Domenica 25 febbraio 2007 - Cagliari, stadio Sant'Elia - Cagliari-Lazio 0-2
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25 febbraio 2007 - 3.222 - Campionato di Serie A 2006/07 - XXV giornata - calcio d'inizio ore 15.00
CAGLIARI: Fortin, Ferri, Bizera (46' Lopez), Bianco, Agostini, D.Conti, Budel (60' Langella), Biondini, Capone (68' Marchini), Pepe, Suazo. A disposizione: Aresti, Del Grosso, Penalba, L.Colucci. Allenatore: Colomba.
LAZIO: Ballotta, Belleri, Siviglia, Cribari, Zauri, Behrami (85' Firmani), Ledesma, Mutarelli, Mauri, Pandev (64' Jimenez), Rocchi (92' Tare). A disposizione: Berni, Stendardo, Bonetto, S.Inzaghi. Allenatore: D.Rossi.
Arbitro: Sig. Messina (Bergamo) - Assistenti di linea Sigg. Toscano e Pugiotto - Quarto uomo Sig. Orsato.
Marcatori: 21' Cribari, 34' Rocchi.
Note: espulso Langella al 78' per gioco violento. Ammoniti: all'11' pt Mutarelli per gioco scorretto, al 48' D.Conti per gioco scorretto, al 52' Mauri per gioco scorretto, al 73' Langella per comportamento non regolamentare. Calci d'angolo: 4-4. Recuperi: 2' p.t., 4' s.t.
Spettatori: totali 8.000.
La Gazzetta dello Sport titola: "Rocchi-show Lazio quarta. E Cellino salva Colomba. Il presidente del Cagliari: "Non do alibi alla squadra, se cambiassi il tecnico non risolverei i problemi"".
Continua la "rosea": Lazio da Champions, Cagliari da serie B: sono i verdetti di un sfida tra due squadre agli antipodi. La Lazio, complice la Fiorentina vittoriosa sull'Empoli, rioccupa il quarto posto in solitudine e l'imbattibilità della porta di Peruzzi e Ballotta sale a 453 minuti recuperi esclusi (in pratica 5 partite). Il Cagliari è in caduta libera - terza sconfitta in 4 gare - e oggi giace tre gradini sopra Reggina e Messina terz'ultime: il rischio retrocessione si fa concreto, i tifosi rumoreggiano, Franco Colomba è sotto tiro. Il presidente Massimo Cellino è a Miami, negli Usa, sua nuova residenza. A Cagliari si sussurra del ritorno di Marco Giampaolo e di altre suggestive possibilità (Carlo Mazzone, Serse Cosmi). Nei giorni scorsi Cellino aveva escluso l'esonero di Colomba e ieri sera dalla Florida ha confermato che in Sardegna, nell'immediato, non arriverà un nuovo timoniere: "Colomba ha l'unica colpa di essere troppo galantuomo e concedere fiducia a chi non la merita. Non voglio dare più alibi al gruppo. Se oggi cambiassi l'allenatore, non risolverei i problemi". Mercoledì Torino-Cagliari, partita in cui si incroceranno i destini di Zaccheroni e Colomba, tecnici nei guai. Curiosità: ieri al Sant'Elia, come opinionista tv, c'era Gianni De Biasi, esonerato dal Toro e a rischio "richiamo" da parte di Urbano Cairo. Il Cagliari di ieri è stato indecente. Colomba ha puntato sul 4-3-1-2 con Capone trequartista e Budel davanti alla difesa, vertice basso di un "rombo" scombiccherato, cucinato male. Un conto è disegnare il modulo alla lavagna e dire "tu fai così e tu cosà", altra faccenda è l'applicazione concreta delle intenzioni di gioco.
