Domenica 28 gennaio 2001 - Firenze, stadio Artemio Franchi - Fiorentina-Lazio 1-4
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28 gennaio 2001 - 2932 - Campionato di Serie A 2000/01 - XVI giornata
FIORENTINA: Toldo, Torricelli (69' Mijatovic), Repka, Pierini (75' Adani), Vanoli (62' Bressan), Di Livio, Cois, Amoroso, Rui Costa, Nuño Gomes, Chiesa. A disposizione: Taglialatela, Tarozzi, Rossi, Leandro. Allenatore: Terim.
LAZIO: Peruzzi, Pancaro, Nesta, Fernando Couto, Favalli, Poborsky, Stankovic (74' Baronio), D.Baggio, Nedved, Crespo (88' S.Inzaghi), Salas. A disposizione: Marchegiani, Negro, Mihajlovic, Gottardi, Ravanelli. Allenatore: Zoff.
Arbitro: Sig. Racalbuto (Gallarate).
Marcatori: 34' Nedved, 57' Crespo, 73' Crespo, 82' Chiesa (rig), 85' Salas.
Note: ammoniti Amoroso, D.Baggio, Favalli, Di Livio. Recuperi: 2' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 35.000 circa.
La domanda vagamente insolente, dopo il risultato di ieri, è se Dino Zoff non sia il Terim della Lazio e, forse, addirittura d'Italia. Tuttavia insolenza non c'è per almeno tre motivi. Il primo: la considerazione è di ordine tattico. Il secondo: l'allenatore della Lazio ha di fatto "clonato" la gara che la Fiorentina ha fatto contro il Milan. Il terzo: Zoff sa distinguere i laboriosi ragionamenti (che facciamo) dalle fragorose ironie (che rifuggiamo). Casomai egli può sospettare che il nostro non sia proprio un complimento ricordando come fin dall'inizio del campionato, e non soltanto nell'ultima settimana, ci fossimo smarcati dal plaudente affollamento intorno al turco. Apparentemente, la Lazio che ha travolto la Fiorentina nel punteggio si dispone in campo alla stessa maniera dei viola: 4-4-2, con un centrocampo a rombo dove il vertice basso è costituito da un elemento dedito alla fase difensiva (Dino Baggio tra i biancazzurri, Cois per i viola, bene entrambi), mentre al vertice alto troviamo un trequartista (i deludenti Stankovic e Rui Costa).
Tuttavia, all'interno di quest'abbozzo le differenze ci sono, e non sono nemmeno troppo difficili da cogliere per quei critici o tecnici che ragionino in termini di precisione. C'è, infatti, chi ritiene che dieci metri più su o cinque più giù sia, in fondo, la stessa cosa. In effetti, sarebbe la stessa cosa se il pallone stesse fermo e immobili fossero pure i contendenti. Invece, nel giudizio sulle posizioni e sulle zone da coprire, il riferimento al numero dei giocatori deve strettamente correlarsi alla linea della palla. Linea immaginaria, come quella del fuorigioco, ma linea imprescindibile: Rui Costa ci stava quasi sempre davanti, trasformando il 4-4-2 della Fiorentina in un 4-3-1-2 vulnerabile nella zona mediana; Stankovic, invece, ci ha giocato dietro, mai omettendo l'equilibrio che un allenatore sempre chiede ai singoli in funzione dei reparti. Vero, dunque, che Rui Costa e Stankovic non hanno brillato, ma altrettanto vero che il serbo ha mostrato un più spiccato senso tattico. Sarebbe stato lo stesso anche con Veron? Ci permettiamo di dubitare, anche se di qui a indicare nell'assenza dell'argentino un presunto vantaggio per la Lazio ce ne corre.
Piuttosto va sottolineato che a mantenere compatta la Lazio di fronte a una Fiorentina vivace e aggressiva (nel primo tempo) hanno contribuito Crespo e Salas, bravissimi ad accorciare e a rientrare almeno quanto lo sono stati in fase realizzativa: due gol l'argentino e uno il cileno, autore anche dell'assist a beneficio di Nedved, l'uomo che, con un tiro al volo (al 33' del primo tempo), ha lanciato la Lazio verso il terzo successo consecutivo della aurea gestione-Zoff (tre partite e tutte vinte). La Lazio ha emulato la Fiorentina anti-Milan grazie all'esercizio del contropiede manovrato (esempio: il gol di Salas, il quarto), attraverso il ricorso al contropiede individuale (esempio: il terzo gol, secondo di Crespo) e affidandosi a esemplari contropiedi corti. Scattano quando un pallone intercettato in zona "alta" viene trasformato nel più breve tempo possibile in una letale manovra offensiva (esempio: la prima rete di Crespo, quella del 2-0, con pallone rubato da Nedved a Cois su pessimo appoggio di Pierini).
Solo al palo di Nuno Gomes (13' della ripresa, un minuto dopo il raddoppio laziale), che avrebbe potuto riaccendere il confronto, la Fiorentina si è arresa abbandonandosi alle devastazioni avversarie con il rischio di subire un risultato ancora più avvilente. Pur riconoscendo ai viola il beneficio di un buon avvio, non ce la sentiamo di ritenerli immuni da colpe precise sui primi due gol (l'ha ammesso Angelo Di Livio) e dall'ostinazione nello sfondamento per vie centrali (soprattutto Rui Costa) quando era già apparsa chiara e incoraggiante la strada dell'aggiramento laterale. Notevole il calo fisico dopo gli sforzi di giovedì in Coppa Italia a San Siro: Terim avrebbe dovuto accorgersene e provvedere.
Fonte: Corriere della Sera