Domenica 2 dicembre 1951 - Bergamo, stadio Mario Brumana - Atalanta-Lazio 0-2
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2 dicembre 1951 - Campionato di Serie A 1951/52 - XI giornata
ATALANTA: Cattaneo, Dalmonte, Gariboldi, Malinverni, Cadè, Angeleri, Santagostino, S.Hansen, Jeppson, Sorensen, Cergoli. All. Ceresoli.
LAZIO: Sentimenti (IV), Antonazzi, Furiassi, Alzani, Sentimenti (V), Fuin, Sentimenti (III), Flamini, Antoniotti, Lofgren, Sukrü. All. Bigogno.
Arbitro: sig. Liverani di Torino.
Marcatori: 12' Lofgren, 17' Sukrü.
Note: giornata nebbiosa; nella ripresa è piovuto. Terreno buono. Calci d'angolo 6 a 2 a favore dell'Atalanta.
Spettatori: 6.000.
Da "Il Calcio Illustrato", il prestigioso commento di Renzo De Vecchi:
La Lazio ha meritato senz’altro di realizzare il primo successo esterno del campionato; però c’è voluta la spinta della buona sorte, perché dopo avere imposto nei primi venti minuti di giuoco un ritmo ed una superiorità incontestabili, sorprendendo nettamente l’Atalanta, l’undici romano ha dovuto manovrare e destreggiarsi per difendere strenuamente e talvolta fortunosamente il vantaggio conquistato appunto nello splendente periodo iniziale. L’incontro ha dunque fatto leva sui due magnifici goals ottenuti da Lofgren e da Sukru al 12° e al 17° del primo tempo, a compimento di due azioni rapide e ben congegnate che sono valse a mettere in seria difficoltà i difensori bergamaschi. Cadè, Gariboldi e Dalmonte, per quanto ricchi di decisione e di slancio, hanno stentato a raccapezzarsi di fronte al giuoco rapido e positivo del trio centrale d’attacco dei laziali: Flamini, Antoniotti e Lofgren, magistrali negli smarcamenti e nella precisione dei passaggi, hanno dato durante tale periodo un saggio di capacità manovriera. Se il peso e il mordente sorreggessero i tre attaccanti azzurri, certamente i risultati sarebbero assai migliori e la Lazio potrebbe aspirare a ben altre conquiste. Messe comunque a segno le due botte risolutive, la squadra romana si è anche giovata del giuoco superiore di Sentimenti V, schierato al centro della linea mediana in sostituzione di Malacarne infortunato. Lo spostamento del minore dei Sentimenti da ala destra (dov’è riapparso Sentimenti III) a centrosostegno ha costituito, secondo il nostro parere, una vera fortuna per la Lazio, perché difficilmente il titolare, se presente, avrebbe potuto imbrigliare e controllare le mosse del poderoso Jeppson, com’è riuscito a fare sempre Sentimenti V.
Attorno al perno centrale e fondamentale di difesa, hanno funzionato a dovere anche gli altri, compreso il portiere Sentimenti IV, che specialmente nella ripresa ha saputo intervenire da par suo, sbrogliando parecchie situazioni difficili. Dunque, dapprima è stato l’attacco il brillante protagonista della partita e poi si sono attestati i difensori, sussidiati nel secondo tempo da Sentimenti III, il quale praticamente è rimasto poco all’ala destra, preferendo vagare in altre posizioni. Sentimenti IV e V hanno quindi fatto da baluardo durante il periodo della maggiore pressione atalantina, mentre Sentimenti III, alla prima partita dell’attuale campionato, ha saputo rendersi utile, come del resto Sukru, discontinuo ma veloce e potente nei tiri e nelle azioni, come Fuin mobile e tecnicamente apprezzato e come i terzini Antonazzi e Furiassi attenti e sicuri. La giornata è stata in sostanza propizia per tutti i laziali, fatta eccezione per Alzani, a tratti un po’ in sordina, a differenza delle precedenti prestazioni.
