Domenica 6 marzo 1977 - Roma, stadio Olimpico – Lazio-Sampdoria 1-0

Da LazioWiki.

Stagione

Turno precedente - Turno successivo

1920. Campionato di Serie A 1976/77 - XIX giornata

LAZIO: Pulici F., Ammoniaci, Martini L., Wilson, Manfredonia, Cordova, Rossi R., Agostinelli A., Viola (62' Garlaschelli), D'Amico, Badiani (I). (12° Garella, 14° Lopez). All. Vinicio.

SAMPDORIA: Di Vincenzo, Arnuzzo, Ferroni (I), Valente (72' Orlandi), Zecchini, Lippi, Saltutti, Bedin, Bresciani, Savoldi (II), Tuttino. (12° Pionetti, 14° Arecco). All. Bersellini.

Arbitro: Sig. Gonella di Parma.

Marcatori: 64' Garlaschelli.

Note: cielo coperto, terreno in buone condizioni. Ammoniti Di Vincenzo e Valente. Angoli 12-4 per la Lazio.

Spettatori: 40 mila circa.

Manfredonia e Bresciani
La rete di Garlaschelli
La rete di Garlaschelli
Il biglietto della gara

La Sampdoria ha banalmente sciupato l'occasione per portarsi via dall'Olimpico almeno un punto, contro una Lazio che non ha combinato praticamente nulla per meritare il successo pieno. Bersellini a fine gara, si è espresso in tono assai duro nei confronti dei suoi giocatori per aver commesso una distrazione che è costata la sconfitta. « Incassare un gol in quella maniera — ha dichiarato il trainer — è inconcepibile. Ci rimane la platonica soddisfazione di aver messo in seria difficoltà, sul piano del gioco, un'avversaria come la Lazio in casa sua. Ma è magra consolazione ». Il fattaccio è accaduto al 64' e su di esso ha pesato in gran parte anche la fortuna. Due minuti prima, infatti, Vinicio aveva mandato negli spogliatoi Viola, chiaramente a disagio con la maglia numero 9, sostituendolo con Garlaschelli. E' stato proprio il nuovo arrivato a raccogliere una punizione-cross battuta da Cordova, infilando con un preciso colpo di testa il gol del successo nella rete di Di Vincenzo. Nell'occasione la difesa blucerchiata, che aveva in precedenza respinto comodamente le numerose palle spioventi nella sua area, è apparsa nettamente sorpresa. Per i doriani è stata, tuttavia, una punizione eccessiva. Nel primo tempo, infatti, con una tattica assai intelligente, impostata sulla ragnatela a centrocampo (dove la compagine romana ha fatto la figura della mosca che tentava inutilmente la via d'uscita), la Sampdoria ha comandato il gioco con una disinvoltura che ha messo in seria crisi i biancocelesti. Il più bravo è sembrato Ferroni, che ha annullato completamente D'Amico, togliendo alla Lazio la sua fonte di gioco. Savoldi II si è posto a ridosso delle punte Bresciani e Saltutti, Bedin si è piazzato un po' indietro davanti al suoi compagni di difesa, mentre Valente e Tuttino, con manovre dinamiche e precise, davano ordine alla tranquilla partita sampdoriana. Gli uomini di Vinicio si affannavano a trovare varchi che venivano regolarmente chiusi dai blucerchiati. Bersellini, in sostanza, ha inventato una barriera elastica al centro del terreno di gioco, mettendo in condizione i vari Cordova, D'Amico, Agostinelli e Viola, di non riuscire a trovare il bandolo di una matassa sempre più complicata. Al termine dei primi 45 minuti, Di Vincenzo aveva effettuato una sola parata impegnativa esibendosi in un gran volo su colpo di testa di Badiani. Ma l'episodio era stato in precedenza bilanciato al 5' minuto, quando Manfredonia aveva tolto in extremis dai piedi di Savoldi la palla di un possibile vantaggio blucerchiato. Nella ripresa, secondo lo scontato copione imposto dalla circostanza, la Lazio si è gettata all'arrembaggio riuscendo, però, ad esercitare solo una superiorità territoriale. Esaurita la sfuriata biancoceleste, la partita stava per incanalarsi di nuovo sugli stessi binari del primo tempo, quando è arrivato improvviso ed inaspettato il gol di Garlaschelli. A quel punto è logicamente saltato il piano blucerchiato, che si proponeva evidentemente la divisione dei punti. L'ingresso di Orlandi al posto di Valente non è stato sufficiente per ribaltare la situazione contro avversari trasformati dall'euforia. Con meno affanno e spazi più larghi a disposizione, Cordova poteva finalmente esibire il suo classico repertorio. Tutta la squadra ne traeva giovamento e in contropiede ha sfiorato con D'Amico e Rossi (due volte), il raddoppio. Nonostante la riscossa, favorita dalla diversa disposizione dei genovesi e dal morale ritrovato, la Lazio, però, non è riuscita a cancellare la sua brutta esibizione. Ai sampdoriani c'è da rivolgere solo un rimprovero: quello di non aver saputo dare il colpo di grazia ai biancoazzurri nel primo tempo, quando hanno avuto in mano le redini del confronto.