Domenica 8 marzo 1992 - Genova, stadio Luigi Ferraris - Genoa-Lazio 1-0
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8 marzo 1992 - 2517 - Campionato di Serie A 1991/92 - XXIV giornata
GENOA: Braglia, Torrente, Branco, Eranio (83' Ferroni II), Collovati, Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Aguilera (72' Fiorin), Skuhravy, Onorati. A disp.: Berti, A.Bianchi, Cecchini. All. Bagnoli.
LAZIO: Fiori, Corino, Bacci, Pin, Gregucci, Soldà, Neri, Doll, Riedle, Sclosa (51' Sergio), Sosa (58' Stroppa). A disp.: Orsi, Vertova, Melchiori. All. Zoff.
Arbitro: Sig. Bazzoli (Merano).
Marcatori: 18' Skuhravy.
Note: ammonito Corino. Calci d'angolo: 3-13.
Spettatori: 28.000 circa di cui 3.795 paganti, per un incasso di lire 121.935.000 (abbonati 23.125, per una quota di lire 468.629.000).
Un Genoa con la lingua fuori, ancora stordito da ubriacature di gioia e fatica dopo il mercoledì da leoni, prosegue contro la Lazio il cammino del ritorno a se stesso e a obiettivi ambiziosi, che una stagione di problemi e veleni avevano allontanato. E' ancora il lavoro di Osvaldo Bagnoli, il prete operaio che prima di andarsene dalla parrocchia vuole lasciare qualcosa di più concreto del semplice ricordo; è ancora la generosità di Tomas Skuhravy, l'armadio cecoslovacco nato per riporvi dentro ogni difficoltà. Un gol per neutralizzare le trappole di una partita a rischio, ma soprattutto un lavoro a tutto campo, impreziosito da continui rientri difensivi in aiuto di compagni ormai in riserva. Di contro, una Lazio bella ma inconcludente, arrivata alla sesta sconfitta esterna consecutiva e superata dalla Roma nel derby delle grandi delusioni. Inesistente in Sosa (da vero attaccante da Inter, ma da Inter di questa stagione e non della prossima, se vorrà essere quella del rilancio), velleitaria in Riedle, mediocre in Neri, Sclosa e Bacci. Una Lazio capace di attaccare per tutto il secondo tempo ma senza mai incidere, rischiando anzi in tre occasioni contro un Genoa aggrappato alle corde del ring e all'incitamento del suo pubblico. Si sono salvati gli umili (Pin e Corino), i contestati (Fiori), le riserve (Stroppa e Sergio, di cui Zoff dovrà spiegare l'uso solo in situazioni già compromesse da compagni più scarsi). Si inizia con politici in tribuna a caccia di voti, perché in clima elettorale anche lo stadio è un manifesto, e con le contestazioni dei tifosi laziali che espongono lo slogan della nuova campagna: voi...undici indegni - gli ultras che non meritate. Si inizia con il Genoa che deve dimenticare le feste del mercoledì europeo, ma anche scordarsi di muscoli intossicati e ginocchia che scricchiolano. In campo c'è subito Aguilera e la partita dirà che sarebbe stato meglio concedere all'uruguaiano un turno di riposo fuori e non dentro il campo, ma il Pato che mercoledì cercava una pizza alle due di notte per calmare fame e felicità ha convinto anche Bagnoli con una bugia: "Sto bene, mi faccia giocare". Il Genoa pare ripercorrere sentieri già noti. Dal secondo tempo di mercoledì al primo di ieri, senza soluzione di continuità: lo stesso Ruotolo in moto perpetuo, lo stesso Eranio rinfrancato, la regia precisa di Bortolazzi. Fila via così una partita veloce e divertente, con una punizione.pericolo per parte (Pin sul palo esterno al 10' e Branco al 17'), il Genoa avanti e la Lazio a ribattere colpo su colpo, affidandosi al tedesco Doll, il cui unico limite è la tendenza all'egoismo. Un