Domenica 21 settembre 1969 - Bologna, stadio comunale - Bologna-Lazio 1-0
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21 settembre 1969 - 1611 - Campionato di Serie A 1969/70 - II giornata
BOLOGNA: Vavassori, Roversi, Ardizzon, Cresci, Janich, Gregori, Perani (46' Turra), Bulgarelli, Mujesan, Scala, Savoldi (I). A disp. Adani. All. E.Fabbri.
LAZIO: Sulfaro, Papadopulo, Facco, Wilson, Soldo, Marchesi, Cucchi, Mazzola (II) (46' Chinaglia), Ghio, Morrone, Dolso. A disp. Chini. All. Lorenzo; in panchina: Lovati.
Arbitro: De Marchi (Pordenone).
Marcatori: 41' Savoldi (I).
Note: tempo bello, terreno in buone condizioni. Esordio in serie A per Giorgio Chinaglia classe 1947. Ammoniti: Dolso, Soldo e Cresci. Espulsi: Papadopulo e Bulgarelli. Calci d'angolo: 13 a 3 a favore della Lazio. Circa 2.000 tifosi della Lazio al seguito.
Spettatori: 30.000 circa con 18.675 paganti per un incasso di £.25.861.000.
De Marchi condanna la Lazio " titola il Corriere dello Sport all'indomani della partita disputata al Comunale di Bologna. Due errori marchiani del direttore di gara sul finire del primo tempo costringono i biancocelesti ad una sconfitta immeritata. Lorenzo concede la fiducia a Sulfaro a guardia dei pali e per la prima volta schiera come titolare Wilson. La squadra assume ben presto le redini del gioco con una difesa che non sbaglia nulla e un centrocampo ben registrato. In avanti, purtroppo, le cose non vanno altrettanto bene perché sia Ghio quanto Mazzola (II) appaiono abulici ed estranei al gioco. Al 23', Morrone su punizione spara sulla barriera, quindi alla mezz'ora, dopo una rete annullata ai padroni di casa per fuorigioco di Bulgarelli, la Lazio costruisce la sua prima occasione da goal. Dolso, che sta illuminando la scena, serve Mazzola (II) in posizione felice, ma il pallonetto che ne segue esce di un soffio sopra la traversa. Al 41' il primo e decisivo "fattaccio" della partita. Perani calcia con violenza verso la porta di Sulfaro e un difensore respinge, mentre sullo slancio Bulgarelli va oltre il portiere nei pressi della linea di porta. Savoldi approfitta dell'incertezza dell'azione e mette in rete. Evidente è la posizione irregolare di Bulgarelli, ma malgrado le vibranti proteste laziali, De Marchi convalida la segnatura. L'arbitro di Pordenone si rende ancora protagonista in negativo dopo due minuti. Papadopulo ostacola lievemente Bulgarelli, il quale risponde con un gancio degno del miglior Benvenuti. Immediato scatta il cartellino rosso per il capitano dei rossoblu, ma incredibilmente lo stesso provvedimento viene adottato per il terzino biancoceleste. Una follia bella e buona che suscita l'ilarità dello stesso pubblico bolognese e la rabbia dei tifosi di parte biancoceleste che numerosi hanno seguito la squadra in Emilia. Nella ripresa Lorenzo sostituisce l'impalpabile Mazzola (II) con Chinaglia che fa così il suo debutto nella massima serie. Inizia un monologo biancoceleste che durerà sino al termine della contesa. Al 53' Turra deve ricorrere a tutto il suo mestiere per arginare l'impeto di Soldo, quindi Morrone conclude in modo fiacco dopo un ottimo suggerimento di Dolso. Al 64' ancora il mancino protagonista con un corner raccolto da Chinaglia che calcia violento trovando sulla linea di porta l'opposizione dell'esperto Janich. Al 71' ancora l'esordiente sugli scudi con un tiro velenoso che costringe Vavassori a un complicato intervento. La Lazio serra i tempi e il Bologna appare alle corde, ma sul taccuino, a parte un numero notevole di calci d'angolo a favore, non si segnalano altre occasioni da rete. Giunge così una sconfitta largamente immeritata, ma che pone all'attenzione generale due calciatori che segneranno per sempre la storia della Lazio. Wilson risulta il miglior uomo in campo, annullando prima Perani e quindi Turra, senza sbagliare un intervento. Chinaglia mostra poca grazia nei movimenti, ma un furore agonistico e una potenza fuori dal comune. Lorenzo crede nel ragazzone toscano e nel post partita afferma che occorre lavorare sulla muscolatura alta delle gambe del giocatore per poter vedere i risultati migliori. Per il resto bene Sulfaro, ottimo Facco, delizioso e per una volta tanto continuo Dolso.