Campionato 1973/74 giorno per giorno - Aprile 1974
PAGINA IN FASE DI COSTRUZIONE (TEST)
Vai al Marzo 1974 - Vai a Maggio 1974
Contesto Storico
Gianni Agnelli è designato presidente di Confindustria. È una svolta nella storia dell’associazione degli industriali. Lo stesso Agnelli, appena eletto, si è affrettato a ricordare che non resterà in carica per tutto il biennio, ma solo fino alla fine di quest’anno. Dopo lo scandalo dei fondi neri, nel quale sono rimaste coinvolte aziende come Montedison, Anas, Enel e numerose imprese petrolifere, viene presentata la legge sul finanziamento pubblico dei partiti: si stanziano per questo 45 miliardi di lire all'anno, più 15 miliardi in caso di elezioni. A Genova, le BR rapiscono Mario Sossi, che fu pm nel processo contro il gruppo detto XXII Ottobre, e Lotta Continua. Una bomba al plastico fa saltare mezzo metro di rotaie appena oltrepassata la stazione di Vaiano a trenta chilometri da Firenze. Nessun morto. L’attentato viene rivendicato da Ordine Nero. Si svolge a Rimini la prima Conferenza unitaria delle strutture di base di Cgil, Cisl e Uil. Viene sospeso a divinis Don Luigi Franzoni: si è dichiarato a favore della legge sul divorzio. In Portogallo le forze armate si sollevano contro il regime autoritario salazarista. L’esercito marcia su Lisbona e arresta il Primo Ministro Caetano. È la “Rivoluzione dei garofani”: un colpo di Stato al contrario, in cui è l’esercito a portare il paese verso la transizione democratica. In Francia muore il presidente Georges Pompidou. Gli subentra ad interim Alain Poher. La Siria rompe la tregua sulle alture del Golan e riprende le operazioni militari contro Israele. Si dimette il primo ministro israeliano Golda Meir. Per la successione di pensa a Yitzhak Rabin.
Lunedì 1 Aprile
Scrive La Stampa: Uno dei derby più drammatici della storia calcistica rimane tutt'ora al centro delle accese discussioni fra tifosi laziali e romanisti. Si parla di calcio, della sfortuna che avrebbe perseguitato la squadra di Liedholm, delle « sviste » di Gonella. Argomenti però, che ben presto finiscono per cedere il passo ai gravi disordini che hanno gettato un'ombra sinistra sugli sportivi della capitale. I quotidiani romani sono usciti riportando nelle prime pagine, con grossi titoli, i particolari del pomeriggio di violenza. Il bilancio di oltre 50 feriti è pesante ed assurdo se si pensa che è stato causato da un incontro di calcio. I tifosi più esuberanti, ai quali si sono prontamente uniti i soliti teppisti che non perdono occasione per ribadire la loro triste fama, hanno le loro colpe. Tuttavia ci sembra doveroso mettere sul banco degli accusati un personaggio che deve fama e soldi allo svolgimento ordinato della vita di calcio, il quale, con il suo atteggiamento provocatorio, ha contribuito in gran parte a scatenare la reazione della folla. E' stato Giorgio Chinaglia, centravanti della Lazio e della Nazionale, ad esibirsi in episodi che hanno fatto scattare la scintilla. L'esuberante Giorgione ha preso a calci la valigia di un fotografo, colpevole, di trovarsi sul suo cammino a fondo campo, sfogando così la sua rabbia per una azione fallita. Si è ripetuto più tardi scagliando il pallone sulla schiena di Morini, curvo a soccorrere Negrisolo a terra per un incidente di gioco. ma non è finita. Nell'occasione delle due marcature biancazzurre, « Long John» si è rivolto al pubblico con gesti poco civili che denotano come alla bravura nelle gambe il giocatore non riesca a far corrispondere quel senso di responsabilità che si chiede ad un professionista della palla rotonda, Esprimere un giudizio tecnico è quasi impossibile. Tuttavia non sono mancate le emozioni. Al gol-fantasma siglato da Spadoni la Lazio ha replicato con la rete di D'Amico e quando Cordova ha preso il palo, che poteva significare. il due a uno, subito dopo è intervenuto Gonella a dare il colpo di grazia alle speranze dei giallorossi. Il fallo commesso su Nanni è sembrato da calcio di rigore. Ma l'arbitro avrebbe dovuto vedere anche i due atterramenti di Prati in piena area. Scegliendo la via più giusta, cioè quella di assegnare anche alla Roma un tiro dagli undici Un'altra prova del fuoco, che potrebbe essere decisiva, sarà quella di domenica prossima sul campo del Napoli. Ma ormai giocatori e dirigenti sono convinti che il titolo è a portata di mano. E' stata già prenotata un'amichevole con l'Ajax che dovrebbe disputarsi il 22 maggio all'Olimpico, giorno dedicato alla festa dello scudetto. Si completa intanto il quadro dei danni riportati dallo stadio romano durante gli incidenti di ieri. Una commissione tecnica ha effettuato stamane un sopralluogo per predisporre le riparazioni. La polizia presidia ancora la sede della Lazio, in via Col di Lana, che ieri sera è stata assalita da una ventina di teppisti. Negli ospedali non sono stati medicati altri feriti oltre i circa cinquanta di ieri sera. L'invasore solitario Carlo Rossi di 27 anni è stato trasferito al carcere di Rebibbia. Il giovane non si è dimostrato pentito del suo gesto. Lasciando il commissariato ha detto: « Per Gonella mi farei anche trent'anni di galera. Se fossi riuscito ad afferrarlo gli sarei saltato alla gola e l'avrei morso come un cane». all'Olimpico il direttore di gara avrebbe conferito legittimità ad un risultato di parità ed avrebbe evitato la violenta reazione del pubblico. La Lazio sarà brava, merita lo scudetto, ma non può certo lamentarsi dell'ottimo trattamento che le riservano gli arbitri, Però sembra anche giusto mettere in risalto il carattere della formazione di Maestrelli decisa a combattere fino all'ultima stilla di energia per conquistare il tanto sospirato scudetto.
