Mercoledì 23 settembre 1998 - Cosenza, stadio Comunale - Cosenza-Lazio 0-2
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23 settembre 1998 - 1804. Coppa Italia 1998/99
COSENZA: Frezzolini, Parisi, Montalbano, Moscardi, Riccio (59' Florio), Apa (74' Logarzo), Manfredini, Morrone, Malagò, Di Sauro (74' Jabov), Tatti. A disp. Ripa, Andreoli, Marcatti, Colle. All. Sonzogni.
LAZIO: Marchegiani, Gottardi, G.Lopez, Fernando Couto, Mihajlovic, Sergio Conceicao, Stankovic, Almeyda (57' Venturin), Nedved, Vieri (16' Salas), R.Mancini (72' Baronio). A disp. Ballotta, Lombardi, Pancaro, Marcolin. All. Eriksson.
Arbitro: Treossi (Forlì).
Marcatori:15' Parisi (aut), 85' Stankovic.
Note: ammoniti Stankovic per comportamento non regolamentare; Almeyda, Gottardi, Nedved, Florio per gioco scorretto, Morrone per proteste. Angoli: 6-2 per la Lazio.
Spettatori: paganti 24.149 per un incasso di lire 505.510.000.
Dalla Gazzetta dello Sport:
Lazio negli ottavi, meritatamente; Cosenza a testa alta, fuori dalla coppa Italia. La formazione biancazzurra ha voluto dare un calcio alle critiche, "azzeccando" una partita di grande carattere. Si era detto che il gioco era latitante? E la Lazio ha risposto con una condotta tattica estremamente proficua. Era stata criticata per le sue "distrazioni"? Ebbene, l'atteggiamento mentale è stato perfetto, condotta per mano dal suo magnifico Nedved, con un centrocampo dove Almeyda e Stankovic hanno giganteggiato. I calabresi comunque hanno il diritto di sentirsi orgogliosi. Sono fuori, ma dopo aver dato una dimostrazione di condizione fisica eccezionale e di impostazione tattica sicuramente proficua. Il Torino è avvertito: domenica arriverà un ospite molto pericoloso e anche arrabbiato. E' stato anche sfortunato, il Cosenza, quando, al 12', ha perso Riccio: già, proprio il giocatore che, nella partita di andata, all'Olimpico, aveva segnato il gol calabrese. Portato in barella negli spogliatoi, Riccio è stato sostituito da Florio, che non lo ha fatto rimpiangere. Il piccolo centrocampista è diventato, anzi, una spina del fianco della difesa biancazzurra, facendola dannare. In ogni caso, è stato un peccato, per la squadra di Sonzogni, vedersi privata di uno dei suoi giocatori più in forma. Il Cosenza aveva cominciato molto bene, facendo subito capire che, se doveva vendere la propria pelle, lo avrebbe fatto ad un prezzo molto alto.
Ritmo frenetico, pressing, rapidi passaggi e profondità. Il bello è che la Lazio, piuttosto che rimanerne sorpresa, si adeguava immediatamente. E nei primi minuti guadagnava due angoli, senza esito. Rispondeva il Cosenza con la conclusione di Morrone, sul fondo. Dopo l'infortunio di Riccio, ancora il Cosenza in evidenza con il lancio di Di Sauro per Apa, in ritardo. La Lazio passava in vantaggio al 15'. Angolo di Mihajlovic nell'area piccola, affollatissima. Parisi tentava la deviazione di testa, ma colpiva male e la palla finiva alle spalle di Frezzolini. Ancora la scalogna ci metteva lo zampino, insomma. Anche se, a dire il vero, pure la Lazio aveva qualcosa di cui lamentarsi, con l'uscita di Vieri per infortunio al 15': lo sostituiva Salas. E poi, mostrava di meritare i regali della sorte. Premevano, i romani e al 18' Frezzolini sventava una bella conclusione di Nedved. Poi Mancini sprecava due palle gol, non affondando il colpo. Era una Lazio bella da vedere, in questo spezzone di gara. A centrocampo, Nedved forniva brillanti suggerimenti; Almeyda (non giocava una partita vera dal 10 maggio scorso) e Stankovic formavano una diga quasi insuperabile. Conceicao era instancabile sulla fascia destra e continuava a fornire al centro cross di grande pericolosità. Il Cosenza? Era superbo, nella sua interpretazione della gara. Lo svantaggio non l'abbatteva, anzi, sembrava dargli nuova carica. Apa e Florio erano due diavoli sempre in movimento; Tatti e Manfredini velocissimi nel contropiede; bella, al 24' la girata di testa di Tatti su assist di Apa. E dieci minuti più tardi, sempre su passaggio di Apa per Tatti, Marchegiani era costretto all'uscita dai pali. Non era finita: al 37' da Mascardi a Tatti a Florio.
