Domenica 21 ottobre 2001 - Venezia, stadio Pierluigi Penzo - Venezia-Lazio 0-0
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21 ottobre 2001 - 2967 - Campionato di Serie A 2001/02 - VIII giornata
VENEZIA: Rossi, Conteh, Bilica, Bjorklund, Bettarini, Valtolina (58' De Franceschi), Andersson, Marasco, Bressan (67' Rukavina), Maniero, Magallanes (64' Di Napoli). A disposizione: Brivio, Algerino, Pavan, Morrone. Allenatore: Magni.
LAZIO: Peruzzi, Stam, Nesta, Fernando Couto, Mendieta, Giannichedda, Liverani (60' Cesar), Pancaro, C.Lopez (78' S.Inzaghi), Crespo (87' Kovacevic), Fiore. A disposizione: Marchegiani, D.Baggio, Favalli, Castroman. Allenatore: Zaccheroni.
Arbitro: Sig. Rosetti (Torino).
Note: ammoniti Giannichedda, Di Napoli. Recuperi: 3' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 9.000 circa.
L'aritmetica, si sa, col calcio ha poco o niente da spartire, raramente due più due fa quattro. Ma zero più zero è somma che quasi mai produce sorprese. E così tra una squadra - il Venezia - sin qui incapace di fare gol nella sua tana e una - la Lazio - che non ha mai segnato lontano dall'Olimpico era scritto finisse come effettivamente è finita. Reti zero, emozioni pure. Pochissima Lazio, a dispetto delle voglie di Zaccheroni, cui certo non sarebbe spiaciuto strappare i tre punti all'ex presidente despota locale e alla strana coppia Iachini-Magni (o Iachini-Zamparini?). Per trasformare la banda biancoceleste nella squadra bisognerebbe tornare indietro di qualche mese, ripensare una campagna-acquisti condotta a ondate progressive e mai completata, evitare certi ingaggi, cercarne altri. Esercizio inutile. La Lazio è questa e trasformarla in un gruppo compatto, fluido, efficiente sembra ancora un'impresa. Anche con Nesta e Crespo finalmente al proprio posto, con i giganti Stam e Couto a fiancheggiare il miglior difensore del mondo, con Fiore assistente del bomber che chissà quanti vorrebbero. Contano poco i nomi: la Lazio resta ancora un'ipotesi. Anche se Zac, alla fine, s'è sforzato di guardare solo al bicchiere mezzo pieno: "Dobbiamo risolvere diversi problemi, ma ci stiamo arrivando. La strada è lunga, in tutti i sensi: ma io ho visto progressi".
Piccoli, per la verità: perché se Crespo non è riuscito a trasformare in gol due occasioni d'oro (botta su Rossi al 41', dopo un bel triangolo con Fiore, e colpo di testa rintuzzato da Andersson al 21' della ripresa, su angolo di Lopez), è stato soprattutto Peruzzi a salvare almeno lo 0-0 con due strepitosi tuffi sulle incornate vincenti di Maniero (44') e di Bjorklund, a cinque minuti dalla fine. Il Venezia, partito con più sprint, s'è via via chiuso a protezione della sua porta, consegnando alla Lazio praterie mai sfruttate a dovere: l'assenza di validi incursori esterni ha tagliato i rifornimenti ad un Crespo poco più che convalescente, la condizione tuttora indecifrabile di altri ha fatto il resto. Mendieta, non a caso sovente specchio delle difficoltà laziali, è stato un'ombra sul corridoio esterno e più brillante quando ha potuto slittare al centro, previa rivoluzione del centrocampo nell'ultima mezzora: fuori l'inguardabile Liverani, dentro Cesar sulla sinistra con Pancaro sulla banda opposta e il basco accanto a Giannichedda. Ma Zac ha scosso la testa: "Mendieta è andato meglio quando il Venezia è calato e comunque con lui in posizione centrale guadagniamo forse in dinamismo ma perdiamo in geometria".
Fonte: Corriere della Sera