XIII Campionato Europeo di calcio Svizzera Austria 2008
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Storia della competizione[modifica | modifica sorgente]
Dopo la parentesi portoghese l’Europeo torna ad essere ospitato da due paesi confinanti, Austria e Svizzera. Grande assente della manifestazione è l’Inghilterra guidata da Steve McLaren, eliminata nelle qualificazioni. Prima squadra della storia a vincere gli Europei da imbattuta, la Spagna allenata da Luis Aragones riuscì finalmente nel torneo austro-svizzero a rompere quella maledizione che la vedeva spesso tra le favorite prima di una competizione senza però mai riuscire a ottenere dei risultati soddisfacenti. Molto talentuosi a centrocampo con Iniesta, Xavi, Silva, Fabregas e Senna, gli iberici poterono contare anche su una solida difesa guidata da Puyol e sulle reti di Villa, Torres e Güiza. Nello stellare centrocampo iberico, a mettersi particolarmente in mostra nella manifestazione continentale fu il centrocampista del Villareal Marcos Senna. Il brasiliano naturalizzato spagnolo, che agiva alle spalle della linea di quattro centrocampisti ideata da Aragones, era il vero regista della squadra, di cui dettava tempi e manovra. Spesso troppo facilmente dimenticato, Senna fu fondamentale nell’avviare il ciclo vincente della nazionale spagnola. Con Donadoni in panchina e una rosa piuttosto anziana e appagata dal successo tedesco di due anni prima, gli azzurri cominciarono il torneo nel peggiore dei modi, sconfitti malamente dall’Olanda. Nonostante ciò riuscirono a passare il turno, grazie soprattutto alla vena di Pirlo e De Rossi e all’esplosione di Chiellini al centro della difesa, ma nei quarti di finale con la Spagna, dopo aver limitato gli iberici per 120 minuti, gli azzurri rimasero beffati ai tiri dal dischetto. Realizzando un calcio di rigore contro la Polonia a 38 anni e 257 giorni, l’austriaco Ivica Vastic è entrato nella storia come giocatore più anziano ad aver segnato una rete nella fase finale del Campionato Europeo.