Domenica 9 febbraio 1936 - Roma, stadio del P.N.F. - Lazio-Juventus 3-0

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9 febbraio 1936 - 469 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1935/36 - XVIII giornata

LAZIO: Blason, Zacconi, Monza (II), Baldo, Turchi, Viani (I), Guarisi (Filó), Bisigato, Piola, Uneddu, Levratto. All. Alt.

JUVENTUS: Valinasso, Rosetta, Rava, Depetrini, Monti, Varglien (I), Cason, Foni, Gabetto, Borel (I), Menti (I).

Arbitro: sig. Scotto di Savona.

Marcatori: 20' pt Guarisi (Filó), 36' st Levratto, 45' st Piola.

Note: sole. Temperatura primaverile. Terreno perfetto. Al 37' del s.t., dopo uno scontro con Levratto, Depetrini è uscito dal campo definitivamente.

Spettatori: 14.000, con larga partecipazione di soldati volontari in partenza per l'Africa.

L'attesa della partita, tra i protagonisti Alfredo Monza da
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I prezzi dei biglietti da
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Azione difensiva di Baldo da
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Dura carica subita dal portiere Blason da
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Su La Stampa i titoli del trionfo biancoceleste
La Lazio in goal per tre volte contro i campioni bianconeri
Un intervento di Rava che anticipa Piola
In alto a sinistra: Uneddu ha allungato in profondità, Piola e Filò accorrono ma Valinasso esce e blocca mentre Rosetta guarda preoccupato. In alto a destra: calcio d'angolo contro la Juventus; ha tirato Levratto e Piola è stato pronto a portarsi avanti, ma il pallone cade sopra la rete. In basso a sinistra: in area di rigore juventina Filò sta per passare a Bisigato che Rosetta sorveglia, ma Rava allontana di testa. In basso a destra: un altro salvataggio di Rava che riesce a deviare lateralmente un passaggio in profondità che Piola sta per sfruttare.
Da La Domenica Sportiva Varglien (I) anticipa Guarisi (foto in alto), Rava libera l'area pressato da Piola (foto in basso)
Immagini della partita
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La formazione juventina

Il Littoriale titola “La LAZIO domina nettamente la JUVENTUS in quantità e qualità di attacchi e vince con un brillante 3 – 0 (1 – 0) – Una grande vittoria degli azzurri di Roma” e nelle sue pagine fornisce la cronaca dell’avvincente partita (“Come ha vinto la Lazio”).

Il tempo è splendido, e il campo, dopo la tramontana dei giorni scorsi, in condizioni ottime, e nonostante il freddo, lietamente costellato di margherite. Le squadre entrano in campo, accolte da vivi applausi, con qualche ritardo: una particolare acclamazione accoglie la Lazio quando, con simpatico gesto va a rivolgere uno speciale saluto al folto gruppo di militari in divisa coloniale che affolla uno dei settori della curva. Il sorteggio favorisce gli ospiti. La Lazio gioca contro sole, e batte il calcio d’invio alle 14,40.

Venti minuti di equilibrio. Assaggi a metà campo, lavoro per i terzini. Fallo di Uneddu su Rosetta al 1’. Gabetto è lanciato, ma Zaccone libera. Guarisi ha la palla, e centra a Piola, sfuggito a Rava, ma l’allungo non è ben dosato e si perde in fallo. Risposta juventina; Baldo libera; poi, insistendo Gabetto interviene a liberare Blason. L’iniziale pressione juventina poggia a preferenza sulla sinistra: poi su contrattacco della Lazio al 4’ Rosetta è scavalcato, e Levratto ha la palla; ma l’arbitro, su segnalazione del guardalinee, fischia il fuori gioco. Al 6’ Monti spara da lontano, ma fuori mira. Un perfetto passaggio in profondità di Bisigato a Filò è salvato da Varglien, poi Valinasso deve parare un pallone di Filò sul quale convergevano insieme da due parti Piola e Uneddu. Bella attività di Uneddu: al 9’ fallo su Filò: tira Filò stesso, respinge Monti. Riprende Bisigato, che di testa manda a parabola sopra la traversa.

