Sabato 8 marzo 2003 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 1-1
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8 marzo 2003 - 3037 - Campionato di Serie A 2002/03 - XXIV giornata
ROMA: Pelizzoli, Panucci, Zebina (26' Cufré), Samuel, Candela (46' Delvecchio), Cafu, Emerson, Dacourt, Lima, Totti, Montella (69' Cassano). A disposizione: Zotti, Tommasi, Guigou, Marazzina. Allenatore: Capello.
LAZIO: Peruzzi, Stam, Fernando Couto, Mihajlovic (80' Negro), Favalli, Fiore (88' Simeone), Giannichedda, Stankovic, Cesar, Corradi, Chiesa (51' C.Lopez). A disposizione: Marchegiani, Lazetic, Liverani, Oddo. Allenatore: Mancini.
Arbitro: Sig. Messina (Bergamo).
Marcatori: 8' Stankovic, 89' Cassano.
Note: serata fresca, terreno in cattive condizioni. Espulsi al 92' Stankovic e Delvecchio per reciproche scorrettezze. Ammoniti: Chiesa, Giannichedda, Dacourt, Samuel, Favalli, Lima. Angoli: 6-5 per la Lazio. Recuperi: 4' p.t. e 4' s.t. Osservato un minuto di silenzio in memoria di Emanuele Petri, il poliziotto ucciso dai terroristi sul treno Roma-Firenze.
Spettatori: 75.000 circa con 24.455 paganti e circa 47.000 abbonati.
Il Corriere della Sera titola: "All'Olimpico i biancocelesti vedono sfuggire la vittoria nel finale, beffati da un colpo di testa del giovane talento giallorosso. Cassano spegne l'urlo di gioia della Lazio. Stankovic con un gol-gioiello illude Mancini, ma la Roma agguanta il pari a due minuti dalla fine. Poco prima dell'1-1 annullato per fuorigioco il raddoppio di Corradi. L'ex barese dopo la rete perde l'orecchino. Doppia espulsione per Delvecchio e Stankovic".
Continua l'articolo: Mai il presidente Francesco Sensi spenderà più volentieri 10.000 euro. Non abbiamo dubbi: la multa, inflitta dalla Caf al posto della seconda giornata di squalifica da scontare per gli insulti in barese al quarto uomo di Udinese-Roma, non la pagherà Antonio Cassano. Perché il talento platinato, saltando di testa più alto di Couto a due minuti dalla fine, ha permesso alla Roma di non perdere un derby che la Lazio meritava di vincere. Ma proprio questo è il derby, una partita di feroce bellezza che sa ribaltare anche la logica. La Lazio ha fatto di più ma non abbastanza. Aveva la partita in mano, non ha stretto le dita. A questi livelli è grave. Pare che nel grappolo di esultanza giallorossa, dopo il pareggio, Cassano abbia perso l'orecchino di brillanti. Non sappiamo se il presidente Sensi interverrà anche in questo senso, ma è possibile. Sarebbe bello capire, però, anche perché Cassano passi così tanto tempo in panchina. In questo momento, tra lui e gli altri attaccanti della Roma, escluso Totti, ieri dimezzato dalla febbre, non c'è gara. La Lazio, che veniva dalla battaglia nel fango ghiacciato di Cracovia, non poteva reggere per 90' agli altissimi ritmi del primo tempo.
Ha pagato caro l'essersi chiusa per cinque minuti di troppo. Peccato per Mancini, per i tifosi biancocelesti che non vincono un derby dal marzo del 2000 e soprattutto per Sinisa Mihajlovic, che ha giocato con coraggio nonostante una costola incrinata. Forse è simbolico che il gol sia venuto quando lui era uscito, sostituito da Negro. Il primo tempo della Lazio era stato di intensità stordente. Pressing alto, continuo. La Roma presa alla gola, incapace di pensare e perciò di costruire. Chiesa e Corradi eccellenti ad attaccare i difensori in possesso di palla, Stankovic capace di spezzare la gara attaccando sempre lo spazio. Sua la percussione, all'8', che aveva dato il segno alla partita: Cesar-Stankovic-Chiesa, assist per il serbo capace di battere il fuorigioco (Panucci non sale in tempo), stoppare di petto e segnare con un destro morbidissimo. Terzo gol negli ultimi tre derby di campionato: fatti, non parole. Nella ripresa, la Roma ha attaccato senza lucidità ma anche senza disperare. Ha deciso l'uomo che stava meglio e che, forse, si sentiva un predestinato proprio perché non doveva neppure esserci. Per Roberto Mancini, inferocito, ha deciso anche una segnalazione del guardalinee Copelli, che ha annullato il possibile 2-0 di Corradi, al 31' della ripresa. Corradi non era in fuorigioco, ma lo era Couto, nel cono di visuale di Pelizzoli. Se ne potrà discutere a lungo, soprattutto in Italia dove c'è un regolamento sui generis, quello di Bergamo & Pairetto. Nel resto d'Europa sarebbe stato fischiato.