Domenica 14 febbraio 1999 - Cagliari, stadio Sant'Elia - Cagliari-Lazio 0-0
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14 febbraio 1999 Campionato di Serie A 1998/99 - XXI giornata
CAGLIARI: Scarpi, Zanoncelli, Grassadonia (75' Centurioni), Zebina, Cavezzi, Zanetti, Berretta, Macellari, Vasari, O'Neill, Muzzi. A disp. Franzone, Lopez, Nyathi, De Patre, Mazzeo, Kallon. All. Ventura.
LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Mihajlovic, Favalli, Stankovic (70' Nedved), R.Mancini, Almeyda, Sergio Conceicao (80' Lombardo), Vieri, Salas. A disp. Ballotta, Negro, Fernando Couto, Baronio, Okon. All. Spinosi - DT Eriksson.
Arbitro: Cesari (Genova).
Note: ammoniti Zebina, Mihajlovic e R. Mancini. Calci d'angolo: 5-6. Recuperi: 1' più 2'.
Spettatori: 20.000.
Se Cragnotti ha visto la partita, e se non l'ha vista è bene che si faccia confezionare una videocassetta, sicuramente converrà sul fatto di dover rivedere certe sue convinzioni. Perché tra ieri pomeriggio a Cagliari e l'altra domenica all'Olimpico contro il Perugia, la sua curiosa teoria riguardo a un non meglio precisato complotto anti-Lazio è stata fatta a pezzi. Il gol-fantasma di Matrecano (salvataggio di Almeyda oltre la linea bianca) e poi il rigore negato a Muzzi ieri al 14' della ripresa (uscita a valanga di Marchegiani) smentiscono, senza possibilità di replica, che qualcuno possa aver preso talmente in antipatia i biancocelesti da volerli ostacolare nella loro corsa allo scudetto. Confermano, quei fatti, semmai, un'altra cosa, peraltro nota da tempo: e cioè che i nostri arbitri continuano a raschiare il fondo: Bolognino in Lazio-Perugia come Trentalange a Cagliari, criticato anche dai giocatori di Eriksson per una trattenuta dubbia di Zebina ai danni di Salas (32' del primo tempo, forse la scorrettezza è cominciata fuori dall'area di rigore, ma il fallo era da cartellino rosso perché ultimo uomo). Grazie al regalo dell'arbitro torinese e nonostante una prestazione abbastanza al di sotto della decenza, per come ci aveva abituati da due mesi a questa parte, la Lazio prende il pareggio (0-0) e se lo coccola come fosse il risultato più bello di questo mondo. Con quel punticino rosicchiato senza particolari meriti, e sfruttando la caduta della Fiorentina a Udine, la squadra biancoceleste aggancia infatti il primo posto in classifica, sia pure in comproprietà con i viola. Saltato il record delle 10 vittorie consecutive, rimane, ed è ovviamente tantissimo, questo traguardo raggiunto dopo un quarto di secolo, dai tempi ormai lontanissimi dello scudetto. Svagata e inconcludente, pure la Lazio ha pagato dazio al "Sant'Elia", dove il Cagliari finora non è mai uscito perdente dal confronto con le grandi del campionato. Pur priva di un paio di titolari (Villa e De Patre), la squadra sarda si è superata ancora una volta, giocando una gara superba per coraggio e sfrontatezza. La neo-capolista si è vista così travolgere dalla vivacità avversaria, schiacciata soprattutto a centrocampo, dove la linea dei quattro (Stankovic, Mancini, Almeyda e Conceicao) si è sempre trovata in grave affanno, incapace di contenere sul piano agonistico le mosse cagliaritane e di ripartire poi con contropiede adeguati. Irriconoscibile Vieri (mai beccato palla), del tutto fuori fase Stankovic, Mancini, Conceicao e Favalli, la Lazio ha provato brividi forti in diverse occasioni, e si è dovuta aggrappare al furore di Nesta e Mihajlovic, i più solleciti quando si è trattato di mettere una pezza alle incursioni di Vasari (bravissimo, un'ala vecchia maniera, brevilinea e tutta scatti) e alle accelerazioni di O'Neill e Muzzi. La Lazio, per rendere meglio l'idea, sta tutta raccolta in una girata dal limite di Conceicao (36' del primo tempo) e in una botta da lontano di Pancaro (43'). Nella ripresa, invece, l'unico tiro in porta è stato di Mancini, che ha girato alto di testa un angolo di Mihajlovic. Il Cagliari, al contrario, ha confezionato almeno quattro occasioni da rete: un paio con O'Neill nella prima parte, un paio con Vasari nella seconda. I cambi tardivi di Eriksson (Nedved per Stankovic, Lombardo per Conceicao) non hanno portato giovamento alla Lazio. Ma in mezzo al campo è bene che lo svedese faccia un po' di chiarezza, per evitare brutte sorprese in futuro. Nedved non può non essere titolare, unico esterno sinistro della squadra. Conceicao è snaturato su quella fascia e deve operare a destra, dove è assolutamente inguardabile il povero Stankovic e dov'è nettamente meglio lo stesso Lombardo. Eriksson, con l'Inter alle porte, avrà sicuramente preso nota.
Fonte: Corriere della Sera
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