Domenica 14 settembre 1980 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Palermo 1-1
14 settembre 1980 - 1 - Campionato di Serie B 1980/81 - I^ Giornata
LAZIO: Moscatelli, Spinozzi, Citterio, Perrone, Pochesci, Mastropasqua, Viola, Manzoni (83' Sanguin), Garlaschelli, Bigon, Greco (60' Valenzi). A disp. Nardin, Pighin, Ghedin. All. Castagner.
PALERMO: C.Oddi, Ammoniaci, Pasciullo, Vailati, Di Cicco, Silipo, Borsellino (65' Volpecina), De Stefanis (83' Gasperini), Calloni, Lopez, Lamia Caputo. A disp. Frison, Iozzia, And.Conte. All. Veneranda.
Arbitro: Sig. Redini (Pisa).
Marcatori: 60' Lamia Caputo, 67' Mastropasqua (rig).
Note: ammoniti Pasciullo, Spinozzi e Lamia Caputo. Esordio in serie B per Guido Valenzi e C.Oddi.
Spettatori: 25.000 circa.
Da l'Unità del 15 settembre 1980: "C'è mancato poco che la Lazio ci rimettesse le penne nella sua 'prima' in serie B. Ha trovato sulla sua strada un Palermo che l'ha fatta soffrire, temere il peggio, dopo il gol a sorpresa dello sgusciante Lamia Caputo, riuscendo a rattoppare la situazione soltanto su rigore, messo a segno da Mastropasqua. Il risultato finale è stato di 1-1, e ci sta tutto. Al Palermo il merito di aver giocato meglio. I suoi schemi sono apparsi piacevoli, briosi, e soprattutto rapidi. In cabina di regia Lopez, un ex avvelenato, ha fatto la sua brava figura, facendosi notare per la continua presenza nel vivo del gioco. Alla Lazio il merito di aver inventato (è proprio il caso di dirlo) più palle trasformabili in reti. Palle nate più per la fantasia e la bravura dei suoi uomini (vedi Viola), che per la conseguenza di un preciso modulo tattico, dove gente come Bigon, Mastropasqua e soprattutto Greco non si sono ancora inseriti. Quindi un pari e patta che non ha lasciato scontento nessuno, almeno per quello che si è visto sul campo. Certo la Lazio alla fine masticava un po' amaro. Non perché si sentiva defraudata del successo, ma perché avrebbe desiderato offrire ai suoi tifosi, nella partita d'esordio di un campionato che la indica grande favorita, una bella vittoria. I gol sono stati bagliori di una partita che di emozioni ne ha offerte pochine. Oltre a questi ci sono stati due salvataggi sulla linea nelle due aree avversarie. Diciamo subito che entrambe le squadre hanno trovato i gol per strada. Quasi due mezzi regali. E' passato in vantaggio per primo il Palermo, appena dopo il quarto d'ora. Nell'area laziale semideserta arrivata una palla per Lamia Caputo. Spinozzi, suo spietato controllore (i due si sono abbondantemente scalciati per tutta la gara, rimediando due belle ammonizioni) in netto vantaggio sull'avversario, si impossessava della palla. Avrebbe potuto farne ciò che voleva: buttarla in corner, in fallo laterale e darla a Moscatelli. Invece decideva di fare le cose difficili. Si intestardiva a volersi sbarazzare del suo avversario che lo pressava da dietro con il piglio dell'uomo di classe. Tocchettava, cercava spazio sui lati per aggirarlo. Ma siccome la classe non è acqua e non s'inventa e Spinozzi è tutt'altro che un giocatore che può dare del 'tu' al pallone, riusciva nella quasi impossibile impresa di farselo rubare da Lamia Caputo. L'ala si allargava leggermente sulla destra, aggirava Moscatelli, ancora incredulo da tanto danno commesso dal suo compagno di difesa, e con un preciso tocco di sinistro infilava la porta laziale, priva del suo custode. Per la Lazio a quel punto la situazione si metteva veramente male. Non era fino in quel momento riuscita ad avere ragione di un Palermo a parità di risultato, figurarsi ora che era in vantaggio. Il suo centrocampo annaspava di fronte a fringuelli come Borsellino, De Stefanis e Vailati. Ma per fortuna della Lazio i rosanero gli restituivano il favore sette minuti dopo, al 23', Mastropasqua indovinava un corridoio per far pervenire il pallone a Viola in area. L'ala raccoglieva, si girava in mezzo a tre o quattro avversari e capitombolava a terra, non si sa se per un fallo di un siciliano o per un incespicamento della stessa ala. Fatto sta che Redini a non più di un metro di distanza, schizzava come una lepre indicando il dischetto del rigore. Batteva quindi Mastropasqua, che non falliva il bersaglio. I novanta minuti di ieri hanno fatto comunque capire alla Lazio quanto sia duro il torneo di B. Comunque a parte questo, ci sembra opportuno sottolineare, che il suo principale difetto sia il suo incedere un po' elefantiaco. Troppo lenta, troppo scontata la sua manovra, per mettere in crisi formazioni che vanno a tutto gas. Del Palermo non si può dire che bene. Ha confermato che la gloria acquisita in Coppa Italia è tutta vera. Nella presentazione del campionato l'abbiamo considerata come terza forza dopo Lazio e Milan e pensiamo di non aver sbagliato".
Realista il commento a fine partita del mister Castagner, anch'esso tratto dalle colonne de l'Unità: "Questa partita ci ha insegnato come sarà il campionato di B, un campionato molto difficile anche se il Palermo non era l'ultima venuta. La squadra siciliana ci ha messo in difficoltà, lasciandoci pochi spazi liberi facendo soffrire molto il nostro gioco che ha bisogno di spazio. Il Palermo ci ha concesso molto poco, e non dimentichiamo che la squadra siciliana è reduce da un brillante torneo di coppa Italia dove ha battuto Milan e Inter. Comunque squadre come il Palermo sono molto difficili da incontrare, perché non concedono molto allo spettacolo, mirando di più al risultato pratico. Il pareggio di ieri devo riconoscere che è stato più che meritato. E, in ogni caso, un pari in questo difficile campionato non è da buttare via, mai".
Queste le parole, tratte ancora da l'Unità, del capitano laziale Bigon: "Ho sofferto un po' all'inizio di gara, ma con il passare dei minuti sono entrato nel clima, un clima molto diverso dalla serie A".