Giovedì 7 novembre 2013 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Apollon Limassol 2-1
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7 novembre 2013 - Europa League - Fase a gironi, gara 4 - inizio ore 21.05
LAZIO: Berisha, Cavanda, Ciani, Cana, Konko (67' Novaretti), Onazi, Hernanes, Candreva, Ederson (76' Ledesma), Keita (82' Perea), Floccari. A disposizione: Marchetti, Crecco, A. Gonzalez, Klose. Allenatore: Petkovic.
APOLLON LIMASSOL: Bruno Vale, Stylianou, Merkis, Karipidis, Vasiliou, Hamdani, Gullon (86' Kostantinou), Sangoy, Meriem, Papoulis (92' Haber), Roberto Garcia. A disposizione: Hidi, Dananae, Charalambous, Català, Grigorie. Allenatore: Christoforou.
Arbitro: Sig. Madden (SCO) - Assistenti Sigg. Stevenson (SCO) e Mcgeachie (SCO). Quarto arbitro Sig. Mather (SCO) - Assistenti arbitrali aggiunti Sigg. McLean (SCO) e Colvin (SCO) - Delegato UEFA Sig. Scheiman (ISR).
Marcatori: 14' Floccari, 37' Floccari, 39' Papoulis.
Note: esordio nella formazione biancoceleste per Etrit Berisha. Ammoniti Gullon, Ciani, Merkis. Recuperi: 2' p.t., 5' s.t.
Spettatori: 7.000 circa di cui 1.500 ciprioti.
► I calciatori convocati per la partita odierna
Il Corriere dello Sport titola: "Floccari show Lazio a metà. La doppietta del centravanti è decisiva. Passo avanti in chiave-qualificazione ma quanta sofferenza nel finale!"
Continua il quotidiano sportivo romano: L’Europa League è quasi in cassaforte, ma non è stata un’impresa mirabile. La Lazio, impaurita e spaventata, ha sofferto tantissimo per schienare l’Apollon Limassol, che nel finale hanno sognato a lungo una rimonta clamorosa e storica allo stadio Olimpico. La squadra di Petkovic, ancora troppo imprecisa al tiro, ha giocato alla grande per cinquanta minuti e poi si è spenta. La doppietta di Floccari non è bastata per chiudere il conto e trascorrere una serata tranquilla. Un gol regalato ha consentito ai ciprioti di rientrare in partita e il secondo tempo s’è trasformato quasi in un incubo. Sciupate altre due occasioni nitide, la Lazio si è ritirata indietro, tutta a protezione della difesa. Ha smesso di giocare ed è arrivata al novantacinquesimo con l’apprensione di una squadra fragile, che ha smarrito certezze e sicurezze. Petkovic dovrà cercare di ritirare su la squadra e di non naufragare domenica a Parma. La sua panchina resta in bilico. Lotito riflette e si tormenta: Reja (richiesto anche da Samp e Valencia) è in pole, forse l’unica soluzione, in caso di ribaltone.
Vlado ha ridisegnato la Lazio con il 4-2-3-1. Linea mediana affidata al tandem Onazi-Hernanes, già sperimentato in diverse circostanze nella passata edizione dell’Europa League, e forte spinta sulle corsie esterne. L’Apollon Limassol si è disposto a specchio e ha arretrato Meriem in marcatura su Hernanes. Gullon ha preso Onazi e Hamdani si è abbassato su Ederson. Tre contro tre davanti alla difesa, ma il fortino cipriota è caduto appena Keita è entrato in partita. Candreva, sul versante destro, stava provando a sfondare senza successo. Così è toccato al ragazzino spagnolo svegliare la Lazio. Lo ha fatto con una fiammata da grande giocatore. Tecnica e personalità per andare all’uno contro uno al momento giusto, capendo quando era il momento di affondare oppure di scaricare il pallone. Al 10′ se n’è andato in dribbling, ma non è riuscito di destro a indovinare il diagonale. Al 13′ ha saltato Stylianou come un birillo e ha scodellato il cross sulla testa di Floccari, che ha solo sporcato la traiettoria. Keita non si è arreso e appena un minuto più tardi ha concesso il bis. E’ entrato in area, nuovo dribbling per mettere a sedere mezza difesa dell’Apollon e dal fondo ha servito Ederson. Il pallone ha attraversato l’area, nessuno è riuscito a rinviarlo e Floccari è stato più rapido di Hamdani ad arrivarci: tocco di punta e gol.
