Domenica 14 dicembre 2003 - Ancona, stadio Del Conero - Ancona-Lazio 0-1

Da LazioWiki.

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14 dicembre 2003 - 3074 - Campionato di Serie A 2003/04 - XIII giornata -

ANCONA: Scarpi, Esposito (72' Maltagliati), Viali, Lombardi, Daino, Carrus, Andersson (62' Parente), Baccin, Sommese (67' Maini), Rapaic, Pandev. A disposizione: Marcon, Sussi, Bruno, Ganz. Allenatore: Sonetti.

LAZIO: Sereni, Stam, Negro, Couto, Favalli (31' Oddo), Albertini (52' S.Inzaghi), Dabo, Liverani, Muzzi (18' Sergio Conceicao), Corradi, Fiore. A disposizione: Casazza, Zauri, Gottardi, Delgado. Allenatore: Mancini.

Arbitro: Sig. Racalbuto (Gallarate).

Marcatori: 76' Liverani.

Note: ammoniti Carrus, Liverani, Andersson, Pandev, S.Inzaghi. Recuperi 1' p.t., 4' s.t.

Spettatori: abbonati 9117 per una quota di euro 125.706. Paganti 2249 per un incasso di euro 62.154.


Un'azione di Roberto Muzzi
Demetrio Albertini contrasta un giovane Goran Pandev

La Gazzetta dello Sport titola: "Perla Liverani Lazio incassa. Ad Ancona decide un colpo da biliardo. Prestazione opaca della squadra di Mancini che, però, non perde mai la testa per gli assalti marchigiani. Il croato Rapaic debutta con una prestazione convincente e i padroni di casa si rendono pericolosi".

Continua la "rosea": Il gelo di Praga e l'umidità di Ancona non sono la stessa cosa. La differenza la fa soprattutto Fabio Liverani con la giocata d'autore che risolve una partita in cui la Lazio ha sofferto parecchio, soprattutto per l'esordio in campionato di Milan Rapaic, il croato tornato a calciare un pallone in Italia dopo un lungo soggiorno all'estero. In effetti, sono venuti proprio dai due ex perugini (nell'estate del 2001 uno arrivava, il romano, l'altro, il croato, lasciava Gaucci) le storie migliori del pomeriggio. Ma se Liverani ha visto fuori porta Scarpi ingannandolo poi con un delizioso pallonetto di sinistro da trenta metri a un quarto d'ora dalla fine, sulle punizioni di Rapaic un Sereni molto concentrato ha detto più volte di no. E dunque, dopo l'eliminazione di Champions con i suoi diversi strascichi mancinian-inzaghiani (ieri Simone) (Inzaghi - n.d.a. -) è partito dalla panchina, ma ha giocato quasi tutto il secondo tempo), alla Lazio scappa finalmente un sorriso. La squadra di Sonetti però ha rifiutato la parte della squadra derelitta che smania in fondo alla classifica senza beccare palla: per un'ora ha fatto lei la partita, poi con l'uscita di Sommese e davanti a una Lazio più compatta, s'è ammosciata fino a prendere lo schiaffone dal gol decisivo. Mancini ha riproposto il suo 4-3-3 battezzato dalla vittoria con la Juve e confermato a Praga: Muzzi a destra, Corradi al centro, Fiore a sinistra.

Il tutto fino all'ingresso di Inzaghi al posto di Albertini, quando il modulo è cambiato: Fiore e Muzzi (prima di cedere il posto a Conceiçao) hanno fatto un passo indietro e c'è stato il ritorno al classico 4-4-2, con qualche deviazione verso il 3-5-2 con Oddo (subentrato a Favalli, fermato da una contrattura, nel primo tempo) e lo stesso Muzzi laterali. Ma la svolta della partita non è stata tattica anche se a quel punto l'Ancona aveva abbassato un po' le penne. Liverani ha sparigliato le carte con un'azione meditata, fingendo il servizio a seguire e invece battendo direttamente in porta con un pallonetto degno di un Borg o di un Wilander dei bei tempi. Certo fino ad allora la squadra di Sonetti aveva colpito nella prima frazione la traversa con un colpo di testa di Esposito su corner di Rapaic, mentre nella ripresa, prima del gol, Sereni ha compiuto due parate importanti, prima chiudendo su Daino, poi su una schiacciata di Pandev ispirata ancora dal compagno croato. Il primo tempo è stato quasi tutto dell'Ancona se si eccettua un'opportunità per Corradi su colpo di testa di Muzzi: scartato il portiere Scarpi, il centravanti si è fatto precedere da Baccin all'ultimo duello. I padroni di casa hanno prodotto, ma non realizzato molto di più con le punizioni di Rapaic, il gran movimento di Sommese, le ripartenze su cui Liverani, Dabo e Albertini si trovavano spesso presi d'infilata.