Martedì 2 Aprile
Scrive La Stampa: Giorgio Chinaglia paga con l'« esilio » gli strascichi del movimentatissimo derby capitolino. Di comune accordo con la società e con Maestrelli, il giocatore ha raggiunto una località segreta per sottrarsi al clima di roventi polemiche in cui si è trovato coinvolto. E' stato deciso che Chinaglia resterà - nascosto » per tre giorni. Egli continuerà ad allenarsi da solo. Probabilmente rientrerà a Roma giovedì, dopo che saranno state rese note le decisioni del giudice sportivo sui gravi fatti accaduti all'Olimpico. Un'eventuale squalifica del campo, rischierebbe di riaccendere pericolosamente gli animi dei tifosi romanisti più agitati che considerano il giocatore laziale il maggiore responsabile del pomeriggio di violenze. Anche la critica non è stata tenera con Chinaglia. La maggior parte della stampa romana ha sparato a zero sul focoso condottiero biancoazzurro rimproverandogli di aver assunto un atteggiamento provocatorio del quale avrebbe potuto fare a meno. Lo sfogo contro la borsa di un fotografo, il pallone scagliato sulla schiena di Morini a gioco fermo (che ha indotto Gonella ad estrarre il cartellino giallo dell'ammonizione), I gesti di scherno verso la folla della curva Sud: sono tutti episodi ricordati con accenti di duro rimprovero che hanno finito per turbare anche la vita privata del giocatore. In questi giorni il suo telefono ha squillato in continuazione, persone anonime l'hanno insultato e minacciato. Alcuni fans romanisti ieri notte hanno dipinto con vernice giallorossa la saracinesca della boutique che appartiene a Chinaglia. E' un segno della tensione che a distanza di due giorni dalla partita non accenna a diminuire. Si teme che la rabbia torni ad esplodere quando domani pomeriggio si conosceranno le decisione di Barbè. Prima di partire ii centravanti laziale si è difeso energicamente dalle accuse: Io sono un tifoso della Lazio — ha dichiarato —ho sentito alla mia maniera il derby. Il mio nervosismo è aumentato quando sono stato preso di mira dal sostenitori rivali appena messo il piede in campo. Con la Roma in vantaggio ho perso le staffe. Forse ho esagerato lo ammetto. Non ho saputo frenare il mio impulso quando ho scagliato lontano la valigia di un fotografo e ho calciato la palla su Morini. Per natura sono un istintivo, quindi non ho voluto intenzionalmente provocare il pubblico ». Chinaglia giustifica quindi con il suo temperamento esuberante gli episodi di cui si è reso protagonista e non capisce perché si trovi sul banco degli accusati. I teppisti che lo hanno preso di mira con gesti di vandalismo vanno condannati senza riserva. Agendo in questo modo mettono dalla parte del torto anche quei tifosi che si sono limitati a protestare verbalmente sugli spalti dello stadio. Ma ci sembra che anche Chinaglia abbia le sue colpe. Schernire con gesti poco ortodossi la folla, già innervosita dalle contrastate vicende della partita, non è stato un gesto opportuno. Forse al giocatore sono sfuggite le dimensioni di una situazione che ha rischiato di trasformarsi in dramma. Già prima della gara Chinaglia aveva creato le premesse per un'accoglienza ostile. Come dimostrano i documenti fotografici egli è entrato sul campo in borghese allungando la gamba fuori dalla pensilina con un gesto di sfida. Sembra che sia dovuto intervenire il vice questore Mirabile, il quale avrebbe invitato energicamente il giocatore a mettere fine alla scena. Le colpe, dunque, vanno divise in parti uguali, anche se Chinaglia, più dei suoi tifosi rivali, avrebbe avuto il dovere di ricordare che la vita del football, da cui egli trae lauti guadagni, è in gran parte affidata al senso di responsabilità dei protagonisti.
Mercoledì 3 Aprile
Scrive La Stampa: Sette mesi di reclusione, ma con tutti i benefici di legge: è questa la pena che i giudici della quarta sezione penale del tribunale hanno inflitto oggi a Carlo Rossi, il solitario invasore dell'Olimpico, in occasione di Roma-Lazio. Rossi era entrato in campo per protestare contro l'arbitro ed alcuni giocatori laziali, ma la sua azione fu bruscamente interrotta da uno dei suoi beniamini, il calciatore Rocca. Questi, placcandolo con una perfetta mossa da rugbista, lo consegnò ad una decina tra agenti e carabinieri. Stamane, con il rito direttissimo, si è svolto il processo. Carlo Rossi, evidentemente « rinsavito » durante la detenzione a Rebibbia, aveva perduto lo spirito battagliero che domenica scorsa l'aveva spinto ad invadere da solo il campo. « Giuro sulla mia bambina, signor giudice — ha detto durante l'interrogatorio — che non volevo far male a nessuno, ma lei capisce... la passione del giuoco... il tumulto della folla... quando ho visto Chinaglia lanciare il pallone contro un nostro giocatore non ci ho più visto. Ma ora non metterò più piede all'Olimpico. Lo giuro ». L'istruttoria dibattimentale ha confermato che Carlo Rossi entrò in campo un quarto d'ora dopo l'inizio del secondo tempo, quando era stato appena battuto con esito favorevole il calcio di rigore contro la Roma. Ancora amareggiato da questo evento. Rossi vide Chinaglia fare un gesto che ha ritenuto poco sportivo nei confronti di un avversario e perciò decise di entrare in campo. Il pubblico ministero, Scopelliti, pur riconoscendo che Rossi agì sotto la spinta psicologica del tumulto della folla che gremiva gli spalti, ha chiesto, con la concessione di tutte le attenuanti, dieci mesi di reclusione.
La Roma pagherà duramente per le intemperanze dei suoi tifosi. Il giudice sportivo, esaminati i rapporti ufficiali, ha inflitto al campo della società giallorossa due giornate di squalifica. Sulla decisione dell'avvocato Barba ha pesato, fra l'altro, la solitaria invasione di un romanista, avvenuta due minuti dopo l'assegnazione del calcio di rigore alla Lazio. L'arbitro Gonella è stato molto preciso nel suo rapporto e ha rilevato che già prima dell'inizio della gara « sostenitori della squadra ospitante, uno dei quali salito sulla tettoia del passaggio degli spogliatoi del campo, lanciavano un centinaio di frutti contro i giocatori della squadra ospitata che si erano presentati sul terreno di gioco ». Inoltre, Gonella ha annotato che « durante la gara sostenitori della squadra ospitante lanciavano in campo, ad intervalli, oltre un centinaio di frutti, contenitori di birra e bottigliette di plastica senza colpire; che all'ottavo minuto del secondo tempo uno spettatore indossante una sciarpa dai colori giallorossi superava il sistema di protezione del campo ed entrava sul terreno di gioco, portandosi oltre la linea mediana del campo e dirigendosi di corsa verso l'arbitro con intendimenti aggressivi; che detto spettatore, giunto a venti metri circa dall'arbitro, veniva bloccato da alcuni giocatori della squadra ospitante e successivamente da agenti della forza pubblica che lo allontanavano dal campo; che al fischio di chiusura della gara, sostenitori della squadra ospitante, che si trovavano vicino all'entrata del passaggio agli spogliatoi, lanciavano in campo diverse centinaia di bottigliette, frutti, due bottiglie da un litro, due ombrelli ed altri oggetti, tanto da costringere i giocatori a fuggire di corsa negli spogliatoi stessi ». Non ha rilevato invece, Gonella, alcun gesto provocatorio da parte di Chinaglia e compagni, per cui il giudice sportivo non ha preso provvedimenti nei confronti dei giocatori della Lazio se non per lievi Infrazioni commesse durante il gioco. Chinaglia, il maggior indiziato, è stato multato di 20 mila lire per proteste. Per quanto riguarda le due giornate di squalifica, il giudice sportivo ha dovuto tener conto anche della recidività della società giallorossa. che è stata pure multata di trecentomila lire per lanci di candelotti fumogeni e mortaretti. Per lo stesso motivo la Lazio ha avuto quattrocentocinquantamila lire di ammenda. Per effetto della squalifica, la Roma non potrà giocare all'Olimpico domenica prossima contro il Vicenza e domenica 21 aprile contro l'Inter.
