Domenica 9 gennaio 2000 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Bologna 3-1
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9 gennaio 2000 - 2.873 - Campionato di Serie A 1999/00 - XVI giornata
LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Mihajlovic, Favalli, Conceição, Stankovic, (73' Simeone), Sensini, Veron, (65' Ravanelli), Nedved, Salas (57' Mancini). A disposizione: Ballotta, Negro, Gottardi, Lombardo. Allenatore: Eriksson.
BOLOGNA: Pagliuca, Paramatti, Gamberini, Boselli, M.Tarantino, Nervo (81' Zé Elias), Ingesson, Marocchi (81' Kolyvanov), Wome, K.Andersson, Signori. A disposizione: Roccati, Fontolan II, Mensah, Foschini, Falcone. Allenatore: Guidolin.
Arbitro: Sig. Racalbuto (Gallarate) - Guardalinee Sigg. Sapia ed Esposito - Quarto uomo Sig. Farneti.
Marcatori: 42' Salas, 51' K.Andersson, 76' Nedved, 90' Ravanelli.
Note: giornata nuvolosa e fredda, terreno in discrete condizioni. Al 27' Mihajlovic calcia alto un calcio di rigore. Espulsi al 22' l'allenatore del Bologna Guidolin per proteste, Nedved all'83' e Paramatti al 90' per doppia ammonizione. Ammoniti Simeone, Sensini e Nervo per gioco falloso, Andersson e Signori per proteste. Angoli 10-3 per la Lazio. Recuperi: 2' p.t., 5' s.t. Esordio in serie A per Gamberini.
Spettatori: 76.000 circa (66.207 paganti, di cui 36.752 abbonati), per un incasso di £. 2.402.960.753.
► Cronaca e immagini dei festeggiamenti del Centenario
Quando scende in campo, la Lazio è a conoscenza del pareggio fra il Parma e la Juventus e sa che una vittoria la riporterebbe solitaria in testa alla classifica. Il Bologna naviga in centroclassifica ed è una squadra di tutto rispetto ed in avanti si presenta con l'indimenticato Beppe Signori e l'altro ex, anche se per pochissimi mesi, Kennet Andersson. Da segnalare che da questa partita, e sino al termine della stagione, la Lazio indosserà sempre una maglietta commemorativa dell'evento: bianca con strisce azzurre sulle braccia e stemma personalizzato comprendente il numero "100" sotto la canonica aquila. La gara inizia in una cornice di pubblico imponente e questo piega un po' le gambe ai biancocelesti che appaiono impacciati e poco concreti nella manovra. La prima azione pericolosa è dei rossoblù con Signori che colpisce la traversa dopo un bel passaggio di Wome. Intanto il Bologna perde l'allenatore Guidolin espulso al 22' per proteste. Al 23' replica la Lazio con una punizione di Mihajlovic ben parata da Pagliuca. Al 27' arriva la grande occasione per passare in vantaggio grazie ad un rigore concesso dall'arbitro per atterramento di Nedved. Sul dischetto si presenta lo specialista Mihajlovic che, purtroppo, al momento del tiro scivola e spara alto.
Fortunatamente la rete arriva al 42' grazie ad un'incursione di Nedved che entra in area e tira: la palla centra la traversa ma arriva a Salas che a porta vuota realizza tra il tripudio della folla. Le squadre iniziano la ripresa con formazioni immutate e con il Bologna che spinge in cerca del pareggio. Gli sforzi vengono premiati al 51' quando Signori crossa dalla sinistra ed Andersson anticipa Favalli con un bel colpo di testa realizzando la rete dell'1-1. Da questo momento i biancazzurri si riversano nella metà campo degli emiliani assediando la porta di Pagliuca. E' un monologo che arriva al suo apice al 75' quando Nedved segna la rete del 2-1 con un preciso colpo di testa su cross di Conceiçao. Intanto all'83' viene espulso il giocatore ceco per doppia ammonizione e questo rende il finale di gara più difficile per la Lazio che comunque controlla il ritorno dei rossoblù e non corre grossi pericoli.
