Domenica 26 settembre 2004 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Milan 1-2

Da LazioWiki.

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26 settembre 2004 - 3108 - Campionato di Serie A 2004/05 - IV giornata

LAZIO: Peruzzi, Oddo, Siviglia, Fernando Couto, Oscar Lopez (77' Di Canio), A.Filippini (77' Liverani), E.Filippini, Giannichedda, Zauri, Pandev (84' De Sousa), S.Inzaghi. A disposizione: Casazza, Negro, Seric, D.Baggio. Allenatore: Caso.

MILAN: Dida, Cafu, Nesta, Maldini, Kaladze (68' Pancaro), Gattuso (46' Pirlo), Ambrosini, Seedorf, Kakà, Crespo (68' Tomasson), Shevchenko. A disposizione: Fiori, Costacurta, Rui Costa, Brocchi. Allenatore: Ancelotti.

Arbitro: Sig. Paparesta (Bari).

Marcatori: 37' Fernando Couto, 70' Shevchenko, 74' Shevchenko.

Note: serata serena, terreno in buone condizioni. Espulso Ambrosini al 53' per gioco scorretto (gomitata ad Emanuele Filippini). Ammoniti Couto e A.Filippini Pirlo, Cafu, Kaladze e Crespo per gioco scorretto, S.Inzaghi per comportamento non regolamentare, Shevchenko per proteste. Calci d'angolo: 3-10. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t. Esordio in serie A per Claudio De Sousa classe 1985.

Spettatori: paganti 13.480 per un incasso di 372.904,00 euro, abbonati 28.258 per una quota di 379.785,94 euro.


Il biglietto della gara
La rete di Fernando Couto
L'esultanza biancoceleste dopo il vantaggio
Domenico Caso dà disposizioni
Una delle reti di Shevchenko (Foto Ansa)

La Gazzetta dello Sport titola: "Sheva riporta il Milan a galla. La Lazio scatta con Couto, ma una doppietta dell'ucraino premia i rossoneri in 10".

Continua la "rosea": Bastano quattro minuti di superShevchenko a metà ripresa e il Milan passa dall'inferno al paradiso, trasformando la seconda sconfitta consecutiva nella seconda vittoria in campionato, sempre in trasferta, dopo il 2-0 di Bologna. Ancora una volta, così, l'Olimpico diventa terra di conquista per i campioni d'Italia, ma soprattutto ancora una volta, dopo la tripletta che ha fruttato la Supercoppa italiana cinque settimane fa, l'ucraino affonda da solo con due reti la Lazio che già sognava di passare una settimana in testa alla classifica, insieme con la Juventus. Alla fine, invece, la festa è tutta del Milan ed è una festa doppia, prima per il pericolo scampato, e poi perché grazie a questi tre punti Maldini e compagni scavalcano l'Inter e si riavvicinano alla Juventus, approfittando dei pareggi delle loro rivali. Sotto di un gol segnato da Couto nel primo tempo e con un uomo in meno dall'8' del secondo tempo per l'espulsione di Ambrosini, che rifila una gomitata a Emanuele Filippini, il Milan vince in particolare per le prodezze del suo straordinario attaccante, e in generale per la rabbia che finalmente dimostra di avere dopo un'ora giocata sotto ritmo, contro una Lazio più debole tecnicamente, incapace di sfruttare la superiorità numerica, ma anche sfortunata perché a 10' dal termine il gran colpo di testa di Simone Inzaghi che poteva valere un 2-2 tutt'altro che scandaloso si stampa sulla traversa.