Giovedì 4 Aprile
Scrive La Stampa: La Lazio imbocca la dirittura d'arrivo. Il traguardo dello scudetto comincia a delinearsi. Ma riuscirà la squadra di Maestrelli a resistere allo sprint delle inseguitrici? Dopo il combattutissimo derby con la Roma, i suoi tifosi non hanno più dubbi. Vedono già cucito sulle maglie dei biancoazzurri lo scudetto. Maestrelli, invece, non cede alla tentazione. Se la Lazio riuscirà a fregiarsi del titolo, il trainer biancoceleste finirà per meritare l'Oscar della prudenza. Per i giornalisti a caccia di sensazioni, non è certamente il personaggio ideale. Anzi, è decisamente monotono con quelle dichiarazioni che sono sempre le solite: « Andiamo avanti domenica per domenica. Il nostro segreto è quello di non montarci la testa ». Non si può dar torto ad un allenatore che a forza di racimolare punti partita per partita, si trova in testa alla classifica. Ma un pizzico di baldanza non guasterebbe. In fondo, sì tratta sempre di un gioco. Una battuta, anche scherzosa, contribuirebbe a sdrammatizzare il clima sempre più teso che sta coinvolgendo la capolista. Il logorio del primato si sta insinuando pericolosamente. La Lazio continua, infatti, a far punti, ma in queste ultime domeniche ha dato l'impressione di avere smarrito la sua sicurezza. La sorte è venuta a darle una mano piuttosto consistente sotto forma di calci di rigore che sono risultati determinanti ai fini del risultato. Si dirà: la Lazio riesce a procurarsi i tiri dagli undici metri per il suo gioco che la porta a giostrare in continuazione nell'area avversaria. Giusto. Ma perché non viene usato lo stesso metro con le squadre che si battono con i biancoazzurri? Spesso i campionati si vincono anche con una serie di circostanze favorevoli oltre alla bravura calcistica che tuttavia la Lazio ha dimostrato di possedere. Quindi viva la Lazio! Domenica, però, ci sarà un Napoli tutt'altro che rassegnato a contrastarle il passo. Nonostante le disgrazie che si sono abbattute a ripetizione sulla società partenopea, gli uomini di Vinicio pare che abbiano tutte le intenzioni di consolidare la fama del San Paolo dove soltanto il Milan è riuscito quest'anno a portarsi via i due punti Per la Lazio farà caldo. La squadra di Vinicio fiuta la possibilità di conquistare il secondo posto che le potrebbe consentire di disputare addirittura la Coppa dei Campioni se verrà deciso di far partecipare al torneo la seconda classificata (la Lazio è stata squalificata dall'Uefa per un anno in seguito agli incidenti con l'Ipswich). Ma non è ancora detto che saranno i biancazzurri a finire in testa alla graduatoria. Un passo falso al S. Paolo e il campionato sarà ancora in discussione. Il bollentissimo Chinaglia non accetta una ipotesi dal genere. Ha promesso di trascinare la sua squadra anche in questa partita che si annuncia decisiva. Domenica il centravanti, quando ha visto la sua squadra in svantaggio contro la Roma, ha perso le staffe. Si è esibito in una serie di atteggiamenti provocatori nei confronti del pubblico e degli avversari. Lui, che è un istintivo, ha messo a nudo il nervosismo che serpeggia sotto l'apparente calma dei compagni. Per timore delle rappresaglie minacciate dai romanisti, Long John si è nascosto per due giorni in una località tenuta segreta. Ieri è riapparso a Tor di Quinto, salutato dai suoi ammiratori, dimostrando di aver riacquistato coraggio, di essere pronto per lo scontro di Napoli. Non ha mancato di esibirsi nel consueto comizio contro i giornalisti romani che, secondo lui, «vorrebbero distruggere uno dei più grandi centravanti che abbia mai avuto il calcio capitolino ». Modestia a parte, Chinaglia si sente una specie di ottavo re di Roma e come tale vuole essere considerato. Al S. Paolo, però, gli servirà talento e tanto coraggio. I tifosi partenopei, che non furono invitati alla cena della riconciliazione allestita dai dirigenti di Lazio e Napoli, non hanno ancora dimenticato il pugno alzato del goleador biancoceleste da cui spuntava un paio di corna Per quel gesto Chinaglia rischiò anche una querela da parte di due sostenitori partenopei, rientrata per i buoni uffici di amici comuni. Maestrelli per prudenza ha deciso di condurre la sua squadra, sabato prossimo, in una località segreta a molti chilometri da Napoli. Se la Lazio non riceverà un'accoglienza amichevole, dovrà ringraziare ancora una volta il suo esuberante condottiero che continua a prendersi gioco della folla che paga il biglietto, con il tacito consenso degli organi disciplinari della Lega i quali fanno finta di non vedere.
Venerdì 5 Aprile
Sabato 6 Aprile
Scrive l'Unità: Ordini di comparazione per lesioni aggravate, ingiurie continuate e minacce sono stati emessi dal sostituto procuratore della Repubblica Scopelliti a carico dei giocatori della Lazio Wilson, Chinaglia, Garlaschelli, Re Cecconi e per l'allenatore Maestrelli. I fatti sono del 15 marzo scorso. I giocatori della Lazio erano in partenza per Milano, alla stazione Termini, quando furono avvicinati da un gruppo di tifosi che chiedevano gli autografi. Garlaschelli appoggiò il pacco che aveva in mano sulla macchina del signor Eugenio Roncari e poi tutti i giocatori si appoggiarono alla stessa vettura per poter firmare gli autografi. Alle proteste del Roncari nacque una discussione finita poi con una denuncia nei confronti dei giocatori della Lazio.
