Domenica 6 marzo 1938 – Roma, stadio del P.N.F. - Lazio-Juventus 1-1
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6 marzo 1938 - 543 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1937/38 - XXIII giornata
LAZIO: Provera, Zacconi, Monza (II), Baldo, Viani (I), Milano, Busani, Riccardi, Capri, Camolese, Costa. All. Giuseppe Viola.
JUVENTUS: Bodoira, Foni, Rava, Depetrini, Monti, Varglien I, Defilippis, Varglien II, Gabetto, Tomasi, Bellini.
Arbitro: sig. Barlassina di Milano.
Marcatori: 33' st Gabetto, 44' st Milano.
Note: terreno asciutto. Giornata primaverile e calda. Angoli 6 a 2 per la Lazio.
Spettatori: 15000.
Roma, 7 marzo. Marzo ha voluto anticipare una magnifica giornata primaverile. Ma col tiepido sole dell'Incipiente primavera, è sceso, sul campo dello Stadio, impadronendosi del giocatori, un senso di molle stanchezza. In siffatto ambiente, ovattato di sonno, le due squadre hanno incrociato i ferri senza colpirsi fino al 33' del secondo tempo. Fino al guizzo improvviso e geniale di Gabetto non si è visto che un lento alternarsi di botte e risposte al rallentatore, di rinvi lunghi, di lunghi passaggi mal dosati, di confusione anche. Di colpi condotti con decisione ne ricordiamo assai pochi. Le difese, solidamente costrutte (assai più gagliarda quella della Juventus in cui tanto Rava che Foni hanno dato uno spettacolo costituente uno del pochi se non l'unico numero interessante della partita) hanno arginato con facilità le offensive condotte con alquanta confusione e scarso senso tattico, I bianco-neri non si sono chiusi in difesa, non hanno fatto del semplice giuoco ostruzionistico. L'assenza di Plola dalle file laziali ha senza dubbio determinato l'orientamento tattico della compagine torinese la quale, facendo assegnamento sulla estrema difesa, solida e mobilissima, ha tentato più volte di trar profitto dalla situazione particolarmente favorevole imprimendo alla partita un carattere di aperta battaglia.
Ne è derivato un giuoco alterno, un susseguirsi di botte e di risposte con scintillio di lame verso la fine. Ma Barlasslna non ha permesso che il giuoco degenerasse e oltrepassasse il limite della correttezza. Complessivamente la Lazio ha attaccato di più, ma chi conosce la Juventus sa che l'attrarre l'avversarla nella propria area per colpirla di contrattacco, fa parte del suo bagaglio tattico.
E si può anche_agglungere che 11 trio Bodoira-Foni-Rava, con il valido aiuto di Monti, di De Petrlnl e di Varglien I non aveva gran che da temere dalla prima linea bianco-azzurra priva del suo condottiero rimpiazzato con molta buona volontà da Capri. L'attacco laziale soltanto in due occasioni ha messo in pericolo l'incolumità della rete di Bodoira.
Nel primo tempo fu Capri a perdere un'occasione che Piola avrebbe sfruttato assai diversamente, e nella ripresa lo stesso Capri non riusciva a utilizzare un passaggio magnifico inviatogli da Riccardi a pochi passi dal portiere juventino. Fu, questa l'azione più intelligente Imbastìta dalla Lazio, ma Capri non riusci a comprendere le intenzioni del compagno e l'azione venne bloccata in angolo dal sempre viglie e attento Rava.
Se si deve dir male dell'attacco laziale, di quello juventino non si può dire molto bene. Come organicità di giuoco la linea ha funzionato assai poco; Varglien II e più ancora Tomasi, sono stati efficaci a metà campo, mentre le ali non hanno compiuto memorabili gesta. Gabetto si è visto a sprazzi; il suo comportamento si è perfettamente conformato al tono della partita; ogni tanto lo si è visto saltare come uno scoiattolo tra le maglie azzurre, con la palla incollata ai piedi, con lo stile di un autentico campione. Il punto segnato a 33' porta le sue sigle; è stato questo, un punto da lui solo pensato, costruito e realizzato con un piccolo aluto di Bellini. Una prima linea, quella del bianconeri, che non dovrebbe avere molte frecce al suo arco se il suo rendimento normale è quello che oggi ci ha fatto vedere nello Stadio del Partito.
Il risultato di parità ci sembra equo. La Juventus, se non si fosse lasciata sorprendere dal punto di Milano (ed è pure ì caso di parlare di sorpresa data la solidità a tutta prova della difesa juventina che fino ad allora aveva reagito con grandi autorità alla pressione avversaria avrebbe ottenuto la vittoria. Non ci sentiamo tuttavia di affermare che il successo sarebbe stato meritato.
Più giusto il nulla di fatto; e più rispondente allo svolgimento dell'incontro. Nel quadro opaco della partita ìl risultato di parità è quello che meglio si adatta. Qualche riga di cronaca: ì bianconeri partono decisi ma nello spazio di tre minuti sonc due volte in « angolo ». Poi quanto manovrata senza convinzione, la palla va da un capo all'altro del campo. Al 15' due tiri di Riccardi e di Capri, quest'ultimo non privo di insidiosità impegna Bodoira.
Un minuto dopo azione bianconera e duetto Varglien II e Tomasi. Questi sul più bello s'impappina e il pallone è facile preda di Zaccone che manda in « angolo ». Giuoco fiacco a metà campo: al 29' Rava si fa ammirare in un intervento decisivo, mentre al 30' è Zaccone che libera la,propria area da una pericolosa azione delle zebre; perfetta una rovesciata di Capri, ma fuori bersaglio. Al 35' Bodoira esce dalla porta su tiro di Camolese e al 38' un'azione Capri-Busanl è spezzata in angolo da Foni.
Altra uscita di Bodoira, poi è Viani che impegna seriamente 11 bravo Provera. Nel giuoco scialbo notiamo un tiro di Baldo al 40', un altro « angolo » contro la Lazio al 41', e, al 42', un tiro Improvviso di Capri che non sorprende Bodoira La ripresa ha inizio con la stessa andatura, ma si fa via via più vivace. Sul principio è la Lazio che prevale; Rava deve intervenire per spezzare un'azione insidiosa e al 14' una fuga di Busani si infrange contro la difesa bianconera. Un rude intervento di Rava su Busani provoca al 16' una punizione dal limite. Al 25' altra punizione dal limite contro la Juventus. L'attacco laziale, per quanto più vivace, non riesce a spuntarla. Al 29' Costa esce per qualche minuto dal campo dopo aver tentato di sorpresa l'azione da goal. Mentre perdura una certa superiorità di azioni offensive dei biancoazzurri, giunge improvviso il goal juventino.
Fuga di Gabetto che piega a sinistra, passa a Bellini, Si insinua dietro a Zaccone, riceve l'allungo da Bellini, stringe ancora e tira deciso. Provera respinge, ma la palla gli sfugge. Sulla sfera di cuoio il più pronto a giungere è Gabetto che con una puntata spedisce imparabilmente in rete. Uno a zero: risultato tipicamente juventino. La folla (dodicimila persone) Bembra già rassegnata all'ineluttabile, ma la Lazio corre al contrattacco. Al 44' Rava è costretto a salvare in « angolo ». Tomasi respinge, Busani riprende e manda spiovente a Milano che, di testa, Infila la rete di Bodoira. Subito dopo, la fine.
Fonte: La Stampa firma: Filippo Muzi