A tempo scaduto il risultato è messo al sicuro grazie a Ravanelli il quale, arrivato sul vertice destro dell'area, lascia partire un tiro che, a causa di una scivolata dell'attaccante, prende una strana traiettoria e lentamente entra in rete. E' il primo goal in maglia biancazzurra dell'attaccante perugino che scoppia a piangere nel correre sotto la curva Maestrelli per ricevere il giusto tributo. A fine gara dedicherà la marcatura al padre gravemente ammalato. Sempre nel finale viene espulso anche Paramatti del Bologna per proteste. La gara finisce qui e con i tre punti conquistati arriva di nuovo il primo posto in classifica. Con 34 punti, infatti, la Lazio precede la Juventus a 33 ed il Parma a 31, mentre la Roma segue al 4° posto a 29.
► La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio festeggia col primato. Torna in testa nel giorno del Centenario, ma quanta sofferenza per battere il Bologna. Lazio ancora parente stretta di quella affondata in Laguna mercoledì. Vittoria meritata per il conto delle occasioni, ma di gioco se ne è visto poco per la giornata no di Veron e Stankovic. Dopo il rigore fallito da Mihajlovic e le reti di Salas e Andersson, è Nedved a dare la svolta alla mezz'ora della ripresa. Ma poi il ceco si fa espellere e l'ultimo quarto d'ora tiene sulle spine i romani fino al gol di Ravanelli".
Come si conviene a ogni festa, anche il centenario della Lazio ha il suo lieto fine. Ma siccome di mezzo ci sono (appunto) cento anni di storia più che altro sciagurata, ecco venire fuori il film d'una partita che in novantacinque minuti riassume le sofferenze biancocelesti di un intero secolo. Per Sergio Cragnotti, che ieri compiva i suoi 60 anni, quasi un supplizio aspettando il fischio finale del bravo e severo Racalbuto, con la Lazio in vantaggio ma ridotta in nove, Nedved espulso e Sensini zoppo a sostituzioni completate. Alla fine il Bologna è battuto 3-1, grazie al rocambolesco gol della sicurezza, proprio allo scadere, di Ravanelli, subito dopo l'espulsione di Paramatti che ripristina l'equilibrio numerico. Ma per arrivare fin lì, e cioè in testa alla classifica, di strada se ne è percorsa tanta, cominciando dal gol di Crespo a Parma dieci minuti prima che le squadre scendessero in campo all'Olimpico e passando per il rigore calciato alle stelle da Mihajlovic sullo 0-0. Da questi due episodi si è poi giunti all'effimero vantaggio di Salas e alla maligna risposta di Andersson, uno che la Lazio ha troppo presto rispedito al mittente. C'è voluta una gran capocciata di Nedved, il migliore in campo, a meno di un quarto d'ora dalla fine per scacciare le streghe e indirizzare finalmente la partita verso il suo degno epilogo. La Lazio è sembrata ancora parente stretta di quella post-natalizia capace di affondare in Laguna mercoledì notte.