Domenica 7 Aprile
Spettacolare pareggio fra Lazio e Napoli per 3-3
Lunedì 8 Aprile
Scrive La Stampa: La Lazio si gode il prezioso punto conquistato al S. Paolo di Napoli, che contribuisce a rafforzare ulteriormente il morale dei biancoazzurri impegnati nel logorante cammino verso lo scudetto. Sul tavolo di Maestrelli, a Tor di Quinto, spiccava stamane un vistoso fascio di giornali che esprimevano in termini pressoché unanimi l'elogio per la partita disputata dai laziali. Il trainer appariva visibilmente soddisfatto. « lo scorso anno perdemmo a Napoli l'ultima possibilità di conquistare lo scudetto — ha dichiarato — e proprio sullo stesso campo stavolta abbiamo forse ottenuto il nulla osta per il titolo. Questo non significa però che io ritenga chiuso il discorso. Continuo ad essere prudente e lo sarò fino all'ultima giornata. Ieri mi ha soprattutto impressionato la reazione della mia squadra che ha saputo ribattere colpo su colpo. La Lazio sta acquistando la mentalità della grande squadra. Abbiamo affrontato l'avversario a viso aperto, con la ferma determinazione di portarci via i due punti ». Vinicio ha dichiarato che il Napoli avrebbe meritato la vittoria. A Maestrelli non è piaciuta l'affermazione del suo collega e non ha esitato a ribattere piuttosto vivacemente: « Ognuno la vede a modo suo. Però voglio ricordare a Vinicio che il fallo, da rigore a nostro favore era netto, mentre quello concesso al Napoli non mi ha convinto, specialmente dopo aver visto le immagini della moviola. Braglia non è stato neppure sfiorato quando è caduto in area ». — La partita di ieri ha avuto un effetto particolare sui giocatori? « No, I ragazzi non devono più convincersi delle loro possibilità — ha replicato Maestrelli — Piuttosto devono ricredersi quei critici che troppo frettolosamente ci consideravano ormai "cotti" ». — Sembra che sia rimasta soltanto la Juventus a darvi fastidio... « E' vero, però per i bianconeri la gara con il Cesena avrebbe potuto concludersi diversamente se fosse stato concesso un nettissimo calcio di rigore per l'intervento di Zoff su Festa. Il duello con i campioni d'Italia rende più affascinante la lotta per lo scudetto. Se riusciremo a centrare il bersaglio avremo maggiore soddisfazione, lo penso che lo scudetto si vincerà con 42-43 punti. Vedremo chi riuscirà ad arrivarci per primo ». L'accesa gara con i napoletani non ha lasciato segni sui giocatori biancoazzurri, che sono tutti in ottime condizioni fisiche. Fin da domani, esclusi i « nazionali » Chinaglia e Wilson impegnati nell'allenamento ad Appiano Gentile, sarà ripresa la preparazione per la partita di domenica con il Verona.
Martedì 9 Aprile
Mercoledì 10 aprile
Scrive La Stampa: C'è un grande entusiasmo attorno alla nazionale di calcio italiana che si sta preparando ai mondiali. Ce n'è anche troppo. Oltre tremila persone si sono assiepate ai bordi del campo di Appiano Gentile per assistere alla partita d'allenamento degli azzurri. Le linee laterali, lungo il perimetro del rettangolo di gioco erano pressoché cancellate dalla presenza degli spettatori e ciò ha disturbato non poco l'attività della squadra di Valcareggi. Per il troppo entusiasmo, alla fine, c'è stato pure qualche piccolo incidente. Per la calca un gruppo di tifosi napoletani ha infranto una vetrata degli spogliatoi. Dopo questo episodio Valcareggi e Allodi hanno deciso di non far più effettuare partite ad Appiano Gentile, ma di recarsi, nei prossimi raduni, allo stadio Sinigallia di Como. E non basta. Nel quadro di questo eccessivo entusiasmo, s'inserisce anche un curioso episodio che riguarda Chinaglia. Adesso anche le teen-agers ce l'hanno con Long John capo cannoniere del campionato è stato oggetto, se così possiamo chiamarla, di una specie di aggressione da parte di una giovane e graziosa tifosa juventina, romana ma residente in Lombardia, che si era già distinta in altri raduni per fatti analoghi. A fine allenamento, Chinaglia si è sentito afferrare per una spalla e insultare dall'accesa tifosa, la quale ha anche tentato di dargli uno schiaffo: Chinaglia ha accennato ad una reazione, più che altro istintiva, poi s'è fermato proprio mentre la tifosa ormai aveva rivolto le sue attenzioni a Spinosi e gli aveva gettato le braccia al collo. Chinaglia è abituato a sopportare l'ostilità — non sempre giustificata — dei tifosi (non quelli della Lazio, beninteso). Sono fischiato da tutt'Italia — dice Chinaglia con una punta di amarezza nella voce — Sono il primo in classifica con la Lazio, primo dei cannonieri e primo nella graduatoria dei...fischiati. Prima ancora che la palla mi arrivi nei piedi sento i fischi. Agli italiani, evidentemente, piacciono i giocatori stilisti, anche se questa categoria non esiste quasi più. Io non sono certo un modello di grazia, ma tecnicamente sono tutt'altro che scarso. A tanta gente potrei insegnare come si controlla la palla, e lo dico a costo di apparire presuntuoso. I fischi le danno la carica? « Sino ad un certo punto. Si sopporta e poi si...scoppia. Uno diventa anche cattivo e questa rabbia la scarico in campo. Però non cerco mai di provocare il pubblico. Eppure me ne dicono di tutti i colori, mi affibiano i peggiori appellativi. Mi hanno persino chiamato "gobbo". Solo vincendo il campionato del mondo a Monaco potrei finalmente rendermi simpatico alla gente ». — Lei sta andando forte, ma a Monaco la concorrenza per il posto di centravanti sarà terribile. Che ne pensa? « E' meglio che ci sia questa incertezza. Guai a vivere sugli allori. Certo, egoisticamente, sarebbe meglio che io fossi il solo centravanti titolare, ma ci sarebbe il rischio di adagiarsi. E' stata una sorpresa per lei la convocazione di Boninsegna? » La ritengo invece un giusto premio a un giocatore che se l'è meritata a suon di gol. In certe partite Boninsegna potrebbe essere più utile di me e lo stesso discorso vale per Anastasi. Siamo tre centravanti diversi. Anastasi e Boninsegna hanno caratteristiche che si avvicinano, mentre io sono l'opposto. Nella Lazio a volte faccio anche il terzino pur di rendermi utile. Valcareggi ha fatto bene a convocare Boninsegna, che io considero l'unico pericoloso rivale nella classifica dei tiratori scelti. Forse ha un po' le caratteristiche di Riva, ma Gigi è unico. Io non ho problemi: sarà sufficiente che mi dicano se dovrò giocare due giorni prima della partita per ritrovare la tranquillità necessaria.
