Domenica 26 agosto 2001 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Piacenza 1-1
26 agosto 2001 - 2957 - Campionato di Serie A 2001/02 - I giornata
LAZIO: Peruzzi, Pancaro, Nesta, Colonnese, Favalli, Castroman, Mendieta, Simeone (82' Stankovic), Fiore (63' Cesar), Crespo, C.Lopez (63' S.Inzaghi). A disposizione: Marchegiani, Ola, Giannichedda, Poborsky. Allenatore: Zoff.
PIACENZA: Guardalben, Cristante, Lamacchi, Lucarelli, Tosto (81' Cardone), Gautieri, Matuzalem, Volpi, Di Francesco (55' Ambrosetti), Hubner, Poggi (74' Rastelli). A disposizione: Orlandoni, Maltagliati, Miceli, Amauri. Allenatore: Novellino.
Arbitro: Sig. Bolognino (Milano).
Marcatori: 48' C.Lopez, 61' Matuzalem.
Note: nessun ammonito. Recupero: 2' p.t., 4' s.t. Esordio in serie A per Gaizka Mendieta e Cesar ambedue classe 1974.
Spettatori: 40.000 circa.
Mezzo passo falso all'Olimpico, mentre la società si copre le spalle ingaggiando il monumentale centrale olandese. La Lazio corre ai ripari, arriva la torre Stam. Biancocelesti traballanti in difesa: illude Claudio Lopez, poi Matuzalem regala un punto al Piacenza. Per carattere, e anche per senso pratico, non doveva dispiacergli una Lazio che partisse a fari spenti, con teorico notevole distacco dalla pole-position del campionato. Ma Dino Zoff, che non a caso si diverte spesso a guidare una Lotus, sa pure che esagerando in attendismo non si va mai troppo lontano. Specie quando la strada verso il traguardo dei primi tre punti è bloccata da un ostacolo modesto quanto ben strutturato come il Piacenza di Novellino. Nesta e compagni, tra assenze di peso e ritardi di condizione, hanno finito per sbatterci la testa contro, illudendosi di potersene disfare aggrappati alla prima prodezza italiana del resuscitato Claudio Lopez, per poi arrendersi alla rabbiosa replica di un altro sudamericano, Matuzalem. L'1-1 con il quale i biancocelesti hanno avviato una stagione ancora tutta da decifrare fissa sulla stessa fotografia l'eccellente organizzazione del Piacenza, ma pure le difficoltà di una Lazio ancora in cantiere nel modulo (ieri rispolverato per amore e per forza il 4-4-2), nelle intese (specie quella Fiore-Mendieta) e persino nell'organico. D'oltre Manica, dove ha vinto quanto era possibile vincere nelle file del Manchester United, è per fortuna in arrivo Jaap Stam, il gigantesco capomastro olandese che dovrebbe sistemare parecchie cose, almeno nell'architrave difensivo per ora puntellato solo dal formidabile Nesta.
Il "cattivo" degli orange, centonovantatré centimetri e quasi novanta chili di muscoli, è atteso già stamani allo sbarco a Formello, ancora inseguito dai veleni innescati in Inghilterra dalla sua spietata autobiografia "Head to head", testa a testa. Quelle pagine piene di critiche durissime al tecnico Ferguson, a diversi compagni (i fratelli Neville su tutti), al calcio britannico gli sono costate 300 milioni di multa e il divorzio dal più celebre club inglese. Ma, alla resa dei conti, gli sono valsi anche i 20 e passa miliardi netti che percepirà dalla Lazio, che l'ha strappato ai Red Devils per una cifra neppure terrificante in questi anni di difensori più rari dei panda: 50 miliardi di lire. Curioso sarà vedere quale accoglienza gli riserverà Simone Inzaghi, ieri pallido protagonista contro il suo vecchio Piacenza: "attori dell'area di rigore, pronti a gettarsi per terra al minimo contatto", l'etichetta dedicata da Stam agli Inzaghi Brothers nella citata chiacchieratissima autobiografia. Con un'aggiunta dedicata proprio a Simone, incontrato nella finale di Supercoppa del '99: "Dopo le solite lamentele, un vero vizio di famiglia, cominciò a minacciarmi. Ci vediamo negli spogliatoi, mi disse. Lo aspettai a lungo, a partita finita. Ma di lui si erano perse le tracce".