Ora la Lazio preme: Zaccone al 10’ spreca una punizione concessa per fallo di Menti su Baldo, il quale spezza, un minuto dopo, una bella trama del trio centrale juventino. Capovolgimento immediato di fronte; e centro di Filò e Piola, solo a un metro dalla rete: Monti salva in angolo contro la Juventus (12’): nulla di fatto. Mani di Bisigato al 13’. Al 15’ bell’allungo di Borel I a Foni, che o non intuisce o non fa a tempo a raggiungere la palla: questa, perciò, esce dalla linea di fondo. Al 16’ salvataggio magnifico di Rosetta su Piola che avanzava con la palla, e di lì a poco, su preciso colpo di testa di Piola, parata da Valinasso.

Dopo un’incursione juventina, la Lazio ritorna in area di Valinasso, che al 18’ para un facile pallone su colpo di testa di Piola, e, poi, su errore di Rosetta, la palla è a Filò che sbaglia di pochissimo. L’attento portiere juventino interviene ancora poco dopo in uscita, prima che il centro attacco azzurro raccolga e sfrutti un centro di Levratto.

Filò segna. Da un duetto Rava-Piola, al 20’ verrà improvviso al goal della Lazio: la punizione di Baldo è raccolta a volo da Filò che infila la porta laziale, senza che Valinasso sorpreso, abbozzi nemmeno la parata: Varglien tutto preoccupato di Piola, che marcava da presso, si disinteressa dell’ala; e Guarisi, che aveva stretto al centro, è pronto a sfruttare astutamente la situazione.

La Juventus incassa freddissima: subisce ancora qualche sfuriata laziale, poi risponde. Monti impegna Blason da lontano, e al 23’ su passaggio di Casone, Gabetto pareggia: ma… con le mani. L’arbitro vede e naturalmente annulla il punto: quello che è andato bene una volta a Testaccio, non va bene questa volta allo Stadio…

Occasione mancata. Al 25’ Piola, solo davanti alla porta dopo aver scartato Rosetta, manca un goal fatto; al 26’ Bisigato, da lontano, manda fuori a fil di palo. Un’altra situazione pericolosa sotto la porta juventina al 28’ su azione partita da Levratto, è risolta da Monti; poi la pressione si spegne con un tiro alto di Filò. Un tiro da lontano di Depetrini è insaccato con disinvoltura da Blason; indi scende Borel I, cui Zaccone toglie la palla con eleganza, e lancia Filò. Fallo di Varglien II, punizione di Turchi: Foni tiene Piola, e Depetrini allontana, ma la Lazio insiste implacabile, e Valinasso non sta tranquillo.

Quando al 32’ Cason cerca di spezzare la morsa, trova pronto a salvare Monza, né miglior fortuna ha al 33’ una punizione di Depetrini. Così, con due punizioni consecutive, la Lazio torna a minacciare, ma Rava risolve la situazione, e quando poi la Juventus contrattacca, Cason è in fuori gioco. Al 37’ Zaccone entra deciso su Gabetto che puntava sul goal di Blason, e al 38’ tutta la Juventus è sotto la porta laziale. Una punizione di Monti fortissima, fa compiere a Blason una bellissima parata, segue al 39’ un tiro fuori bersagli di Menti.

La Lazio domina. Un calcio involontario di Varglien al mento di Baldo è punito dall’arbitro. La Lazio sferra ancora un attacco che Rava risolve e resiste con autorità alla reazione juventina. Il pubblico rumoreggia, quando Scotto di lì a poco fischia un fallo immaginario di Filò, forse per rimediare il ritardo con cui ha veduto il fuori gioco dell’ala destra azzurra. Al 43’, su azione di Levratto, angolo contro la Juventus, senza conseguenze; e al 45’ Uneddu, dopo intelligente azione in linea azzurra iniziata da Levratto, tira precipitosamente alto.

