Domenica 11 dicembre 1994 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Juventus 3-4
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11 dicembre 1994 - 2631 - Campionato di Serie A 1994/95 - XIII giornata
LAZIO: Marchegiani, Negro, Favalli, Venturin, Cravero, Chamot, Rambaudi, Fuser, Casiraghi, Winter, Signori (33' Bergodi). A disp.: Orsi, Bacci, L.Colucci, Di Vaio. All. Zeman.
JUVENTUS: Peruzzi, Ferrara, Orlando, Carrera (36' Grabbi), Kohler, Paulo Sousa, Marocchi, A.Conte (66' Porrini), Ravanelli, Del Piero, Tacchinardi. A disp.: Rampulla, Torricelli, Tognon. All. Lippi.
Arbitro: Bazzoli (Merano).
Marcatori: 20' Rambaudi, 37' Del Piero, 53' Marocchi, 77' Del Piero, 81' Grabbi, 83' Casiraghi, 93' Fuser.
Note: ammoniti Cravero per la Lazio, Ferrara per la Juventus. Espulso al 28' Cravero. Esordio in serie A per Grabbi classe 1975.
Spettatori: 26.947 paganti, incasso 1.231.830.000 lire; 33.149 abbonati, quota 1.038.916.000 lire.
Indipendente da tutti, ormai solo Juve. Pienamente. A chi appartenga di più, se a Vialli, a Del Piero o, almeno in parte, ancora a Roberto Baggio importa relativamente. Anzi, non importa più. Perché la Juve sa essere squadra, da ieri notte anche capolista solitaria e addirittura con un derby da recuperare, a prescindere dagli interpreti. Una certezza c'è: Lippi conta almeno quanto i suoi giocatori, più bravi e più utili. Il merito non è il primo posto (i risultati a volte passano, il gioco se c'è resta), ma l'idea e, più precisamente, il contesto. Da Juve-Inter, l'orrore fatto calcio, a Lazio-Juve, luminaria della passione, passando dalla zonistica interpretazione di Juve-Milan (pressing, fuorigioco, squadra corta) è stato solo un crescendo. Ieri, la Juve privata del meglio (Vialli, Baggio, Fusi, Di Livio), è stata aiutata da un avversario compiacente (Cravero, espulso a metà del primo tempo) e supportata da Del Piero, due gol, talento ormai espresso. In undici contro undici i bianconeri avevano patito la Lazio (anche un rigore su Casiraghi, all'inizio, non rilevato). Nel finale, pur con un uomo in più, la Juve è tornata a soffrirla, dopo aver dilagato. Calcio stellare per il primo tempo, redditizio (pro Juve) nel secondo, schiumante il finale: due gol biancazzurri in 11 minuti. Prova che Zeman lavora su moduli e proposte. Giusta, anche se sarà foriera di polemiche, la sostituzione di Signori con Bergodi per suturare il buco in difesa. Affari da Lazio dalla mezz'ora del primo tempo in avanti, quando per colpa di Cravero (seconda ammonizione a causa di un fallo di mano volontario in attacco: il massimo della dabbenaggine) i biancazzurri restano in dieci, Lippi inserisce una punta in più (l'esordiente Grabbi) e Del Piero pareggia 8' prima dell'intervallo. Nella circostanza (lancio diagonale di Orlando che sventra la difesa biancazzurra da sinistra a destra), l'incertezza letale è di Marchegiani che resta incollato alla porta dopo che Winter si fa battere, nel corpo a corpo, da Del Piero: il tocco di punta, risolutivo, riscatta il giovane attaccante dal grave errore commesso al 23'. In quel caso solo Negro era riuscito a tamponare in scivolata la sua corsa solitaria nel deserto laziale. Grande partita, e pure equilibrata, fino a quando le due squadre sono in parità numerica e applicano ognuna le proprie convinzioni senza farsi condizionare dalle esigenze contingenti. Non stupisce, dunque, di vedere la Juve riproporre fin dall'inizio il tridente, nonostante il terzo uomo sia Marocchi e non Vialli. Certo, Marocchi sa coprire di più e meno attaccare, però il suo compito, in fase di possesso palla, è quello di allargare il fronte soprattutto per favorire gli inserimenti di Conte, interno di centrocampo, accanto al centrale Sousa e al mezzosinistro Tacchinardi. Insomma, Lippi non è venuto a Roma per pareggiare. La Lazio, senza Di Matteo, propone Venturin centrale di centrocampo. Il resto è il solito 4 3 3 e fino al vantaggio (20' Rambaudi con un piatto destra fra palo e Orlando, dopo la deviazione di Peruzzi sul tiro cross di Signori) la ricerca didascalica della profondità. Vi contribuisce anche Casiraghi, sostituto di Boksic, che ha sulla testa (19', cross di Fuser, girata angolata, deviazione di Peruzzi) l'occasione del gol, mentre spreca di piede il possibile raddoppio (25', imbeccata di Favalli, stop di petto e destro malvagio). La Juve riequilibra partita e risultato quando, per l'espulsione di Cravero, Zeman imita Sacchi: togliendo Signori, che naturalmente s'infuria, come in America s'infuriò Baggio. Lippi, invece, replica con la terza punta autentica: fuori il libero Carrera e dentro Grabbi. I nuovi assetti sono questi. Lazio in difesa con Negro, Bergodi, Chamot e Favalli; immutato il centrocampo, attacco affidato a Casiraghi e Rambaudi: 4 3 2 ad altissimo rischio perché la squadra, volendo tornare in vantaggio in fretta, si allunga troppo. La Juve, invece, può arretrare Tacchinardi (difesa con soli tre uomini) e riportare Marocchi a centrocampo. Avanti un tridente acerbo ma autentico. La Lazio rischia troppo e lo si intuisce nel finale del primo tempo (Ravanelli spreca addosso a Marchegiani, stavolta bravo) e a inizio di ripresa quando la Juve raddoppia su un'azione bella per profondità: da Del Piero a Conte che batte Favalli sul tempo e, da destra, indirizza un pallone sull'altro palo. Arriva Marocchi in spaccata e manda sotto la traversa e quindi in rete. Lippi non lascia passare troppo tempo per attuare la seconda mossa, cioè la sostituzione di Conte con Porrini che va a rinsaldare la difesa. La Juve si chiude e arretra, riservandosi il contropiede manovrato nella prateria biancazzurra. La differenza, che è stata Roberto Baggio e fino a domenica scorsa Vialli, stavolta proviene interamente da Del Piero. Sua la trasformazione di una palla morta in un colpo di genio autentico. Perché, prima scivola in mezzo a Venturin e Negro, entra in area, e poi apre del tutto il destro e d'interno cerca l'angolo alla sinistra di Marchegiani. Trovarlo è veramente un grande merito. Quattro minuti e, in contropiede, con una Lazio ormai aperta, si invola anche il diciannovenne Grabbi, percorre tre quarti di campo palla al piede e batte Marchegiani appena dentro l'area. Segna anche Casiraghi (38'), dall'altra parte, e ottimo è l'assist di Rambaudi. E al 93' va in rete Fuser, piatto destro dal limite, e la Lazio rovescia le ultime energie. Inutile, tutto, anche se molto bello. Come sempre.
Fonte: Corriere della Sera