Domenica 4 maggio 1986 – Genova, stadio Luigi Ferraris – Genoa-Lazio 1-1
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4 maggio 1986 - 2277 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie B 1985/86 - XXXII giornata - inizio ore 16
GENOA: Cervone, Testoni, Trevisan, Faccenda, Guerra (85' Auteri), Spallarossa, G.M.Butti, Torrente, Marulla, Mauti, Tacchi (66' F.Signorelli I). All. Burgnich.
LAZIO: Ielpo, G.Corti, Calcaterra, Galbiati, Spinozzi, G.Carillo, Toti, Vinazzani (68' G.Damiani), Dell'Anno (68' D'Amico), Caso, Garlini. A disp. Carlini, Perna, Poli. All. Simoni.
Arbitro: Cornieti (Forlì).
Marcatori: 38' Marulla, 86' G.Corti.
Note: ammoniti Trevisan, Toti, Spinozzi e Testoni. Esordio in serie B per Giuseppe Carillo classe 1966. Terreno allentato. Angoli 4-2 per il Genoa.
Spettatori: 15.000 circa.
E' un pareggio, questo di Marassi, che ripaga la Lazio delle trascorse amarezze. Pienamente meritato ancorché strappato a otto minuti dal termine. Genoa in crisi di gioco e privo di Policano, l'unico in grado di cambiare ritmo alla manovra. Simoni coraggioso nel lanciare il diciannovenne Carillo, nuova perla dell'inesauribile vivaio biancoceleste, protagonista di una prestazione di assoluto rilievo. Nel complesso la Lazio si è mossa bene sorretta dalla sagacia tattica di Caso e dalla buona vena degli ex di turno, G.Corti e G.Damiani subentrato a Vinazzani.
Ma l'ordinato primo tempo dei biancocelesti è stato vanificato da una grossa ingenuità difensiva: dopo la prima parata difficile di Ielpo su Butti, dall'angolo scambiano Butti e Spallarossa, il quale solo soletto può pennellare un cross a rientrare che taglia fuori completamente la difesa e Marulla, ignorato da Spinozzi può colpire di fronte piena senza ostacoli. Il classico gol tagliagambe per una Lazio fin lì anche pericolosa grazie a un'incursione di G.Corti con diagonale però troppo largo. Cinque minuti dopo il gol, con la Lazio frastornata, un tiraccio da trenta metri di controbalzo di Faccenda colpiva la parte centrale della traversa.
A inizio ripresa la Lazio si è riassestata, ancora G.Corti ha chiamato Cervone a una difficile parata, pur rischiando su un contropiede di Spallarossa (pallone perduto da Galbiati in costruzione) che giunto davanti a Ielpo ha messo al centro trovando la finta inutile di Tacchi e un tiro sbilenco di Marulla. Poi due conclusioni di Garlini hanno dato nuova linfa e nuova speranza ai biancocelesti, che hanno raggiunto l'agognato pari a otto dalla fine: cross dalla sinistra, velo di Garlini, rimpallo tra D'Amico e Guerra, carambola al limite dell'area con G.Corti libero di infilare di controbalzo con un sinistro angolato e preciso. Un calcio agli incubi, alla sfortuna e forse allo spauracchio della retrocessione.
Fonte: Il Tempo