Il mondo è piccolo, quello del calcio di più. Oggi il gigante cattivo e il "cascatore" Inzaghino si ritroveranno compagni. A Zoff, che non vede l'ora di schierare il monumentale olandese davanti a Peruzzi, il compito di scacciare qualsiasi ruggine con una stretta di mano. Impresa persino piacevole, se raffrontata a quella di dare - in questo caso con indispensabile premura - una fisionomia più brillante alla nuova Lazio. Non che il giocattolo ancora una volta smontato e rimontato da Sergio Cragnotti sia di quelli da sbattere frettolosamente in cantina: Mendieta prima o poi si scioglierà, Couto riprenderà il suo posto, Cesar), (non male, nell'ultima mezzora) potrebbe ottenere altro spazio. Bisogna però dare brillantezza, vivacità, continuità ad una squadra che ieri ha addirittura rischiato di essere beffato da un Piacenza messo in campo in modo impeccabile. Operazione che Zoff può provare ad inseguire, da oggi, poggiando sulla roccia-Stam ("ho visto troppi buchi in difesa", l'amaro commento finale del tecnico), ma anche cercando di cavare il meglio da un parco-centrocampisti eccellente, a dispetto del doppio addio a Nedved e Veron, e da un tandem d'attacco non a caso promosso titolare nell'Argentina di Bielsa. Crespo, peraltro mai caricato a dovere, ieri ha sparato a salve, ma in compenso Lopez (e non solo per il gran gol infilato con un sinistro ciclonico) è finalmente tornato ad esprimersi ai livelli di Valencia. Strana davvevo la decisione di Zoff di disfarsene, dopo 17 minuti della ripresa, togliendo alla Lazio il miglior uomo in campo, Nesta a parte. Un colpo di sole, il crudo commento dei tifosi più inviperiti. Forse, solo un'incertezza legata ad un rodaggio complicato: ci penserà il gigante, come cantava un vecchio spot?
Zoff: "Le sostituzioni? Non mi pento, le rifarei". I primi fischi dell'Olimpico non creano imbarazzo a Dino Zoff. Già sotto esame nella sfida di Champions League contro il Copenaghen, il tecnico della Lazio deve difendersi dal clima ostile dei suoi tifosi, che ieri pomeriggio non hanno gradito il pareggio con il Piacenza. Colpa anche di due sostituzioni apparse cervellotiche ed incomprensibili: quelle di Claudio Lopez, uno dei migliori in campo, e Fiore. Zoff le spiega così. "Ho tolto Lopez perché in quel momento non c'erano più spazi. Sapevo che sarebbe stato un assedio e mi serviva un giocatore con le caratteristiche di Inzaghi per le mischie. Fiore? Loro spingevano molto sulla fascia sinistra e dovevo tamponare per ripartire. E Cesar poteva garantirmi questo tipo di gioco. Rifarei tutto quello che ho fatto". Zoff non si pente delle sue scelte. E non si appella al caldo di agosto per giustificare la prestazione deludente, anche sotto l'asp€etto fisico, della Lazio. "Lo abbiamo patito molto, ma questo non vuol dire che siamo indietro nella condizione." Poi il tecnico mette sotto accusa la difesa sul gol di Matuzalem. "Sulla rete del pareggio non siamo usciti sul calcio d'angolo. Siamo rimasti tutti davanti alla linea di porta. In quella situazione è sembrato che avessimo paura, e questa incertezza ci ha fatto prendere il gol. È stato un nostro errore". L'ultimo pensiero zoffiano è per l'ultimo arrivato in casa Lazio: il difensore olandese Stam, acquistato ieri dal Manchester United. "Un ottimo giocatore di livello internazionale. La rosa così è completa. Stam dovrebbe darci un grosso contributo".
Fonte: Corriere della Sera