Mercoledì 17 marzo 2004 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Juventus 2-0
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17 marzo 2004 - 3.091 - Coppa Italia 2003/04 - Finale, gara d'andata
LAZIO: Sereni, Oddo, Stam, Couto, Favalli, Fiore, Giannichedda, Liverani (81’ Dabo), Cesar (89’ Zauri), Corradi, Muzzi (46’ S.Inzaghi). A disposizione: Peruzzi, Colonnese, Mihajlovic, Albertini. Allenatore: Mancini.
JUVENTUS: Chimenti, Thuram, Tudor, Legrottaglie, Pessotto, Camoranesi (84’ Bartolucci), Tacchinardi, Conte (74’ Maresca), Appiah, Nedved, Di Vaio (76’ Palladino). A disposizione: Buffon, Boudianski, Urbano, Chiumiento. Allenatore: Lippi.
Arbitro: Sig. Collina (Viareggio).
Marcatori: 59’ Fiore, 80’ Fiore.
Note: espulso Tudor all'82'. Ammoniti: Simone Inzaghi per comportamento non regolamentare, Chimenti e Nedved per gioco scorretto. Al 53' Chimenti para un rigore a Cesar. Calci d'angolo: 8 - 3. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 62.204 paganti per un incasso di € 1.132.549,00.
Con il 2-0 ottenuto all'Olimpico, i biancazzurri mettono una seria ipoteca sulla conquista della loro quarta Coppa Italia. Ma la Juventus, almeno nel primo tempo, non ha demeritato. Anzi, nei primi minuti due buone occasioni bianconere rendono la gara subito frizzante. Al 5' Camoranesi fornisce un assist a Di Vaio: deviazione volante a un metro da Sereni che respinge con il corpo. All' 8' un'azione di Nedved porta lo juventino al tiro, ma il destro è troppo angolato. La Lazio è chiusa sulle fasce e si rifugia nel lancio lungo verso Corradi che però finisce spesso in fuorigioco. La Juve articola bene le sue azioni ma trova la strada chiusa in fase di conclusione perché Di Vaio è francobollato dai difensori biancazzurri e non trova il modo di liberarsi. Al 45' Collina annulla una rete alla Lazio: cross di Oddo dalla traiettoria strana su cui Chimenti non sembra sicuro nell'uscita, Corradi commette l'errore di sbilanciare lievemente l'estremo difensore bianconero, ma il fallo c'è e l'arbitro conseguentemente annulla. Pur essendo la decisione arbitrale giusta, l'impressione, però, è che senza l'intervento di Corradi, il portiere bianconero avrebbe fatto il guaio da solo.
La ripresa inizia con la Lazio che offre un gioco più tonico. Al 52' Simone Inzaghi, appena entrato al posto di Muzzi, apre un corridoio per Liverani su cui, però, chiude Pessotto. Arriva tuttavia Chimenti che, in uscita, travolge entrami. Per Collina è calcio di rigore. Sul dischetto si presenta Cesar che tira male, permettendo al portire bianconero, utilizzato in Coppa al posto di Buffon, di neutralizzare la conclusione. Potrebbe essere la svolta psicologica per la Juventus, ma non è così. E' la Lazio a trovare il vantaggio al 59': da un lancio di Giannichedda, Couto di testa appoggia per Fiore che, con un tocco di esterno sinistro insacca in rete. Il centrocampista calabrese, non contento, raddoppia poi all'80' quando rovescia una palla rimbalzata tra Thuram e Pessotto su calcio d'angolo. La Lazio ormai dilaga ed è padrona del campo. Tudor interviene in maniera scomposta su Cesar e viene espulso. La Juventus si ritrova pertanto con un uomo in meno e lotta sterilmente alla ricerca della rete. I biancazzurri si aggiudicano quindi la gara ed almeno il 51% delle possibilità di aggiudicarsi il trofeo atteso il doppio vantaggio.