Giovedì 11 aprile
Venerdì 12 aprile
Si sparge la voce (insistente) che un nutrito gruppo di tifosi della Roma stia preparando una serie di incidenti da provocare durante Lazio-Verona, come vendetta della sconfitta nell'ultimo derby. Il piano prevede l'ingresso dei tifosi camuffati con sciarpe e bandiere biancazzurre che cercherebbero di provocare incidenti ed invasione di campo per far perdere a tavolino la partita alla Lazio e squalificare il campo. La Lazio ha denunziato di tale "progetto" sia la Lega che la Federcalcio chiedendo di rafforzare il servizio d'ordine allo stadio e disponendo che siano potenziati i servizi di controllo da parte dei suoi dipendenti.
Sabato 13 aprile
Scrive La Stampa: La Lazio guarda con sospetto alla classifica del Verona. I biancocelesti non hanno dimenticato lo scherzetto che la squadra veneta riuscì a combinare al Milan nell'ultima giornata dello scorso campionato. Quando sembrava che i rossoneri avessero ormai in tasca lo scudetto, andarono incontro ad una secca sconfitta per 5 a 3 sul campo del Verona, il che consentì alla Juventus di sferrare lo sprint vittorioso verso 11 titolo di campione d'Italia. I bianconeri si aspettano un altro favore dagli uomini di Cade i quali sono in cerca di punti preziosi per non retrocedere. Maestrelli non appare molto tranquillo. Ha cercato per tutta la settimana di dare la carica ai suoi giocatori per evitare il rischio che la Lazio commetta l'errore di sottovalutare gli avversari. Occorre tenere gli occhi ben aperti — ha commentato stamane il tecnico mentre aspettava i 17 atleti convocati nel consueto ritiro sulla via Aurelia — Verona gioca un ottimo calcio. Finora non è stato molto fortunato. Le sue necessità di classifica potrebbero procurarci qualche difficoltà. Ecco perché ho ripetuto ai miei di impegnarsi come se dovessero affrontare una squadra di grosso nome, di non distrarsi neppure per un attimo ». Il tecnico non deve risolvere problemi di formazione e questo contribuisce ad infondere una certa tranquillità all'ambiente laziale alla vigilia del confronto. Lo schieramento sarà lo stesso che pareggiò domenica scorsa contro il Napoli. Re Cecconi appare un po' demoralizzato per essere stato escluso dall'allenamento della Nazionale ad Appiano Gentile. Però lo stesso centrocampista ha tenuto a sottolineare che intende riconquistare in queste ultime giornate del torneo la fiducia di Valcareggi. Al desiderio di rivincita espresso da Re Cecconi, si unisce la « rabbia » di Chinaglia infastidito dai fischi con cui viene accolto sui vari campi (è accaduto anche ad Appiano in maglia azzurra). Il centravanti, contro il Verona, vuole guadagnarsi gli applausi di casa che in verità non gli sono mai mancati. Però dovrà fare i conti con Bet che già in passato si rivelò un osso assai duro. Bet non sarà il solo ex romanista in cerca di rivincite all'Olimpico. Ci saranno anche Zigoni e Franzot a conferire alla partita un vago sapore di derby capitolino che avrà probabilmente come contorno il sostegno dei tifosi giallorossi. Zigoni ha capito al volo la situazione e ha cercato di alimentare con la sua dialettica baldanzosa il clima di rivalità con Chinaglia per conquistarsi le simpatie dei romanisti. Nel confronto fra veneti e laziali, esiste quindi più di un motivo suggestivo che annulla in parte il facile pronostico consigliato dalla classifica. Al Verona mancherà l'infortunato Busatta che costituisce uno dei suoi pilastri nella manovra di centro campo. Stamane un quotidiano sportivo ha riportato la notizia di una minaccia di invasione che graverebbe sull'Olimpico, preannunciata da una telefonata anonima. Si tratterebbe di un « commando » travestito con i colori biancoazzurri per danneggiare la Lazio. La vicenda sa di « giallo » senza avere seri fondamenti. La società romana ha smentito tutto. Si può dire, però, che per precauzione abbia chiesto alle autorità di polizia un rafforzamento delle misure di sicurezza.
Domenica 14 aprile
Vittoria in rimonta dei biancazzurri che battono il Verona 4-2
Lunedì 15 aprile
Scrive La Stampa: La Lazio insiste, la Juventus perde terreno. i biancocelesti non lo dicono apertamente, forse più per scaramanzia che per timore, ma sono ormai convinti di poter riportare sulle sponde del Tevere il secondo scudetto capitolino, dopo quello conquistato dalla Roma oltre trentanni fa. Per domenica prossima la squadra di Maestrelli è attesa a S. Siro da un Milan che sarà prevedibilmente distratto più dal secondo incontro con il Borussia che dal campionato. Ma se per caso la Lazio dovesse perdere a Milano e la Juventus riuscisse ad accorciare le distanze con un successo sulla Sampdoria? « Saremmo sempre in corsa — risponde Chinaglia — non credo infarti che quattro gare saranno sufficienti ai bianconeri per riprenderci. Non abbiamo ancora dalla nostra parte la sicurezza matematica di considerarci campioni, la Juventus ci incute ancora un po' di timore, ma non nella stessa misura di alcune settimane fa. Come Chinaglia, la pensano anche i suoi compagni. Maestrelli, però, continua ad impartire ordini precisi; « Finché non saranno i numeri a dirci che abbiamo vinto il titolo, non voglio sentir parlare di scudetto ». Gli atleti obbediscono ma in cuor loro già pregustano la gigantesca festa promessa da Lenzini ai romani. In questa atmosfera di ottimismo, che i prudenti richiami di Maestrelli riescono a contenere a stento, si affaccia però un'ombra che guasta in parte i sogni biancocelesti. Cominciano a profilarsi le ripercussioni della notte brava » dell'Olimpico, quando una follo scatenata di teppisti, aizzata dal comportamento degli stessi giocatori laziali, tentò di invadere il campo durante l'incontro con gli inglesi dell'Ipswich. I bollenti atleti biancoazzurri arrivarono perfino ad aggredire gli avversari provocando un duro referto arbitrale che andò a finire sul tavolo della commissione disciplinare dell'Uefa. Il pesante verdetto decretò la squalifica della Lazio per un anno da tutte le competizioni europee inclusa, naturalmente, la Coppa del Campioni. Ora che i biancocelesti hanno serie possibilità di aggiudicarsi lo scudetto, comincia in tutti ad emergere l'amarezza per non poter partecipare alla prestigiosa competizione. Lenzini tenta di consolarsi facendo affidamento in un'amnistia che, secondo lui, il prossimo 22 maggio durante la riunione del comitato dell'Uefa che però ha in calendario la discussione di altri problemi. A favore di una rappresentanza italiana alla Coppa dei Campioni con la squadra seconda in classifica, si sarebbero pronunciate le federazioni francese, svizzera, spagnola e tedesca occidentale alle quali si sarebbe decisamente opposta la federazione inglese. Se i britannici manterranno il loro atteggiamento intransigente, appare assai improbabile che gli altri membri dell'Uefa vorranno correre il rischio di una pericolosa frattura. Quindi, se sarà scudetto, sarà amaro per la Lazio e forse non sarà dolce neppure per la squadra che riuscirà a conquistare la seconda poltrona. dovrebbe essere promulgata in occasione dei campionati del mondo. Ma possiamo fin da ora affermare che le speranze sono destinate a sfumare. Un qualificatissimo esponente della nostra Federazione ha ribadito che il regolamento dell'Uefa non prevede alcuna sanatoria. Non è mai accaduto anche per altre società colpite da provvedimenti disciplinari. Nel mondo imprevedibile del calcio nulla è impossibile. Al momento, però, non esistono basi concrete per la concessione di una amnistia alla Lazio. Si parla di probabile partecipazione italiana alla Coppa con la seconda squadra classificata. Ma anche questa ipotesi non trova molto credito essendo Il torneo riservato esclusivamente al vincitori del titolo dei loro rispettivi campionati. Tuttavia del due argomenti si parlerà probabilmente.
