Mercoledì 26 settembre 2001 - Eindhoven, stadio Philips - PSV Eindhoven-Lazio 1-0

Da LazioWiki.

Stagione

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26 settembre 2001 - 2963 - Champions League - Fase a gironi gruppo "D" - gara 3

PSV EINDHOVEN: Kralj, Faber, Hofland, Nikiforov, Bouma, Rommedahl (72' Gakhokidze), Vogel, Van Bommel (62' Lucius), Ramzi, Bruggink (88' Vennegoor of Hesselink), Kezman. A disposizione: Lodewijks, Heintze, De Jong, Addo. Allenatore: Gerets.

LAZIO: Peruzzi, Colonnese, Fernando Couto, D.Baggio, Pancaro, Mendieta (71' Poborsky), Simeone (38' Stankovic), Giannichedda, Fiore, Kovacevic (74' S.Inzaghi), C.Lopez. A disposizione: Marchegiani, Cesar, Castroman, Berrettoni. Allenatore: Zaccheroni.

Arbitro: Sig. Mc Curry (Scozia).

Marcatori: 40' Hofland.

Note: ammoniti Simeone e Lopez per proteste, Stankovic, Couto, Colonnese, Hofland e Faber per gioco scorretto.

Spettatori: 30.000 circa.

Il biglietto della partita

L'Europa diventa un miraggio, con Galatasaray a 7 punti di distacco, Psv e Nantes a 6. Enrico Chiesa si allontana, nascosto dalla Procura fiorentina. Non c'è fine alla via crucis della Lazio, che paga gli infortuni e la fama internazionale di Simone Inzaghi. Forse è anche grazie a Head to head, il libro in cui Jaap Stam ha crudelmente definito gli Inzaghi Brothers due tuffatori emeriti, che l'arbitro scozzese McCurry, al 44' della ripresa, non ritiene da rigore un intervento alla disperata del portiere Ivica Kralj che sradica dal terreno non uno ma tutti e due i piedi dell'attaccante messo in campo nel finale da Zaccheroni al posto dell'inguardabile Kovacevic. Questa la forza dell'episodio, che è comunque importante visto che la partita è finita 1-0. Ma il fatto che la Lazio abbia segnato un solo gol in sette partite ufficiali, quattro di campionato e tre di Champions League, è altrettanto pesante. Claudio Lopez gioca un secondo tempo di irritante arrendevolezza e spreca una chiarissima occasione da gol. Kovacevic non riesce a fare una sponda ai compagni, figurarsi chiedergli un gol. Peccato, perché la Lazio doveva e poteva non perdere contro questo Psv ben organizzato ma senza stelle. Decide invece l'ennesima distrazione difensiva su calcio d'angolo, ma anche la desuetudine alla vittoria che ormai si è infilata sotto pelle alla squadra. Così come la rabbia che ha fatto tracimare il presidente Sergio Cragnotti a fine partita contro il quarto uomo. All'inizio Zaccheroni risparmia Favalli. Sono già troppi gli infortunati per rischiare un altro k.o. a un difensore. Secondo il tecnico di Meldola, la forza del Psv è soprattutto negli esterni: ne discende un 4-4-2 per lui poco usuale, con Dino Baggio riciclato centrale di difesa. Come a Milano, contro il Milan, la Lazio migliore è quella della prima mezz'ora. Pressa alto, cerca di impensierire gli olandesi e di non concedere loro il possesso della palla, costruisce un paio di mezze occasioni.

Giuliano Giannichedda è di gran lunga il migliore: a centrocampo rompe e cerca di impostare. Mendieta sembra finalmente a suo agio. Manca l'attacco: Kovacevic vaga per il campo, Lopez si muove molto ma non incide mai. L'impressione è di una squadra meno impaurita. Secondo uno dei teoremi di Murphy, però, ci sono momenti nella vita in cui se qualcosa può andare male lo farà sicuramente. La grandinata sulla testa della Lazio si materializza in tre mosse: 1) clamoroso palo al 33', colpito da Gaizka Mendieta con un destro al volo dal limite dell'area: è prodigioso Ivica Kralj a deviare la palla con la punta delle dita; 2) infortunio al 35' al ginocchio destro di Diego Simeone, che sbatte contro il portiere in area e ricade male: distorsione, oggi o domani gli esami e la diagnosi precisa; 3) gol di Kevin Hofland, in mischia, al 39', su azione da calcio d'angolo: prima è Fiore a deviare involontariamente verso Kezman, poi Couto a servire Hofland nel disperato tentativo di anticipare lo slavo solo davanti a Peruzzi. Il risultato non si muoverà più. Non con l'occasionissima (lancio perfetto di Mendieta) che Lopez spreca al 10'. Non con il torello di quasi mezz'ora che il Psv infligge alla Lazio grazie alla sua migliore condizione atletica e al fatto che Gerets lavora da anni su questa squadra e Zaccheroni da pochi giorni. Non con la scintilla di Inzaghi e l'omissione dell'arbitro. E adesso sembra tutto più lontano. Il debutto europeo di Zaccheroni non porta fortuna alla Lazio: anche a Eindhoven è sconfitta. Ma i problemi della squadra, stavolta secondo Sergio Cragnotti passano in secondo piano. Il patron è furioso per il trattamento ricevuto dall'arbitro scozzese McCurry e per il rigore negato a Inzaghi.

Lo sfogo è pesante: "Sì, siamo stati sfortunati, ma se le cose non sono andate bene è colpa soprattutto di una direzione di gara scandalosa. Mi domando come sia possibile che vengano designati certi arbitri assolutamente incapaci, nella Champions League. Lo scozzese ha falsato l'incontro ben al di là del rigore che non ci ha dato". La delusione si abbatte sulla Federcalcio, che il proprietario biancoceleste mette al centro del mirino tanto quanto l'arbitro. "Il sospetto che la nostra federazione conti poco si fa sempre più evidente. Il "palazzo" deve riflettere su episodi di questo genere. Sì, ormai è un problema italiano: anche la Juventus, contro il Rosenborg, ha subito un trattamento analogo". Intanto la squadra è sempre più depressa. Angelo Peruzzi ammette che ormai la Lazio è con le spalle al muro: "Non ci resta che vincere le prossime tre gare e sperare. Ma a questo punto serve un miracolo".

Fonte: Corriere della Sera