Dall'altra parte, la Lazio ha trovato soltanto in Fiore il giocatore capace di costruire qualcosa vista la giornata di scarsa vena di Corradi e Muzzi. Nella ripresa è stato interessante vedere Stam e Rapaic giocare al gatto con il topo. Il croato s'è portato spesso nella posizione di centravanti quando l'olandese era ancora sulla destra, poi è accaduto l'esatto contrario. In realtà la Lazio ha combinato poco, ma non s'è sbracata ed è parsa a un certo punto più equilibrata. Couto ha provato con una girata in mezzo alle occasioni avversarie prima che Liverani risolvesse la faccenda. La Lazio non è guarita ovviamente dalla cocente delusione di coppa, ma questa vittoria in trasferta è comunque un'aspirina che può servire in un ambiente che deve concentrare tutte le aspettative sul campionato dopo aver perso grande (Champions League) e piccola (coppa Uefa) Europa in una sola serata.


Il Corriere della Sera titola: "La magia di Liverani risolleva la Lazio."

Continua il quotidiano: Le imprevedibili vie del calcio hanno portato Mancini alla conclusione più impensata nella settimana del Grande Litigio. Per battere un'Ancona dalla cifra tecnica assai scarsa, ma molto volenterosa, ha dovuto rinnegare in corsa il 4-3-3 per il quale aveva litigato con Inzaghi, Oddo e altri della squadra. Ritornato al vecchio e conosciuto 4-4-2, con in campo il riottoso Simone (Inzaghi - n.d.a. -) e il desaparecido Conceiçao, la Lazio è tornata a giocare un calcio più logico e trovato una vittoria, invero generosa, con un tiro da 30 metri di Liverani, che si è infilato sotto la traversa sorprendendo Scarpi fuori dai pali. Fino al cambio di Inzaghi per Albertini (6' s.t.), la Lazio aveva sbagliato molto. Centrocampo male assortito, con Dabo a fare il centrale a proteggere la difesa (dall'attacco meno esplosivo del campionato!). Attacco senza idee con Fiore a disagio, Corradi bloccato dalla caviglia e dai suoi limiti, Muzzi sperduto nel nulla. Un mezzo disastro salvato dalla traversa di Esposito (colpo di testa, 25' p.t.). Nel primo tempo, insomma, l'unica notizia della Lazio veniva dallo striscione dei tifosi in trasferta: Inzaghi segna per noi. Non esattamente un complimento per Mancini. Inzaghi non ha segnato, ma la Lazio ridisegnata con lui ha ottenuto il massimo da una partita con due tiri in porta: tre punti, Parma scavalcato, Inter e quarto posto tenuti a tre punti in attesa dello scontro diretto di domenica sera all'Olimpico.


Il Messaggero titola: "Altro che Totti, è un gol da Lazio. Il centrocampista ha segnato due sole volte in tre anni, regalando sei punti pesanti: i biancocelesti ieri hanno scavalcato il Parma. Liverani e il suo pezzo di bravura: una rete d’autore come quella alla Juve due anni fa".

Continua il quotidiano romano: Un gol alla Juventus due anni fa, un altro ieri all’Ancona. In tre anni di maglia biancoceleste Fabio Liverani ha segnato appena due reti, ma entrambe pesanti, da tre punti ciascuna. Due gol dal dna simile, anche se dall’evoluzione diversa. Un piattone a pallonetto a Buffon all’Olimpico, un pallonetto con tocco da sotto ieri a Scarpi. Gol d’autore, di quelli che soltanto chi ha il calcio nei piedi e nel cervello sa e può fare. E che sembrano essere diventati una prerogativa molto romana. Già, perché anche Simone Inzaghi tre settimane fa, aveva segnato al Perugia con un pallonetto dal limite dell’area. E così, ieri, quando l’ex perugino ha segnato, il pensiero e le parole di tanti sono andate proprio a quanti a Roma hanno saputo segnare in questo modo. «Un gol alla Totti? Lasciamo stare, non mi interessa – tiene subito a precisare Liverani, evitando così antipatici raffronti – E’ stato un bel gol, sì, che mi ha reso doppiamente felice. Oltre al gesto in se, è stato bello perché ha sbloccato la partita e ha dato tre punti importanti alla Lazio. E lo saranno da qui alla fine del campionato». La Lazio ha infatti avuto la possibilità di scavalcare il Parma e di restare in scia dell’Inter, che domenica prossima sarà all’Olimpico nel posticipo serale. Tutto come pronosticoi voleva, anche se le difficoltà sono state superiori a quelle preventivate. «L’anno scorso girammo a quota 36 punti e tutti dissero che fu un girone d’andata straordinario. Oggi abbiamo addirittura la possibilità di fare meglio, con quattro giornate ancora da giocare prima dell’inizio del girone di ritorno. Questo vuole dire che forse le critiche alla Lazio sono state un po’ eccessive. E’ vero, contro l’Ancona abbiamo sofferto, ma eravamo reduci dalla partita di Praga, nella quale abbiamo dato tutto. E noi, per rendere al meglio dobbiamo essere al cento per cento. Contro l’Ancona non lo eravamo, ecco perché abbiamo sofferto. Loro, poi, si chiudevano bene e ripartivano. Che sarebbe stato difficile comunque lo sapevamo».