peccato soltanto all'apparenza veniale, perché il Genoa costruisce gol e vittoria proprio sul contrario, su un'azione del collettivo. E' splendido il lancio di Eranio a tagliare il campo da destra a sinistra al 18' e bravo è Branco a saltare l'avversario quasi sul fondo, rientrare e crossare: Gregucci e Aguilera piombano sul pallone e si annullano, lasciandolo passare; Skuhravy non manca l'appuntamento e a porta vuota spedisce in gol. La Lazio accusa il colpo e il Genoa insiste, chiamando Fiori a una tempestiva uscita su Eranio lanciato a rete (30'). E' solo nel finale di tempo che il Genoa cala, fisiologicamente, e concede a Doll un dribbling da brivido in area. Il secondo tempo è tanta Lazio e poche occasioni, perché quelle vere sono del Genoa, con Aguilera che, al 5', alza di sinistro sottoporta come solo Calloni fu capace di fare in passato, ed è Eranio che, al 32', fa anche di peggio: scambia con Skuhravy e il guardalinee scambia il fuorigioco per mosca cieca, così Eranio prosegue, scarta anche Fiori e poi si addormenta davanti alla porta vuota. Lo sveglia Corino mettendo in corner. La Lazio è a un forcing con vuoto a perdere, e oggi si trova con il rimpianto di non aver inserito subito Sergio (stantuffo della fascia) e Stoppa (unico a tirare in porta). Riesce così solo a esaltare Signorini e Collovati, che nel bunker fatto di spazi stretti mascherano i loro limiti. Chi ha aperto, chiuda. E Skuhravy, a tempo scaduto, si arrampica e manda di testa verso la porta: Fiori salva sul palo e anche Bagnoli ammette che il 2-0 sarebbe stato troppo. Bagnoli così diplomatico da meritarsi una candidatura alla Farnesina e a prenderla con il giusto spirito: "Vado verso la pensione, sono un po' rincoglionito. Posso anche andare a fare il politico. Che dite?". Il consiglio è che lasci perdere, al Genoa serve troppo come allenatore.
E' il tempo delle grandi gioie rossoblù, che arrivano però dopo molte sofferenze. Ed è su questo "slogan" che Bagnoli apre il suo dialogo del novantesimo minuto. "Dopo un primo tempo giocato a grandissimi livelli, abbiamo sentito addosso l'alito laziale e qualche rischio lo abbiamo corso. Tenuto conto però che con Aguilera ed Eranio abbiamo mancato due gol fatti, ecco che dobbiamo ritenerci più che soddisfatti dell'andamento della partita". C'è una domanda che infastidisce un poco Bagnoli; questa: è stato scritto che il Genoa avrebbe depositato in Lega una opzione su di lei anche per la prossima stagione. Qual è il suo pensiero in proposito?. La risposta del tecnico arriva come una fucilata: "Ricordatevi che il sottoscritto si occupa esclusivamente di calcio". Infine, la possibilità di aggancio da parte del Genoa della zona Uefa. Bagnoli chiarisce: "Bisognerà arrivare a 37 o 38 punti, questo almeno è il mio pensiero. La possibilità esiste". Fari puntati su Zoff, ora. E Dino a spiegare: "Ci gira veramente male, ma non credo si tratti, come forse state pensando voi, di mancanza di carattere da parte della squadra. Tutt'altro. Non riusciamo a trovare la via del gol, tutto qui. Le abbiamo provate proprio tutte, e da ogni parte del campo. Niente da fare. Tiri su tiri e tutto resta bloccato sull'1 a 0 a favore degli avversari". Uno striscione dei tifosi biancazzurri accusava i giocatori laziali. Questa la frase scritta: "Voi gli undici indegni". E Zoff, molto filosofo, a dire: "Sì, c'è delusione tra i tifosi, perciò questa piccola contestazione va capita".