Giovedì 3 agosto 2000 - Amsterdam, Amsterdam Arena - Ajax-Lazio 0-0

Da LazioWiki.

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3 agosto 2000 - Amichevole pre-campionato 2000/01 - Torneo di Amsterdam

AJAX: Lobont, Vierklau, Bergdolmo (59' De Cler), Chivu, Witschge, Winter, Knopper (70' Van der Gun), O'Brien, Van der Meyde, Arveladze (78' Hosé), Bobson (6' Gronkjaer). A disposizione: Grim, Nieuwenburg, Wamberto. All. Adriaanse.

LAZIO: Marchegiani, Pancaro (46' Gottardi 83' Luciani), Pesaresi, Stankovic, Colonnese (79' Santarelli), Mihajlovic, Lombardo (46' Baronio), Nedved, Salas (71' Berrettoni), De La Peña, Ravanelli. A disposizione: Scotti, Ruggiu. All. Eriksson.

Arbitro: Sig. Van Hulten (Amsterdam).

Note: espulso Pesaresi al 90' per fallo violento. Angoli 5-1 per l'Ajax.

Spettatori: 30.000 circa.

La locandina di presentazione del torneo
La formazione della Lazio
Una fase della partita
L'espulsione di Emanuele Pesaresi
Pavel Nedved
Il biglietto della gara

La Gazzetta dello Sport titola: Lazio in formato Toldo. Biancocelesti in difficoltà nell'Arena, ma l'arrembante Ajax non passa. La Lazio, in ritardo di condizione rispetto agli olandesi, è riuscita a proporsi raramente in attacco, nonostante la buona volontà di Salas. Nel finale espulso Pesaresi. Esordio nel Torneo di Amsterdam con una buona prova difensiva. Continua così la rosea:

Sembrava un film già visto, almeno nella seconda parte della gara. Una squadra olandese che attaccava, una italiana che si difendeva, arroccata molto bene. C'è stato anche il classico espulso, italiano naturalmente. Ma i padroni di casa neanche stavolta sono riusciti a segnare. Solo che i rigori non ci sono stati e così fra Ajax e Lazio è finita 0-0. A 35 giorni dall'epica semifinale europea, ancora da queste parti l'incubo è vivo. Un tassista ieri ci diceva che non andrà più all'Arena perché porta male. Dunque la maledizione continua e forse l'unico olandese a beneficiarne è Luis Van Gaal ieri in tribuna quale nuovo C.T., ruolo che difficilmente avrebbe ricoperto al posto di Rijkaard, dimessosi dopo l'eliminazione ai rigori dell'Italia di Zoff. Dunque della Lazio versione olandese meglio esaltare la fase difensiva, visto che per il resto la squadra di Eriksson ha fatto vedere ben poco. Niente di preoccupante anche perché la differenza sta tutta nelle date: fra 18 giorni qui comincia il campionato, in Italia mancano ancora due mesi al via. Logico il grado differente di preparazione delle squadre.

Bravi dunque i laziali a non tentare l'impossibile, provando a contenere ordinatamente l'avversario. Eriksson all'inizio ha messo in vetrina Ivan De la Peña preferendolo a Baronio. Lo spagnolo, che la Lazio vuol vendere comunque, ha tentato anche qualche discreta giocata, ma la Lazio è apparsa più attenta a curare la fase difensiva, concedendo davvero poco a un Ajax molto abile, quasi accademico nel possesso palla, ma poco incisivo negli ultimi 15 metri, per mancanza di un centravanti di peso. Degli olandesi hanno colpito i due esterni d'attacco: il mancino Kevin Bobson "raccomandato" da Aron Winter (a proposito, il tempo per lui sembra essersi fermato), ma soprattutto l'ala destra Andy Van der Meyde, che somiglia un po' come gioco e velocità a Marc Overmars, e dunque promette più che bene. I pericoli per Marchegiani (Peruzzi è ancora bloccato dal mal di gola) nella prima frazione arrivavano proprio dai cross di Van der Meyde. Per il resto il numero uno doveva sfoderare solo qualche intervento su palle sporche, mentre il suo collega era costretto a uscire di pugno nel finale per deviare una punizione-cross di De la Peña dalla testa di Salas. A proposito del cileno, in campo per 70': è risultata confortante la sua condizione, la voglia di lottare su ogni pallone, pur nella penuria di rifornimenti di una gara prettamente difensiva. Nella ripresa Lombardo, leggermente infortunato, ha lasciato il posto a Baronio ed è cambiato l'assetto del centrocampo: il neo entrato in mezzo al fianco di De la Peña, Stankovic riciclatosi a destra mentre a sinistra, sempre più accentrato, continuava a operare Nedved. Per qualche minuto la Lazio ha costruito qualcosa di buono.