Tre punti importanti e un gioco che ancora non convince. Liverani non si preoccupa: «Intanto ripartiamo da questa vittoria, anche se non siamo brillanti come la scorsa stagione», ribadisce ancora una volta Liverani. Che poi racconta il gol: «In allenameto provo spesso soluzioni come queste. E’ una giocata che hai dentro e che ti viene spontanea. Quando ho visto Scarpi leggermente fuori dai pali ho tentato il pallonetto, anche se sapevo di rischiare una brutta figura oppure che il pallone poteva finire sulla traversa. Mi è andata bene e ne sono felice». La posizione di Scarpi è stata messa sotto accusa, forse con lo scopo di ridurre la portata del gesto di Liverani: «Quando ho toccato la palla, ho avuto modo di guardare il portiere e di vederlo leggermente fuori. Lui, probabilmente si aspettava un tiro forte e quando ho fatto il pallonetto è rimasto sorpreso. L’esultanza? Credo che abbia sancito la pace definitiva con i tifosi. Gliela dovevo, anche se ho rischiato la seconda ammonizione. Ma in quel momento non ci ho pensato affatto. Mi è venuta in mente quando ero già fuori dal campo, ma dopo tanto tribolare quella corsa ha sancito la riappacificazione». I complimenti a Liverani arrivano anche da Stefano Fiore: «Davvero un gran gol, importante e bello. da cui dobbiamo ripartire e rilanciarci in campionato». Brutte notizie per Simone Inzaghi. A causa di una caduta nel corso della partita l’attaccante ha ripostato una frattura al polso della mano sinistra. Gli esami radiografici hanno evidenziato una frattura allo scafoide. Oggi verranno verificate le condizioni di Favalli, uscito al 31’ del primo tempo per un risentimento alla coscia destra.


Tratte dal Corriere della Sera, alcune dichiarazioni post-gara:

A piccoli passi continua la rincorsa al quarto posto. La sua Lazio, pur soffrendo, ha ottenuto quel che voleva ad Ancona. Roberto Mancini è soddisfatto: «Sapevamo che sarebbe stata dura – dice il tecnico – L’Ancona in campo raccoglie molto meno di quello che semina, in settimana avevo avvertito i ragazzi delle difficoltà della partita. Il primo tempo non lo abbiamo giocato benissimo, risentendo anche un po’ delle fatiche di coppa. Meglio, invece, nella ripresa. Un grande applauso va a Liverani, bravo a sbloccare la partita». Mancini in merito all’azione del gol svela un piccolo retroscena. «Mentre Fabio portava palla in avanti, io gli dicevo passala, passala. Poi ha fatto, per fortuna, una rete straordinaria». Ora il tecnico guarda al futuro con maggiore serenità. «Sono molto felice per la vittoria perché viene dopo quella ottenuta contro la Juventus. Naturalmente resta l’amarezza per l’eliminazione dalla Champions, ma in campionato, nonostante qualche delusione, la squadra sta facendo bene». Mancini spiega anche le scelte in corso d’opera che hanno migliorato l’assetto tattico biancoceleste. «Giocare con le tre punte ci riesce meglio con Lopez, che ci garantisce maggiore profondità. Ad Ancona, in effetti, siamo andati meglio con le due punte centrali. La sostituzione di Muzzi? Ultimamente lui sta giocando spesso ed è reduce da un infortunio». Il quarto posto rappresenta l’obiettivo minimo. «Siamo quinti in classifica e ci teniamo ad arrivare il più in alto possibile. I conti li faremo alla fine, ora la cosa più importante è recuperare tutti gli infortunati. E a gennaio, lo ripeto, non partirà nessuno».

L’occasione giusta per l’aggancio al quarto posto la offre subito il calendario, visto che domani sera è in programma all’Olimpico proprio la sfida contro l’Inter. «È vero, anche se non dobbiamo dimenticare che mancano ventuno partite alla fine. Per noi non sarà facile perché non recuperemo tutti gli infortunati, ma siamo molto ottimisti». Secondo Stefano Fiore la Lazio ha ritrovato la sua identità: «A volte ci hanno criticato per essere troppo belli ma poco pratici. Ad Ancona siamo stati concreti ed abbiamo vinto una partita difficile. Liverani ha fatto un grandissimo gol: l’importante è aver ritrovato lo spirito di un tempo, che ci fa ben sperare per il futuro». E la gara con l’Inter potrebbe essere quella capace di far dimenticare anche la delusione Champions. «Sarà una sfida importante soprattutto per i risvolti psicologici. Vincere ed andare in vacanza in una posizione di classifica molto buona sarebbe il massimo. Noi ci proveremo». Intanto per la gara di mercoledì di coppa Italia contro il Modena maxi turnover. Mancherà comunque Favalli, che ad Ancona ha riportato una contrattura alla coscia destra.