Ieri il Cagliari aveva le sembianze di un presepe. Tutti fermi ad aspettare prevedibili passaggi, nessuno che si muovesse senza palla e creasse spazi per consentire a Suazo di azionare la sua falcata da quattrocentista. Tante manovre transitavano per gli spigolosi piedi di Ferri, ma è evidente che se gran parte dei palloni si scarica sul terzino destro qualcosa non va. I tre davanti hanno brillato per incompatibilità. Capone cercava Suazo e trovava Cribari; Pepe inseguiva sé stesso e annaspava. Un disastro acuito dalla lentezza di Budel, dalla mediocre giornata di Conti e dalla fragilità della difesa. Il Cagliari di Giampaolo annoiava quanto a manovra offensiva, ma era solido, difficile che sbracasse nei venti metri finali. Questo Cagliari sonnecchia e nel secondo tempo di ieri è stato paradossale, sembrava quasi che difendesse la sconfitta per 0-2. Stesso modulo, diversa interpretazione dello spartito. Lazio 4-3-1-2 come il Cagliari, ma qui si parla di Delio Rossi, allenatore tra i più sottovalutati. La Lazio è un'orchestra che fa seguire i fatti alla teoria. Mauri trequartista rappresenta la chiave di parecchi incroci. Forse è la migliore intuizione di Rossi. Mauri, un universale che avrebbe fatto la sua figura in certe squadre olandesi degli anni Settanta: difende, raddoppia, recupera, attacca, conclude. Negli ultimi tempi ha imparato a suggerire come un rispettabile numero dieci (ma lui porta l'11). Non possiede il tocco dell'artista alla Baggio, ovvio, però conosce alla perfezione i movimenti di Rocchi e serve i palloni giusti al bomber pelato.
I gol. 0-1: punizione di Ledesma da destra, difesa del Cagliari pasticciona sulle marcature e zuccata di Cribari in libera uscita. 0-2, il capolavoro: assist di Mauri a pescare Rocchi, stop acrobatico, dribbling a rientrare verso l'interno e tiro di destro a girare con palla all'incrocio. Rete bellissima, alla Del Piero prima maniera e tutti in piedi ad applaudire (cose che scaldano il cuore, in questi tempi oscuri). I tifosi di casa hanno contestato la propria squadra. L'hanno fatto in maniera accettabile, senza uso di violenza. Cori velenosi contro i giocatori ("Mercenari non ne vogliamo" e "Noi abbiamo undici coglioni") e nel finale ironici olé ogni volta che ai rossoblù riusciva un passaggio. Diluvio di fischi a gara conclusa. Grande prova degli uomini di Rossi: Mauri trequartista ha fatto la differenza.
Il Corriere della Sera così racconta la gara:
La Lazio agguanta la Champions, il Cagliari sprofonda verso la serie B. La domenica del Sant'Elia è un cocktail di sentimenti contrastanti. Da una parte la felicità dei biancocelesti, che grazie alla sesta vittoria esterna della stagione s'insediano al quarto posto; dall'altra la disperazione dei sardi, sconfitti sul proprio campo senza nessuna attenuante e contestati dai tifosi. Rossi si gode una Lazio perfetta, Colomba è appeso a un filo. Il presidente Cellino a Miami medita sull'esonero del suo allenatore, che potrebbe arrivare in caso di sconfitta mercoledì a Torino. Un vero e proprio spareggio tra disperati. C'è l'ipotesi di un clamoroso ritorno di Giampaolo per cercare di raddrizzare la barca che affonda. La Lazio ha numeri da sballo: settimo risultato utile consecutivo, miglior difesa del campionato, insieme alla Roma, con la porta imbattuta da 453 minuti. Ma non solo, c'è il gioco e la convinzione di poter centrare il traguardo dell'Europa che conta. I biancocelesti controllano senza penare la sterile sfuriata iniziale del Cagliari e al secondo vero affondo colpiscono implacabili. Behrami conquista una punizione che Ledesma spiattella nel cuore dell'area di Fortin e Cribari - approfittando della dormita di Bizera - trasforma nella rete del momentaneo 1-0 con un colpo di testa in tuffo. Il Cagliari, fino a quel momento perlomeno volenteroso, cede di schianto.
E la Lazio, forse un po' distratta all'inizio, prende coscienza della propria forza e diventa padrona della partita. La squadra s'accorcia, Ledesma fa girare palla, Behrami e Mutarelli tamponano e rilanciano, Rocchi segna il gol della domenica, un destro a rientrare sul palo alla sinistra di Fortin. Lo stadio che fischia e insulta i suoi giocatori si alza per applaudire il rivale. E l'applauso diventa ovazione quando, due minuti oltre il novantesimo, Rocchi lascia il posto a Tare. Un pomeriggio da ricordare, offuscato soltanto da una piccola polemica a distanza tra lo stesso Rocchi e Lotito. Il centravanti vorrebbe allungare e ritoccare il contratto: "Vorrei che questa storia si risolvesse prima dell'estate". Secca la replica del presidente: "È vincolato fino al 2009". Il Cagliari è una squadra senza capo né coda, fragile in difesa, inconsistente a centrocampo e con i nervi fragili. Langella, entrato al 15' della ripresa, resiste diciotto minuti prima di farsi espellere.