Sabato 22 gennaio 2000 - Cagliari, stadio Sant'Elia - Cagliari-Lazio 0-0
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22 gennaio 2000 - 2.876 - Campionato di Serie A 1999/00 - XVIII giornata
CAGLIARI: Scarpi, D.Lopez, Villa, Zebina, Sulcis, Berretta, O’Neill, De Patre, Macellari, Suazo (72’ E.Melis), Oliveira (86’ Corradi). A disposizione: Franzone, Diliso, Modesto, Abeijon, Carrus. Allenatore: Ulivieri (in panchina Melani causa squalifica del tecnico titolare).
LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Mihajlovic, Favalli, Conceição (62’ Stankovic), Almeyda, Veron, Nedved, Mancini (62’ Ravanelli), Boksic (76’ S.Inzaghi). A disposizione: Ballotta, Negro, Gottardi, Lombardo. Allenatore: Eriksson.
Arbitro: Sig. Farina (Novi Ligure) - Guardalinee Sigg. Saia e Ivaldi - Quarto uomo Sig. Massaro.
Note: terreno in buone condizioni, ammoniti Nesta, Macellari, Oliveira, O'Neill, per gioco falloso, Veron per comportamento non regolamentare, Mihajlovic per proteste. Calci d'angolo: 4-9. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 20.000 circa.
La Lazio scende a Cagliari con la voglia di vincere e dall'avvio della partita tiene in pugno il centrocampo schiacciando i sardi in difesa. Al 5' minuto la prima palla gol è sui piedi di Mancini che tocca di fino ma non è fortunato: palla fuori di pochissimo. Al 15' una punizione dal limite di Mihajlovic è parata da Scarpi. I biancazzurri insistono ed al 20' un colpo di testa di Mancini è deviato sulla traversa dal portiere rossoblù. Cinque minuti dopo la Lazio reclama un rigore per atterramento di Scarpi su Boksic: il fallo è netto, ma l'arbitro fa proseguire. Il Cagliari si fa vivo al 38' con un tiro di O'Neill, ma Marchegiani è attento. Nella ripresa i sardi cercano di farsi avanti ed al 47' un'azione di Beretta è fermata per un fuorigioco ai più apparso dubbio. Sbaglia poi Macellari, in contropiede, a cui manca l'ultimo passaggio, permettendo il recupero dei difensori biancazzurri. La partita pian piano si spegne ma, proprio nei minuti di recupero, la Lazio sfiora la rete: è Simone Inzaghi ad impostare l'azione passando una palla d'oro a Nedved che, da eccellente posizione, tira tra le braccia di Scarpi, che ringrazia. Con questo pareggio la Lazio si allontana dal vertice della classifica che vede la Juventus a quota 39 punti, i biancazzurri a 36, seguiti dalla Roma a 35 e Milan a 34.
La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio non corre. In trasferta soffre il male del gol. Il Cagliari strappa un meritato pari grazie a un formidabile Scarpi. Problemi in attacco, per la Lazio, ma anche a centrocampo dove Almeyda non gira al meglio e Veron dà solo timidi segnali di risveglio. Il Cagliari, che si affida soprattutto al contropiede, si difende con molto ordine e ringrazia Scarpi".
Continua la "rosea": Aggancio al vertice. Ma senza feste. Prima di tutto perché la Lazio non riesce ad andare oltre lo 0-0 in casa del Cagliari. E poi, o meglio soprattutto, perché la Juventus, raggiunta in testa alla classifica, oggi ha l'occasione di staccare nuovamente la squadra di Eriksson: di un punto se pareggerà sul campo della Reggina, o addirittura di tre se riuscirà a vincere. E così, alla fine, l'unico aggancio da celebrare è quello che si verifica in coda, visto che per effetto di questo pareggio il Cagliari raggiunge il Piacenza, sentendosi meno solo nella corsa dei disperati che inseguono la salvezza. Occasioni alla mano, ripensando anche a quei dubbi su un rigore non concesso, la Lazio ha tutti i motivi per sentirsi beffata, ma non basta prendersela con gli arbitri, come insegna Cragnotti, né sottolineare che il portiere avversario alla fine è il migliore in campo. Se nelle prime tre trasferte di campionato nel 2000 la Lazio, che nel '99 vantava il migliore attacco del campionato, non segna neppure un gol contro avversarie tra l'altro non in lotta per lo scudetto, ottenendo due 0-0 consecutivi contro Reggina e Cagliari e una sconfitta (0-2) contro il Venezia, qualche ragione ci sarà. E se è fin troppo facile puntare il dito dell'accusa verso l'attacco che non segna, e verso le conseguenti scelte di Eriksson che continua a trascurare il piccolo Inzaghi, è altrettanto doveroso soffermarsi sui ripetuti e preoccupanti black out del centrocampo, ovvero del reparto giustamente invidiato all'inizio della stagione dalle squadre rivali. Queste, infatti, sono le lacune emerse, o meglio confermate sul campo dell'ex fanalino di coda Cagliari, squadra da elogiare per come si batte a dispetto di una classifica chiaramente ingiusta.