La Lazio ha preso coraggio, governata da Onazi e da Hernanes. Il Profeta è andato vicino al gol con una sventola respinta da Bruno Vale prima che Keita innescasse ancora Floccari, pericoloso con un diagonale di sinistro a sfiorare il palo. E’ stato il momento migliore della Lazio ed è arrivato in modo naturale il raddoppio, ancora ispirato da Keita. Ha duettato con Cavanda, il cui assalto è stato respinto in angolo. Dalla bandierina la parabola dello spagnolo ha pescato Floccari in area. Bellissimo il colpo di testa del centravanti calabrese, perché si è avvitato e ha toccato in controtempo. Prodezza ad alta precisione. Il pallone ha sbattuto sul palo prima di infilarsi in rete. E’ stata solo un’illusione. Perché poi si è vista un’altra Lazio. Non c’è partita in cui Petkovic non faccia a meno di annotare le amnesie dei suoi giocatori. Una difesa un po’ troppo morbida e svagata aveva concesso due tiri dal limite a Sangoy, il più pericoloso dell’Apollon. Ma la partita era in completo controllo quando è stata riaperta da Cana. Con una leggerezza inusuale, l’albanese ha passato al numero 10 argentino (ex Boca) invece di servire Cavanda. Sangoy non ha perso tempo per lanciare in profondità Papoulis, il cui destro in diagonale non è apparso irresistibile. Berisha è stato sorpreso perché non ha visto partire il tiro e non è arrivato sul pallone, passato in mezzo alle gambe di Cana.
Partita riaperta e tenuta in vita dalla Lazio, che in avvio di ripresa non è riuscita a sfruttare, quasi a porta vuota, due colossali occasioni (Keita dopo la punizione di Hernanes e Floccari imbeccato da Keita) per chiudere il conto. E allora è iniziata una lunga fase di sofferenza. L’Apollon ha cominciato a crederci. Konko, al rientro dopo cinquanta giorni di stop, ha alzato bandiera bianca. Invece di inserire un esterno (Gonzalez o il baby Crecco), Petkovic ha messo Novaretti (uno stopper) e ha stravolto l’assetto tattico, passando al 3-5-2. Candreva s’è ritrovato quasi terzino sinistro. Novaretti è stato scavalcato da un lancio lungo e Papoulis s’è trovato sul destro il pallone della vita. Ha tirato al volo, ma Berisha s’è superato e con una prodezza ha deviato in angolo. La sofferenza s’è trasformata in un incubo. Fuori Ederson e dentro Ledesma per proteggersi dai ciprioti. E’ finita con Candreva terzino, tanta paura e altri fischi sulla Lazio.
Dal Corriere della Sera:
La domanda ci sta: è la Lazio ad essersi finalmente ritrovata o sono i ciprioti dell’Apollon ad essere troppo scarsi per costituire un test rilevante? Nel risicato 2-1 di ieri sera firmato da Floccari (doppietta, la numero due dopo quella di Trebisonda) la verità sembra più la seconda. Il dato di fatto è che con la vittoria di ieri la Lazio ha messo in cassaforte il passaggio del turno, di questi tempi non è poco. E il merito di esserci riuscita in una serata di grigiore collettivo ricade tutto o quasi su Keita, un 18enne che ha i colpi di genio e l’assist nel sangue, ma soprattutto la voglia che i big quest’anno non sembrano più trovare. È nata una stella? Presto per dirlo. Però è possibile dire che contro l’Apollon i grandi attesi erano Hernanes e Ederson, ma alla fine si è visto solo Keita, l’unico a brillare davvero: passo e doppio passo al 13’, uomini saltati come birilli e palla dentro, carambola e Floccari corregge in rete facilmente. Facile come al 36’, sfruttando un cross pennellatogli sulla testa ancora dal 18enne spagnolo di origine senegalese. Nel mezzo altri assist e altre giocate, Keita fa la differenza mentre i compagni annaspano a centrocampo e faticano in difesa, dove Konko, in campo dopo più di due mesi di stop, sembra un fantasma e Berisha, al debutto nella Lazio, si fanno infilare da Papoulis in chiusura di primo tempo.
