di Herning, amplificato e ripetuto per ogni gol, resterà nell’orecchio e nella testa della Lazio chissà per quanto tempo. Cinque pappine, una manita per niente onorevole. Era successo solo quattro volte nella storia europea del club biancoceleste, mai in Europa League, di subire almeno cinque gol. E’ rimasto negli annali il crollo di Zeman a Tenerife. Per trovare un tonfo più clamoroso bisogna tornare alla Coppa Uefa del 1977, quando Vinicio a Lens ne prese sei. Sarri e Immobile, a capo del gruppo, hanno chiesto scusa ai duecento laziali saliti in Danimarca. Freddo pungente. Il vento annunciava tempesta, ma così è inspiegabile, nessuno se lo aspettava. Neppure la Lazio, lenta e spocchiosa, incapace di lottare e di sgomitare. A ognuno il suo Bodø Glimt. Questi non erano i salmonari norvegesi, ma nemmeno il Real Madrid o il Feyenoord. Ora è tutto da rifare. La partenza lanciata con gli olandesi è stata cancellata, con lo Sturm Graz dopo la sosta bisognerà riprendere a pedalare per mettere il girone al sicuro. Brutta e da tenere d’occhio la differenza reti.
Presunzione. Sarri, quasi profetico, toccando le parti basse, aveva chiesto umiltà. E’ stato ripagato nel modo peggiore. Altro che continuità, rimandato l’appuntamento con la terza vittoria di fila, spauracchio della sua gestione. Sono riapparsi i fantasmi della scorsa stagione, quando la Lazio crollava e spariva dal campo. Si è capito dallo sviluppo dei primi 25 minuti, condotti con eccessiva sicurezza, palleggiando lentamente, senza sprint e cattiveria. Immobile è finito presto nell’imbuto. Felipe, in modalità pausa, stava guardando. Mancavano Lazzari e Milinkovic, le sovrapposizioni, gli uno contro uno. Si costruiva a sinistra con Luis Alberto e Pedro, a cadenza ridotta, come se il gol dovesse arrivare per diritto divino. Invece no. Nel giro di quattro minuti, intorno alla mezz’ora, si è scatenato il diluvio danese. Onore a Capellas, tecnico uscito dalla Cantera del Barcellona. Squadra corta, organizzata bene, super aggressiva. E con il cambio di passo per sorprendere. L’allungo di Paulinho ha devastato la Lazio, troppo passiva. Tutti fermi. Dopo la traversa di Isaksen, l’hanno ripresa i danesi e ancora Paulinho, nella posizione di centravanti, l’ha messa dentro. Ancora peggio il raddoppio. Gila è finito a terra, Kaba ha fulminato Provedel.
Senza ritmo. Nelle notti maledette, non gira niente. Succede anche di inabissarsi in contropiede e dagli sviluppi di un angolo dopo il palo colpito da Luis Alberto dalla bandierina. Il terzo indizio vale una prova. Mica si possono concedere cento metri di campo. Isaksen si è bevuto Cataldi. Rigore trasformato da Evander. Il destro di Milinkovic, appena entrato, non è bastato a riaprirla. Il giovanissimo mancino danese, indemoniato, ha ricacciato indietro la Lazio. Stessa finta a rientrare. Bevuto e demolito Marusic, più inguardabile di Hysaj e Radu. Secondo rigore provocato. Provedel ha parato su Evander, ma non è riuscito a evitare il tap-in di Isaksen. Non contenta, fischiata dai suoi tifosi, stordita dalla mattanza danese, la squadra biancoceleste ha beccato il quinto. Modalità allarmanti. Tutti a guardare la punizione di Evander, è sbucato Sviatchenko e ha firmato il 5-1. Sarri parla di black out mentali. La sensazione è un’altra. Il suo sistema difensivo funziona benissimo se corrono in dieci, mantenendo ritmo alto nei 90 minuti. Giocando ogni tre giorni, dentro una stagione così compressa, non è semplice conservare lo stesso livello di applicazione e di attenzione.
► Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano: .
► Il Tempo titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
► La Gazzetta dello Sport titola: .
Continua la "rosea": .
► Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:
► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
È il punto più basso della gestione Sarri. Una doccia freddissima, come il vento danese e gli ululati dell’Arena di Herning, perché riporta a terra la Lazio quando sembrava aver imboccata il nuovo corso. Mau, sconsolato, ha rivisto gli stessi fantasmi del passato. "Mi è sembrata la squadra dell’anno scorso, quella crollata a Verona e anche a Bologna. Ogni tanto non si presenta in campo. Quando succede, viene fuori questo tipo di partita. Fa più male in Europa. Fa malissimo perché pensavo si stesse lavorando nella direzione giusta". Sarri ha parlato apertamente di presunzione, di superficialità. "Non abbiamo avuto umiltà. I giocatori pensavano di mettere a posto prima o poi la partita. Quando entri in una girandola con una mentalità sbagliata, soprattutto in Europa, non ne vieni fuori. Non c’è soluzione". Di fronte alle telecamere, ha cercato di proteggere il gruppo. "La responsabilità è mia, poi con i giocatori me la vedrò domani (oggi nel ritiro di Piacenza, ndr). Chiederò una spiegazione. Da tre giorni parlavamo e ci dicevamo di presentarci con umiltà. Ho visto un livello di presunzione immensa. Si è visto bene nei primi 25 minuti. Avevamo il pallino in mano, eravamo fermi, giocavamo a basso ritmo, come se stessimo gestendo un 4-0 a nostro favore".
Scuse. Sarri ne aveva cambiati 8 rispetto al Verona. Sarebbe stato lo stesso senza turnover. "Ho visto tutti i sedici in campo sullo stesso livello mentale". Anche il tecnico è andato a scusarsi con gli ultras a fine partita. "Mi dispiace per i tifosi, sia quelli che ci hanno visto da casa, sia quelli venuti in Danimarca. Non abbiamo rappresentato in maniera degna la nostra gente. Gli ho detto che avevano ragione, non abbiamo giocato, così siamo andati incontro alla figuraccia. Abbiamo sbagliato completamente approccio, era palese. La squadra tocchettava senza affondare. Se giochi così, prima o poi in fase di non possesso prendi gol".
Confronto. Si aprirà un’altra seduta di psico-analisi all’interno dello spogliatoio. "Non vedo grandi diversità. Sono crolli emotivi, improvvisi, simili allo scorso anno. Difficile da capire le motivazioni. Se sono io, faccio un passo indietro. Se è colpa di un giocatore, va venduto istantaneamente. Qualcuno all’interno del gruppo che traduce questo germe c’è per forza". A richiesta precisa di approfondimento, ha spiegato: "Non è uno spogliatoio in cui si avvertono criticità, però questi cali che si possono chiamare emotivi, nervosi, ci sono. Ho paura ci sia un fattore scatenante, mai domato e individuato. Non ci sono nel gruppo rapporti sbagliati e che possano venir fuori, è un ambiente bello da vivere, ma poi ci sono da giocare le partite". E ancora. "Parlando del germe non vorrei passasse un messaggio sbagliato. Qualcuno può trasmetterlo indipendentemente dalla sua volontà, non è uno che dice "li faccio diventare superficiali". Dico che la partita è stata preparata con superficialità e giocata con presunzione. La squadra il giorno prima non ti dà mai in allenamento questo tipo di sensazione. Difficile dire come si può risolvere. Se lo sapessi, sarei già intervenuto". Bisogna rendere merito ai danesi. "Non sono sorpreso dal livello del Midtjylland, ma questa volta non è valutabile. Troveranno anche squadra vive da affrontare e non morte...". La notte è buia. L’ultimo pensiero pieno di sconforto. "Si deve crescere, da solo non ce la posso fare. Posso creare una mentalità, dei valori e martellare. L’ho detto ai ragazzi, ma deve esserci un scatto interiore, altrimenti le parole se le porta via il vento".
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:
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