Inizia la ripresa con una fuga di Levratto e passaggio a Uneddu. Monti interviene e respinge. Incursione Juventina: poi al 2’ Piola con azione autoritaria avanza, tira: il paletto respinge in pieno. Riprende Levratto, che perde, per aggiustarsi il pallone, quella frazione di tempo che basta a Rosetta per piazzarsi e salvare in angolo. E, sul calcio d’angolo nulla di fatto. Una facile parata di Blason al 3’ su punizione precisa, ma da assai lontano, di Varglien, è una parentesi e nulla più nella rinnovata pressione laziale. Al 5’ fuori gioco di Guarisi, anche questo fischiato in ritardo, al 6’ una grande parata di Valinasso, su tiro di Filò.

La Juventus rasenta il pareggio. A questo punto Bisigato, colpito duro da Foni è a terra, e deve uscire dal campo per qualche minuto. Al 9’ quando la Lazio è di nuovo al completo incassa una punizione. Cason ha la palla, Blason esce, i due si scontrano restano a terra. La palla rotola verso la rete indifesa, proprio sulla linea bianca, Viani salva il goal quasi fatto. Un duello – velocità contro astuzia – Piola-Rosetta, all’11’ è vinto di misura dallo juventino: Bisigato che si impossessa della palla respinta da Viri, spedisce fuori.

Gli attacchi juventini ora si fanno più insistenti, più pericolosi; una indecisione di Monza al 14’ per poco non è fatale; ma il tiro di Cason esce molto lontano dai pali. La Lazio conserva tuttora un certo predominio di pressione: ma la marcatura cui la Juventus sottopone gli attaccanti avversari è così serrata che non riesce a rendersi pericolosa. Gabetto non riesce al 16’ a concludere su perfetto allungo in profondità di Borel; Viani si distingue ora nel dar man forte ai terzini. Fuori gioco di Gabetto al 17’, poi sotto la porta di Valinasso su bella azione di Filò, due o tre volte il bersaglio è mancato malamente.

Valinasso al lavoro. Una bella discesa imbastisce Levratto al 25’ sfuggendo due volte al tenace Depetrini; ma la centrata, benché ben dosata, viene respinta da Rava, e subito dopo Valinasso blocca a volo un pallone sul quale Piola già aveva alzato la gamba per colpirlo e dirigerlo in rete. Un bolide di Filò al 27’ è fermato da Valinasso, che già aveva bloccato anche un altro tiro di Piola. Poi Levratto si sposta sino sulla destra e porge a Piola la palla che Valinasso sfiora senza necessità perché andava alta: il conseguente calcio d’angolo (29’) è calciato fuori da Guarisi. Questi porge a Piola un pallone d’oro, al 31’, scavalcando Rava, ma il tiro del centro attacco passa alto sulla traversa.

Secondo e terzo punto laziale. Una punizione di Viani al 34’, ripresa da Levratto, è salvata da Rosetta. Preme la Lazio ancora con insistenza, ma il gioco alto, privo di discernimento tecnico, non dà frutto. Piola al 37’ manda alto un pallone passatogli da Uneddu. Il secondo goal viene finalmente al 38’: Filò tira fortissimo in goal: Velinasso para, ma la palla gli sfugge e Levratto, intervenuto, mette in rete nonostante Depetrini lo carichi violentemente. Levratto e Depetrini restano entrambi malconci. Depetrini deve lasciare il campo e Levratto vi resta zoppicante e pressoché nullo. Foni retrocede a fianco di Rosetta, Rava avanza mediano destro. La partita è decisa: tenta Borel, ma Uneddu lo ferma, gli toglie la palla. Levratto sfinito e zoppicante non si regge in piedi. L’arbitro ammonisce Cason, alle prese con Viani e dà alla Lazio la punizione. Batte Monza, ma salva Foni. Monza e Viani dominano in questo finale, e lanciano ancora l’attacco. Nel minuto di recupero, Piola raccogliendo un passaggio di Guarisi, cui Levratto aveva traversato il pallone, segna per la terza volta. Ancora una parata di Valinasso sul debole tiro di Levratto e poi la fine, in una apoteosi di applausi.