L'allenatore dei biancocelesti Mancini: "Devo fare i complimenti alla squadra per come ha giocato il secondo tempo. Nel primo c'era troppa tensione e non riuscivamo ad essere efficaci, anche perché per molti era la prima finale della carriera. Nella ripresa abbiamo cominciato a girare e non ci ha frenato nemmeno il rigore sbagliato, anche se ne sbagliamo troppi. Contro una grande squadra come la Juve non è mai finita e lo è ancora meno dovendo disputare la finale di ritorno fra due mesi. Saranno un'altra partita e un'altra situazione. Però è stato importante chiudere l'andata sul 2-0".
L'allenatore dei bianconeri Marcello Lippi: "La reazione che cercavo c' è stata, anche nella ripresa, abbiamo dimostrato orgoglio, poi abbiamo preso due gol su calci da fermo. Peccato. Adesso proveremo a ribaltare il risultato al ritorno".
Fonte: Corriere della Sera
La Gazzetta dello Sport titola: "Il crac Juve ora è totale. Distrutta da Fiore: andate Champions e scudetto, si allontana pure la coppa. Bene i bianconeri nel primo tempo, ma calano alla distanza. Espulso Tudor. Ripresa tutta della Lazio: prima Cesar sbaglia un rigore, poi la doppietta di Fiore".
Continua la "rosea": Sbocciano nella ripresa i gol di Fiore e la Lazio mette su questa Coppa Italia un appannaggio che sarà difficile eliminare nel ritorno di Torino. Il 2-0 è risultato spietato per chi deve rimontare: significa segnare 3 gol e non subirne neppure uno. Soprattutto evitare la rete al passivo ci sembra un compito superiore alle possibilità di questa Juve derelitta che nel giro di otto giorni ha fallito tutti i traguardi della stagione. La speranza del terzo, quello che doveva essere di consolazione, è ormai più ipotetico che reale. Eppure per quasi un'ora la notizia era che la porta juventina continuava a rimanere inviolata. C'erano state brutte avvisaglie nel finale del primo tempo quando la palla si era infilata direttamente su traversone di Oddo, ma Corradi aveva letteralmente scaraventato nella sua rete Chimenti e Collina era stato pronto ad annullare il gol. C'era stato soprattutto un rigore ad inizio di ripresa causato da una disperata uscita di Chimenti su Liverani, ma il portiere era stato bravissimo a bloccare, davanti alla linea, il tiro fiacco e poco angolato di Cesar. Insomma, pur con qualche patema, la difesa juventina stava reggendo con la coppia centrale più inimmaginabile della gestione Lippi: Tudor-Legrottaglie. Il croato se la stava cavando proprio bene e l'italiano, pur con qualche indecisione, teneva botta. In fondo dovevano chiudere sul solo Corradi, bravissimo comunque a "fare a botte" con entrambi, ma poi impossibilitato anche a tirare in porta.
In avanti la Juve se la stava cavando discretamente, spesso teneva palla, la portava diligentemente e velocemente in attacco (imprevedibilmente, però, mai), era stata la prima squadra a sfiorare il gol con Di Vaio che girava a volo, sotto porta, un bel traversone dello scatenato Camoranesi, costringendo Sereni ad una provvidenziale respinta, trovava anche un Nedved più concreto: insomma era la Juve ad impressionare più di una Lazio pasticciona, lenta e che era macchinosa nel ripartire. La svolta della partita avveniva nell'intervallo. Mancini decideva giustamente di apportare la prima modifica alla squadra, visto che poteva attingere a una ben fornita panchina sulla quale sedevano Mihajlovic, Albertini, Dabo, Zauri, Colonnese e Inzaghi, oltre a Peruzzi. La sua scelta cadeva logicamente su Inzaghino che rilevava un inutile Muzzi. Sostituzione azzeccata e le conseguenze si vedevano subito. La coppia centrale difensiva della Juve veniva aggredita da due punte forti fisicamente e, con Inzaghi, anche sguscianti. E cominciavano i problemi per la Juve, anche perché Fiore trovava intelligentemente la posizione sulla sinistra per inserirsi immediatamente al tiro approfittando degli spazi che si aprivano sui lati. Nasceva così il primo gol, con Fiore che era repentino ad anticipare Legrottaglie con un tocco di esterno sinistro che metteva fuori causa Chimenti. Si scatenava all'attacco la Lazio e i pericoli per la porta juventina diventavano costanti. Thuram cercava di dare una mano ai due ma poteva fare poco. Soprattutto era sull'altro versante che si aprivano buchi perché a Pessotto non si poteva chiedere di fare anche il difensore puro. Non ne ha più lo scatto. Poteva cambiare qualcosa Lippi? Bastava guardare alla sua panchina per accorgersi che non aveva alternative alcune.