Vittoria meritata solo per il conto delle occasioni a netto vantaggio dei biancocelesti, ma quanto a gioco, se ne è visto davvero poco. Il Bologna ha tenuto botta a lungo, perché oggi quello della Lazio è un calcio troppo camminato e meditativo. Squadra di indiscussi solisti, quella di Eriksson, ha preso a fidarsi un po' troppo della giocata vincente che prima o poi arriva, finendo col rinunciare del tutto, a qualcosa che possa somigliare a uno schema. Ieri è andata bene, domani chissà. Costretto a fare a meno di Boksic, Inzaghi e Almeyda, con Mancini e Ravanelli abbastanza malconci da meritare la panchina, Eriksson ha puntato sul 4-5-1, con Salas unica punta e con Conceiçao e Nedved esterni di centrocampo con licenza di affondare. A Veron e Stankovic, supportati dal centrale Sensini, il compito di creare il gioco. Proprio quanto è clamorosamente mancato per più di un'ora. E' lì che il Bologna ha tenuto banco con Ingesson, Marocchi e Wome. Anche Guidolin, contati i suoi assenti (Bia, Paganin, Ventola, Eriberto, Piacentini, Binotto e con l'acciaccato Falcone in panca), aveva sposato un modulo più prudente, il 4-4-2, facendo esordire un quarto difensore, il centrale Gamberini, sulla linea di Paramatti, Boselli e Tarantino. Con Paramatti e Tarantino a contrastare Nedved e Conceiçao, con Favalli e Pancaro bloccati sulle loro da Nervo e Signori, era chiaro che il gioco avrebbe dovuto sgorgare altrove. Ma ieri nemmeno a parlarne. La Lazio ha allora preso altre vie, non prima di avere subìto una traversa di Signori su passaggio di Wome, episodio che precedeva di un niente l'espulsione di Guidolin, reo di una imprecazione di troppo. Il rigore, a metà del primo tempo, è maturato grazie alla penetrazione laterale di Conceiçao e all'eccessiva sufficienza di Marocchi che perdendo palla costringeva Boselli allo sgambetto. Mihajlovic perdeva il piede d'appoggio, roba da Gialappa's, spedendo la palla in loggione. L'Olimpico, gremito ma assai freddino, cominciava a rumoreggiare, Signori impegnava Marchegiani, e finalmente arrivava l'assist giusto (Sensini) per Nedved, che scaricava subito il sinistro. Faccia inferiore della traversa e Salas implacabile sulla ribattuta di testa da due passi. La speranza di anticipare la festa veniva spazzata via all'inizio della ripresa: Signori arrivava appena in ritardo sull'assist di Marocchi ma era invece bravissimo a pennellare il cross per Andersson, con Miha svagato, Nesta altrove e Favalli inadeguato a cimentarsi lassù. La Lazio reagiva, ma a complicare ulteriormente le cose arrivava il doloroso (ma non grave) infortunio di Salas.
Qui Eriksson ribaltava l'andamento del match nel giro di un quarto d'ora. Tre sostituzioni: Mancini utilizzato quale centravanti per Salas, Ravanelli per Veron e poi Simeone per Stankovic. Tre uomini di grande personalità, che davano alla Lazio una scossa elettrica. Bologna assediato, fioccavano i corner e arrivava infine, dopo i tanti sbagliati, il cross giusto. Lo confezionava Conceiçao e lo stacco vincente di Nedved era imperioso. Di smettere di soffrire, tuttavia, nemmeno a parlarne. Guidolin muoveva via tribuna d'onore la panchina (Kolivanov e Ze Elias per Marocchi e Nervo). Eriksson perdeva in due minuti Nedved, che, già ammonito, si faceva pescare in una plateale quanto ingiustificata protesta buona per il secondo cartellino giallo, e Sensini, azzoppatosi al polpaccio e conseguentemente scivolato centravanti con Mancini a fare il mediano. Minuti di autentico pathos, inclusi i 5' di recupero, fino alla volata finale di Ravanelli, che segnava quasi inciampando sul pallone. La festa poteva cominciare.
► Il Tempo titola: “La Lazio riparte da cento”. “I biancocelesti festeggiano un secolo di vita sportiva battendo il Bologna e tornando in cima alla classifica. Tre gol agli ospiti in una partita emozionante: traversa di Signori, poi Mihajlovic sbaglia un rigore. Salas sblocca il match nel primo tempo. I rossoblù pareggiano con l’ex Andersson, e un grande Nedved trova poi la seconda rete. Nel finale arriva il sigillo di Ravanelli”.
Roma - Cento anni di Lazio si leggono in un 3-1 che significa nuovamente primo posto solitario. Un secolo che vuol dire leggenda si racconta attraverso l'emozione di Sergio Cragnotti. Sorride il presidente, il 9 gennaio nasconde un significato intrinseco, che si specchia nella storia ed abbraccia il presente. I sessant’anni del finanziere sono l'ulteriore motivo di una giornata da custodire in un archivio speciale, fatto d’emozioni che si confondono con un sogno diventato realtà. Tanti auguri, Lazio. Il messaggio è affidato ad un colpo d'occhio d'eccezione, sciarpe, bandiere e vessilli trasformano l'Olimpico in un solo afflato biancoceleste. La partita è il motivo di fondo di una giornata iniziata molto presto, con il rituale consumato in Piazza della Libertà.
