Domenica 13 maggio 1979 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Milan 1-1

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13 maggio 1979 - 2005 - Campionato di Serie A 1978/79 - XXX giornata

LAZIO: Cacciatori, Ammoniaci, Martini, Perrone, Manfredonia (46' Agostinelli), Badiani, Garlaschelli, Lopez, Giordano, Viola, D'Amico. A disp.: Fantini, Cantarutti. All. Lovati.

MILAN: Albertosi, Collovati, Maldera (III), G.Morini, Bet, Baresi (II), Novellino, Bigon, Chiodi, Rivera (46' Capello), Buriani. A disp.: Rigamonti, Boldini. All. Liedholm.

Arbitro: Terpin (Trieste).

Marcatori: 8' Bigon, 32' Giordano.

Note: giornata estiva, terreno perfetto. Sorteggio antidoping positivo per Manfredonia, Badiani, Giordano, Collovati, Novellino e Buriani.

Spettatori: 80,000 circa, con larga rappresentanza di tifosi del Milan.

Festa doveva essere e festa è stata: il pareggio era il risultato più prevedibile alla vigilia e laziali e rossoneri non hanno deluso le attese. Meno ipotizzabile era una gara frizzante, tutto sommato divertente, i cui protagonisti maggiori hanno finito per essere Cacciatori ed Albertosi ai quali va il merito di un risultato finale (1-1) che non tiene conto delle numerosissime palle-gol neutralizzate dai due portieri. Il secondo tempo, anzi, si può dire sia vissuto soprattutto del duello tra Maldera e Cacciatori, vinto da quest'ultimo visto che il terzino milanista, smarcato ben quattro volte davanti all'estremo difensore laziale, altrettante si è visto respingere la conclusione con interventi davvero pregevoli ed acrobatici.

Il Milan, forse per smentire quanti lo temevano offuscato dalle molte libagioni che sono seguite alla matematica certezza dello scudetto, è partito subito forte: le marcature, non esasperate, permettevano di giocare e dar spettacolo col risultato che i rossoneri sono andati in vantaggio già al 9' con azione davvero pregevole impostata da Bigon per Rivera che, anziché chiudere immediatamente il triangolo, variava appoggiando su Chiodi. Bigon aveva così tempo di inserirsi al centro per ricevere — nessuno l'aveva seguito e tantomeno il suo avversario diretto Viola — il passaggio di Chiodi, poteva aggiustarsi la palla, evitare Cacciatori in uscita e depositare in rete. Un gol davvero bello. La marcatura spronava la Lazio, fino a quel momento disposta a fare da sparring partner ed a guadagnarne era lo spettacolo.

Giordano mostrava tutta la sua voglia di festeggiare con un gol il titolo di capocannoniere, però tradito proprio dalla voglia di strafare finiva per sbagliare malamente al 17' quando Baresi tentava di servire Albertosi con un avventuroso pallonetto all'indietro. Il centravanti laziale era sulla palla, ma la sua mezza girata al volo finiva ben sopra la porta di Albertosi. Nel frattempo era iniziato lo show di Cacciatori che, in attesa di iniziare il suo duello con Maldera, si «scaldava» con splendide deviazioni su tentativi di Bigon e Chiodi. Il tacito accordo del «vivi e lascia vivere» autorizzava continui rovesciamenti di fronte, consentiva a D'Amico di rivaleggiare con Rivera in allettanti inviti per i compagni, addirittura faceva sì che Badiani e Buriani anziché darsi battaglia si ignorassero a vicenda e Martini, che Lovati aveva schierato su Maldera, si guardava bene dall'esasperare la marcatura tanto più facendosi evidente, con il passare dei minuti, che tutti gli sforzi offensivi rossoneri erano rivolti a cercar di smarcare il numero tre nel tentativo di fargli segnare il decimo gol di campionato ed eguagliare così il miglior Facchetti «attaccante».

Al 31' veniva il pareggio, per gentile concessione di Morini che, all'altezza del disco del rigore, si attardava in finte per liberarsi di Garlaschelli con il risultato che l'accorrente Giordano poteva impossessarsi del pallone e battere a rete a colpo sicuro. I due portieri, a questo punto, decidevano che il risultato andava bene così il fair-play generale faceva sì che neppure protestassero i milanisti al 39' per un intervento almeno dubbio del diciottenne Perrone — un esordio senza grosse pecche, il suo — su Chiodi e un minuto dopo Garlaschelli sparasse su Albertosi da posizione favorevole. Poi la ripresa con Rivera che faceva posto a Capello e Manfredonia ad Agostinelli che rilevava — si fa per dire — Martini nella guardia a Maldera.

Iniziava allora la sagra delle occasioni sventate da Cacciatori che compiva forse l'intervento più bello al 47' deviando un tiro ravvicinatissimo di Maldera che, su preciso invito di Capello, aveva magnificamente stoppato di testa, controllato e calciato dall'altezza del rigore. Era l'ennesimo tentativo fallito ed il terzino si arrendeva, rinunciando a ripresentarsi ulteriormente in attacco. Per contro Albertosi, tanto per non essere da meno di Cacciatori, era grandissimo a deviare su D'Amico appostato a due passi dalla porta. Mancavano 12' alla fine, il pubblico si preparava all'invasione, il patto di non aggressione era definitivo ed il portiere rossonero avanzava addirittura fino a metà campo per guadagnare più celermente lo spogliatoio quando il signor Terpin con 3' di anticipo, fischiava la fine.

Fonte: La Stampa





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