Come sempre, però, conta il risultato che così fa passare in secondo piano gli errori di Ancelotti. Il tecnico, infatti, sbaglia a schierare Crespo dall'inizio e poi, con un uomo in meno, tarda a sostituirlo con Tomasson, il cui ingresso guarda caso coincide con il sorpasso del Milan. Per il resto il tecnico conferma Kakà lasciando ancora in panchina Rui Costa, preferendo inizialmente Ambrosini a Pirlo. A parte l'avvicendamento tra Pancaro e Kaladze che poi fanno staffetta sulla fascia sinistra, è il solito Milan, senza l'infortunato Stam, che ancora una volta ricalca il 4-3-1-2 dei tempi belli. Caso, invece, riesce a sorprendere tutti, rinunciando al fosforo di Liverani in cabina di regia e all'estro di Di Canio, rilanciati soltanto nel finale. Nel tentativo di irrobustire fisicamente la squadra, sempre priva di Cesar dietro, dell'infortunato Muzzi e dello squalificato Rocchi davanti, il tecnico biancazzurro rispolvera lo spagnolo Oscar Lopez allineato a sinistra sulla linea dei quattro difensori. Zauri può così avanzare in mediana davanti a lui, favorendo l'accentramento di Emanuele Filippini, ancora più vicino così al gemello di fascia Antonio, mentre il macedone Pandev cerca invano di fare l'elastico tra i quattro centrocampisti e l'unica punta, Simone Inzaghi. La grande attenzione tattica di Caso non si limita però a contenere la prevedibile superiorità tecnica dei campioni d'Italia, che rischiano di andare sotto già al 4' quando Zauri, in tuffo di testa, impegna severamente Dida. Il brivido corso non spaventa il Milan, che prova a salire in cattedra, forte di un gioco e di meccanismi ormai collaudati. Il problema, però, è la lentezza con cui i rossoneri si avvicinano alla porta di Peruzzi.

Senza spinta sulle fasce laterali, perché né Cafu né Kaladze vanno mai sul fondo a crossare, ma soprattutto senza le aperture di Pirlo, rilevato tatticamente da Ambrosini anziché da Rui Costa che non l'aveva mai fatto rimpiangere durante le Olimpiadi, e come non bastasse senza le accelerazioni di Gattuso e Seedorf, nel primo tempo il Milan si affida soltanto alle rare invenzioni di Kakà. Proprio dal brasiliano, dopo una punizione di Shevchenko e un diagonale di Cafu, nasce l'azione che al 35' libera Crespo. Ma neppure la sua conclusione sorprende Peruzzi, bravo a vanificare l'unico segnale di vita dell'argentino. Sembra il classico suono della sveglia e invece subito dopo la Lazio affonda il coltello nel burro della difesa rossonera. A.Filippini pesca con un lungo lancio Couto che approfitta della libertà concessagli da Cafu e dalla sinistra infila di testa Dida. A quel punto Ancelotti sfrutta l'intervallo per inserire Pirlo, togliendo Gattuso, spostando Seedorf a destra e Ambrosini a sinistra. Ma quest'ultimo dopo appena 8' si fa giustamente espellere per una gomitata a E.Filippini. La Lazio ha il torto di limitarsi a controllare il vantaggio, anche perché il Milan fa troppo poco per raggiungere il pareggio. Kakà sembra troppo solo, ma finalmente al 23' Ancelotti toglie l'inutile Crespo inserendo Tomasson, avvicendando anche Kaladze con Pancaro. E 2' più tardi ecco il pareggio di Shevchenko con una mezza girata su angolo di Pirlo, davvero un gran gol, cui ne segue uno ancora più bello, con un diagonale strepitoso dopo aver raccolto un lancio di Kakà e aver saltato Couto.

Caso prova invano con un'iniezione di freschezza, ma più di Liverani e Di Canio serve la grinta di Simone Inzaghi, che colpisce la traversa con un gran colpo di testa. E' l'ultimo segno di una serata da dimenticare per la Lazio anche per quel morso di Inzaghi al dito di Nesta. Mentre Ancelotti torna a casa con un nuovo bellissimo ricordo. Perché questa vittoria in dieci uomini, firmata dalla doppietta di Shevchenko e dalla rabbia di una squadra che non ha alcuna voglia di lasciar scappare la Juventus, può rappresentare la prima grande svolta della stagione del Milan.


La Repubblica titola: "La Lazio passa in vantaggio, poi i rossoneri restano in dieci. Due colpi dell'ucraino ribaltano il risultato. Il Milan si affida a Sheva e ferma la corsa della Lazio. All'Olimpico la partita cambia in quattro minuti".

