Mercoledì 4 aprile 1979 - Palermo, stadio La Favorita - Palermo-Lazio 0-0
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4 aprile 1979 - 1998 - Coppa Italia 1978/79 - Quarti di finale - gara d'andata
PALERMO: Frison, Iozzia, Citterio, Brignani, Di Cicco, Arcoleo, Osellame, Vermiglio (60' Gregorio), Chimenti (II), Magherini, Conte (46' Montenegro). A disp. Trapani, Cerantola, Gasperini. All. Veneranda.
LAZIO: Cacciatori, Pighin, Ammoniaci, Wilson, Manfredonia, Cordova, Agostinelli, Viola, Giordano, Nicoli, Cantarutti (81' Garlaschelli). A disp. Fantini, Tassotti, Badiani, D'Amico. All. Lovati.
Arbitro: Pieri (Genova).
Note: giornata calda, serena, terreno in buone condizioni. Calci d'angolo 6-4 (p.t. 2-3) per la Lazio.
Spettatori: 28.844 paganti per un incasso di 88.091.400 lire.
La Lazio non va oltre lo zero a zero nella partita di Coppa Italia disputata ieri a Palermo. E' un risultato valido per gli azzurri romani che potranno superare il turno nella gara di ritorno fissata a Roma per il 10 maggio, ma è un risultato che conferma l'attuale stato di disagio che attraversa la squadra di Lovati. Infatti, il Palermo ha potuto contrastare la superiorità tecnica dei laziali sfiorando addirittura un risultato clamoroso tanto da costringere gli ospiti a un finale perditempo con passaggi lenti indietro in attesa del fischio di chiusura. La Lazio non attraversa un momento esaltante, lo abbiamo già detto. Giordano è in polemica con molti suoi compagni.
Punta alla classifica dei cannonieri e ricerca sempre e comunque il gol. Anche quando non è possibile. Da ciò le critiche e le discussioni degli ultimi giorni. Pure a Palermo Giordano ha tentato un monologo, dialogando soltanto a tratti con Agostinelli, che è suo amico. Non ha avuto fortuna, ed è stato fischiato. La squadra di Lovati ha fatto vedere poco per meritare più del modesto pareggio conseguito. In difesa il migliore è stato Cacciatori, anche se Wilson ha lottato con la solita determinazione. Buono il lavoro di raccordo di Agostinelli, piuttosto inutili i fraseggi dei centrocampisti. Di Giordano abbiamo già detto. Cantarutti è stato un buon comprimario, anche se ha sbagliato un gol a porta vuota. La giornata, abbastanza fresca, avrebbe permesso un gioco valido, ma si è visto molto presto che né i siciliani né i romani avevano intenzione di lottare a fondo. Il ritmo era da semplice passeggiata, la volontà di tutti piuttosto scarsa. La Lazio premeva con la manovra dei suoi centrocampisti, ma era un gioco senza slancio e senza sbocco. Rari i tiri a rete, scarsi i contropiede.
Il Palermo cercava con maggior insistenza il successo, ma era in difficoltà per l'abitudine di Citterio e di Osellame di portare la palla. Sarebbe stato necessario sveltire, invece il gioco era involuto ed inefficace. Il Palermo confermava in potenza eccellenti doti organizzative. E' una squadra che gioca per il gioco. Forse troppo, tanto da lasciare il controllo del centrocampo per seguire l'istinto di Magherini, di Osellame e di Chimenti. Il centravanti è senza dubbio un elemento interessante. Improvvisa, crea situazioni difficili. Ieri ha messo in difficoltà Manfredonia, che ha dovuto arrangiarsi in più di una occasione. Tarchiatello, Chimenti ha un ottimo palleggio, è mobile, ma non ha grande scatto. Il primo tempo è trascorso senza emozioni. Soltanto al 44' Giordano tirava da buona posizione. Il portiere Frison non tratteneva cadendo a terra. La palla giungeva a Cantarutti che la spediva fuori a porta vuota. Il Palermo accelerava un po' il ritmo nella ripresa, ma la Lazio poteva controllare la situazione con tranquillità. Al 65' Giordano in contropiede serviva Cantarutti che con Frison fuori porta alzava troppo. I padroni di casa insistevano all'attacco e Cacciatori salvava la sua porta in ben più di una occasione. Verso la fine, quando l'arbitro aveva già dato il segnale di chiusura. Nicoli colpiva il palo. Finiva 0-0, tra la delusione di una folla generosa, oltre 35 mila spettatori con quasi 90 milioni di incasso.
Fonte: La Stampa