Martedì 16 aprile
Con la rete segnata al Verona, Chinaglia ha eguagliato il record di 21 gol siglati in maglia biancoazzurra da Silvio Piola in una stagione. Mancando cinque giornate alla fine del campionato è quasi certo che il centravanti laziale supererà il suo famoso predecessore. Piola raggiunse quota 21 reti, che costituisce il massimo dei gol segnati da un giocatore della Lazio, per tre anni (1934/35, 1936/37, 1942/43) risultando il capocannoniere del torneo a 16 squadre nel 1937 e nel 1943. Adesso Chinaglia tenterà di attaccare l'altro record del calcio capitolino che appartiene a Guaita che segnò 28 gol nel [1934/35]].
Mercoledì 17 aprile
Giovedì 18 aprile
Se Bigon non mi garantirà di essere in perfette condizioni non giocherà contro la Lazio. Non posso rischiare e poi magari doverne fare a meno tre giorni dopo in Coppa Coppe . Lo dice Trapattoni. « Al momento c'è qualche piccola perplessità — aggiunge Trapattoni — dovremo valutare bene la situazione. Il parere del giocatore in casi del genere è determinante. Forse l'allenamento che sosterremo sabato mattina chiarirà ogni dubbio ». La possibile assenza di Bigon condiziona lo schieramento che Trapattoni intende opporre alla Lazio capolista. Sono poi da verificare anche le condizioni di Maldera, dolorante ad un ginocchio, che soltanto domani potrà lasciare la caserma e raggiungere i compagni a Milanello. L'allenatore pensa però che Maldera possa farcela. Al posto di Bigon è stato schierato oggi Tresoldi, ma anche il giovane Vincenzi ha qualche possibilità di essere incluso. Niente da fare naturalmente per Rivera, che però potrebbe rientrare a Dusseldorf. Rivera, unitamente a Zignoli ed a Dolci, effettuerà domenica mattina un collaudo in partita con una formazione giovanile Se l'esito di questa prova risulterà positivo, Rivera partirà per la Germania e farà parte della formazione che incontrerà il Borussia, un incontro questo troppo importante per non condizionare anche una partita ad alto livello come quella contro la Lazio. Trapattoni però esclude che gli undici rossoneri che scenderanno in campo, possano snobbare l'impegno di campionato: » In primo luogo per un fattore di ordine morale e poi perché l'arrivo della capolista ha il potere di stimolarci. Snobbare la partita vorrebbe dire andare incontro ad una figuraccia, forse perdere anche con parecchi gol di scarto. La Lazio può contare su tutti i titolari e ha il morale a mille. Il Milan, al contrarlo, lamenta diverse assenze importanti e il morale è quello che è. Per sperare di ottenere un risultato positivo dovremo soprattutto giocare in umiltà ».
Venerdì 19 aprile
Sabato 20 Aprile
Nella Lazio è in dubbio D'Amico: ma per il giovane laziale, dolorante ad un ginocchio, ci sono molte probabilità almeno il 70 per cento che possa scendere in campo. Maestrelli valuterà la situazione domattina: Il ragazzo — afferma il trainer — mi ha chiesto di giocare. Dopo aver sentito i medici vedrò se potrò accontentarlo. Con questo malanno non c'entra nulla l'incidente d'auto capitatogli l'altro giorno. D'Amico si è infortunato mercoledì nell'«Under 23» a Magdeburgo. Se decidessi per il no sceglierò fra Manservisi, Franzoni, Inselvini il sostituto. Maestrelli, a proposito di certe voci che lo vorrebbero il prossimo anno allenatore dell'Inter, dice che alla Lazio si trova bene e che è legato a questa società da motivi affettivi. Fa chiaramente intendere, il mister, che a meno di sviluppi imprevedibili, anche per la stagione ventura sarà al timone della Lazio. Sulla partita le solite battute della vigilia (« Avrei preferito un Milan con i titolari. I giovani non hanno remore psicologiche e certamente non si ricorderanno che fra tre giorni dovranno incontrare il Borussia »). Maestrelli ne infila una più felice sull'arbitro Picasso: « A me piace la pittura » e passa la parola a capitan Wilson: « Per me non perdiamo ma siamo una squadra pazza e incosciente — dice Wilson — quindi potremmo anche permetterci un passo falso contro il Milan senza che la nostra posizione venga intaccata seriamente ». Una Lazio quindi fiduciosa e decisa a conservare il suo vantaggio. Per il Milan un difficile collaudo in vista di Dusseldorf.
