XII Campionato Europeo di calcio Portogallo 2004
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Storia della competizione[modifica | modifica sorgente]
padroni di casa, che già pregustavano il dolce sapore del successo davanti ai propri tifosi. Ancora un appuntamento amaro per i colori azzurri, nato sotto una cattiva stella e concluso ancora peggio, non solo per nostro demerito. La Nazionale era affidata a Giovanni Trapattoni, ancora sulla panchina azzurra, nonostante la figuraccia al Mondiale nippo-coreano. Già alla partenza della squadra per il Portogallo, le critiche verso il mister occupavano le pagine di tutti i giornali sportivi e non. Motivo? L’esclusione di Alberto Gilardino, sostituito da Alessandro Del Piero (com’è strano il calcio: quest’anno il capitano bianconero si trova sulla sponda opposta del fiume). A complicare la situazione in casa Italia, il pareggio all’esordio con la Danimarca, lo sputo di Totti a Christian Poulsen, che gli costerà tre turni di squalifica, e la polemica di Vieri con gran parte della stampa. Arrivò poi il secondo pareggio, stavolta con la Svezia, e la vittoria inutile contro la Bulgaria. Intanto Danimarca e Svezia pareggiavano il loro incontro e l’Italia veniva estromessa dall’Europeo, in virtù della differenza reti. Combine nordica? Se ne discusse a lungo, ma tutto si concluse con un nulla di fatto ed i tifosi azzurri, come al solito, dovevano accontentarsi di adottare un’altra nazionale. I quarti di finale riservarono non poche sorprese. Intanto l’eliminazione della Francia campione in carica, battuta dalla Cenerentola Grecia per un gol a zero; poi il passaggio del turno del Portogallo ai danni dell’Inghilterra (una delle favorite alla vigilia), al termine di una gara tiratissima conclusasi 2-2 dopo i tempi supplementari. I rigori diedero poi ragione ai lusitani, grazie soprattutto al portiere Ricardo, che parò un rigore a Vassell (a mani nude, tra l’altro), prima di andare lui stesso sul dischetto a tirare il penalty decisivo. Nelle altre due semifinali l’Olanda batteva la Svezia ai calci di rigore, mentre la Repubblica Ceca aveva ragione della Danimarca con un secco 3-0. Giustizia era fatta, almeno per gli italiani: i nordici erano fuori dalla competizione!
Ed eccoci alle semifinali, con i padroni di casa che superavano secondo pronostico l’Olanda e la Grecia che continuava il suo cammino trionfale, battendo anche i favoritissimi cechi.
Il resto è storia recente: bastò un solo gol agli ellenici per domare uno sconcertato Portogallo, per la delusione dei 45.000 lusitani presenti allo stadio e dei bookmakers inglesi che davano la vittoria greca 100-1 ad inizio Europeo. E dopo il 1992 si ripeteva la dura legge del calcio: non sempre vincono i migliori!