Domenica 8 maggio 2005 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Udinese 0-1
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8 maggio 2005 - 3146 - Campionato di Serie A 2004/05 - XXXV giornata
LAZIO: Peruzzi, Oddo (74' Pandev), Siviglia, Giannichedda, Zauri, A.Filippini, Dabo, Liverani (63' Manfredini), E.Filippini, Di Canio (59' Bazzani), Rocchi. A disposizione: Sereni, E.Gonzalez, Lequi, Muzzi. Allenatore: Papadopulo.
UDINESE: De Sanctis, Bertotto, Felipe, Kroldrup, Zenoni, Pinzi, Pizarro, Pazienza (54' Muntari), Jankukovski (78' Belleri), Di Michele (83' Mauri), Iaquinta. A disposizione: Handanovic, Gustavo, Pieri, Fava. Allenatore: Spalletti.
Arbitro: Sig. Tombolini (Ancona).
Marcatori: 65' Iaquinta.
Note: giornata serena, terreno in buone condizioni. Ammoniti: Pazienza, Zenoni, Pinzi, Jankulovski, Mauri, Bazzani. Angoli: 6-5. Recuperi: 0 p.t., 5' s.t.
Spettatori: 35 mila circa con 4.873 paganti per un incasso di euro 83.098,00 e 28.731 abbonati (quota euro 390.838,19).
La Gazzetta dello Sport: "Udinese e Samp unite all'Euroduello. La partita dell'Olimpico, Iaquinta inguaia la Lazio. Di Canio viene sostituito e insulta Papadopulo".
Continua la "rosea": Spareggio Champions e derby salvezza. Guardando alla prossima domenica di campionato, c'è dentro di tutto nel risultato dell'Olimpico. Anche il segno dei tempi che cambiano, visto come l'Udinese sarà protagonista del primo, ospitando la Sampdoria, e la Lazio del secondo, assieme alla derelitta Roma, talché un mediocre pareggiotto potrebbe (si fa per dire) aiutare entrambe ad allontanare certi fantasmi. Il modo con cui l'Udinese passa (1-0), nona vittoria esterna stagionale (si tratta del record assoluto), nel solco di una tradizione all'Olimpico (3-0 in campionato alla Roma) che Spalletti si augura duri fino a mercoledì (semifinale di andata di coppa Italia con la Roma), è quello della grande squadra. Che per un'ora fa sfogare i padroni di casa, tutti corsa e niente talento, raccogliendone le spoglie non appena il caldo estivo fa esalare loro, con mezzora di anticipo, l'ultimo respiro. Match piuttosto mediocre, emozioni col contagocce, che passerà alla storia non tanto per il gol sottomisura del solito Iaquinta (salito a quota 12, record personale), migliore in campo e bravo a sorprendere tutti (specie Oddo) sul cross di Pinzi, quanto per il deplorevole Di Canio show. A sette giorni dal derby, e con nella memoria ancora quello di andata, la sceneggiata del fumantino capitano biancoceleste legittima infatti qualche preoccupazione. Sostituito da Papadopulo dopo un'ora vissuta tra qualche pallido lampo e molte pause, Di Canio ha letteralmente dato in escandescenze all'atto della sostituzione. Riservando ai primi piani tv tutta una serie di inequivocabili insulti, destinatario il tecnico, meritevoli forse d'una nuova e originale forma di prova televisiva.
Non pago dell'arringa, Di Canio ha fatto il resto una volta raggiunta la panchina, colpendola a mani aperte, quasi a voler richiamare l'attenzione dei più distratti. Naturalmente la curva si è schierata a gran voce con lui, certificando con largo anticipo la giubilazione di Papadopulo a fine stagione. A queste condizioni, anche nel caso questi vincesse per la seconda volta il derby, ormai unico motivo d'interesse cittadino nella capitale dei due scudetti a cavallo della fine del secondo millennio (un secolo fa, dunque), il suo futuro appare segnato. Guardando alla partita, le responsabilità del tecnico biancoceleste non mancano, ma non sembrano quelle di lesa maestà attribuitegli evidentemente da Di Canio. Piuttosto, con una Lazio viva per tutto il primo tempo e con Oddo votato ai ripetuti cross, sarebbe forse stato più utile riservare alla torre Bazzani quella frazione di gioco e, con le squadre allungate, proprio al non più verde Di Canio la seconda e più meditata fase del match. E ancora: appena prima dello 0-1, togliere il pur affaticato Liverani per dare spazio all'impalpabile Manfredini con conseguente rivoluzione tattica del centrocampo, non è stata una buona idea. Quanto a Pandev, ricorrere a lui nel momento della disperazione (fuori Oddo) s' tradotto in una vera e propria consegna delle armi. La Lazio non ha mai inquadrato la porta difesa da De Sanctis, se non con un tiro telefonato di Rocchi dopo 76 minuti. E qui sta la differenza con l'Udinese, pericolosa già due volte nel primo tempo con Iaquinta, anche nella domenica dell'assenza ingiustificata di Di Michele. Spalletti ha potuto puntare su una difesa solida, nella quale Felipe e Kroldrup sono sempre più affidabili, e su un centrocampo dove Pizarro fa da mente e Pinzi, più ancora degli esterni Zenoni e Jankulovski, il braccio. L'Udinese più convincente è stata quella del secondo tempo, con Muntari al posto di Pazienza.
