Domenica 5 giugno 1983 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Catania 2-1

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5 giugno 1983 - 2169 - Campionato di Serie B 1982/83 - XXVII giornata

LAZIO: Orsi, Podavini, Saltarelli (33' Miele), Vella, Pochesci, Spinozzi, Ambu, Manfredonia (55' Marini), Giordano, D'Amico, Badiani. A disp. Moscatelli, Sciarpa, Chiodi. All. Morrone.

CATANIA: Sorrentino, C.Ranieri, Mosti, M.Giovannelli, Chinellato (67' Barozzi), Mastropasqua, Morra II, Mastalli, Cantarutti, Crusco, Crialesi. A disp. Onorati, Ciampoli, Marino, Gamberini. All. Di Marzio.

Arbitro: Menicucci (Firenze).

Marcatori: 13' Giordano (rig), 27' Crialesi, 65' Mastropasqua (aut).

Note: giornata di caldo afoso con punte di 37°. Sono stati usati degli idranti per refrigerare i tifosi stipati fin dalle ore 12.00. Oltre 15.000 i tifosi catanesi giunti da ogni parte d'Italia. Numerosi gli interventi degli addetti al pronto soccorso per malori, specialmente dopo il raddoppio della Lazio. Terreno in perfette condizioni. Numerosi e violenti tafferugli prima, durante e dopo la partita, sia all'interno che all'esterno dello stadio. Presenti in tribuna, l'ex presidente Lenzini, l'allenatore della Juventus Trapattoni, il presidente del CONI Carraro, il prefetto di Roma Parparo, il presidente del Cagliari Amarugi e Luigi Riva. Espulso Pochesci.

Spettatori: 65.000 circa di cui oltre 15.000 tifosi del Catania.

L'entrata in campo delle squadre
La Curva Laziale
La curva catanese
Il rigore trasformato da Giordano
Il pareggio dei siciliani
Il tiro di Crialesi
Da Stampa Sera: la cronaca della partita
Marini e Cantarutti
La curva sud

L'altra Roma, quella biancazzurra, è ricomparsa per le strade dopo un mese passato in giallorosso. Le strade del centro sono state animate da piccoli caroselli d'auto a festeggiare una promozione non ancora raggiunta ma senz'altro avvicinata con il successo fortunoso sul Catania. Non c'è molto da vantarsi per la vittoria ottenuta sui diretti rivali per la promozione, ma al tifoso basta il risultato e soprattutto l'occasione per ritrovare la propria identità di fede dopo le settimane trascorse ad assistere al trionfo romanista.

Non c'erano però soltanto i tifosi laziali allo stadio, anzi i catanesi erano affluiti in massa tanto da occupare quasi per intero la curva sud. Ci sono stati scontri sulle gradinate, ed altri assai più gravi nelle strade con vetri delle auto rotti e pestaggi cruenti. Successo fortunoso per i laziali che sul piano del gioco sono stati nettamente inferiori ai loro avversari. Il primo gol è stato realizzato da Giordano su un rigore perlomeno dubbio, poi è venuto il pareggio di Crialesi e nella ripresa il 2-1 su un tiraccio di Podavini deviato dalla parte opposta della porta da Mastropasqua. All'attivo del Catania oltre alle manovre meglio articolate, stanno anche due traverse e un paio di occasioni mancate.

Per la Lazio non tutto è risolto anche se il vantaggio di due punti sulle avversarie più lontane, proprio il Catania e il Como, dovrebbe garantire un minimo di respiro. Basta un pareggio a Cava dei Tirreni , contro la Cavese che è rimasta tagliata fuori proprio ieri dalla lotta per la promozione. Il guaio vero è che alla Lazio mancano le forze e il gioco in questo momento, e senza le une e l'altro tutto può risultare difficile. Ieri Morrone aveva cercato di rendere più incisiva la manovra del suoi con lo spostamento in avanti di Manfredonia che giocava come centrocampista avanzato praticamente in linea con D'Amico. Il notevole sbilanciamento in avanti ha aperto falle In difesa di cui non possono essere considerati colpevoli Podavini, Pochesci e compagni.

