Domenica 23 aprile 1978 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Perugia 2-0
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23 aprile 1978 - 1967 - Campionato di Serie A 1977/78 - XXVIII giornata
LAZIO: Garella, Ghedin, Martini, Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Agostinelli, Giordano, Lopez, Badiani. A disp.: Cari, Boccolini, Clerici. All. Lovati.
PERUGIA: Malizia, Nappi, Ceccarini, Frosio, Zecchini, Dal Fiume, Bagni, Amenta, Novellino, Vannini, Scarpa (71' Goretti). A disp.: Grassi, Fei. All. Castagner.
Arbitro: sig. Gussoni (Tradate).
Marcatori: 15' Vannini (aut), 55' Giordano.
Note: cielo sereno, temperatura mite campo perfetto. Ammoniti: Bagni, Ghedin, Dal Fiume, Garlaschelli. Angoli 5-5.
Spettatori: 51.000 circa.
La ruggine che esiste da tempo fra le tifoserie di Lazio e Perugia, le quali spesso sono state al centro di movimentati episodi extrasportivi, pare che abbia finito per contaminare anche i giocatori delle squadre. Ieri nessun tifoso umbro si era sobbarcato il viaggio nella capitale non rivestendo la partita, almeno per la squadra di Castagner una importanza eccessiva. E' stata una fortuna perché la Lazio e il Perugia hanno disputato il primo tempo di una partita che somigliava più ad un acceso incontro di rugby che ad una contesa di calcio.
In particolare Bagni e Ghedin hanno pensato esclusivamente a scambiarsi colpi proibiti in una disputa personale su cui l'arbitro Gussoni avrebbe dovuto intervenire per far continuare negli spogliatoi il pugilato fra i due focosi avversari. Durante una delle tante mischie Bagni ha cercato anche di avventarsi sul direttore di gara bloccato da un paio di sonori ceffoni appioppatigli opportunamente dai compagni. Dalle premesse non è difficile intuire che di calcio, nei primi 45 minuti, se ne è visto ben poco. Gli animi si sono ancora più accesi quando la Lazio, al 14' si portava in vantaggio con una autorete di Vannini: sul cross di Agostinelli battuto dalla linea di fondo, il lungo giocatore umbro interveniva sbucciando la palla che nonostante il disperato tentativo del portiere Malizia, superava la linea di porta.
Per i biancoazzurri di Lovati tenacemente impegnati per uscire dalla zona calda della classifica apparsi un po' contratti dal timore e alle prese con avversari inaspettatamente spinti da una gran foga agonistica, la rete aveva il significato di una liberazione. Il Perugia reagiva più con ardore che con il gioco, sufficiente, però, per tenere in apprensione tifosi e giocatori laziali. Tuttavia, a parte un insidioso cross di Bagni, che stava per sorprendere Garella, ingannato da una inopportuna finta di Manfredonia, il Perugia ha combinato ben poco. Si aspettava la carica di Novellino, ma l'attaccante, come del resto la maggior parte dei suoi compagni, è apparso fumoso e inconcludente. La Lazio, nel complesso, riusciva a controllare abbastanza agevolmente gli avversari affidandosi soprattutto ad un Lopez in gran forma. Al 55' il solito Lopez impegnava in un dribbling vincente nell'area umbra fornendo a Giordano un invitante pallone che il centravanti sfruttava molto abilmente scavalcando Malizia in uscita. A quel punto è sembrato che il Perugia, stremato dalla fatica sostenuta in coppa mercoledì a Belgrado tirasse i remi in barca.
La Lazio poteva finalmente giostrare con una certa autorità in cui emergevano, oltre a Lopez, Martini, Cordova, Wilson e Garlaschelli, restituendo un minimo di dignità calcistica al caotico scontro del primo tempo. Il Perugia, al quale sono mancate le sue ben note caratteristiche di squadra compatta e omogenea, riusciva a rendersi pericoloso solo nel finale con un ottimo cross di Novellino, sfuggito alla presa di Garella e con un gran tiro di Dal Fiume uscito di poco a lato.
Ma bisogna considerare che in precedenza Giordano aveva fallito clamorosamente il tre a zero non riuscendo a deviare nella porta umbra, da una distanza di non più di due metri, un invitante rasoterra di Garlaschelli. Quindi, vittoria più che legittima dei laziali, come ha riconosciuto più tardi lo stesso Castagner. Il successo ha significato per i biancocelesti un bel passo avanti in classifica anche se dovranno lottare per raggiungere la zona sicurezza.
Fonte: La Stampa