In campo la lazio presenta Salas insieme a Stankovic, mentre in difesa, rispetto a Venezia, Pancaro raccoglie il testimone lasciato da Negro. La nuova maglia laziale, impreziosita dal logo del Centenario, fa accendere i riflettori sulla sfida.
La Lazio non è ancora la capolista dei sogni di fine '99, le feste natalizie pesano sui riflessi ed il Bologna appare in giornata. Al 5’ Nedved cambia marcia e lascia sul posto Paramatti. Salas e Stankovic non trovano la deviazione vincente. Conceicao pecca nella coordinatone. Al 7’ Salas fa l’illusionista, il gioco di prestigio fa cadere nel tranello Gamberini e Boselli, ma il pallonetto, disegnato con il sinistro, sorvola l'incrocio. Il Bologna trova gli equilibri ed inaridisce le fonti avversarie, Veron ha dimenticato lo spartito vincente e si muove alla ricerca di uno spazio che non troverà. Al 18’ Wome cerca e trova il corridoio, Signori va nello spazio e fa correre un lungo brivido sulla schiena di Marchegiani. Il tiro mancino impatta sulla traversa, la smorfia di Beppe-goal sintetizza l'amarezza per l’occasione sciupata.
Al 21’ la Lazio ritrova il filo del discorso, l’sos bolognese corre sull'asse Mihajlovic-Favalli, la palla arriva a Nedved che scarica il poco rassicurante messaggio con un destro velenoso. La palla finisce alta, ma la manovra biancoceleste lievita in modo proporzionale alle occasioni. Un minuto dopo, Mihajlovic prende la mira, il jolly rimane una meravigliosa idea neutralizzata da Pagliuca. Ancora Lazio e stavolta il vantaggio non sembra più un sogno. Il cronometro indica il 24’, Conceicao folleggia in area, Boselli lo stende senza tanti complimenti e Racalbuto indica il dischetto. Sulla palla ancora il centrale serbo, ma stavolta il sinistro, complice una rincorsa dispettosa, gela i propositi di gloria del popolo laziale, Pagliuca ringrazia, la traiettoria si spegne alta. La partita prende quota, Guidolin finisce negli spogliatoi, Signori denota un ingiustificato nervosismo. Adesso il Bologna rimane a guardare, l'unico sussulto lo produce al 40', ancora con Signori. Il tiro, violento, trova pronto Marchegiani.
Schermaglie, l’1-0 arriva due minuti dopo ed è un gentile omaggio della ditta Sensini-Nedved. L’argentino accende il radar e serve di precisione il ceko. Controllo da manuale e freccia infuocata, respinta dalla traversa. Ci pensa Salas, con un comodo tap-in aereo, a regalare al biancocelesti il goal del vantaggio.
La festa rimane un urlo strozzato in gola, perché nella ripresa, pronti, via è subito pareggio. Al 5‘ Signori va sul fondo ed alza lo sguardo, Nesta insegue vanamente, il folletto biondo calibra con il pennello un assist che Andersson traduce nel pareggio, con Favalli e Mihajlovic spettatori passivi.
La Lazio non ci sta, Mancini rileva lo sfortunato Salas, Ravanelli uno spento Stankovic. Non c'è la brillantezza dei giorni migliori ma la voglia di coronare con i tre punti una domenica fuori dai soliti schemi. Ravanelli ha stimoli da vendere, al 26' l'attaccante lancia in verticale Mancini, il velleitario lob dell’Artista getta al vento la ghiotta occasione.
Il fortino bolognese vacilla ma crolla solo 31’, quando Conceicao pennella ad effetto per l'intelligente e rabbioso inserimento di Nedved. Pagliuca osserva la traiettoria aerea che fa 2-1. È finita, il ceko si gode la meritata razione d'applausi. L'ultima perla arriva al 49' cd è bagnata dalle lacrime di Fabrizio Ravanelli. Fuga solitaria, doppia finta, destro docile e corsa sotto la Curva, con la maglia al vento. 3-1 finale e primo posto solitario. Il modo migliore per celebrare una giornata da ricordare. Per sempre.
