Domenica 4 ottobre 1998 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Cagliari 2-0
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4 ottobre 1998 - 1804. Campionato di Serie A 1998/99 - IV giornata
LAZIO: Marchegiani, Pancaro (73' Gottardi), Fernando Couto, Mihajlovic, Favalli, Sergio Conceicao, Venturin, Almeyda (82' Baronio), Nedved, Stankovic, Salas (89' Protti). A disp. Ballotta, Lombardi, G.Lopez, Marcolin. All. Spinosi - DT Eriksson.
CAGLIARI: Scarpi, Zebina, Zanoncelli, Grassadonia, Berretta (73' Cavezzi), O'Neill, De Patre, Nyathi (61' Mazzeo), Vasari, Kallon, Muzzi. A disp. Franzone, Carruezzo, D.Lopez, V.Esposito, Lonstrup. All. Ventura.
Arbitro: Boggi (Salerno).
Marcatori: 48' Fernando Couto, 70' Stankovic.
Note: espulso O'Neill al 6' s.t. per doppia ammonizione. Ammoniti: Scarpi, Zanoncelli, Couto, De Patre, Almeyda. Calci d'angolo: 12-6. Recuperi: 3' più 4'.
Spettatori: paganti 10.437 per un incasso di £. 382.790.000, abbonati 32.389 per una quota di £: 1.010.992.631.
Alleluja, la Lazio sa ancora vincere, pure se tocca a Couto, un difensore frettolosamente bocciato dal pubblico, sorprendere di testa i cagliaritani nell'ultimo istante prima dell'intervallo. L'occasione arriva con il solito calcio piazzato dello specialista Mihajlovic, l'unico schema finora leggibile fra l'opulenza biancoceleste sempre poco modulata. E, complice l'imbambolata difesa sarda, vanifica tutto quello che l'organizzazione-Ventura ha prodotto in precedenza, senza escludere svelti ribaltamenti affidati al tridente Vasari-Kallon-Muzzi. Poi l'esagerato provvedimento d'espellere O'Neill, già ammonito, per un'entrata sul fuggitivo Nedved, azzera i problemi biancocelesti spingendo Eriksson nel paese dei balocchi, dove diventano inevitabili il raddoppio fissato da Stankovic (diagonale esatto dopo fuga, slalom e appoggio di Salas) e altre finalizzazioni sprecate. Storcere la bocca davanti all'evento dei tre punti arraffati ? No, i tifosi laziali accolgono felici gli spifferi fortunati, mentre il presidente Cellino constata amaramente che per i poveri è sempre più arduo terminare una gara almeno in parità numerica. Proprio O'Neill, castigato dal cartellino rosso, aveva disputato cinquanta minuti esemplari, mascherando l'inadeguatezza dei difensori fissi (specie Grassadonia, arrancante dietro Conceicao) e avviando un paio di capovolgimenti da brividi nei paraggi di Marchegiani. Facile rammentare il salvataggio di Pancaro, sul cross radente di Vasari destinato a Kallon davanti alla porta sguarnita; o quella rifinitura sempre di Vasari non agganciata dal diciannovenne Puntero della Sierra Leone, a un soffio dal gol. Assente lo squalificato Mancini, la Lazio propone solo una compattezza di movimenti non elettrificata dai cambi di marcia che garantiva ad esempio il miglior Boksic della scorsa stagione. Evidenti gli impacci di Salas, che preferisce rientrare e riciclarsi suggeritore nel 4-5-1 d'emergenza, comunque corroborato dagli spunti isolati degli esterni Nedved e Conceicao. Parte dalle strattonate di Nedved la voglia di superare qualsiasi contrarietà, parte dal guizzante Conceicao l'unica squisitezza fino a metà percorso, ma Scarpi rintuzza lo smash di Stankovic. Solo Stankovic, prescindendo dalle punizioni di "Miha", va tre volte al tiro senza successo, prima che Couto raccolga il quadrifoglio nel prato. Una testa portoghese spiana la strada e quindi ci pensa l'arbitro Boggi a impedire una credibile reazione dei penalizzati sardi. Inutile la destrezza di Kallon e quel reclamo finale di Muzzi, buttato giù dal portiere laziale in spericolata uscita. Eriksson rifiata, il resto arriverà.
Duecento giorni per riassaporare la vittoria, a cavallo tra l'allucinante finale del campionato scorso e l'avvio di quello in corso. La Lazio incassa finalmente almeno una parte dei dividendi inseguiti nell'estate dei miliardi. Eriksson, magari esagerando un po', vede una squadra formidabile, aggressiva, compatta, che difficilmente subirà l'iniziativa avversaria, giocando come nel primo tempo col Cagliari. Primo tempo che per la verità non ha entusiasmato lo stadio cui s'è affacciata anche una Marchesini versione moglie di Galeazzi, almeno fino al gol di Couto. Ma Eriksson è entusiasta, alla vigilia dei 15 giorni che lo separano dalla sfida con l'Inter: ha il tempo di recuperare gli acciaccati (Vedrete in che forma rientrerà De la Peña), di provare a studiare una formula definitiva per la sua multinazionale (Giocando con una sola punta fissa concludiamo di meno, ma siamo molto più coperti), di inviare messaggi al patron Cragnotti che, impegnato in Brasile, s'è perso l'appuntamento ritrovato con la vittoria. E vero, non vincevamo in campionato dal 28 marzo. Ma io non voglio più pensare al torneo passato. Lì siamo crollati in modo vergognoso, è un capitolo chiuso, che abbiamo cercato di modificare proprio con una grande campagna acquisti. I fatti stanno dimostrando quanto sia importante avere tanti giocatori a disposizione: è stato solo grazie ad una "rosa" così ricca che siamo venuti bene fuori dall'emergenza. La strada verso il ritorno al successo è stata lastricata di infortuni pesanti: ora, giura, Eriksson, la musica finalmente cambia. Visto com'è diverso il nostro gioco, quando Pancaro e Favalli possono spingere sulle fasce? La squadra s'è mossa meglio in ogni reparto, ha creato un mucchio di occasioni da gol. Gli è piaciuta la muraglia di centrocampo che Venturin esalta (Con me ed Almeyda là in mezzo non si passa), dice che una protezione del genere sarebbe ideale per De la Peña, non si preoccupa di quando l'abbondanza lo costringerà a scelte complicate: Ho mille soluzioni possibili, trovare una squadra non sarà mai un'impresa. Non lo turba neanche l'improvviso black out offensivo di Marcelo Salas, neanche un gol, ma quel che è peggio neanche un tiro in porta nelle ultime tre partite: Per me Salas sta giocando benissimo. E generoso, intenso, continuo. Non segna, ma va bene lo stesso. Concederà ai giocatori un po' di stop, nei prossimi giorni: allenamenti da martedì a venerdì, poi break fino a martedì 13. Nel frattempo, salutato Igor Protti, protagonista di un affettuoso commiato con i tifosi a fine partita, comincerà a fare la conta dei grandi recuperi. Di sicuro il commento finale del suo dirimpettaio di giornata, Ventura avrà meno problemi di me. Io posso soffrire per l'assenza di un giocatore come Mboma, lui per cinque che gliene mancano ne ha cinque più forti. Il divario tecnico tra il Cagliari e la Lazio è enorme, ma ci sono stati anche alcuni episodi....Più esplicito il presidente rossoblù Cellino: Il primo gol è nato da una punizione che non c'era, l'espulsione di O'Neill è stata frettolosa e c'era un rigore su Muzzi. Che volete? Cragnotti ha speso così tanto che bisognava dargli una mano.
Fonte: la Repubblica