Il baricentro si è spostato un po' più avanti, e con Baronio più pronto al rilancio ha acquisito più sicurezza anche De la Peña, che al 10' ha confezionato un bell'assist per Nedved, arrivato in corsa al vertice dell'area piccola, che però ha preferito l'appoggio al centro per Salas intuito dal portiere Lobont. Ma si è trattato di un fuoco di paglia. L'Ajax ha continuato a premere, e c'è stato anche un salvataggio sulla linea di Colonnese che in spaccata poi è atterrato sul palo con il ginocchio destro, riportando una forte contusione. Così nell'arrembante finale, Pesaresi non trovava di meglio che una gomitata per stendere l'inarrestabile Van der Meyde: giusta l'espulsione. Si finiva con Baronio centrale difensivo e due esterni della "Primavera". Ma all'Arena di Amsterdam c'è una legge non scritta: contro gli italiani non si passa. Meglio così, sperando che domani contro il Barcellona la Lazio mostri qualcosa di più sul piano del gioco. Anche perché della partita dovrebbe essere un certo Rivaldo, ieri prodigo di saluti affettuosi con Couto e De la Peña. A proposito: il brasiliano è rimasto per qualche minuto a parlare da solo con Eriksson: qualcosa da chiarire?


Tratte dal quotidiano sportivo milanese, alcune dichiarazioni post-gara:

Eriksson mette in tasca lo zero a zero con una certa soddisfazione: «Mi piace il cuore, il carattere di questa Lazio, il fatto che anche in queste partite, sempre contro squadre che sono più avanti di noi nella preparazione, non vogliamo lasciare niente. L' impegno e la grinta ci sono, per le gambe c'è tempo per migliorarsi». Pure Fabrizio Ravanelli aderisce alla linea dell' allenatore. E conferma: «La mentalità, stiamo dimostrando di avere la mentalità giusta». Poi Eriksson passa in rassegna anche la prestazione dei singoli membri della truppa: Nedved, per esempio, ha cambiato casa calcistica un' altra volta, tornando sulla fascia sinistra. «Abbiamo giocato con il 4-4-2 ed è la sua posizione con questo tipo di modulo: è sempre stato così». Sarà sempre così, anche se dovesse arrivare Zenden? Lo svedese sorride stavolta senza sbilanciarsi, se non altro per scaramanzia visti i lavori sempre in corso, sulla strada del mercato in cui si incrociano Lazio-Barcellona. Eriksson elogia anche Marcelo Salas e le sue parole sembrano abbracciare per la verità non soltanto la partita ma tutti questi nuovi giorni di lavoro in comune, celebrati anche da una reciproca pacca di incoraggiamento nel momento in cui il cileno è stato sostituito: «L' ho visto muoversi bene, mi è piaciuto». Sono giornate al miele tra i due, dopo essere stati a un passo dal definitivo divorzio. Anche Ravanelli applaude il compagno di reparto: «Con Marcelo ci conosciamo da tempo e mi trovo benissimo». Però, la squadra è apparsa un po' lunga, spesso è caduta nel gioco del fuorigioco, faticando a costruire.

«Non è soltanto colpa degli attaccanti, e poi in questo momento il riscontro più importante è avere la mentalità giusta, è questo che mi piace di più». D'altronde «siamo imballati», insiste Eriksson, «la partita non può essere considerata un passo indietro, io almeno non la vivo così». Per Pancaro «è stato un buon allenamento e ci sarà tempo per giocare per il risultato, è naturale che la condizione non possa essere al top». Lombardo si gasa al pensiero di affrontare il Barcellona: «Chiamarla amichevole è difficile, per me può essere anche l' ultima volta che gioco contro il Barcellona. Comunque questo stadio è strano, certe volte non riesci neanche a respirare». Ravanelli, però, la prende da un' altra angolazione: «Già il passare per una galleria piena di trofei, con i ritratti di grandissimi giocatori, ti emoziona». Sorprendente invece la risposta di Baronio. «E' un bello stadio, ma io ho giocato all' Olimpico». Proviamo a tradurre: non vedo l' ora di tornarci. E, per fortuna, non ci sono notizie allarmanti dallo spogliatoio. Il difensore Colonnese sta bene, o meglio: il suo ginocchio destro ha subito una forte contusione, ma sono escluse complicazioni ai legamenti anche se oggi il difensore si sottoporrà a nuovi accertamenti radiografici. Anche Gottardi, da parte sua, rassicura: «Ho preso una botta al ginocchio destro, nulla di importante».