Anche se, al di là delle parate sempre determinanti di Scarpi, della regia difensiva di Villa che festeggia 30 anni con una gara perfetta, e dei lampi di classe di O'Neill, la squadra di Ulivieri nel suo piccolo paga i propri evidenti limiti offensivi, al pari degli illustri avversari. Proprio qui a Cagliari, la stagione scorsa, la Lazio interruppe la serie di nove vittorie consecutive, ma grazie a quello 0-0 per la prima volta si trovò da sola in testa alla classifica nello sprint finale, poi perso in extremis col Milan. Stavolta, però, questo nuovo 0-0 serve a poco e per questo Nesta e compagni provano subito a forzare il ritmo. Non a caso l'avvio è tutto della Lazio, pericolosissima tre volte nei primi 20'. In attesa di dare l'addio al calcio, Mancini vorrebbe lasciare l'ennesimo segnale della sua classe, offrendo un controllo al volo da campione al 5' col destro, accompagnato dall'immediato tiro col sinistro, che sfiora il palo. Sarebbe stato un gol capolavoro e invece è soltanto la prima occasione mancata, cui segue la solita punizione avvelenata di Mihajlovic, deviata in angolo da Scarpi. Se è vero che il Cagliari non merita la classifica che ha, il numero uno dei sardi dimostra una volta di più di essere maturo per una grande squadra, con un nuovo determinante intervento al 20', quando corregge ancora in angolo un colpo di testa di Mancini, servito da Boksic. Creare occasioni da gol non significa però automaticamente giocare bene. Più determinata rispetto all'opaca prova di domenica scorsa a Reggio Calabria, la Lazio manca però a livello di continuità. Perché mentre il quartetto difensivo, guidato da Nesta, non ha grandi problemi a contenere i velleitari spunti di Suazo e Oliveira, in assenza di Mayelè e Mboma, i centrocampisti denunciano ancora troppe pause. Conceiçao a destra si vede poco, anche perché infastidito dal movimento di Macellari, ma soprattutto Almeyda continua a sbagliare la misura dei passaggi in mezzo al campo, favorendo i rapidi rilanci di O'Neill, direttore d'orchestra dei sardi che puntano quasi tutto sul contropiede. Né bastano i timidi segnali di risveglio di Veron, almeno a livello caratteriale, a restituire pericolosità alla manovra della Lazio, poco incisiva anche sulla sinistra per la posizione un po' troppo arretrata di Nedved. Gira gira, così, visto che Boksic gioca quasi esclusivamente di sponda, in assenza del rimpiantissimo Salas, il più pericoloso resta Mancini, privo però della necessaria cattiveria sotto porta.
E così il rammarico più grosso del primo tempo laziale è legato a quel rigore invocato per un'uscita di Scarpi, che effettivamente sembra scorretta, perché il portiere va più sui piedi di Boksic che sulla palla. Superata senza danni la prima mezz'ora, il Cagliari incomincia ad affacciarsi nella metà campo avversaria e al 39' Marchegiani è bravo a deviare un'insidiosissima conclusione da fuori area di O'Neill. E' il segnale che dà l'avvio a un'altra partita, perché i padroni di casa prendono coraggio rendendosi più pericolosi nella ripresa. Suazo costringe Pancaro e Marchegiani a un difficile salvataggio, poi soltanto un'errata segnalazione di fuorigioco, dopo un passaggio arretrato di Favalli, ferma De Patre, braccato da Mihajlovic. Più vivace e più equilibrata, la sfida offre emozioni ed errori su entrambi i fronti. Veron è bravo a impegnare Scarpi da fuori area, mentre poco dopo Suazo spara alto da buona posizione. E allora Eriksson, preoccupato per il calo della squadra, al 17' toglie lo spento Conceiçao e l'affaticato Mancini, mandando in campo Stankovic e Ravanelli. Per la verità la mossa serve a poco, perché il Cagliari va nuovamente vicino al gol con un'incursione di Macellari il cui cross non trova però alcun compagno pronto alla deviazione. Melani, che sostituisce lo squalificato Ulivieri in panchina, tenta di rinfrescare l'attacco inserendo prima Melis e poi Corradi, imitato da Eriksson che getta nella mischia anche Simone Inzaghi al posto di Boksic. Le occasioni migliori, però, capitano a due difensori e a un centrocampista: a Pancaro che devia fuori di poco di testa, a Mihajlovic che su punizione costringe l'ottimo Scarpi a intervenire coi pugni, e a Nedved che in pieno recupero, smarcato da Inzaghi, trova ancora le mani del portiere sulla traiettoria. E così, una settimana dopo il pareggio contro la Reggina, cala il sipario su un altro 0-0 della Lazio. In attesa di sapere se oggi, proprio a Reggio Calabria, la Juve saprà triplicare il vantaggio che aveva sugli uomini di Eriksson, prima di essere (provvisoriamente?) riagganciata.