► Nel racconto de Il Littoriale, l’approfondimento dal quale emerge la superiorità biancoceleste nella partita contro i campioni bianco-neri.

Soltanto negli ultimi minuti della partita il punteggio della vittoria laziale ha preso espressione adeguata alla indiscussa e nettissima superiorità palesata per tre quarti dell’incontro. Vi è stato un solo periodo, nella prima metà della ripresa, in cui gli ospiti, premendo con una certa insistenza e con più ordine di quanto non abbiano fatto nel resto dell’incontro, hanno avuto la possibilità di riequilibrare le sorti: ma dopo che Viani ebbe salvata la porta incustodita mentre Blason (uscito per salvare) e Cason (che aveva scoccato il tiro) erano a terra contusi e doloranti; e più ancora dopo che Gabetto – l’uomo più pericoloso del quintetto bianconero – lasciò perdere, senza riuscire nemmeno a cercare di sfruttarli, due perfetti passaggi in profondità di Borel I, l’impressione più diffusa, che la Lazio non si sarebbe lasciata sfuggire la preziosa e meritatissima vittoria, si tramutò in certezza.

Epilogo di una pressione insistente, tenace e molto più organica di quella juventina, i due punti segnati negli ultimi dieci minuti sono stati, quasi diremmo, il suggello del successo. L’ultima parola cioè di quello dei due oratori che, nel dibattito, avesse parlato con maggior calore e più calda convinzione, portando argomenti tali da non lasciar dubbio d’essere dalla parte della ragione.

Gli artefici del successo laziale. Il primo punto laziale, infatti, era stato segnato a venti minuti dall’inizio. Punto bellissimo tirato di contropiede al volo, che aveva colto di sorpresa Valinasso. Il consolidamento della vittoria è stato poi opportuno e sacrosanto. La Lazio aveva già avuto un’occasione, pochi minuti dopo segnato il primo punto, di raddoppiare il vantaggio: e Piola, non si sa come, sbagliò il tiro, libero e da pochi metri, pur avendo avuto anche tutto il tempo di aggiustarsi la palla. Ma l’imprevisto di rado falsa completamente l’esito di un incontro: così che la Lazio, che ha giocato meglio, ha dominato quasi costantemente, ed ha impegnato di più il portiere avversario, ha finito con l’imporsi con chiarezza tale, che tutti devono inchinarsi.

Man mano che il campionato si inoltra nel cammino, e la mediana laziale, nella formazione immutata in cui gioca ormai da più di due mesi, acquista maggior coesione e va migliorando con progresso costante. Fuori causa la difesa e fuori causa l’attacco, gli uomini di Piola non realizzavano per quanto volevano, in conseguenza appunto dell’insufficiente rendimento della mediana. Oggi che la Lazio ha un terzetto di sostegno all’altezza degli altri reparti, l’autorità della squadra rifulge in pieno; e i risultati parlano.

Di tutti bisogna dir bene. Come continuità di lavoro, per cominciare dalla mediana. Baldo e Turchi hanno prevalso su Viani; ma questi con uno spettacoloso secondo tempo e con una efficacia insolita anche in difesa, ha riscattato in pieno qualche errore della prima parte dell’incontro, dimostrandosi in complesso migliore degli altri due. Blason, nei pochissimi interventi difficili cui è stato chiamato, si è disimpegnato con maestria pari alla fama, e Zaccone e Monza hanno tenuto il campo con sicurezza. Quanto all’attacco, il risultato è eloquente. Se Uneddu, dopo un felicissimo inizio non è stato sempre all’altezza dei compagni, l’affermazione deve suonare più elogio agli altri che biasimo a lui. Piola ha sbagliato un facile goal, è vero; ma quante volte si è districato di forza dalla implacabile marcatura avversaria, ha tirato, ha impegnato Valinasso, o ha costretto Rosetta a tutti gli accorgimenti della impareggiabile sua arte difensiva, quando non ha trovato un palo dispettoso a frustrare i suoi sforzi?

