Domenica 21 settembre 2008 - Milano, stadio Meazza, Milan-Lazio 4-1
Turno precedente - Turno successivo
21 settembre 2008 - 3.292 - Campionato di Serie A 2008/09 - III giornata - inizio ore 20.30
MILAN: Abbiati, Zambrotta, Kaladze, Maldini, Jankulovski, Gattuso (79' Emerson), Ambrosini, Seedorf (64' Flamini), Kakà, Pato (71' Ronaldinho), Borriello. A disposizione: Dida, Bonera, Favalli, Shevchenko. Allenatore: Ancelotti.
LAZIO: Carrizo, Lichtsteiner, Siviglia, Rozehnal, Kolarov, Brocchi (79' De Silvestri), Ledesma, Matuzalem (68' Meghni), Mauri (63' Foggia), Pandev, Zarate. A disposizione: Muslera, Cribari, Manfredini, Makinwa. Allenatore: D.Rossi.
Arbitro: Sig. Rizzoli (Bologna) - Assistenti Sigg. S.Ayroldi e Lanciano - Quarto uomo: Sig. Dondarini.
Marcatori: 8' Seedorf, 25' Zarate, 35' Zambrotta, 49' Pato, 61' Kakà.
Note: serata fresca, terreno in perfette condizioni. Ammoniti: Zambrotta per comportamento non regolamentare, Kaladze e Brocchi per gioco falloso. Angoli 7-6 per la Lazio. Recuperi: 1' p.t., 2' s.t.
Spettatori: 57.362 per un incasso di € 979.373,50.
Il Milan ha conquistato la prima vittoria, ha lasciato l'ultimo posto in classifica ed ha ridimensionato la Lazio. Questo l'odierno verdetto al termine della gara di San Siro. La squadra di Rossi ha però delle attenuanti: la più importante è il primo gol rossonero, realizzato da Seedorf in modo fortuito, quando il pallone, sbattuto su Ledesma, gli è tornato fra i piedi a due metri da Carrizo. I biancazzurri riescono però a pareggiare con Zarate, al quarto centro in tre gare, lanciato a rete da una verticalizzazione di Pandev ed ha giocato per mezz'ora alla pari con i rossoneri. Poi è arrivato il raddoppio di Zambrotta: un tiro da oltre 30 metri sul quale il portiere laziale non è apparso incolpevole.
Da questo momento la gara è tutta in salita per i biancocelesti. La squadra di Rossi gioca con grinta, la stessa profusa dal Milan. E' un bel primo tempo nel quale si difende bene e riparte rapidamente anche se le conclusioni nello specchio della rete sono state pochissime. La prima conclusione della ripresa è della Lazio, ma la punizione di Zarate va fuori bersaglio. Poi, alla prima conclusione, i rossoneri realizzano la terza rete: Jankulovski crossa e Pato mette in rete di testa. Al 53' Mauri reclama il rigore dopo un contatto con Zambrotta ma l'arbitro Rizzoli fa cenno di proseguire. Al 57' Carrizo evita il quarto gol deviando in corner un tiro insidioso di Kakà. Il portiere della Lazio non può però nulla al 61' quando Kakà colpisce da fuori area con il pallone che si insacca all'incrocio dei pali.
Delio Rossi sostituisce successivamenre Mauri con Foggia ed Ancelotti risponde inserendo Flamini al posto di Seedorf. Altri cambi sono Meghni per Matuzalem e Ronaldinho per Pato. La Lazio si batte con determinazione, ma ormai la partita è nelle mani del Milan. Tuttavia i biancocelesti hanno una splendida occasione alla mezz'ora: Pandev, da solo, spara addosso ad Abbiati dopo un assist di Zarate. Le ultime sostituzioni vedono entrare in campo Emerson per Gattuso e De Silvestri per Brocchi. L'ultima emozione è rossonera con una traversa colpita da Ronaldinho. I biancazzurri escono sconfitti da San Siro ma il risultato è troppo pesante per quello che si è visto in campo. La Lazio si ferma a sei punti in classifica. Comandano ora Juventus ed Inter con sette.
La Gazzetta dello Sport titola: "Milan show. Crisi finita. Quattro schiaffi alla povera Lazio. Zarate risponde a Seedorf, poi la squadra rossonera dilaga con Zambrotta, Pato e Kakà".
Continua la "rosea": La notte porta consiglio e risveglia il Milan addormentatosi di giorno, davanti ai rossoblù di Bologna e Genova. Basta con la tolleranza zero (punti), basta con l'andamento lento, e basta con le voci di esonero di Ancelotti. Dopo le figuracce, ecco un figurone che risolleva il morale e la classifica, anche se grazie a questo spettacolare e ineccepibile 4-1 che frena bruscamente la Lazio, Inter e Juventus ringraziano dall'alto del loro nuovo primato a due piazze. Come nel 3-1 contro lo Zurigo in coppa Uefa e nell'identico 4-1 contro la Juventus nel trofeo Berlusconi, l'adrenalina delle notturne trasforma i rossoneri che non sbagliano quasi mai nei grandi appuntamenti. Ecco perché, per inseguire lo scudetto, non devono staccare la spinta dell'alta tensione mercoledì a Reggio Calabria, se vogliono avvicinarsi all'Inter nel derby di domenica prossima. La partenza rabbiosa dei rossoneri produce subito il gol di Seedorf, favorito da un rimpallo su Ledesma. Ma poi la difesa del Milan si conferma il punto debole della squadra, perché per la decima volta su undici si fa battere, stavolta da un gran sinistro di Zarate, sfuggito in contropiede all'affannato Kaladze. Tutto da rifare quindi e stavolta è Zambrotta a indovinare il jolly, con un gran destro da 31 metri. Imparata la lezione, il Milan non sbaglia più e nella ripresa travolge la Lazio con il colpo di testa di Pato e il gran destro di Kakà.