Accanto a lui sedevano, oltre a Buffon, Maresca e cinque ragazzi della Primavera. Ha tentato di mettere in mezzo al campo il primo, al posto di Conte, ma la Lazio ormai aveva preso in mano il pallino e teneva in costante minaccia l'avversario. A questo punto scattavano i famosi 5 minuti di Tudor, bel giocatore, anche tecnico, ma che spesso prende la decisione sbagliata. In possesso di pallone, cerca una finezza nella sua metà campo, si fa togliere palla e resta tagliato fuori. Da lì inizia un'azione insistita dei padroni di casa che porterà al secondo gol di Fiore che concludeva in acrobazia dopo un confuso e sconcio batti e ribatti tra Pessotto, sulla linea, e Appiah, al centro dell'area. Non contento Tudor, sul pesantissimo 2-0, entrava in maniera incredibilmente violenta sui piedi di Cesar procurandosi un cartellino rosso che lo spediva in anticipo negli spogliatoi, impedendo praticamente alla squadra di tentare una sia pur difficile rimonta. Sarebbe bastato anche un solo gol per rendere competitiva la gara di ritorno al Delle Alpi. Invece, in dieci contro undici, era Chimenti a dover fare gli straordinari per evitare addirittura una goleada. Lippi mandava in campo due "Primavera", Palladino e Bartolucci, ma il suo gesto consisteva nel regalare ai due una presenza in prima squadra più che a sollevare le sorti di una Juve sempre più allo sbando. La Lazio avrà gravi problemi economici, ma almeno sul campo è capace ancora di farsi valere.
La Repubblica titola: "Coppa Italia, finisce 2-0 per la squadra di Mancini la finale di andata. Entrambe le reti di Fiore. Cesar sbaglia un rigore. Bianconeri con grinta, ma troppe assenze. Juve, caduta senza fine, la Lazio signora dell'Olimpico".
L'articolo così prosegue: Verdetto finale soltanto fra due mesi, ma quest'anno la Juventus rischia seriamente di non vincere nulla. Va alla Lazio, infatti, la finale d'andata di Coppa Italia. I biancocelesti hanno ottenuto un rassicurante 2-0, firmato dalla doppietta di Fiore, al termine di una gara che la Juventus ha dominato nel primo tempo e che la Lazio ha "stradominato" nella ripresa fallendo un rigore, segnando due gol e sfiorando più volte il tris. Probabilmente il passivo è troppo pesante per una Juve che ha fatto un figurone nei primi 45', ma che si è sciolta nella ripresa confermando di essere in condizioni d'emergenza (solo 13 giocatori della prima squadra con Lippi) e di avere fin troppo problemi in difesa, dove Thuram è irriconoscibile. La partita, probabilmente, l'ha vinta Mancini che, nella ripresa, ha schierato Inzaghi togliendo Muzzi. Inizialmente il tecnico biancoceleste aveva schierato una difesa a quattro con Stam centrale al fianco di Couto (in panchina Mihajlovic) e Oddo e Favalli esterni. In mezzo Liverani, Giannichedda e Fiore con Cesar, a sinistra, e Muzzi, a destra, ad agire da attaccanti esterni ai fianchi di Corradi.