La posizione era buona, la conclusione fuori misura. Era quasi asfissiante, la pressione cosentina. Mihajlovic soffriva parecchio le iniziative di Apa; tenevano bene al centro Couto e Lopez. Una gran partita che il magnifico pubblico del San Vito mostrava di gradire con gioiose "ola". Se il primo tempo era stato ricchissimo di emozioni, neanche la riprese deludeva. La Lazio si faceva viva con Conceicao (2') e lo strepitoso Nedved (4'). Poi Mihajlovic su calcio di punizione sfiorava la traversa. Il Cosenza teneva testa con orgoglio, ma era la Lazio che imponeva i diritti di una indiscutibile superiorità. Così al 40', Stankovic appoggiava in rete la palla del 2-0 su passaggio di Salas e dopo uno svarione di Parisi. Era il sigillo alla qualificazione.
Da Il Messaggero:
Tracce di buona Lazio, che passa il turno e ritrova il Milan, ma perde Vieri. Un golletto, piccolo piccolo, nel primo tempo, ed una rete confezionata molto bene da Salas e realizzata da Stankovic nel finale, regalano la qualificazione e nascondono i problemi attuali della squadra. Il primo obiettivo del trittico terribile è comunque centrato: la strigliata di Cragnotti ha dato frutti positivi. Eriksson, in vista dei prossimi impegni ravvicinati, tiene fuori Salas e Venturin e non rischia Pancaro alle prese con problemi al ginocchio. Mihajlovic si colloca ancora sulla sinistra e debutta Almeyda. Un recupero importante quello dell'argentino, che a parte un paio di amnesie, dà consistenza ed aggressività al centrocampo. Salas, comunque è ugualmente costretto agli strordinari perché Vieri esce dopo un quarto d'ora quando la Lazio è già in vantaggio, grazie ad una deviazione di testa di Parisi sul solito corner "velenoso" di Mihajlovic. Il centravanti azzurro riporta la distorsione al ginocchio sinistro: si prevedono 20 giorni di stop, Vieri rischia quindi di saltare pure la Nazionale. L'autogol spegne il furore agonistico del Cosenza e l'entusiasmo del "San Vito" gremito da 25 mila spettatori, come mai prima, che fruttano oltre mezzo miliardo. Questa Lazio riesce anche a "fare cassetta".
L'1-0 praticamente consegna la qualificazione nelle mani della Lazio che, però, non riesce a dare il colpo di grazia agli storditi avversari. Mancini ha due volte l'opportunità di raddoppiare ma prima viene fermato in maniera brusca in area, poi non arriva in tempo ad anticipare Frezzolini sull'avventato retropassaggio di Montalbano. Il portiere, qualche minuto più tardi, replica con i pugni ad una fiondata di Nedved. Il colpevole sussiego con il quale la squadra di Eriksson affronta questa fase del match ridà fiato al Cosenza che, superato lo sbandamento, si riorganizza mettendo alla frusta i biancocelesti che non pungono perché gli attaccanti cadono sistematicamente nella trappola del fuori gioco e non riescono a sfruttare alcuni invitanti cross di Conceicao. Aggressiva e veloce, la squadra di Sonzogni alimenta la manovra con accelerazioni improvvise ed inserimenti sulle fasce. I centrocampisti difendono poco, mentre Gottardi, Mihajlovic e Lopez sono spesso in ritardo. Si difende bene Couto. E' un Cosenza brillante e determinato quello che nel finale del tempo minaccia da vicino una Lazio che rischia di capitolare: prima un marchiano errore di Florio quindi una prodezza di Marchegiani, sullo stesso calciatore, evitano il gol. La difesa, in particolare, balla paurosamente e l'opportunità capitata a Florio è la fotocopia del gol subito dal Losanna. Va bene che il reparto è in d'emergenza, però certe situazioni devono far meditare lo svedese.