Domenica 21 Aprile
Pareggio a reti bianche fra Milan e Lazio
Lunedì 22 Aprile
Extrema Lazio. Dunque la Lazio è passata indenne anche contro il Milan, cosicché il campionato si avvia verso la più logica delle conclusioni. Certo il pareggio di San Siro è stato agguantato un po' fortunosamente, a dispetto delle previsioni che volevano gli uomini di Maestrelli vincitori a mani basse, ma si sa, in questi casi vale il detto: « La fortuna aiuta gli audaci ». No, un momento, take it easy, nella fattispecie sarebbe opportuno modificare lo slogan in « La fortuna aiuta l'audace », dove per audace si deve intendere l'estremo difensore laziale signor Pulici. (Ma quando lo faranno commendatore della Repubblica romana?). Infatti lui solo, extrema ratio, anzi « extrema Lazio » ha compiuto per due volte l'audacissimo miracolo di evitare una sconfitta. Comunque Pulici non è né un palo, né una traversa, né la zolla galeotta che fa svirgolare la palla all'ultimo istante: é un componente della squadra; il suo dovere è appunto quello di evitare reti e lui lo ha compiuto con estrema, meravigliosa, cosciente determinazione. Viva dunque la Lazio, ma viva soprattutto Pulici! Gli venga dedicata dai compagni una grossa di candeline riconoscenti e magari un ex-voto dipinto sia pure con mano infantile dal loro piedi milionari su una composizione di stile tarocchi suggerita dal presidente Lenzini. Certo la speranza è l'ultima a morire sulla zattera della Juventus, ma, per la prima in classifica, non mi sembra il caso di rispolverare il famoso Sento l'orma dei passi spietati, dato che i passi in questione ci paiono incerti, discontinui e un tantino esitanti. Più che al due gol di Bottega sarà bene, per la vecchia, puntare l'attenzione sulle intemperanze di Causio che denotano, nel più brado e indifeso del bianconeri, il segno di uno stress che non ci sembra affatto casuale. Comunque le vie delle pedate sono infinite. Certo uno scudetto in casa della Lazio, in una città che in tutta la storia del nostro calcio ne ha visto soltanto uno (conquistato dal giallorossi in tempi agri e lontani) potrebbe portare a manifestazioni di massa da fare impallidire quelle turistiche dell'Anno Santo. Succederebbero cose da Fellini, naumachie sul vino del castelli, lumacate e fettuccinate a livello di guardia, con Lenzini al fatidico balcone di piazza Venezia ad arringare la folla oceanica. Esistono già al riguardo chiari segni premonitori: ieri, durante i commenti radiofonici del dopopartita, insieme con quelli del tecnici abilitati a farlo, abbiamo ascoltato anche una messa a punto della signora Wilson che, forte del nome inglese che le compete, si sentiva quasi primo ministro. A quando le opinioni del bambini di Maestrelli, le precisazioni tecniche della nonna di Chinaglia - il commento della zia di Oddi, la famosa e farsesca » zia di Carlo » (anzi di Giancarlo)? Forse già da domenica prossima, Genoa e Inter permettendo. « Se a Roma succede er fatto e ariva 'sto scudetto, s'annamo a diverti. Lenzì, Lenzì ».
Martedì 23 Aprile
Mercoledì 24 Aprile
Giovedì 25 Aprile
Venerdì 26 Aprile
Al campo della Lazio, per l'ultimo allenamento della settimana, c'è la folla delle grandi occasioni, come se domenica dovesse arrivare a Roma non il modesto Genoa ma la Juventus o l'Inter. Maestrelli appare tranquillo, anche se assume la solita aria « impegnata » nel dire: « Dovremo battere il Genoa per non creare altre illusioni ai nostri avversari. Il Genoa è un avversario facile? Lo dite voi. I liguri giocheranno con la forza della disperazione: finché non c'è la condanna matematica rimane la speranza di un miracolo. A noi non regala niente nessuno ». Chiaro che il trainer vorrebbe scuotere i suoi da una possibile apatia derivante dalla constatazione che il Genoa attualmente non vale molto. Maestrelli teme . i rischi di una eccessiva confidenza, e tenta di svegliare i laziali parlando di un Genoa « pieno di rabbia ». L'allenamento di oggi porta una nota di serenità anche sul problema della disponibilità dei giocatori: pure Frustalupi e D'Amico hanno « lavorato » come gli altri non accusando nessun disturbo. Frustalupi dice: « Mi duole ancora un po' l'inguine, ma non è un problema ». D'Amico pare abbia addirittura dimenticato il malanno che lo aveva costretto al riposo all'inizio della settimana. Maestrelli comunque è prudente: «Deciderò domenica dopo un ulteriore collaudo ». Comunque giocherà la solita squadra, con tutti i titolari al loro posto. Contrariamente alle sue abitudini, a Tor di Quinto c'è anche il presidente Lenzini, che lancia il suo pronostico: « A Torino la Lazio festeggerà il suo primo scudetto. Ne sono certo. Dopo la gara con i granata berremo champagne per aver raggiunto la matematica certezza di essere campioni d'Italia ». Il presidente Lenzini implicitamente prevede una sconfitta della Juventus a Milano contro l'Inter mentre preannuncia vittorie della Lazio contro il Genoa ed a Torino contro i granata. Del resto alla Lazio molti pensano che il campionato sia già virtualmente finito; Maestrelli e i giocatori tacciono per | prudenza, Lenzini invece non rinuncia a interpretare il personaggio del « mago ». Il Genoa è giunto a Roma ieri sera. Silvestri ha con sé sedici giocatori. Deciderà la formazione domani dopo l'ultimo allenamento. Non ci sarà Bordon.
Sabato 27 Aprile
Anche se l'avversario si chiama Genoa (penultimo in classifica, praticamente condannato alla serie B) i biancoazzurri della Lazio non mutano programma: prima di mezzogiorno tutti sono al solito albergo sull'Aurelia dove trascorrono assieme le ore d'attesa. Comunque, rispetto ad altre volte, della partita quasi non si parla, si discute invece dell'avvenire, che per la Lazio dovrebbe essere « avvenire scudettato ». C'è chi spera che il duello con la Juventus possa chiudersi già domenica prossima in occasione del viaggio a Torino, e c'è chi sogna un'amnistia per poter partecipare alla Coppa dei campioni a cui la Lazio non potrebbe iscriversi per gli incidenti successi durante la gara con gli inglesi dell'Ipswich. Maestrelli invece teme questo generale ottimismo, e continua a ripetere che prima di fare i progetti bisogna vincere. « Genoa — dice Maestrelli — non ha nulla da perdere e giocherà con la rabbia della disperazione ». Poi pensa alla situazione della sua squadra, ed anche lui diventa più tranquillo. I laziali stanno tutti bene, saranno in gara anche gli acciaccati Frustalupi e D'Amico. Alla scarsa prestazione di domenica scorsa a San Siro nessuno pensa più. Dopo il match con il Milan le critiche al gioco dei laziali erano state severe, ma il risultato utile (un prezioso pareggio) ha chiuso ogni polemica. Contro il Genoa — assicura Maestrelli — i miei dimostreranno che la brutta prova di San Siro aveva origini contingenti. C'è insomma piena fiducia. Del resto, Il Genoa non dovrebbe costituire un avversario impossibile. Anche Silvestri ammette che la partita sembra segnata: « Per noi — dice il trainer dei rossoblu — non c'è nulla da fare. Loro sono sulle ali dell'entusiasmo, noi siamo nella fossa della disperazione. Comunque assicuro che i miei si batteranno sino allo spasimo per uscire dallo stadio con dignità ». La formazione del Genoa è ancora in alto mare: Bordon non sta bene. Zoppica, e Silvestri sarebbe propenso a sostituirlo o con Mariani o portando in avanti Bittolo. Si tratta di una gara di « testacoda », ed il pronostico ha un solo indirizzo. I tifosi laziali, seguendo le previsioni del presidente Lenzini sperano per domani in una « grassa vendemmia » all'Olimpico e sperano anche di avere buone notizie da San Siro. Maestrelli smorzando l'entusiasmo afferma: La Juventus è squadra che si arrende soltanto all'ultimo minuto dell'ultima gara. Si è appreso intanto che la chiusura della vertenza giudiziaria fra il rappresentante di commercio Romano Eugenio Roncari e Maestrelli, Chinaglia, Re Cecconi, Garlaschelli e Wilson è costata ai laziali un milione di lire. L'accordo preannunciato alcuni giorni fa. è stato raggiunto ieri davanti al pubblico ministero dottor Scopelliti. Maestrelli ed i giocatori verseranno al Roncari un milione, che verrà devoluto ad un vecchio giocatore di calcio in disagiate condizioni economiche.