Lippi ha solo Buffon e Maresca in panchina, poi 5 Primavera. Non c'è Miccoli che va in tribuna. Bianconeri in campo con Tudor e Legrottaglie centrali in difesa, un centrocampo battagliero e muscolare con Tacchinardi, Conte e Appiah in mezzo e Camoranesi largo a destra, pronto a dare una mano a Nedved che, sull'altra fascia, aiuta l'unica punta Di Vaio. E' una Juve reduce dai dolorosi ko con Deportivo La Coruna e Milan che, in appena quattro giorni, l'hanno estromessa dalla Champions e dalla corsa scudetto. Non resta che la Coppa Italia, ma la competizione più snobbata del paese è l'unico obiettivo anche per la Lazio in lotta per il quarto posto e, a livello societario, per la sopravvivenza. Partita bella, vera e corretta (peccato per l'espulsione di Tudor nel finale), diretta bene da Collina. Rispetto alle ultime prestazioni, è tutt'altra Juve. Le assenze sono tante ed eccellenti ma la squadra anti-Lazio è tatticamente impeccabile, attenta in fase difensiva e pericolosa davanti, grazie alle discese e alle serpentine di Camoranesi (il più in forma tra i suoi), agli inserimenti di Nedved e alla vivacità di Di Vaio.
La Lazio, invece, non riesce a sviluppare il gioco sulle fasce, Muzzi e Cesar non trovano spazi e Corradi è troppo isolato. La Lazio, nel primo tempo, non tira mai in porta, fatta eccezione per una punizione di Liverani e per un sinistro di Corradi che Chimenti blocca senza problemi. Molto più pericolosa la Juve che già, al 6', va vicina al gol con Di Vaio che devia sotto porta l'assist di Camoranesi ma che deve fare i conti con la strepitosa risposta di Sereni. Ci prova anche Nedved (fuori il suo destro) e ancora Di Vaio (ex come il ceco) ma anche in questa occasione Sereni gli nega la gioia del gol. Al 46' Corradi si avventa su un tiro-cross di Oddo e spinge Chimenti. Palla in gol, Collina, giustamente, annulla. Mancini non è soddisfatto dei suoi e cambia: nella ripresa dentro un'altra torre, Inzaghi, e fuori Muzzi. La mossa funziona perché al 7' è proprio Inzaghi a lanciare a rete Liverani, Chimenti lo stende e Collina concede il rigore (giusto il giallo e non il rosso perché c'era Pessotto su Liverani). Dal dischetto va Cesar, il brasiliano tira male, Chimenti blocca e salva la Juve. Al 12' entrata decisiva ma pulita di Tudor su Inzaghi che finisce a terra, Collina lo ammonisce per simulazione. Ma la difesa bianconera, ottima nel primo tempo, va in barca e, al 14', subisce il gol di Fiore che anticipa Legrottaglie e, al volo, batte Chimenti.
Due minuti dopo Chimenti deve superarsi su un inserimento di Giannichedda. Lazio ora incontenibile e Juve in affanno, al 24' Stam anticipa di un soffio D$i Vaio a due metri da Sereni. Al 28' Lippi chiama in campo Maresca, al rientro dopo tre settimane di stop, poi al 32' si gioca la carta Palladino, attaccante della Primavera preferito a Di Vaio. La Lazio, però, in contropioede è pericolosissima e dopo un sinistro di Cesar che Chimenti devia in angolo, Pessotto respinge il tentativo di autogol di Thuram ma non può nulla, così come Chimenti, sul tap-in vincente ancora di Fiore. Al 39' Stam sfiora di testa il 3- 0, sarebbe troppo per la Juve che già rischia fortemente di dover addio anche alla Coppa Italia.