Il canovaccio della ripresa vede ancora il Cosenza arrembante con la Lazio che si affida al contropiede e che riesce a costruire le azioni più pericolose. Conceicao sballa un destro da buona posizione, Nedved sfiora il palo, Mancini e Salas cercano la perfezione invece di battere a rete con maggiore convinzione, Frezzolini si esalta e diventa un baluardo. In ballo non c'è più la qualificazione acquisita ma solo la voglia dei padroni casa, sorretti da un tifo incessante, di finire imbattuti. Escono Almeyda e Mancini ed Eriksson ridisegna l'assetto tattico passando 4-5-1 con Salas che resta praticamente isolato a rincorrere quei pochi palloni che gli arrivano mettendosi al servizio dei compagni con preziosi assist. La squadra appare più compatta e chiude in crescendo la partita ammansendo le velleità di un Cosenza al quale, dopo la tanta benzina consumata, resta solo il cuore. Il raddoppio di Stankovic è punizione troppo severa per il Cosenza.
Tratte dal quotidiano romano, alcune dichiarazioni post-gara:
Una Lazio accettabile all'inizio ed alla fine del match, in mezzo ancora problemi evidenti. Il presidente Cragnotti può almeno ritenersi soddisfatto per la qualificazione in Coppa Italia. «Per mezz'ora ho visto una buona squadra che ha saputo tenere in mano la gara, nel finale del primo tempo però la Lazio ha corso qualche rischio di troppo. Evidentemente la strigliata di martedì a Formello è servita perché questa vittoria si serviva proprio. Ora, però, bisogna continuare su questa strada anche nelle prossime partite». Sulle voci di una possibile cessione di Nedved, il presidente biancazzurro è stato rassicurante e categorico, «Pavel non è stato ceduto, né c'è l'intenzione di farlo. Con Alen Boksic ho avuto un colloquio costruttivo». Eriksson è soddisfatto della Lazio di Coppa Italia. «Ho visto ancora dei miglioramenti, una prestazione positiva, credo che siamo sulla strada giusta. Certo, abbiamo sofferto un poco il ritmo degli avversari e sbagliato molto sotto porta ma non sono preoccupato perché quando si creano numerose occasioni, prima o poi arrivano anche i gol. Sono fiducioso». A centrocampo lo svedese ha ritrovato un elemento in più: Almeyda. «Mathias ha giocato bene, sono contento: se continua in questo modo ci sarà molto utile». Adesso è in programma la rivincita della finale di Coppa Italia dello scorso anno. «La sfida con il Milan arriva troppo presto, però prima dovremo affrontare altre battaglie molto importanti, poi penseremo ai rossoneri. Dobbiamo lavorare e migliorare ancora per arrivare ad una condizione di forma ideale».
Roberto Mancini parla degli errori sotto porta. «Non è un problema particolare, l'importante è costruire gioco ed azioni da gol. Arrivano più al tiro i centrocampisti perché gli attaccanti si trovano spesso con le spalle alla porta: siamo tranquilli perché tutto andrà a posto. Certo, il Cosenza ci ha messo in difficoltà nel finale del primo tempo però è anche normale soffrire contro queste squadre aggressive e determinate. In attacco la Lazio ha diverse soluzioni e ci sarà spazio per tutti». Mancini è uscito perché lamentava un dolore alla coscia destra, non sembra niente di preoccupante ma la Lazio rischia di giocare a Perugia con Salas unica punta insieme a Nedved. Il problema infortuni continua ad imperversare in casa Lazio. In giornata si conoscerà l'effettiva entità del danno subito da Vieri, mentre anche Gottardi ha concluso la partita acciaccato. Nesta, Boksic, Negro e Favalli sono sempre fuori per infortuni. Quasi certamente, però, Favalli rientrerà a Perugia e tornerà a far coppia con Pancaro, tenuto a riposo precauzionale contro il Cosenza. Domenica potrebbe rientrare anche Negro. A vuoto un tentativo per acquistare il difensore francese Lebeouf del Chelsea.