Keita titolare a Parma? Di sicuro, ad oggi ha più chance lui del "Profeta", anche ieri sera sgonfio e senza idee nonostante schierato nello stesso ruolo che occupa in nazionale e che, almeno in teoria, lo vedrà protagonista al mondiale. Al momento lui sembra pensare solo a quello, la Lazio viene di conseguenza, semmai: "Sono molto felice di far parte della Nazionale, ma non sono del tutto soddisfatto con me stesso, perché voglio diventare titolare – ha detto Hernanes -. Non credo di meritarlo già, ma è quello a cui punto. Il mio ruolo preferito? Quello con cui mi impiega Scolari in nazionale, cioè come "volante". Ma se mi chiedesse di giocare in un’altra posizione, mi farei trovare pronto". Di sicuro nella Lazio e con Petkovic è un po’ meno disponibile, però è nel club che si conquista la partecipazione al Mondiale. E quest’anno le prestazioni non ci sono. "Il mio obiettivo principale è ottenere con la Lazio quello che non sono riuscito a fare negli anni passati, vincere titoli importanti e di disputare la Coppa del Mondo". Un chiodo fisso. Intanto Petkovic incassa una cattiva notizia: per Gonzalez niente Parma. Il c.t. Tabarez lo ha convocato per lo spareggio mondiale di mercoledì 13 ad Amman contro la Giordania, e già da sabato sarà in ritiro in Turchia con l’Uruguay. Altri guai.
La Repubblica titola: "Europa League: Lazio-Apollon Limassol 2-1, biancocelesti quasi qualificati. Il giovane Keita ispira Floccari (doppietta) nel primo tempo ma la difesa continua a sbandare: Papoulis accorcia in chiusura di frazione e nella ripresa è Berisha, esordiente fra i pali, a salvare la formazione di Petkovic, vicinissima al passaggio ai sedicesimi".
L'articolo così prosegue: Una vittoria può fare morale ma non deve ingannare. La Lazio non è guarita e il 2-1 rifilato al modesto Apollon Limassol è un risultato che non cancella i problemi strutturali di una squadra che si fa risucchiare dal panico nei momenti difficili e che continua a offrire ben poco di costruito dal punto di vista tattico. Nell’anarchia, a brillare è il talento dei singoli, in particolare quello del classe 1995 [[Keita|Keita Baldé Diao, faccia tosta, dribbling secco e tecnica sopraffina: è il baby a prendere per mano i suoi, duettando con quel Floccari che firma la doppietta che vale mezzo passaggio del turno ai sedicesimi di Europa League. Biancocelesti a +4 sui ciprioti con lo scontro diretto a favore, basterà la normale amministrazione per strappare il pass nelle ultime due gare, con il Trabzonspor ancora in testa dopo il successo in casa del Legia.
Il volto nuovo è quello di Etrit Berisha: il portiere albanese debutta con l’aquila sul cuore, Marchetti va in panchina. I capitolini si schierano con un 4-2-3-1 e il principale problema per la difesa cipriota è il più giovane in campo: Keita fa impazzire Stylianou quando ha modo di svariare sulla sinistra, al 10′ il dribbling verso il centro conduce a un destro che termina fuori. Il catalano di origine senegalese dà spettacolo nel primo tempo: suo il cross che Floccari non indirizza in rete di testa, sua la discesa che vale il vantaggio. Doppi passi a ripetizione, il terzino cipriota è in tilt, pallone all’indietro dal fondo: Ederson manca la conclusione, Hamdani allontanando calcia il cuoio sullo stinco di Floccari, il rimpallo è vincente. Sangoy cerca subito il pari, bel mancino da posizione defilata dopo un buco di Ciani, esterno della rete. Al 24′ si vede Hernanes, oggi in campo con la fascia al braccio: il brasiliano è egoista, ignora l’inserimento di Keita e opta per il sinistro da fuori area, ci mette i pugni Bruno Vale. L’asse Keita-Floccari continua a funzionare, ancora lo spagnolo per il centravanti, diagonale di poco a lato. I due si intendono anche su palla inattiva: angolo da destra dell’ex blaugrana, incornata in torsione del calabrese e 2-0 in tasca. Finita? Non con questa Lazio.
