Domenica 29 maggio 1983 - Arezzo, stadio Comunale - Arezzo-Lazio 0-0
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29 maggio 1983 - 2168 - Campionato di Serie B 1982/83 - XXXVI giornata
AREZZO: Pellicanò, Doveri, Zanin, Mangoni, Zandonà, Brunello, Traini (63' Barbieri), Belluzzi, Neri, Malisan, Frigerio. A disp. Reali, Innocenti, S.Butti, Botteghi. All. Angelillo.
LAZIO: Orsi, Podavini (64' Sciarpa), Saltarelli, Vella, Pochesci, Spinozzi, Ambu, Manfredonia, Giordano, D'Amico, Badiani. A disp. Moscatelli, Miele, Marini, Chiodi. All. Morrone.
Arbitro: Mattei (Macerata).
Note: giornata nuvolosa, terreno in discrete condizioni.
Spettatori: 16.000 circa di cui 10.000 tifosi laziali.
E' un esodo biblico quello che porta i tifosi laziali ad invadere l'Autostrada del Sole con ogni mezzo possibile. Sono allestiti anche treni speciali. Lo stadio di Arezzo è quasi tutto biancazzurro per questa trasferta pressoché decisiva per la promozione. Morrone schiera una squadra accorta e guardinga, così come l'allenatore aretino Angelillo, a cui serve un punto per la salvezza. Manfredonia ed Ambu risultano i migliori in campo. Ne esce così un pareggio che accontenta tutti, ma il Catania vince in casa e si porta a pari punti con i biancazzurri e la domenica successiva lo scontro diretto con gli etnei si preannuncia al cardiopalmo.
Sono sorte inaspettatamente alcune perplessità sull'esito della trattativa per la cessione del pacchetto azionario a Chinaglia, da parte del dirigenti della Lazio. Prima di partire per New York, Beppe Pinton ha dichiarato che l'intesa doveva considerarsi praticamente saltata. Lo scoglio principale sarebbe costituito dalla proposta laziale di cedere interamente la società mentre l'Intenzione di Chinaglia sarebbe stata quella di coprire l'aumento di capitale che è esattamente di 1800 milioni. Nei giorni scorsi Chinaglia aveva più volte dichiarato di essere pronto a rilevare «tutta» la Lazio.
Evidentemente nella notte deve essere accaduto qualcosa. Forse Chinaglia si è spaventato di fronte al grave passivo della società. E' cominciata a circolare una girandola di cifre, fra esposizioni personali del dirigenti, tasse da pagare, premi ai giocatori, debiti vari che ammonterebbero globalmente (ma si tratta di voci) a 10-12 miliardi. Tuttavia lo stesso Chinaglia, mentre la vicenda stava assumendo toni grotteschi con i dirigenti laziali che reagivano sorpresi alle affermazioni di Pinton, ha fatto giungere dagli Stati Uniti questa testuale dichiarazione: «Non so perché Pinton abbia fatto quel comunicato. Devo ancora esaminare con lui e far esaminare da persone competenti le cifre che mi porterà. Non capisco, però, perché si dica che la trattativa è saltata. La mia intenzione resta quella di rilevare la Lazio». In che modo e quanta parte della società, Chinaglia non l'ha chiarito. Ma forse sta già pensando ad una ritirata.