Domenica 22 dicembre 1996 - Napoli, stadio San Paolo - Napoli-Lazio 1-0
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Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1996/97 - 14ª giornata - Napoli-Lazio 1-0
NAPOLI: Taglialatela, Ayala, Colonnese, Baldini, Milanese, Turrini (65' M.Esposito), Pecchia, Boghossian (79' Caio), Cruz, Caccia (65' Beto), Aglietti. n.e. Di Fusco, Crasson, Policano, Bordin. All. Simoni.
LAZIO: Marchegiani, Chamot, Grandoni, Fish, Favalli, Fuser (83' Piovanelli), Okon, Nedved, Rambaudi (83' Buso), Casiraghi, Protti. n.e. Orsi, Gottardi, Marcolin, Baronio, Venturin. All. Zeman.
Arbitro: Sig. Nicchi (Arezzo).
Marcatori: 90' Cruz.
Note: ammoniti Favalli, Ayala, Grandoni e Nedved. Calci d'angolo: 7-7.
Spettatori: 50.000 circa.
Festa brasiliana per il Napoli con la testa natalizia di André Cruz, mentre guardando l'orologio nessuno osa credere più. Manca giusto questo corner sradicato da Beto, che Esposito tratteggia verso l'assembramento davanti a Marchegiani; e forse nemmeno Zeman rammenta i danni stagionali già capitati su analoghe procedure. Ricordate quel gol firmato Caio, saltatore bonsai nell'allucinante serata dello sfratto laziale dalla Coppa Italia? Qui l'eversore brevilineo riproduce fra sentinelle sbadate l'identico stacco: portiere biancazzurro scavalcato, palo flipper e vai Cruz. Gol che conferma l'organizzazione italianista di Simoni adatta a frantumare le ambizioni degli oppositori; in Coppa Italia nove contro undici, ieri all'ultimo spiffero e dopo aver parecchio rischiato, come riconosceranno pure i pazzarielli mutuati da epoche maradoniane. Certo, la Lazio non merita la beffa. Spinge anzi sovente lo spauracchio partenopeo ai margini dell'auspicata rivincita, forse possibile con una direzione arbitrale meno pasticciata. E la memoria tormenta l'episodio-chiave, ormai consegnato ai moviolisti incalliti. Arduo dubitare: Favalli attiva Protti e la rifinitura verticale libera Nedved, solitario vendicatore. Però Turrini, rinvenendo attardato, prima lo trattiene e poi lo scalcia all'anca dentro l'area. Rigore sacrosanto, che il signor Nicchi fa sparire imperturbabile. Rigore che Taglialatela avrebbe comunque parato, suggeriscono arguti gli osservatori napoletani, mimando il Signori ipnotizzato nell'andata di Coppa. Adesso Signori non c'è e, superati gli impacci d' avvio, i suoi compagni lottano affiatati per sublimare lo Schema, per la sesta prestazione utile consecutiva. Quale strategia serve? Quale prodigio balistico trafiggerà l'acrobatico Taglialatela, subito operoso sullo sparo inaugurale di Protti? Assente anche Nesta, Zeman ha dirottato Chamot lungo la corsia destra, laddove l'accoppiata Milanese-Pecchia non consente strattonate scoperchianti.
E la Lazio arriva all'intervallo quasi turbata dal complesso Napoli, senza srotolare le superiori qualità creative utili ad azzeccare l'esorcismo. Due scuole calcistiche agli antipodi garantiscono comunque velocità, capovolgimenti, spettacolo. Tuttavia il Napoli dei marcatori fissi cade una decina di volte nella trappola del fuorigioco, salvo inalberare tiratori d'occasione sprovvisti di mira: Caccia, l'egoista Turrini, lo stilista Cruz, l'evanescente Aglietti. Al pragmatismo di Simoni e alla superiorità numerica dei suoi centrocampisti, non s'aggiungono finalizzazioni ispirate. Al contrario, dietro i consigli di Okon e i cambi di marcia di Nedved o Fuser, gli zemaniani inalberano una pirotecnica sequenza, preludio al penalty rivendicato, che esalta il giaguaro Tagliatela, mani e piedi prensili. Restano allibiti i mazzolatori catapultati, quasi presagissero la presenza dei soliti fluidi, nell'abituale tormentone. Come sfuggire all'oppressione napoletana? Poco o niente superstizioso, mastro Zeman ottiene nel prosieguo intensità di gioco, offrendo interpreti spavaldi nelle accelerazioni ribadite. E Tagliatela vola a disinnescare un bolide di Nedved. E la cordata dei propositori supporta Casiraghi, impegnato a forzare il muraglione cui sovrintende Ayala. Salterà fuori almeno un pari? Simoni, studioso di contropiede articolato, non è d'accordo. Gestisce il miracolo napoletano con sapienti avvicendamenti, prescindendo dai venti favorevoli che lo sospingono. Perciò la differenza viene stabilita dalla differente qualità delle rispettive panchine, venticinque minuti prima della rete-lotteria pescata da Cruz. Escono stremati Boghossian, Turrini e Caccia. La trasfusione di forze fresche blocca la carica dei laziali stremati. Chi sostituire e con chi? Zeman non vanta credibili alternative, indugia, e nel finale spedisce in mischia gli ininfluenti Buso e Piovanelli. Vuoi mettere gli slalom di Beto, l'energia propulsiva di Caio, la lucidità di Esposito? La Lazio agli sgoccioli crolla. E, a giugno, Cragnotti ingaggerà Claudio Ranieri.
Fonte: Corriere della Sera