Quando i capitolini potrebbero amministrare, decidono di farsi male da soli. Cana in disimpegno regala palla a Sangoy, il 10 ospite pesca Papoulis che può prendere la mira e battere Berisha con un bel diagonale. L’avvio di ripresa vede la Lazio sprecare prima con Keita – scivolone sul potenziale tap-in del tris dopo una punizione non irresistibile di Hernanes – e poi con Floccari, che spara in curva un assist delizioso dell’ala. La squadra di Petkovic, di colpo, sparisce dal campo. Sangoy la grazia di testa al 19′, poi un cambio del tecnico di Sarajevo manda ulteriormente in difficoltà i suoi: Novaretti per Konko, si passa al 3-5-2, i romani perdono distanze e serenità. L’argentino si presenta con un buco aereo su un pallone abbastanza innocuo, Papoulis spunta alle sue spalle, stoppa e prende la mira: destro secco, Berisha salva tutto. Nel finale la Lazio non riesce più a gestire il possesso palla e soltanto la scarsa qualità dei ciprioti permette all’estremo albanese di non sporcare i guanti fino al triplice fischio: è una vittoria, di certo non una guarigione.
Il sito web Uefa.com commenta così la gara:
La SS Lazio non fallisce contro l’Apollon Limassol FC l’appuntamento con il secondo successo in UEFA Europa League e consolida il secondo posto nel Gruppo J, ipotecando la qualificazione. All’Olimpico i Biancocelesti superano 2-1 i ciprioti, grazie alla doppietta di un Sergio Floccari sugli scudi. La squadra di Vladimir Petković è partita subito forte, mostrando quella voglia invocata dal tecnico bosniaco in conferenza stampa e mettendo in mostra un Keita Baldé davvero in forma. Gagliarda la prestazione degli ospiti, che hanno sfiorato anche il pareggio nella seconda frazione, ma non sono riusciti a superare un ottimo Etrit Berisha. Sono Miroslav Klose e Cristian Ledesma gli esclusi eccellenti di Petković nella sfida contro l’Apollon, per il resto il tecnico sceglie i "titolari" concedendo l’esordio tra i pali a Berisha. A centrocampo, la cabina di regia è affidata al capitano Hernanes, mentre sugli esterni fiducia al giovanissimo Keita e ad Antonio Candreva. Il tecnico degli ospiti Christakis Christoforou, invece, conferma per intero il 4-4-2 che all’andata costrinse i Capitolini allo 0-0.
I Biancocelesti partono forte, "sfondando" soprattutto sulle fasce con gli spunti di Candreva e Keita: il senegalese è il primo a rendersi pericoloso al decimo, con un rasoterra sul primo palo, che finisce di poco a lato. E’ proprio da un’iniziativa dell’ex FC Barcelona che al 14’ arriva il vantaggio dei padroni di casa: Keita penetra in area, salta con facilità Marios Stylianou e crossa rasoterra, sul passaggio toccato da Ederson cipriota si avventa Floccari, che in allungo tocca con la punta del piede regalando l’1-0 ai suoi. Il primo sussulto degli ospiti arriva al quarto d’ora, con la difesa laziale che si fa sorprendere sugli sviluppi di un fallo laterale, consentendo a Gaston Sangoy di liberarsi sulla destra dell’area: il tiro dell’argentino finisce però sull’esterno della rete. Al 23’ è Hernanes a sfiorare il raddoppio, con un potente sinistro da fuori su cui è bravo a opporsi Bruno Vale; ma l’occasione più ghiotta è per Floccari, che ancora una volta imbeccato bene da Keita spedisce a lato da buonissima posizione al 26’. L’attaccante numero 99 è in serata e lo dimostra al 37’, quando realizza il suo quarto gol in UEFA Europa League, anticipando tutti sul primo palo e insaccando con un bellissimo avvitamento di testa sul corner calciato da Keita. I ciprioti non demordono e dopo solo due minuti accorciano le distanze: Sangoy si libera sulla trequarti, premiando l’inserimento di Fotis Papoulis che tutto solo sulla destra dell’area di rigore, controlla e realizza con un preciso diagonale, firmando il primo gol nella competizione. Il primo tempo si chiude con il bolide di Candreva su punizione che sfiora solo la traversa.
