Domenica 26 marzo 1978 - Foggia, stadio Pino Zaccheria – Foggia-Lazio 3-1
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26 marzo 1978 - 1963 - Campionato di Serie A 1977/78 - XXIV giornata
FOGGIA: Memo, Colla, Sali, Pirazzini, Bruschini, Scala (73' Gentile), Salvioni, Del Neri, Iorio, Nicoli, Bordon. A disp.: Benevelli, G.Braglia. All. Puricelli.
LAZIO: Garella, Pighin, Martini, Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Badiani (44' Agostinelli), Giordano, Lopez, Ghedin. A disp.: Avagliano, Perrone. All. Vinicio.
Arbitro: sig. Barbaresco (Cormons).
Marcatori: 19' Iorio, 46' Garlaschelli, 59' Colla, 80' Del Neri.
Note: cielo coperto, terreno allentato. Ammoniti Lopez, Scala e Giordano. Angoli 8-5 per il Foggia.
Spettatori: 18.000 circa.
Pasqua amara per la Lazio. La pesante sconfitta subita a Foggia ha fatto precipitare la crisi che era già nell'aria da tempo: stasera è stato esonerato l'allenatore Luis Vinicio. Lo ha deciso il consiglio di amministrazione della società riunitosi a casa del presidente Lenzini. La squadra sarà affidata momentaneamente a Roberto Lovati attuale direttore sportivo e «osservatore» della società. Il licenziamento del tecnico brasiliano non è stata una sorpresa, ma si era propensi a credere che la decisione sarebbe stata presa nella giornata di domani. Infatti il presidente Lenzini si trovava a Pievepelago per trascorrervi la Pasquetta con la famiglia. Ma dopo la relazione che gli è stata fatta per telefono dall'ing. Paruccini, dirigente accompagnatore della squadra a Foggia, Lenzini ha deciso di far ritorno immediatamente nella capitale dove è giunto in serata. Nel frattempo erano stati convocati a casa sua alcuni consiglieri, quelli che era stato possibile reperire. Questa volta il presidente non ha trovato ostacoli nella sua decisione di troncare il rapporto con il brasiliano che egli stesso ave va preso un mese fa, dopo la sconfitta subita dalla Lazio a Torino contro la Juventus, ma che aveva trovato ostacolo nella maggioranza del consiglio di amministrazione.
La vittoria ottenuta la domenica successiva all'Olimpico sull'Inter, sembrava aver restituito all'allenatore della Lazio la fiducia della società, almeno per condurre a termine il campionato. Ma i due punti perduti sul campo del Pescara non hanno tardato a rimettere in discussione la presenza del tecnico alla guida di una squadra la quale sembra aver definitivamente smarrito in questi ultimi tempi il suo gioco, ma soprattutto la compattezza interna. Sull'atmosfera tutt'altro che idilliaca avevano inciso in modo particolare le dichiarazioni rilasciate da Vinicio nel ritiro di S. Margherita Ligure, alla vigilia della partita con la Juventus.
Il trainer disse in sostanza che al termine della stagione avrebbe lasciato la Lazio non potendo egli più lavorare in un ambiente che gli era ostile. L'atteggiamento del brasiliano mandò su tutte le furie Lenzini che da quel giorno ritenne praticamente interrotto il rapporto con il tecnico (il più pagato, si dice, del campionato Italiano). L'inopportunità di licenziare Vinicio a pochi giorni dal derby con la Roma e il punto conquistato contro i giallorossi, avevano contribuito a rinviare la soluzione di una vicenda che si è tradotta puntualmente in realtà dopo il grave rovescio di Foggia. Sono ormai due mesi — ha dichiarato Cordova — che la squadra sta giocando un campionato piatto, inconsistente. Ora siamo dentro fino al collo nella lotta per non retrocedere. Finora abbiamo avuto la mentalità della squadra che pretendeva, almeno sulla carta, di giocare per la testa della classifica. Ecco perché adesso, nella nuova condizione, non abituati a soffrire per evitare di andare in B, siamo la compagine, fra le ultime della graduatoria, ad incontrare le maggiori difficoltà.
La decisione dell'esonero, è stata comunicata a Vinicio dall'ing. Paruccini. Il brasiliano ne ha preso atto non mostrandosi troppo sorpreso. Aveva anche lui capito che era solo questione di tempo. Gli errori maggiori che si addebitano al brasiliano riguardano la cessione del portiere Pulici, sostituito da Garella che ha avvertito oltre il previsto il balzo in prima squadra; l'acquisto dell'anziano Clerici e di Boccolini. Inoltre sì rimprovera al tecnico di non aver saputo usare una certa diplomazia per tenere unita la squadra che appare invece dilaniata da pericolosi contrasti fra i giocatori divisi in clan. Il compito di Lovati si presenta assai difficile, non solo per la delicata posizione in graduatoria che occupa la Lazio, ma soprattutto perché l'ex portiere deve ricostruire morale e compattezza smarriti dalla squadra. Inoltre Lovati deve anche studiare la formula di un gioco pratico e redditizio che contribuisca a far uscire la Lazio dalle pericolose sabbie mobili del fondo classifica.
Domenica i biancoazzurri giocheranno in trasferta al S. Paolo contro il Napoli. Se non rimedieranno almeno un punto, le grandi in pericolo diventeranno tre: Fiorentina, Bologna e Lazio.
Fonte: La Stampa