L’Atalanta non meritava certamente di perdere con due goals di scarto, perché superati il disagio e gli sbandamenti della prima mezz’ora, l’undici bergamasco ha saputo validamente riprendersi. Non è riuscito a far breccia nonostante l’intensa pressione, anche perché qualche fallo in area di rigore è rimasto impunito. L’arbitro Liverani – nel complesso equo – è stato un po’ troppo di manica larga nella valutazione dei falli commessi in area di rigore e ciò ha danneggiato l’Atalanta. Nel primo tempo, quando la Lazio conduceva per uno a zero, Jeppson è stato irregolarmente atterrato da due difensori romani, senza che l’arbitro riscontrasse gli estremi della massima punizione; nel secondo tempo un altro fallo abbastanza evidente in area di rigore è passato inosservato. Almeno un calcio di rigore avrebbe dovuto in coscienza saltar fuori; ma l’arbitro è stato di tutt’altro parere, nonostante le vivaci proteste degli interessati. In ogni modo il centravanti atalantino, non ancora a punto come allenamento, è stato contrastato passo per passo e senza la grande partita di Sentimenti V chissà come sarebbe andata a finire, perché Jeppson, una volta lanciato, è pericolosissimo. La falcata, l’abilità del palleggio e dello smarcamento, la potenza del tiro e il superbo giuoco di testa costituiscono le invidiabili prerogative del centravanti svedese, che non disdegna gli scontri ed è in possesso di qualità tecniche ed atletiche di prim’ordine. Per il momento, Jeppson si smarrisce talvolta in pause di lentezza e specialmente da fermo difetta un po’ di prontezza; ma si tratta di un elemento di notevole valore che una volta ambientato potrà rendere di più e dare spettacolo.
La sterilità dell’attacco bergamasco è dipesa, oltre che dalla valida resistenza della Lazio, dalle palesi insufficienze di Gergoli e Soerensen, il primo impreciso e precipitoso nei tiri, il secondo ancora distante dal rendimento del primo torneo disputato in Italia. Perciò la prima linea nerazzurra è vissuta soltanto sul giuoco poderoso ma strettamente controllato di Jeppson, sul lavoro assiduo ed efficace di Hansen e sulle esatte centrate di Santagostino. I due mediani laterali Malinverni e Angeleri hanno legato poco coi rispettivi interni, cosicché nel periodo sfolgorante dell’attacco laziale la retroguardia bergamasca ha traballato, incassando due goals e correndo qualche altro rischio, benché nel complesso il portiere Cattaneo abbia avuto poco lavoro. Nessuna responsabilità specifica può essere attribuita al nuovo guardiano dell’Atalanta (in precedenza aveva giocato Albani, vittima poi di un’infezione all’alluce); però Cattaneo nei pochi interventi non ha dato l’impressione di essere in giornata. Superato tuttavia lo scompiglio dei primi venti minuti, i due terzini Dalmonte e Gariboldi (il primo subentrato a Roncoli) ed il centrosostegno Cadè si sono gradatamente rinfrancati, come del resto Angeleri. I più redditizi in campo atalantino sono risultati dunque Catè specialmente nel lavoro di rottura; Gariboldi talvolta fin troppo deciso ma fervido animatore, tanto da spingersi perfino all’attacco; Jeppson, Hansen e Santagostino, efficaci anche se sfortunati nelle conclusioni.
Come accennato nelle precedenti note, la Lazio una volta in vantaggio, si è orientata verso una tattica di tamponamento e di difesa, tattica non proprio rigida, perché qualche contrattacco è stato tentato anche nei periodi di maggiore pressione atalantina, ma pur sempre a carattere prudenziale. L’interesse non è mai venuto meno; nel secondo tempo, quando l’Atalanta ha spinto a fondo, la lotta ha assunto toni accesi e drammatici, con mischie e scontri nell’area laziale. Sembrava che da un momento all’altro i bergamaschi dovessero segnare; ma i minuti scorrevano inesorabili senza che il vantaggio dei vincitori potesse almeno essere ridotto. La fortuna non ha certamente protetto l’Atalanta; però la Lazio non ha rubato niente a nessuno portandosi a casa i due punti. Il giuoco è stato abbastanza cavalleresco, sebbene talvolta l’ardore della lotta e l’ansietà dei contendenti abbiano portato ad una decisione perfino eccessiva. Regolare il terreno, nessun incidente di rilievo.