Gli uomini di Petković falliscono subito due colossali occasioni a inizio ripresa, prima con Keita che manca il tap-in a porta vuota dopo la punizione di Hernanes, poi con Floccari che non premia lo splendido assist del numero 14 calciando alto da ottima posizione. Così Berisha si deve superare al 69’ per evitare il pari dell’Apollon: ancora Papoulis viene imbeccato sulla destra, l’esterno greco stoppa a seguire con il destro e calcia a botta sicura, trovando la fenomenale opposizione dell’estremo difensore albanese in uscita. La Lazio passa alla difesa a tre nel finale, per via dell’infortunio di Abdoulay Konko, così i Biancocelesti riescono a resistere con maggiore efficacia alle offensive ospiti e a portare a casa un successo più sofferto del previsto, ma fondamentale in chiave qualificazione.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Sofferenze, troppe. Quelle della Lazio in campo, quelle di Petkovic fuori. E’ nervoso, le critiche non gli vanno giù: "Sopporto, sulle spalle ho uno zaino molto grande e dentro ci metto tutto, riesco ad accumulare ogni cosa. Sono fatto così, cerco sempre di trasmettere fiducia e tranquillità ai giocatori, al momento non ne hanno abbastanza. Abbiamo paura di vincere, ci manca personalità". Petkovic si tiene dentro tutto, ha accusato i colpi esterni ed interni. La società gli ha ribadito fiducia, ma il processo non è finito. Vlado non vuole essere considerato come il "male" principale: "Berisha e il turnover? Certi cambi si devono fare, non si può giocare sempre con gli stessi. Quando si vince hai ragione, quando si perde tutta la colpa è dell’allenatore. Sono contento per il modo in cui i giocatori si stanno alternando, al rientro dalle Nazionali saranno tutti a disposizione e vedremo una bella Lazio". Il nervosismo l’ha tradito al momento delle domande tattiche: "Il 4-2-3-1? La squadra non regge il pressing alto? Anche stasera ho sbagliato, ma per fortuna abbiamo vinto. Se vogliamo essere positivi diciamo quanto abbiamo creato ed elogiamo la squadra, ragazzi come Konko e Radu hanno dato l’anima giocando con le punture". Nervi a parte, anche Petkovic sa che la Lazio dura poco: "Abbiamo giocato 60 minuti in modo positivo, dobbiamo analizzare gli ultimi 30 minuti del match con l’Apollon. Serve più personalità, serve più gioco, abbiamo giocatori d’esperienza per migliorare in questi punti. Abbiamo commesso un errore e abbiamo pagato incassando il loro gol. Gli errori individuali ci condannano, poi subentra la paura di vincere. La confusione finale ci ha penalizzati. Dobbiamo stare più sereni, dobbiamo gestire meglio la palla ecco perché ho fatto certi cambi nel finale. Se avessimo segnato più gol avremmo chiuso in modo sciolto".