Ma non tragga in inganno il tabellino dei marcatori, perché questo è il successo di tutta la squadra, dal ritrovato Gattuso al generosissimo Borriello. Come volevasi dimostrare, il Milan affonda la Lazio con l'orgoglio delle sue notti migliori. Ma siccome l'orgoglio non basta, vince anche Ancelotti che schiera una squadra più equilibrata, lasciando in panchina Ronaldinho (entrato nell'ultimo quarto d'ora) e Shevchenko, e soprattutto riuscendo a far passare in secondo piano la prima assenza di Pirlo. Al suo posto, con compiti quasi esclusivamente difensivi, rispunta Gattuso come perfetto buttafuori davanti alla difesa, tra Ambrosini e Seedorf. E con Kakà nel vecchio ruolo di trequartista si rivede anche il 4-3-1-2 in cui Borriello per la prima volta gioca dall'inizio al fianco di Pato. Al di là del modulo, la differenza è la velocità con cui si muovono i rossoneri, più aggressivi e determinati, anche se ci voleva poco, rispetto a domenica scorsa a Genova. Dentro la conchiglia dell'identico 4-3-1-2 rossonero con cui la Lazio si presenta a San Siro, ci sono molte perle soprattutto da metà campo in avanti. Ledesma, che ha sempre un occhio di riguardo per Kakà, è il regista arretrato che detta i tempo del gioco tra il corridore Brocchi e il palleggiatore Matuzalem.
E davanti Mauri promette di poter tornare il brillante trequartista inventato da Rossi due anni fa, alle spalle di Pandev e soprattutto di Zarate, capocannoniere non a caso perché riesce ad abbinare tecnica e velocità. Battuta soltanto una volta nelle prime due partite, la Lazio frana però in difesa incassando il quadruplo dei gol in una sera, perché dopo il 2-1 di Zambrotta cala il buio. Zarate e Pandev giocano da soli senza l'appoggio di Mauri, risucchiato indietro dove il crollo è generale, soprattutto in difesa. Ma la Lazio non può finire qui, nella notte in cui incomincia il campionato del Milan. Perché non è mai troppo tardi per sperare, anche se non basta battere le grandi per vincere lo scudetto. E questa è l'unica lezione che deve ancora imparare il club più titolato al mondo.
La Repubblica titola: "A San Siro i rossoneri, trascinati da Kakà, colgono la vittoria scaccia-crisi. Biancocelesti a tratti veementi ma spesso poco lucidi, soprattutto in difesa. Il Milan risorge alla grande. Lazio ko con un sonoro 4-1".
L'articolo così prosegue: Il Milan si ritrova, ritrova in Kakà il suo trascinatore e ritrova la strada del gol. Ne segnano quattro i rossoneri che dopo due sconfitte raccolgono la prima vittoria in campionato e infrangono il primato della Lazio. A San Siro finisce 4-1 per la squadra di Ancelotti, che dà quindi continuità ai segnali di ripresa già manifestati contro lo Zurigo in Coppa UEFA anche se c'è ancora da lavorare, soprattutto in difesa. Il gruppo Rossi forse non merita un passivo così pesante ma soprattutto nella fase difensiva non è parso impeccabile. Ancelotti manda in campo inizialmente Borriello e Pato di punta, tenendo Ronaldinho e Shevchenko in panchina con Flamini. Rossi ritrova Matuzalem, abile nel tessere il gioco. Un quarto d'ora a tinte rossonere, con la squadra di casa sulla falsariga di quella che ha battuto lo Zurigo, cioè pronta a spingersi in avanti, a imbastire qualche manovra pregevole (tacco di Pato a due passi dalla porta al 6') e ad andare in gol in maniera inusuale grazie a Seedorf che dal limite sinistro cerca di dare a Borriello, colpendo Ledesma e facendo sponda su di lui: l'olandese è svelto a proiettarsi oltre il capitano laziale e a infilare Carrizo con un tiro sotto la traversa. Merito di Seedorf, senza dubbio, ma qualche colpa la difesa biancoceleste ce l'ha.
La squadra di Rossi reagisce bene e, dopo un tiro di Mauri parato a terra da Abbiati al 18', pareggia in contropiede: Pandev al 26' parte sulla sinistra e serve in profondità Zarate che brucia in velocità Kaladze e segna con un rasoterra molto angolato. Il quarto gol dell'argentino (ora capocannoniere solitario) manda un po' in crisi il Milan. Tuttavia la squadra di Ancelotti si rimbocca le maniche e riprende ad attaccare: Pato da destra salta due difensori, poi conclude rasoterra di sinistra e Carrizo para. Anche Kakà tenta il tiro senza precisione. Al 35' invece a Zambrotta riesce il gol della domenica: ricevuto il pallone sulla destra, a 35 metri dalla porta, spara un destro che "buca" Carrizo sulla destra. A questo punto il Milan riprende fiducia e tenta di chiudere la partita con un'azione Kakà-Borriello-Kakà: conclusione alta. La Lazio si fa vedere con due tiri di Kolarov molto alti sulla traversa. A inizio ripresa Pato segna il terzo gol milanista, con uno spettacolare tuffo di testa su un traversone di Jankulovski da sinistra. Ancora più bella la rete di Kakà, che infila di interno destro da 25 metri sulla sinistra di Carrizo al 25'. Nella ripresa c'è spazio per Foggia e Meghni nella Lazio, Flamini e Ronaldinho nel Milan. E c'è spazio per qualche altra occasione: Ronaldinho colpisce la traversa; Borriello, imbeccato dall'ex Barcellona, spara su Carrizo; Abbiati fa un miracolo su un tiro di Pandev.