Lì il possesso palla si è fatto costante e la corsie esterne, con Zenoni e Jankulovski ("rinfrancato" da uno scappellotto di Iaquinta che nel primo tempo avrebbe chiuso così un'accesa discussione di ordine tattico) sono diventate off limits per la Lazio. L'incapacità della Lazio, una volta subito il gol, di creare qualcosa più d'un paio di mischie con Bazzani e Rocchi puntualmente imprecisi, ha finito col legittimare il successo dell'Udinese. Massimo risultato, minimo sforzo, come si conviene alle grandi. Domenica, Champions a Udine. A Roma, solo i ricordi.
la Repubblica titola: "Repubblica: I friulani in gol con Iaquinta, e restano testa a testa con la Samp. Per la Lazio è crisi: un punto in quattro partite, addio ai sogni Uefa. L'Udinese passa all'Olimpico. E lancia la corsa Champions".
Continua il quotidiano: Un gol di Iaquinta basta all'Udinese per battere all'Olimpico una Lazio in crisi (un punto nelle ultime quattro partite), e continuare l'appassionante testa a testa con la Sampdoria per la Champions. I biancocelesti, alla terza sconfitta di fila, dicono addio ai sogni Uefa, e in classifica devono guardarsi alle spalle per evitare brutte sorprese. Papadopulo recupera Siviglia, Zauri e Liverani, tutti e tre in campo dal primo minuto, e in attacco schiera Di Canio e Rocchi, nonostante la diffida che mette a rischio la loro presenza nel derby di domenica prossima con la Roma. Spalletti si affida al 3-5-2, e in attacco conferma la coppia gol Iaquinta-Di Michele (finora 25 reti in due). La prima conclusione è dell'Udinese. Al 4' Jankulovski serve Pinzi, che da buona posizione calcia debolmente e Peruzzi para con facilità. Due minuti dopo la risposta biancoceleste, con una combinazione Rocchi-Di Canio conclusa dal capitano laziale con un tiro alto sulla traversa. Al 19' è la squadra di Spalletti che sfiora il vantaggio. Al termine di un veloce contropiede, Iaquinta prova a servire Di Michele senza successo, ma riesce a concludere con forza. Peruzzi però è pronto e devia il pallone in calcio d'angolo. Ma la partita non decolla, con la Lazio troppo prevedibile e l'Udinese che prova senza grandi risultati a innescare il contropiede. Al 32' Oddo prova una conclusione al volo, il pallone finisce altissimo, ma almeno la Lazio si fa vedere dalle parti di De Sanctis.
Quattro minuti dopo Liverani riesce a servire Rocchi in mezzo all'area, ma l'attaccante biancoceleste perde l'attimo e non sfrutta l'occasione. Il primo tempo, equilibrato ma con pochissime emozioni, si chiude sullo 0-0. Nella ripresa è ancora l'Udinese a farsi più insidiosa. All'11' Pizarro prova dalla distanza, sulla respinta interviene Jankulovski che però calcia alto. Al 14' Bazzani sostituisce Di Canio, che porta a termine la missione di non farsi ammonire per non saltare Roma-Lazio. Al 20' l'Udinese passa. Cross dalla destra di Pinzi per Iaquinta, che di testa nell'area piccola anticipa Oddo e Peruzzi e sigla il gol che vale la partita. Per la punta bianconera 12esimo gol in campionato. Al 29' Papadopulo rischia il tutto per tutto, inserendo Pandev al posto di Oddo. Il finale è di marca biancoceleste, con Bazzani che al 37' di testa sfiora il palo alla destra di De Sanctis. Spalletti inserisce Mauri al posto di Di Michele per conservare il prezioso vantaggio. Al 44' l'ultimo brivido per gli ospiti, con Rocchi che da buona posizione conclude alto in girata. Nel recupero è Pizarro che va vicino al raddoppio, ma il risultato non cambia.