Domenica 16 settembre 1979 - Avellino, stadio Partenio - Avellino-Lazio 0-0
16 settembre 1979 - 2010 - Campionato di Serie A 1979/80 - I giornata
AVELLINO: Piotti, Romano (II), Beruatto, Boscolo, Cattaneo, Di Somma, De Ponti, Piga, Massa, Valente, C.Pellegrini III (80' S.Pellegrini II). A disp. Stenta, Tuttino. All. Marchesi.
LAZIO: Cacciatori, Tassotti, Citterio, Wilson, Manfredonia, Zucchini, Garlaschelli, Montesi, Giordano, D'Amico, Viola. A disp. Avagliano, Pighin, A. Lopez. All. Lovati.
Arbitro: Barbaresco (Cormons).
Note: cielo coperto, pioggia a sprazzi, terreno in buone condizioni. Ammoniti Montesi per proteste, Manfredonia per gioco falloso, Massa per simulazione, Beruatto per proteste. Presenti in tribuna l'on. Giulio Andreotti, l'on De Mita e il sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Gargani. Antidoping negativo. Calci d'angoli 4-3 per l'Avellino.
Spettatori: 28.000 circa di cui 15.823 paganti e 14.647 abbonati per un incasso di £.121.323.800.
Un avvio di campionato soddisfacente. La partita è terminata a reti inviolate ma in definitiva non ha scontentato nessuno. Non ha deluso il pubblico che ha fatto da degna cornice all'incontro: oltre 25 mila spettatori tra cui l'ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti e il sottosegretario alla Giustizia Gargani impegnati con i notabili locali De Mita e Mancini al Festival dell'Amicizia nel comune di Ariano Irpino. Neppure le squadre hanno qualcosa da recriminare. L'Avellino ha un inizio di stagione pesante, deve incontrare il Milan domenica prossima e successivamente il Torino in casa e il punto del pareggio è più che prezioso. La Lazio, a sua volta è uscita indenne dalla «tana dei lupi» da un campo quale è il Partenio in cui ci hanno rimesso le penne nello scorso campionato squadre blasonate di grosso prestigio.
E' piaciuta la partita? Chi si aspettava grandi cose, una gara all'insegna di un acceso agonismo, di una perfetta tenuta atletica, ha dovuto ricredersi. Anche l'attesa di vedere nuovamente il chiacchierato giocatore Montesi, schierato sul fronte avverso, col passare dei minuti di gioco è scemato. Non vi sono state manifestazioni ostili in campo o sugli spalti né provocazioni né risentimenti. L'impatto con il «laziale contestatore» è stato di una contenuta cordialità. Le polemiche del passato ben presto sono dimenticate, Montesi si è impegnato con eccessiva foga e il suo gioco, duro e pesante, ha indotto l'arbitro Barbaresco a richiamarlo anche con una ammonizione.
La gara ha fornito le prime indicazioni che il precampionato non aveva messo del tutto in luce: l'Avellino ha denunciato sul piano tecnico ed agonistico alcuni limiti a cui Marchesi dovrà porre presto rimedio. I lupi irpini rivelano la mancanza di una regia a centrocampo. Non è questa una novità e le trattative in corso, con Cordova e Capello, sono la prova che il problema esiste. Massa schierato con il numero «9» e con compiti di mettere ordine nelle manovre, di rifinire le azioni offensive, ha fornito un rendimento discontinuo incontrando difficoltà a coordinare il gioco. Valente e Mario Piga si sono prodigati ma con risultato affatto concreto. Per il resto la squadra dimostra una solida ossatura, una discreta vitalità, una vivacità di schemi, appare ben quadrato soprattutto in difesa.
Romano e Cattaneo hanno neutralizzato le punte laziali Giordano e Garlaschelli noti profittatori. Gli ospiti biancazzurri rinnovati ampiamente nella formazione, hanno confermato la solidità della difesa rinforzata dai giovani Tassotti e Citterio che hanno avuto sempre ragione su tutte le palle alte, i numerosi cross rimessi da Pellegrini, Di Somma, Valente. Una buona capacità di controllo non sempre ben sorretta dagli uomini del centrocampo dove Manfredonia, Montesi, Zucchini si sono rivelati poco inclini ad aprire il gioco sulle ali, inadeguati ad intessere collegamenti con le punte. Occorre dire che la Lazio è scesa al Partenio senza troppa convinzione di poter strappare una vittoria. Nel secondo tempo, forse, se avesse osato un poco, se avesse forzato la mano, avrebbe trovato facilmente la strada della rete, ha preferito invece coprirsi in difesa, non esporsi ai pericoli del contropiede e mettere in ballo il punto del pareggio. Nei miei novanta minuti di gioco il ritmo impresso alla gara è stato molto blando. Rari gli spunti di belle azioni, su entrambi i fronti. Poco o nulla sono stati impegnati i portieri.
Fonte: La Stampa