► La Stampa titola: “Lazio doppia festa: centenario e primato”. “L’emozione di Ravanelli, due costole fuori uso per Salas. Un petardo scoppia vicino a un fotografo che perde i sensi: grande spavento, nessun danno”.
Le lacrime di Ravanelli sul centenario della Lazio. È stremato, Penna Bianca, barcolla, gli scarpini pesano come piombo, ma un sussulto regala il sigillo a un pomeriggio che di festa doveva essere e di festa è stato. C'è tutta la storia centenaria biancoceleste nel gesto dell'ultimo arrivato alla corte Cragnotti. Quella di una società che, quando arriva il punto di mollare, riesce a rimandare l'appuntamento con la cattiva sorte. Non una passeggiata, non una passerella è stata la gara con il Bologna. L’urlo liberatorio al gol di Nedved che riportava in avanti Nesta e soci, era lo stesso di 13 anni fa, quando Giuliano Fiorini regalò all'allora Lazio di Fascetti, quella dei -9, gli spareggi, allontanando la serie C e la probabile cancellazione dal calcio che conta.
La Lazio arriva al giorno del gran galà senza l'abito da sera. Appare stanca, la nuova capolista del campionato, così come i suoi tifosi che hanno appena terminato una lunga marcia, attraverso i quartieri che il 9 gennaio del 1900 videro nascere la Polisportiva. Sono oltre 25 mila, la capitale è bloccata. Nel vecchio stadio dei Marmi acrobati del cielo fanno da cornice alla kermesse, in campo Salas si scalda con la nuova divisa: bianca con una striscia celeste sulle maniche, e un filo dorato.
In tribuna, gli ex rimpianti dello scudetto del '74; davanti a Marchegiani si presenta un vecchio amico, Signori, deciso ancora a far male. Tiro di Beppe: traversa. C'è confusione sul terreno di gioco. Guidolin viene espulso, il signor Racalbuto fa il maestro cattivo, Veron non ne azzecca una. Ci pensa Conceicao, tra i più attivi, a procurarsi un rigore. Mihajlovic scivola (urgono nuovi scarpini dopo il disastro sul ghiaccio di Venezia), la palla finisce in curva.
E la festa? Per il momento nemmeno l'ombra, anzi. Un petardo scoppia a un metro da un fotografo: grande spavento, fischi dalla tribuna e il malcapitato che si riprende dopo otto minuti senza conoscenza. Il rischio di rovinare il menù del dopogara è forte e nemmeno il primo gol del Millennio, a firma Salas, dà tranquillità alla Lazio.
A inizio ripresa, infatti, Signori-Andersson confezionano il pari: cross dell'ex ottavo re di Roma e zuccata vincente del lungo svedese. Il Bologna in salute (Guidolin però, contro il Bari, dovrà fare a meno degli squalificali Paramatti, Nervo e Andersson), Eriksson si affida ai cambi. Dentro Mancini, Ravanelli e Simeone: mosse azzeccate. Nedved di testa, su assist di Conceicao, e Penna Bianca lasciano spazio alla festa dei tifosi.
Ecco l'Olimpico da brividi. Si spengono le luci, viene acceso il braciere. Prima la sfilata su auto d'epoca dei campioni di ieri, gli atleti delle 28 discipline sportive a bordo campo e la coreografia degli spalti. Cragnotti prende il microfono, saluta Chinaglia, il “pentito dell'ultima ora”, ma l'elenco è lungo. A Signori il compito di premiare il finanziere. Nesta, Marchegiani, Veron e compagnia osservano. Salas è costretto in ospedale con due costole fuori uso (grave l'assenza del personale medico che ha ritardato il trasporto in ambulanza al Policlinico del cileno). Ravanelli, l'ex bianconero, riporta in vetta la Lazio: lui, che lasciò l'Italia segnando proprio all'Olimpico il gol nella finale della Champions League con l'Ajax. Il Bologna è lontano, la miglior Lazio anche, ma che sia festa. Le gigantografie di chi ha fatto la storia della Lazio fanno da cornice alla partita del presidente.
► Cronaca e immagini dei festeggiamenti del Centenario