Il nervosismo esasperato, la pretesa di ottenere dall'arbitro un trattamento di riguardo, hanno finito per annebbiare ogni manovra considerata alla stregua di un'azione da rugby da portare il più avanti possibile e concludere con una punizione o meglio un rigore. I farraginosi attacchi della Lazio raggiungevano lo scopo al 12' quando il raddoppio di marcatura fatto da Mastropasqua su Ambu ha visto uscire il laziale a tuffo dal contrasto con i due avversari, il libero e Ranieri marcatore diretto. Menicucci soltanto in questa occasione ha dato l'impressione di cedere alle pressioni di un ambiente sovraeccitato. Giordano ha trasformato il rigore con il consueto tiro potente.

Segnata la rete la Lazio ha dovuto subire l'iniziativa del Catania e al 25' è venuto il gol su un'azione corale impostata da Mastalli (era stato D'Amico a cedere la palla senza combattere) su Cantarutti che gliela ritornava con un perfetto colpo di tacco in corsa; immediata apertura sulla sinistra per Crialesi che controllava il pallone, avanzava di qualche - passo e quando Orsi veniva fuori dai pali fiondava a colpo sicuro. Al 41' Vella respingeva una schiacciata di testa di Mosti, e nella ripresa ancora il terzino di testa (55') colpiva la traversa. Al 65' mentre il Catania dava l'impressione di controllare agevolmente la partita, Podavini aveva un rimpallo favorevole, avanzava e tirava rasoterra da fuori area: la deviazione di Mastropasqua ingannava Sorrentino.

Il forcing catanese fruttava un'altra traversa al 71' e poi all'87' era Orsi a deviare in angolo una bella punizione di Cantarutti. La partita proseguiva fino al 93', vendetta di Menicucci che si è sentito preso in giro dall'esasperante tattica del ritardi messa in atto dai laziali. E con il fischio di chiusura l'arbitro espelleva pure Pochesci che aveva assestato un cazzottone a Glovannelll.

Fuori dello stadio scoppiano disordini fra tifosi catanesi e laziali. Spuntano bastoni e coltelli, molti sono i feriti. Diversi autobus della linea 121 (Stadio-Stazione Termini) vengono danneggiati in maniera seria. Un tifoso siciliano è scaraventato letteralmente fuori dal finestrino dopo che sul bus aveva tentato di aggredire dei giovani laziali con un coltello; non si era accorto che dietro di lui c'erano degli ultras biancazzurri. Anche alla stazione si registrano momenti di panico puro, con lacrimogeni sparati dalla Celere.

Fonte: La Stampa

Nota[modifica | modifica sorgente]

Il ricordo di Arcadio Spinozzi per LazioWiki

Ricordo perfettamente quella gara, penultima del campionato 1982-'83, uno scontro diretto per la promozione in serie A. Noi biancocelesti dovevamo assolutamente vincere per tornare nella massima serie. Ai siciliani bastava un pareggio per avere la promozione in tasca. Come potrei dimenticare i timori, le ansie, le difficoltà della vigilia e, soprattutto, la soddisfazione, la gioia irrefrenabile provata a fine gara? Anche in quell'occasione, l'Olimpico offrì un colpo d'occhio eccezionale. Lo stadio era esaurito già due ore prima dell'inizio della partita. Molti tifosi erano arrivati all'Olimpico in mattinata. Faceva un caldo tremendo e la temperatura in campo era ancora più alta, a causa dell'importanza della posta in palio e di ruggini per quello che era successo nella partita d'andata al Cibali. Andammo in vantaggio grazie a un gol di Giordano, su rigore, poi Crialesi ristabilì la parità. Ironia della sorte, fu proprio il mio amico, ex laziale, Giorgio Mastropasqua a regalarci la vittoria, deviando in rete un tiro di Podavini. Vincemmo 2-1 lo scontro diretto. Un rigore assegnato dal direttore di gara e alcuni episodi dubbi a nostro favore fecero scattare la bagarre a fine partita tra calciatori siciliani e laziali. Il presidente del Catania, Massimino, dimenticando di aver pareggiato la partita d'andata grazie a un rigore inesistente allo scadere, mosso da furore, accusò Menicucci di essere un mafioso e ci accusò di aver pagato per ottenere la compiacenza dell'arbitro.

Arcadio Spinozzi (30 Maggio 2011)