Domenica 28 febbraio 1954 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Bologna 1-1
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28 febbraio 1954 - Campionato di Serie A 1953/54 - XXII giornata
LAZIO: Sentimenti (IV), Antonazzi, Di Veroli, Alzani, Sentimenti (V), Bergamo, Burini, Fuin, Vivolo, Bredesen, Puccinelli. All. Sperone.
BOLOGNA: Giorcelli, Giovannini, Cattozzo, Pilmark, Ballacci, Jensen, Valentinuzzi, Bonafin, Cappello, Randon, Cervellati. All. Viani (I).
Arbitro: sig. Pieri R. di Trieste.
Marcatori: 55' Bonafin, 61' Jensen (aut).
Note: giornata tiepida, cielo coperto, campo in buone condizioni.
Spettatori: 25.000 circa.
All'annuncio delle formazioni ci si immaginava che sarebbe stata una partita giocata prevalentemente dalle prime linee. Infatti, alla formazione arrembante predisposta da Viani, Sperone rispondeva per le rime. Come spesso accade in questo sport, le previsioni erano completamente sballate in quanto le note di cronaca del primo tempo si possono ridurre a due soli momenti. Al 17' un secco tiro di Bredesen, diretto inesorabilmente in rete, veniva deviato da un mani di un difensore rossoblu. Il fallo è involontario ma ciò non toglie che senza di esso la Lazio sarebbe passata in vantaggio. L'arbitro Pieri, compassato e ineffabile, decideva di non punire il Bologna provocando così le vibrate proteste dei giocatori laziali e del pubblico. Il secondo episodio si è verificato al 44' quando, un forte tiro di Bredesen, viene deviato in angolo da Giorcelli. La ripresa si supponeva che seguisse lo stesso sonnolento andazzo della prima parte; invece le squadre riprendono le ostilità come se fossero state morse dalla tarantola. Si registrano fallacci, tentativi di zuffa, simulazioni, liti continue come se le compagini in campo si stessero giocando uno spareggio per lo scudetto. Il "tourbillon" caro a Sperone e il mezzo sistema caro a Viani sono completamente sconvolti e il gioco, che nel primo tempo era svolto a punta di fioretto, si trasforma in un duello di clave. L'unica spiegazione che può giustificare un tale cambiamento di clima agonistico può essere forse ricondotto ai troppi errori arbitrali che, tranne nel caso già citato, non hanno mai favorito il Bologna. Comunque sia, la cronaca del secondo tempo inizia con una stangata raso terra di Cappello, vanificata dal tuffo di Sentimenti IV. Nel frattempo vi era stato un cambio di ruoli tra Bergamo e Fuin con il primo spostato all'attacco a fianco di Vivolo. Questo era il segno di una volontà biancoceleste di potenziare il gioco offensivo, ma proprio in quel momento è giunta la doccia fredda del goal rossoblu. Al 55' infatti un lungo lancio di Pillmark non veniva intercettato da Alzani e Bonafin, scattando come una lepre, giungeva a tu per tu con "Cochi" e, nel momento in cui il portiere si gettava sul pallone, con un abile tocco a parabola il giovane bolognese superava il numero 1 biancoceleste. La risposta laziale era furibonda: Giorcelli neutralizzava un pericoloso tiro di Burini e tutta l'area rossoblu era occupata da giocatori in maglia biancoceleste. Al 61' i romani pervenivano al pareggio in maniera un po' avventurosa ma meritata. Su un cross dalla sinistra Sentimenti V intravedeva un corridoio utile e sferrava un tiro a mezza altezza. Probabilmente il pallone sarebbe terminato fuori ma uno stinco di Jensen faceva inarcare il pallone che si infilava a fil di traversa con il portiere Giorcelli impedito a saltare da due giocatori laziali. Pieri indicava immediatamente il centrocampo ignorando le vibranti proteste degli inveleniti bolognesi. Il vero protagonista dell'incontro diventa proprio il direttore di gara: fischi continui, valutazione dei falli sempre capovolta, fuorigioco non visti, falli ignorati; insomma tutto il repertorio di errori che un arbitro può fare. Le scarne note di cronaca si riducono ad un gran tiro di Alzani all'81' appena sopra la traversa e ad una bella azione Cappello-Bonafin sventata in extremis dalla difesa laziale. Il risultato finale comunque è giusto, anche se lascia insoddisfatte entrambe le squadre. Il Bologna è stato impeccabile in difesa nonostante la pesante assenza di Greco e l'attacco, con il giovane Bonafin e con Cappello, ha messo in luce notevoli qualità. Anche gli altri rossoblu non hanno demeritato, anche se l'esordiente Valentinuzzi è comunque da rivedere. Nella Lazio Bredesen ha trovato un cliente difficile in Pillmark e quindi non c'è stato un giocatore capace di dettare i tempi del gioco; Fuin è risultato positivo solo nel secondo tempo, mentre la difesa è stata efficace con Antonazzi e il giovane Di Veroli che non ha mai sbagliato cercando sempre la misura e il tempo. Il migliore della squadra è stato comunque Sentimenti V, su cui spesso si sono fermati i tentativi offensivi bolognesi.