Continua il quotidiano: Il Milan non si arrende mai, anche quando è sotto di un gol e in inferiorità numerica. Adesso lo sa anche la Lazio che, dopo aver accarezzato a lungo il sogno di agganciare la Juve in testa alla classifica, si ritrova sconfitta. In vantaggio con Couto al 37', in superiorità numerica dall'8' della ripresa per l'espulsione di Ambrosini, la Lazio in 4 minuti spreca tutto. D'altra parte, quando lì davanti c'è uno come Shevchenko, non si può mai stare tranquilli. Il bomber ucraino prima sfrutta un rimpallo in area e con una splendida mezza girata batte Peruzzi. Poi, al 29', salta come birilli Lopez e Couto e scarica un poderoso destro che buca le mani a Peruzzi. Sheva da applausi, tre punti al Milan. Ad inizio gara, qualche sorpresa: Caso lascia fuori Liverani e Di Canio, inserisce in difesa Lopez, avanza Zauri a centrocampo e in avanti schiera a sorpresa Pandev al fianco di Simone Inzaghi. Ancelotti, privo di Stam e Filippo Inzaghi, preferisce Kaladze a Pancaro. A centrocampo, lascia in panchina Pirlo inserendo Ambrosini e conferma Kakà sulla trequarti. Davanti al brasiliano l'inedita coppia Shevchenko-Crespo. L'argentino, uno dei tanti ex laziali in maglia rossonera (Nesta il più fischiato, ma per lui anche striscioni di bentornato), fa così il suo esordio in campionato. La partita la fa il Milan, nonostante il buon inizio della Lazio che, al 4', con un'incursione di Oddo e un colpo di testa di Zauri bloccato da Dida, crea la prima occasione da gol.

Il disegno tattico di Caso è chiaro: Lazio ben chiusa e pronta a ripartire in contropiede. Il 3-0 incassato a San Siro in Supercoppa ha consigliato prudenza al tecnico biancoceleste. Il Milan, ancora scosso dal clamoroso ko interno con il Messina, prova a fare il suo gioco, ma l'assenza di Pirlo si fa sentire: mancano le sue geometrie e Ambrosini non può garantirle visto che ha caratteristiche diverse. La Lazio chiude bene tutti gli spazi, Zauri dà una mano a Lopez nel contenere le sortite di Cafu, i Filippini non danno respiro ai centrocampisti rossoneri, soprattutto a Seedorf e Kakà, i più fantasiosi e insidiosi, che avrebbero il compito di cercare il gol dalla distanza e assistere le due punte. Poche le occasioni da gol, Cafu e Crespo provano a battere Peruzzi, ma non ci riescono. Al 37' la Lazio passa in vantaggio, Antonio Filippini cerca il secondo palo e trova Couto che, lasciato colpevolmente solo, schiaccia in rete di testa a non più di 4 metri dalla linea di porta. Brutto errore della difesa rossonera che già al 4' aveva concesso la stessa occasione a Zauri, sempre sulla zona di Cafu. Il Milan reagisce, ma non ha fortuna con Sheva e Maldini e va negli spogliatoi sotto di un gol. La ripresa inizia con Pirlo in campo al posto di Gattuso, Ancelotti cerca di mettere ordine, ma all'8' perde Ambrosini che si fa espellere per una gomitata nei confronti di Emanuele Filippini. Il Milan, in dieci e sotto di un gol, non riesce a trovare gli spazi. La Lazio è quasi perfetta, ma preferisce controllare piuttosto che cercare il colpo del ko. Ed è forse questo l'unico grosso errore tattico della Lazio che, dopo 70 minuti eccellenti in fase difensiva, deve piegarsi sotto i colpi di Andriy Shevchenko.

L'ucraino, appena vede Roma e Peruzzi, si esalta. E' successo anche oggi, l'attaccante ucraino al 25' ha trovato una splendida mezza-rovesciata di destro per il momentaneo 1-1. Appena 4 minuti più tardi, Sheva riceve da Kakà, salta in maniera netta Lopez e Couto e batte Peruzzi con un diagonale destro di straordinaria potenza e precisione. Milan in vantaggio, Lazio in ginocchio. Dopo qualche minuto di ovvio smarrimento, la Lazio si risolleva e al 35' centra la traversa con un colpo di testa ravvicinato di Inzaghi. Caso inserisce Di Canio, Liverani e De Sousa, ma è troppo tardi e seppur in 10 il Milan si difende bene. Nesta e Simone Inzaghi battibeccano: il primo risponde con uno schiaffo al morso di Inzaghi che proprio non riesce a stare in piedi quando qualcuno lo sfiora in area. Finisce 2-1 per i rossoneri, la Lazio avrebbe meritato il pareggio, ma può consolarsi con gli applausi finali del pubblico. Per il Milan un successo che può segnare la svolta. La Juve è avvisata.