Più e meglio della Juventus, la Lazio ha avuto l’accortezza di allargare il gioco, di non fossilizzarsi sul terzetto centrale; così con Filò e Levratto in vena, e un coordinatore intelligente come Bisigato – cui la lunga assenza dai campi di gioco non ha per nulla nuociuto – ha dominato come assieme e come singoli, e ha tradotto in punti la sua superiorità. L’attacco laziale ha preferito, è vero, il gioco alto, i passaggi volanti, ha creato le mischie: in pura teorica tecnica può darsi il metodo non sia encomiabile, tanto più che il terreno secco ed elastico avrebbe favorito la manovra raso terra: ma è seguendo tale sistema che i rivali meglio avrebbero tenuto a freno gli azzurri. Merito dunque della Lazio aver saputo imporre il gioco più adatto, e averne saputo trarre il maggior profitto. Perché tutti i sistemi sono egualmente encomiabili quando svolti e attuati con efficacia secondo un piano prestabilito.

I campioni d’Italia. Da una Lazio temuta sì, ma appara più completa e superiore ad ogni attesa, la Juventus è stata soggiogata. Poteva aver segnato un goal, il più fortunoso dei goals: ma quanto di più non avrebbe potuto incassarne? E, si badi bene, il blocco difensivo è sempre il solito: tetragono, abile, sicuro. Con Rosetta e Monti qualunque squadra può essere tranquilla. Figuriamoci per la Juventus, che su questi due uomini più che sugli altri si impersona e ruota come intorno ad un perno ideale! Può darsi che Rava non abbia reso quanto da lui si attendevano; è vero che Depetrini ha fatto talvolta rimpiangere il migliore Bertolini. Affermazioni di fonte juventina queste, dette come constatazione, non per cercare scuse: ma constatazione che tuttavia va intesa in senso relativo.

L’avanzamento di Foni ha indubbiamente indebolito il settore arretrato, senza essere di grande giovamento all’attacco. Una domanda circolava insistente prima dell’inizio, dopo che la formazione della squadra era stata resa nota: e Serantoni? La domanda era perfettamente giustificata, dopo la decisa inclusione di Foni all’attacco: e identica domanda avevamo già rivolto noi nella mattinata a un dirigente juventino. La verità è che Serantoni, dopo l’operazione di menisco subita lo scorso anno, non riesce a ritrovare l’autorità e lo stile di un tempo. Assente Varglien II, per conseguenza ricorrere a Foni non è stato un accorgimento tattico, bensì una necessità. La Juventus infatti pur perdente, non ha mai fatto aperto ostruzionismo. La “necessità” è costata cara. I giovanissimi dell’attacco bianco-nero non hanno troppo brillato, specialmente come assieme: il quintetto juventino di ieri non era molto dissimile, per citare un esempio familiare al pubblico, da quello della Roma delle più recenti partite casalinghe…

Anche Gabetto, il migliore dei tre, si è sperduto su due perfetti allunghi di Borel I, nella ripresa, che potevano creare seri grattacapi a Blason. Borel I, infatti, è stato il migliore attaccante della Juventus. Manca un coordinatore esperto in questa linea, di grandi possibilità ma acerba: ed è per questo che, priva com’è di Farfallino, la Juventus va enormemente apprezzata per quello che sta facendo in questo campionato. La prova dell’attacco, indubbiamente oscura, va giudicata sempre - ricordiamolo bene – in rapporto al grande valore della squadra avversaria.

L’arbitraggio e il pubblico. L’arbitro Scotto ha diretto con fermezza; il gioco, talora acceso, non ha però mai degenerato. Unico appunto che si può rivolgere al direttore della gara, un certo ritardo nel rilevare i fuori gioco: egli, infatti, per lo più attendeva la conferma o la segnalazione diretta del guardalinee. Può darsi però, anche, che intendesse di deliberato proposito sorvolare sui fuori gioco di posizione, attendendo a intervenire solo quando la minaccia si faceva imminente.

Pubblico numeroso e cavalleresco. In tribuna d’onore S.E. Valle, gli on. Serena, Marinelli e Delcroix; il Federale dott. Orazi e il C. Generale Vaccaro.