Domenica 28 Aprile
Vittoria per 1-0 della Lazio sul Genoa
Lunedì 29 Aprile
E adesso la Lazio teme tutta Torino. La Juventus ha messo la quarta. Ben venga maggio, mese che debutterà nel segno del valore. La lezione bianconera a San Siro — con gol, fanfare, lealissimi applausi — induce anche la critica più oziosa a non considerare archiviata l'avventura dello scudetto. Il « treno che porta al Sud » è pur sempre inseguito dalla locomotiva bianconera, impegnatissima a illustrare il blasone. Quei tre punti: è ii lamento di molti, è il conforto dei sostenitori biancocelesti. Ma basta scorrere la " tabella » riassuntiva sulle pagine sportive del lunedì: quei tre punti che dividono Lazio e Juventus sono stati perduti dai bianconeri con cinque pareggi al Comunale contro i due subiti all'Olimpico dai « ragazzi di Tor di Quinto » (lasciamo pure a chi ha saputo imporle le vittorie inflitte alle due «grandi»). Nessuno dubita più della stanchezza laziale, persino ovvia se si considera lo sforzo triennale che ha consumato la squadra di Maestrelli. L'unico che getta acqua sul fuoco, che tura le falle prodotte dal nervosismo e dalla legittima preoccupazione è proprio lui, il sagace e onesto allenatore della squadra romana: oggi leva un Frustalupi per immettere Inselvini, dà fiato a D'Amico inserendo Franzoni. E sa benissimo che il gioco va smarrendosi, Chinaglia ha pochi palloni da sfruttare, il tono del «collettivo» s'è rarefatto come trama e sostanza. Con molto buonsenso, Maestrelli aggiunge: « E va bene, ammettiamo che la Juve faccia sei punti ancora, perché noi non potremmo agguantarne quattro? » L'aritmetica — in questi ultimi tre « rounds » — sta dando ragione a tutte e due le rivali. Piegherà poi verso l'una o verso l'altra secondo forza di gioco e capricci della fortuna. Alla Lazio è indispensabile superare senza danni eccessivi la trasferta al Comunale torinese: i granata, se saranno privi del loro trascinatore Graziani, riusciranno ugualmente ad imporsi? La Juve, per contro, deve vincere sempre. Con la nuova fisionomia tecnico-tattica, sostituendo uomini logori con forze freschissime, ì bianconeri dimostrano gran salute. Più della metà di questo scudetto '74 non dipende solo da quei famosi tre punti in più, ma dall'impegno che i reciproci « cugini » torinesi e romani verseranno sul campo domenica prossima, nel doppio confronto tra giallorossi e bianconeri, tra granata e biancocelesti. Sulla diagonale Torino Roma ci aspettano gli ultimi giochi, quelli della verità.
Martedì 30 Aprile
Il Palermo si gioca domani in Coppa Italia con la Lazio tutte le possibilità di riscattare una annata decisamente deludente acquisendo il diritto a partecipare alla finale di Roma. Un evento mai verificatosi in passato per la squadra siciliana. Per un Palermo tirato al massimo, caricato da un premio di partita di due milioni a giocatore in caso di successo, una Lazio tutta tesa a mantenere il vantaggio di tre punti nei confronti della Juventus per conquistare il primo scudetto; di conseguenza domani allo stadio della Favorita scenderà in campo in maglia biancazzurra una formazione imbottita di elementi della squadra Primavera più qualche riseria. Lo stesso allenatore Maestrelli ha preferito restare a Roma con i titolari ed ha affidato la spedizione palermitana, per semplice onore di firma, a Bob Lovati che lo sostituirà pertanto in panchina. Il Palermo era partito con grandi ambizioni di promozione nel campionato di serie B, ma la squadra di Viciani. dopo un precampionato esaltante, ha mostrato diversi limiti di esperienza soprattutto in difesa compromettendo ogni possibilità di immediato ritorno in serie A. La squadra di Viciani invece si è esaltata in Coppa Italia ed ora guida il Girone B della fase semifinale con sei punti seguita da Juventus e Cesena con 5 punti e dalla Lazio con 4. Domani alla Favorita nonostante la delusione di domenica scorsa (ennesimo pareggio interno contro la modesta Reggina) ci sarà il pienone delle grandi occasioni per cercare di spingere la squadra al successo che spianerebbe le porte della finalissima — con ogni probabilità contro il Bologna — all'Olimpico per l'assegnazione dell'ambito trofeo che qualifica anche in campo internazionale in quanto la squadra vincente è ammessa alla Coppa delle Coppe. Per una squadra di serie B sarebbe un notevole exploit. Logico pertanto che il presidente Barbera e l'allenatore Viciani abbiano fatto di tutto per raggiungere l'obiettivo. La finale di Roma in ogni caso potrebbe essere l'occasione per una valida passerella per gli elementi di spicco della squadra rosanera che potrebbero essere immessi nel mercato In modo da potere potenziare adeguatamente la difesa con successivi acquisti e nello stesso tempo alleggerire il deficit societario. Restituito a fine stagione Magistrelli all'Inter (il Palermo non si è avvalso del diritto di riscatto), i dirigenti rosaneri sarebbero disposti a cedere il capitano Arcoleo, conteso da diverse società, Vanello richiesto da Napoli e Bologna, ed il giovane ed aitante stopper Pighin. Palermo: Girardi; Viganò, Cerantola; Arcoleo. Pighin, Barlassina; Favalli, Ballabio. Magistrelli, Vanello, Barbana. Lazio: Moriggi; Polentes, Tinaburri; Facco, Di Chiara, Borgo; Franzoni, Tripodi, Mazzola II, Inselvini, Ceccarelli.