Petkovic è rimasto sulla difensiva per tutta la conferenza stampa: "In Europa non penso che Lazio abbia stravinto i gironi del passato, noi siamo a buon punto, che si debba migliorare lo sappiamo. Bisogna crescere sul piano mentale, della cattiveria difensiva e offensiva. La vittoria fa bene, ma la serenità non dipende solo dal risultato, anche dalla continuità dei successi, da quanto la squadra riesce a reggere. Le partite durano 90 minuti, non possiamo permetterci cali". Era una serata piena di trappole, dice l’allenatore: "L’Apollon non è così debole come sembra, avevamo tutto da perdere e poco da guadagnare". L’Europa non basta a Petkovic per salvarsi, deve svoltare in campionato: "Dovremo arrivare pronti a Parma, c’è da sfatare il tabù delle vittorie esterne. Dobbiamo crederci di più, limitare gli errori di costruzione e davanti alla porta. Tenteremo il tutto per tutto al Tardini, quei punti sono importanti, dovremo giocare una gara perfetta". La crescita di Keita tra le note positive, il clima s’è stemperato parlando del gioiellino: "Ha caratteristiche importanti, deve crescere come ritmo. Keita deve avere più continuità, deve lavorare in fase di non possesso palla. Con la palla al piede fa un lavoro ottimo, ma può diventare più attaccante, così vedrà la porta. Ha firmato un’ottima partita, può imparare dai compagni e anche da solo per riuscire a vedere le cose che non vanno. Se aumenterà il ritmo senza pallone diventerà uno importante". Keita in rampa di lancio, Felipe Anderson ieri in tribuna. E’ una questione di crescita: "Tutti i ragazzi sono bravi, devono avere minuti nelle gambe per maturare".
Lotito non era contento. Davanti ai microfoni di Mediaset Premium, ha difeso Petkovic. Ma è sembrata soprattutto una difesa d’ufficio, quasi obbligata. "Ho visto una squadra dai due volti, con un calo di prestazione dopo un quarto d’ora del secondo tempo. Umore? Certo non si può gioire dopo una ripresa del genere. Abbiamo sprecato diverse occasioni da gol in modo clamoroso, come se ci fosse la convinzione di un risultato già raggiunto, mentre nel finale c’è stata un po’ di confusione in campo che ha portato la squadra a non essere lucida e unita. Dobbiamo riacquisire la consapevolezza dei nostri mezzi e quel sano cinismo agonistico che nelle ultime partite è mancato e che ci ha complicato la vita". Il presidente della Lazio è entrato nel tema tattico, lanciando qualche frecciata a Petkovic. "Ora bisogna riacquisire la solidità dello scorso anno anche attraverso la questione tattica. Lo scorso anno abbiamo fatto bene con il 4-1-4-1, bisognerebbe provare certe soluzioni". Poi ha continuato. "Abbiamo tredici nazionali in organico, testimonia un tasso tecnico di qualità, ma non sempre mescolare garantisce un drink buono... Ci sono cali di concentrazione e atteggiamenti che mettono in secondo piano lo spirito di gruppo. Bisogna chiudere la partita quando si ha la possibilità di farlo".
Alla fine si è calmato. "E’ importante aver portato a casa i tre punti, fondamentali per l’autostima. La società non ha mai messo in discussione l’allenatore, tutt’altro. La squadra è stata falcidiata da infortuni e fattori esterni che hanno inciso in maniera significativa sulle prestazioni". Dal Brasile, prima della partita, erano rimbalzate alcune dichiarazioni del Profeta. "Sono molto contento di far parte della nazionale, ma non sono del tutto soddisfatto di me stesso, perché voglio diventare titolare. Non credo di meritarlo già, ma è quello a cui punto. Il mio ruolo preferito? Quello in cui mi impiega Scolari in nazionale, cioè come volante. Ma se mi chiedesse di giocare in un’altra posizione, mi farei trovare pronto". Si vede da volante. Centrocampista centrale nel 4-2-3-1 come è successo ieri sera in Europa League di fronte all’Apollon Limassol.
Galleria di immagini sulle reti della gara | |
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Vladimir Petkovic ha convocato i seguenti calciatori:
- Portieri: Berisha, Marchetti, Guerrieri;
- Difensori: Cana, Cavanda, Ciani, Konko, Novaretti, Radu;
- Centrocampisti: Candreva, Crecco, Ederson, Felipe Anderson, Gonzalez, Hernanes, Ledesma, Onazi;
- Attaccanti: Floccari, Keita, Klose, Perea.
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